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Autore: chitta97    23/01/2017    5 recensioni
Raccolta di one-shot, rigorosamente Judy x Nick
Sprazzi di pensieri, situazioni, gesti che portano tutti ad una conclusione: forse l'amore rende tutti un po' meno acuti e un po' più ottusi.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quasi bugiardi

 

“E quindi io e Nick abbiamo arrestato quel furfante.” Concluse soddisfatta Judy Hopps. Quando la madre si voltò sperò, e forse credette, che la domanda che le stava per porre riguardasse particolari del caso. Non vedeva l’ora di dire, con aria professionale, che i dettagli non potevano essere divulgati. Invece il suo sorriso inorgoglito sfumò presto in un’espressione smarrita perché Bonnie, con aria allusiva, sviò il discorso. “Ma quindi tu e Nick….” Non era neanche una domanda. Sembrava quasi una constatazione, un’ovvietà. Ma lei quell’ovvietà sottesa proprio non riusciva a coglierla.
“Io e Nick cosa, mamma?” Era sinceramente confusa e le lunghe orecchie assecondarono il movimento delle sue sopracciglia.
“Beh, insomma, siete fidanzati no?”
Se prima era confusa ora Judy Hopps era sicura di non aver capito bene. Davvero sua mamma stava insinuando che lei e Nick, quel Nick, erano… Neanche riusciva a pensarlo!
“No! Certo che no, io e Nick siamo solo amici. E partner. Ma solo di lavoro! Come ti è venuta in mente una cosa simile?”
“Beh, tu ne parli sempre tesoro; non ho ancora sentito una tua frase senza il suo nome.”
“Non è vero, non ne parlo così spesso.
Va bene, forse sì. Ma siamo colleghi e amici, passiamo un sacco di tempo insieme, è normale che la maggior parte delle cose che mi accadono avvengano in sua presenza.”
“Tesoro, guarda che non c’è nulla di male. Ne sarei davvero felice se tu ti costruissi una famiglia, ormai sei abbastanza grande e matura. E poi da come ne parli è innegabile che tra te e questo Nick ci sia qualcosa.”
“E come ne dovrei parlar-?” La domanda le morì in gola perché il suo cellulare aveva preso a suonare. Una chiamata. Ed era Nick.
“E’ lui? Dai, tesoro rispondi, così mi presenti al tuo fidanzato.”
“Ti ho già detto che lui non è il mio-”
Quella doveva essere la giornata delle frasi mai terminate perché, come se non bastasse, ad interromperla ci pensò il padre che era appena entrato nella cucina dove si stava svolgendo quel quadretto madre e figlia tutt’altro che idilliaco.
“Vedi, è arrivato anche tuo padre, così ci puoi presentare entrambi.”
“Presentare a chi?”
“Al suo fidanzato, tesoro.”
“Oh, a Nick! In effetti ero curioso di vederlo.” Affermò Stu, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Ormai Judy non sapeva davvero più che dire. Persino suo padre credeva davvero che lei e Nick fossero una coppia. Intanto il cellulare continuava a vibrare e mai aveva desiderato così tanto che quella volpe non fosse così tempestiva.
“Dai tesoro, non fare la timida e rispondi.”La incoraggiò Bonnie che, nel mentre, si era pericolosamente avvicinata al cellulare. Judy, con l’intento di allontanare il telefono dalle zampe della madre, fece per prenderlo ma, inavvertitamente, accettò la chiamata.
“Ehi, Carotina! Ce ne hai messo di tempo per rispondere.” Esordì, passando abilmente dall’entusiasmo ad un tono fintamente seccato Wilde. Alla coniglietta quasi cadde il telefono di mano.
“Nick, non è un buon momento questo...” Caricò quella frase con tutto il rammarico che provava. Era davvero dispiaciuta di non poter chiacchierare con lui perché, in fondo, era vero che sentiva la sua mancanza. Passare dal vedersi quasi 24 ore al giorno per 6, facciamo anche 6 giorni e mezzo, su 7 a stare distanti per settimane cominciava a pesarle. E nonostante fosse davvero contenta di riabbracciare la sua famiglia e trascorrere del tempo nella sua città natale, l’assenza di Nick rappresentava un vuoto davvero difficile da ignorare. Lanciò di sottecchi uno sguardo ai genitori che ancora non desistevano dal loro proposito. Ma Nick continuò imperterrito. Forse anche lui sentiva la sua mancanza…
“Cos’è Carotina, ti manco così tanto che vedermi attraverso uno schermo fa male al tuo povero cuoricino da coniglietta?” Nick sapeva di aver esagerato ed infarcito quella frase di termini troppo arditi. Sapeva anche che probabilmente Judy si sarebbe solo arrabbiata e, con un po’ di fortuna, si sarebbe limitate a rispondergli con del sarcasmo. Sarcasmo che probabilmente avrebbe finito per essere più veritiero di quel che avrebbe dovuto. Perché a lui, in fondo, faceva davvero male vederla solo tramite uno schermo.
Ma non fu Judy a rispondergli, bensì altri due conigli che avevano preso il suo posto nella webcam. E non sembrava che Judy l’avesse esattamente permesso.
Stu fu il primo a parlare. “Non ci avevi detto che il tuo fidanzato era una volpe.”
“Ho già detto che non è il mio fidanzato! E ora ridatemi quel cellulare.” Judy Hopps fece valere tutta la sua autorità da poliziotta, si riappropriò del telefonino e, prima che i genitori s’intromettessero nuovamente, si rifugiò nella sua stanza. Le sembrava di essere ritornata un’adolescente, ma quella situazione stava rischiando davvero di diventare troppo imbarazzante. Se già non lo era diventata.
“Mi sono perso qualcosa Carotina?” Chiese Nick, a cui ora poteva finalmente parlare normalmente.
“Scusami scusami, mi dispiace. Vedi, i miei genitori si sono messi in testa che io e te siamo fidanzati e non c’è verso di far cambiare loro idea e-”
“Stop stop stop. E come mai pensano una cosa simile?”
“Beh, racconto spesso delle nostre peripezie per risolvere i casi e sentendoti nominare sempre hanno creduto che fossimo qualcosa di più che dei partner di lavoro. Quindi quando hai chiamato hanno pensato bene di presentarsi e non c’è stato verso di convincerli. Mi dispiace, ho paura che sarà dura far cambiare loro idea, sanno essere molto cocciuti nelle loro convinzioni.”
“Mi ricordano qualcuno...”
“Spiritoso.”
Risero insieme e quel suono riempì i loro cuori di una dolce sensazione. Com’era bello ritrovare quella complicità intatta. Era come tornare a casa e ritrovare tutto immutato. Ed era buffo pensare ad un simile paragone quando Judy in realtà si trovava già a casa.
“Comunque… Potresti assecondarli.”
“Cosa?”
“Beh, se i tuoi genitori sono convinti che noi siamo fidanzata lasciaglielo credere.”
“Mi stai proponendo di mentire?”
“Sarebbe solo una bugia innocente. E poi tu ci hai provato a dire loro la verità.”
“Ma-”
“Ascolta Carotina, i tuoi genitori non vedono l’ora che tu ti sistemi, giusto? Sono conigli, è normale che ti vogliano vedere costruire una tua famiglia. Quindi non credo sarà loro molto semplice convincersi del contrario, senza contare che se ciò accadesse potrebbero pensare loro a trovarti un vero fidanzato.” -Aveva quasi sputato quelle ultime due parole- “Quindi tanto vale che tu dia loro ciò che vogliono. Ti reggerò il gioco, non preoccuparti.”
“Ma… A te non dispiace?”
“Te l’ho proposto io mi sembra. E poi non dovrò mica fingere chissà quanto.”
Rendendosi conto dell’ambiguità insita in quella frase aggiunse subito un “Tanto i tuoi genitori non vivono mica a Zootropolis.”
“Mh… Va bene.” Accondiscese, cercando di celare quel lieve brivido. Insomma, Nick si era appena prestato a fingersi il suo fidanzato e lei, lei davvero non sapeva come sentirsi. Grata per l’aiuto che le stava offrendo? Indispettita per la bugia che la invitava a dire? E poi cos’era quel pizzicorino strano, quella sensazione che sembrava sottolineare altri mille sottintesi? Nick sembrava completamente a suo agio e non riusciva a capire se la cosa le desse fastidio o meno. Forse perché si aspettava un po’ più d’imbarazzo. Oppure era contenta di vedere tanta naturalezza per una cosa che poteva essere… No, okay, stava divagando e non andava bene.
“Ehi, Carotina, ma quand'è che ritorni? No sai, avrei una voglia matta di quei deliziosi mirtilli che coltivano i tuoi genitori...” Non c’era dubbio che Nick Wilde sapesse mentire davvero bene. Peccato che non riusciva ad autoingannarsi, non ancora. Sapeva bene che non era dei mirtilli ad aver voglia, ma non l’avrebbe mai ammesso a nessuno. Sicuramente non a lei.
“Sarò a Zootropolis la settimana prossima.”
“Mh, posso resistere.” Affermò la volpe, con aria di uno che avesse appena calcolato quanti giorni e ore avrebbe dovuto aspettare ancora.
“Nick?”
“Sì?”
“Mi manchi anche tu.”
Lo salutò così e si beò della sicurezza di averlo messo in imbarazzo. Era una di quelle piccole soddisfazioni che la riempivano di un’insolita sensazione di calore.

~

Alla fine una settimana era trascorsa. Lentamente, ma era trascorsa.
Nick Wilde e Judy Hopps stavano facendo il loro ingresso al dipartimento di polizia chiacchierando allegramente. Tutto era tornato alla normalità. O forse no, considerando la concitazione con cui Clawhauser si apprestava a parlare a Judy. Sembrava una cosa piuttosto urgente.
“Judy, sono arr-” Probabilmente il ghepardo si sarebbe comunque interrotto per riprendere fiato, ma lo anticiparono due voci squillanti. Voci che Judy conosceva bene.
“Tesoro!”
“Mamma, papà ch-che ci fa te qui?” Balbettò la coniglietta.
“Beh, dovevamo conoscere il tuo fidanzato.”
“Ma non dovevate venire fin qui...”
“Oh, era il minimo dopo che ti sei aperta con noi. Non che ce ne fosse bisogno, era così evidente quanto fossi innamorata.” Judy voleva tanto bene a sua madre, ma in quel momento avrebbe davvero voluto che scomparisse. O che almeno qualcuno avesse avuto la decenza di far scomparire lei, magari in una buca molto molto profonda in cui l’imbarazzo si sarebbe mimetizzato sotto la sabbia.
Nick cercò di deviare l’attenzione tossicchiando. Pessima idea, ora Bonnie e Stu si rivolsero direttamente a lui e, come se non bastasse, sentiva su di sé l’ira di Judy che gli gridava quanto la sua fosse stata una pessima pessima idea.
“Tu devi essere Nick, giusto? Piacere, io sono Bonnie e lui è mio marito Stu.”
“Piacere mio. Judy parla davvero tanto di voi.” Cercò di apparire naturale e rilassato ma sentiva che forse non ci stava riuscendo troppo bene. O perlomeno sembrava che la cosa gli costasse più fatica di quel che avrebbe dovuto. Insomma non doveva mica conoscere i genitori della sua fidanzata, Judy non era la sua fidanzata, non realmente. Era la prima volta che per mentire doveva ricordarsi di star mentendo. E con una certa riluttanza.
Judy fissò preoccupata i genitori farsi incontro alla volpe. Nick aveva dalla sua una spontaneità innata nel fingere, ma aveva anche il vizio di farsi prendere la mano. E vista la situazione non era certo il caso. Con i suoi genitori anche una sola parola di troppo avrebbe potuta farla finire in un abito bianco pronta per sposarsi in meno di un secondo. Cercò di ricordarselo, ma la cosa le uscì meno spiacevole di quel che avrebbe dovuto.
“Mamma, papà, dovreste andare… Sapete, mi fa davvero piacere che voi siate venuti fin qua ma dobbiamo lavorare, sai a Zootropolis i poliziotti lavorano tanto e-” Stava cercando di far leva su tutta la sua eloquenza infilzando una frase dopo l’altra mentre sospingeva lievemente i due conigli verso la porta.
“Certo tesoro ce ne andiamo subito, ma prima...” Stu si avvicinò con aria compita verso la volpe, la quale cosa aveva un che di comico considerando quando svettasse Nick in confronto a lui.
“Figliolo, sono davvero felice che tu stia rendendo la mia cucciola così felice, MA” E qui Nick bloccò il suo gesto di cortesia sul nascere “Sappi che se farai soffrire mia figlia in un qualsiasi modo e per un qualsiasi motivo non ci saranno più prede e predatori, ma solo io con il mio Teaser per volpi.”
“Un ch-?” Nick era sicuro di aver sentito male. Lo sperava almeno, anche se ricordava amaramente che in effetti Judy aveva un repellente con volpi con sé la prima volta che si erano incontrati.
“Bene, papà hai parlato abbastanza.” La coniglietta intervenne spingendo con più decisione il padre verso l’uscita. Quindi salutò i genitori promettendo che si sarebbero visti quella sera prima della loro partenza per un saluto veloce. Sembrava finalmente fatta. E invece Nick riaprì bocca, e Judy non poté non chiedersi che cavolo dovesse mai dire quella volpe ora che finalmente quell’incubo sembrava star volgendo alla sua fine.
“Stia tranquillo signor Hopps, mi prenderò cura di sua figlia. Anche se considerando il carattere di Judy è più facile che lei si prenda cura di me.”
Stu sembrò sinceramente convinto e rassicurato da quelle parole. Bonnie, poi, mancava poco si mettesse a piangere. E lei, lei cavolo non sarebbe dovuta arrossire così. Non doveva sentirsi sciogliere, non doveva sentirsi felice, così felice. Era una frase presa da un film, sicuramente, e Nick l’aveva riutilizzata ai suoi scopi da consumato attore qual era.
E allora perché quel cuore non voleva smettere di battere così, neanche fosse stato un cavallo al trotto?
Bonnie e Stu se ne andarono, dicendole qualcosa che doveva essere una sorta di approvazione per il fidanzato scelto. Il cuore ancora in gola, Judy si diresse verso il proprio partner ripetendosi che era solo una frase ad effetto di quelle che Nick non riusciva a non sparare. Ora i suoi genitori se ne erano andati e tutto poteva tornare alla normalità. Stava quasi per convincersene finché Clawhauser, rimasto insolitamente silenzioso, incominciò a parlare.
“Ma allora è vero, è successo! Ah, finalmente! Sapevo che sarebbe successo! Siete fidanzati! Ho fatto bene a scommettere su di voi!”
I due risposero contemporaneamente.
“No no no, non siamo davvero fidanzati…!”
“Avete scommesso su di noi?”
Judy si voltò risentita verso il partner con un’espressione che voleva sottolineare quanto non fosse certo quella la priorità.
“Che c’è Carotina, non ti scandalizza sapere che c’è gente che lucra su di noi?”
La coniglietta cercò di rammentare che non era né il luogo né il momento giusto per prendere a calci quella volpe, salvo poi segnare sulla sua agenda mentale quando avrebbe potuto farlo. Clawhauser passò repentinamente dall’entusiasmo più sfrenato alla delusione più nera. “Come sarebbe a dire? Ero sicuro che aveste detto che-”
È complicato… Ma non siamo fidanzati.”
Il ghepardo sembrò recepire la notizia non troppo bene. Nick era sicuro che si sarebbe quasi messo a piangere il che lasciava entrambi increduli. Davvero sembravano così tanto una coppia?
Passarono oltre in direzione dell’arena in modo da ricevere i loro incarichi del giorno. Sembrava che tutto si indirizzasse verso il solito tram tram: il Capitano Bogo entrava in aula imponendo il silenzio, tutti si sedevano, lui prendeva gli occhiali e incominciava ad assegnare i vari compiti.
“Bene, prima ho un annuncio da fare. Hopps, Wilde.”
I diretti interessati si alzarono nascondendo a stento la preoccupazione. Bogo aveva davvero un tono grave.
“Auguri per il vostro fidanzamento! Lo sapevo che scommettere su di voi mi avrebbe fruttato un po’ di soldini!”
Schiamazzi, urla, auguri imperversarono nella stanza e ci volle tutto il loro impegno perché si facesse silenzio e potessero chiarire l’equivoco. Nick non si smentì neanche questa volta, scandalizzandosi per quel giro di scommesse di cui non sapeva nulla.
Judy ci tenne a chiarire l’equivoco. “Non siamo fidanzati. Era solo una piccola bugia per i miei genitori perché-” Non le fecero mai finire la frase sommersa come si trovò dalle lamentele dei colleghi che sembravano tutti davvero delusi dal fatto che non fossero finalmente diventati una coppia.

~

L’incarico del giorno era una semplice perlustrazione della periferia di Zootropolis, cosa che di fatto si risolveva per lo più in una passeggiata per i quartieri più malfamati rivelatisi peraltro piuttosto tranquilli.
“Nick?”
“Mh?”
“Come ci comportiamo?”
“Che vuoi dire Carotina?”
“Tutti dicono che ci comportiamo come una coppia. Pensavo che i miei genitori lo pensassero perché non vedono l’ora che metta su famiglia ma… Oggi a lavoro sembravano tutti convinti che davvero fossimo fidanzati. Sembrava fosse una cosa...naturale.”
“Ehi, Carotina?”
Si fermò e la bloccò prendendola per le spalle, in modo che i loro occhi potessero scrutarsi. Non fu un’idea geniale visto che in quegli occhi ci sarebbe volentieri perso. Tossicchiò cercando di riprendere il filo del discorso.
“Ti da noia il modo in cui ci comportiamo? Il modo in cui stiamo insieme? C’è qualcosa che cambieresti nel nostro rapporto?”
Era serio, terribilmente serio. Il fatto era che neanche lui sapeva che risposte avrebbe voluto sentirsi dare. Che tutto andava bene così com’era? Eppure c’era qualcosa che davvero cozzava nel loro rapporto, come un pezzo mancante che non riuscivano a trovare. Ma d’altronde se le avesse detto di no che cosa avrebbero dovuto cambiare? Il No avrebbe implicato un distaccamento perché se volevano essere amici… Beh, avrebbe dovuto smettere di chiamarla Carotina probabilmente; e poi non si sarebbero dovuti vedere così spesso anche fuori dall’orario lavorativo. E poi forse certe confidenze sarebbero state inappropriate.
Ma allora, se tante cose dovevano essere ridimensionate affinché la loro fosse una vera amicizia loro ora cos’erano?
Judy scacciò via tutti i pensieri della volpe scuotendo la testa di qua e di là.
“No, cioè, non lo so.”
Nick si vide costretto ad esternare i suoi pensieri, sperando con tutto il cuore che lei li smentisse.
“Vuoi che smettiamo di vederci?”
“No!” La risposta della coniglietta arrivò fulminea e, senza neanche rendersene conto, nella foga strinse la camicia di lui tra le zampine. Se ne accorse e si allontanò un poco sentendosi terribilmente imbarazzata. Non sapeva come rispondere perché tutto ciò che le veniva in mente suonava così sciocco, così patetico. Non voleva che si allontanassero, voleva semmai che stessero più vicini.
La volpe sembrò percepire quei pensieri perché mosse un passo nella sua direzione. Ora erano davvero, davvero vicini.
“Ti mette a disagio starmi vicina?”
Il fiato del partner le inondò il viso e non poteva non ammettere che sì, era a disagio. Eppure non avrebbe voluto che lui si allontanasse per nessuna cosa al mondo.
“Carotina, non sono gli altri a dover dirci cosa essere o no, è la prima cosa che mi hai insegnato. Quindi sta solo a noi decidere cosa siamo, se siamo grandi amici, colleghi di lavoro o altro. E non per forza dobbiamo deciderlo ora, ti pare? Insomma se stavano scommettendo su di noi da tanto tempo come sembra potranno aspettare ancora un po’.”
C’era riuscito, le aveva strappato un sorriso.
“Credo che tu abbia ragione.”
“Naturale Carotina.”
“Non intendevo per quello che hai detto. Cioè non solo.”
Ora la volpe era sicura di essersi persa qualche passaggio. Di che diavolo stava parlando?
“Io non so mentire.”
“Beh, bella rivelazione, pensavo che questo fosse assodato.”
“Non hai capito!”
“In effetti no.”
“Se non so mentire e se tutti pensano la stessa cosa, se tutto questo è-”
“Carotina frena, non ti seguo.”
Ma Judy aveva afferrato quell’intuizione e ormai doveva seguirla.
“Vuol dire che sono innamorata di te.”
Lo disse e nell’istante stesso in cui lo disse lo realizzò. Il tempo sembrò letteralmente fermarsi.
Sapeva di essere stata avventata, come quella volta all’intervista per il caso dei predatori impazziti. E cosa ancor peggiore, non sapeva se questa volta il loro legame sarebbe stato scisso irrimediabilmente. Il panico l’aggredì e le lacrime iniziarono a scenderle, come quella volta al ponte quando stava cercando di scusarsi con Nick. Era davvero una coniglietta emotiva.
“Sai, credo che per una volta i nostri colleghi siano stati molto più acuti di noi Carotina.”
Si chinò alla sua altezza e l’avvolse in un abbraccio.
“Quindi non è tutto finito?” Riuscì a chiedere tra i singhiozzi lei.
“Sei proprio una coniglietta ottusa. Ti pare che possa esserci una fine se non abbiamo neanche cominciato?”
E quel noi sottinteso lasciava intendere quanto erano stati sciocchi. L’amore era davvero ottuso, ma forse stava tutto lì il bello. Che in quel mare sconfinato di sentimenti ci si potesse incontrare con qualcuno che ti guardava come tu guardavi lui, che ti capiva meglio ancora di quanto tu capissi te stessa e che, per quanto assurdo potesse essere, ti completava come nessun altro avrebbe mai potuto fare.
Le venne quasi da ridere se ripensava a quanto si era scandalizzata per quella che doveva essere una piccola bugia per i suoi genitori e che invece si era rivelata essere una grande verità. In fondo era stata per tanto tempo una bugiarda e non se ne era neanche resa conto.
Poi Wilde emise un sospiro seccato.
“Cavolo, ora davvero faremo guadagnare un po’ di soldi a Capitan bufalo muschiato! Secondo te quanto avrà scommesso?”
Judy rise e basta. In fondo avrebbe potuto picchiarlo un’altra volta.

 

 

Note dell’autrice: Eccomi di nuovo qua! E sì, sono sopravvissuta all’esame xD
Comunque, bando alle ciance, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Mi scuso per eventuali errori, ho cercato di revisionarlo più che ho potuto ma lo studio credo mi stia fondendo il cervello e quindi trovo abbastanza probabile che qualcosa mi sia sfuggito.
Grazie per aver letto, per le recensioni che mi avete lasciato e per quelle che -spero- mi lascerete; al solito non importa se negative, le critiche costruttive sono ben accette ;)
chitta97

  
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