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Autore: PuccaChan_Traduce    24/01/2017    2 recensioni
Asahi e Nishinoya hanno finito il liceo e frequentano l’università. Asahi studia medicina dello sport e Noya gioca ancora a pallavolo. La loro amicizia pare salda come sempre, ma qualcosa sta per cambiare... specialmente dopo l’entrata in scena di una ragazza che sembra molto interessata al piccolo libero.
DISCLAIMER: questa fanfiction è una traduzione che io sto effettuando con il permesso del legittimo autore; tutti i personaggi citati appartengono ai rispettivi autori.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Asahi Azumane, Nuovo personaggio, Ryuunosuke Tanaka, Yuu Nishinoya
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Codango
Storia originale: And yet here you are

~
 
La sua compagna di classe roteò gli occhi. “Ovvio che Nishinoya-kun ti ha chiesto di andare da lui stasera.”
Asahi batté le palpebre. “Beh... ha trovato un video sull’allenamento della squadra olimpica giapponese e vuole–”
La ragazza si alzò in piedi con un sospiro esasperato. “Sa benissimo della festa del dipartimento di atletica. Il campus è tappezzato di manifesti da due settimane.”
“Forse... forse non ha voglia di andarci?” provò Asahi. Aveva la netta impressione di dover sapere perché la sua amica fosse arrabbiata. Sfortunatamente, come spesso gli accadeva, era solo confuso.
“Non vuole che ci vada tu, vorrai dire”, borbottò lei, buttandosi il borsone in spalla. “Lascia perdere. Magari avvertilo sulla valanga di messaggi di odio che riceverà domani. Alcune persone mi hanno specificatamente chiesto se ci saresti stato.”
Asahi si alzò rapidamente e prese il proprio borsone. “Messaggi di odio? Perché dovrebbe–?”
“Sai una cosa?” La sua compagna di classe si fermò sulla soglia del laboratorio di informatica e frugò nella borsa. Tirò fuori un pennarello e glielo lanciò. Asahi non ebbe il tempo di compiacersi di averlo acchiappato al volo. “Se quel piccolo libero non ti scrive letteralmente in fronte il suo nome al più presto, non mi riterrò responsabile delle azioni delle mie compagne di squadra. Ci si vede.”
“Ah! Aspetta, Hiyori-san! Il tuo pennarel–”
Ma la porta si richiuse alle spalle della ragazza.
Asahi la fissò.
Poi guardò il pennarello che teneva in mano.
Chiaramente, gli sfuggiva qualcosa.

~
 
“Noya...”
“Mm?” Il ragazzo più basso non alzò gli occhi dal laptop.
Asahi era sdraiato sul divano del suo amico, aspettando che avviasse il video sulla nazionale olimpica che aveva trovato. Devi vedere questo servizio, Asahi-san! E come lo riceve il libero! Non ho mai visto niente del genere in vita mia, devi assolutamente...
E perciò, eccolo là. Nell’appartamento di Noya anziché alla festa non ufficiale del dipartimento di atletica. Si sentiva un po’ in colpa per questo. Quando Hiyori gli aveva detto che la stava organizzando, le aveva risposto che ci sarebbe stato. D’altra parte, però, lui non era proprio un animale da feste; e poi, se Noya restava a casa a guardare un video, quella festa non sarebbe stata nemmeno così divertente.
“Noya”, provò di nuovo.
“Il caricamento va a rilento, scusa.” Nishinoya posò il laptop sul tavolino da caffè e saltò sul divano. Si sedette a gambe incrociate, una posizione in cui Asahi non sarebbe mai stato comodo sul mobilio. “Che c’è?”
“Uhm... non ti andava di andare alla festa di Hiyori stasera?” domandò Asahi. Non era proprio la domanda che avrebbe voluto fargli, ma quella vera sembrava... stupida.
“Bah.” Nishinoya si strinse nelle spalle. “Sarebbe pure stata divertente, forse. Un attimo.” Gli puntò addosso uno sguardo penetrante. “Tu ci volevi andare?”
“Ah. Beh...” Asahi finse di concentrarsi sul laptop. “Ho tipo promesso a Hiyori che sarei andato. Sembrava un po’ incazzata, oggi, quando le ho detto che invece sarei venuto da te.”
Nishinoya socchiuse gli occhi. Senza smettere di fissarlo, mise il video in pausa. “Ah-ah.” Si raddrizzò e incrociò le braccia sul petto.
“Uhm. Non guardiamo il video?”
“Sembra che prima dovremo parlare di questo”, disse Nishinoya, con un tono che Asahi non riuscì a decifrare. “Che vuol dire che era incazzata?”
“Oddio, come s’incazza più o meno per tutto.” Asahi fece spallucce. “Sembra che abbia detto alle sue amiche che ci sarei stato anch’io... voglio dire, magari le scoccia dire una cosa che poi non si avvera. O roba del genere.”
“Mi stai dicendo che Hiyori vuole che tu vada alla sua festa, tu specificatamente?”
“Non penso che le importi cosa faccio o non faccio”, disse rapidamente Asahi. “È solo che aveva detto alle sue–”
“Allora vuole sistemarti con qualcuna”, concluse Nishinoya con tono piatto.
“Senti, non ha detto niente del genere!” Asahi si passò una mano sul viso. “Uff... nessuno ha detto che dovevo andarci per forza. Volevo solo essere sicuro che tu non volessi andarci, e ho pensato di chiedertelo.”
Nishinoya sollevò un sopracciglio. L’espressione del suo volto, insieme ai capelli a punta con la ciocca bionda sulla fronte, faceva pensare ad Asahi a un elfo molto sospettoso. “D’accordo.” Noya si sporse a chiudere il laptop. “Prendi la giacca.”
“Che cosa?” Asahi si mise a sedere, sorpreso. “Ma non intendevo dire... va bene così!”
“Certo, certo.” Nishinoya s’infilò la giacca di pelle. Era nuova. Beh, quasi. Un regalo del diploma. Asahi cercava ancora di non essere invidioso ogni volta che la vedeva. Gli stava benissimo, lo rendeva proprio figo. Nishinoya aggiunse il suo famoso sorriso spavaldo diventando, se possibile, dieci volte più figo. “Sembra che qualcuna voglia farsi un giro nei tuoi pantaloni, Asahi-san. Che razza di amico sarei se invece ti tenessi qui?”
“N-Noyaaaa!”

~
 
“Bene, bene! Guarda chi ha deciso di presentarsi, alla fine!” Hiyori, con una birra in mano, ghignò rivolta ad Asahi.
Asahi alzò le mani in un imbarazzato gesto di resa. Nishinoya lo aveva fatto entrare dalla porta per primo, quel traditore.
“Ho sentito che qualcuno lo stava aspettando.”
Asahi emise un verso di stupore quando Noya gli passò sotto a un braccio ed entrò a sua volta. “Non mi ero reso conto che gli stavo impedendo di venire a spassarsela come si deve”, aggiunse con un sorrisino.
“Noya, vuoi darci un taglio?” sibilò Asahi. Ancora un po’ e gli sarebbe uscito il fumo dalle orecchie, se lo sentiva.
Hiyori batté le palpebre al vedersi entrare in casa il ragazzo, tutto capelli dritti e impettito... e anche un tantino bellicoso. “Mi sorprende che ci sia anche tu”, disse. “Gli hai concesso una serata libera?”
“Avanti, Hiyori.” Nishinoya le mise un braccio sulle spalle. Mossa non facile, pensò Asahi, considerando che Hiyori era il capitano della squadra di pallavolo femminile dell’università e Nishinoya il libero di quella maschile. Un libero di grande talento, certo, ma pur sempre un libero. Era ancora basso com’era stato ai tempi del liceo. Eppure, compì la mossa senza il minimo sforzo. Tutto quello che Noya fa, sembra che lo faccia senza nessuno sforzo. Asahi aggrottò la fronte.
“Hiyori”, continuò Nishinoya, “ogni tanto devo pur far sapere alle fans di Asahi-san che è ancora vivo.”
“Nishinoya Yuu, io non ho fans!” farfugliò Asahi.
Hiyori e Nishinoya gli rivolsero un’identica occhiata piatta.
“Io... io non ho–!”
“Azumane-saaaaaaan!”
Porca vacca!
Una ragazza alta e bruna gli si appese a un braccio, reggendo con fare timido alle labbra un bicchiere di birra. “Hiyori ha fatto una gran confusione per tutta la sera. Azumane viene, Azumane non viene.” Dita snelle gli si aggrapparono al bicipite, lunghi capelli fluttuarono sulla sua giacca. “Stavo quasi per andarmene.”
“E invece sei ancora qui”, disse Nishinoya, impassibile.
Asahi aprì la bocca per... beh, non sapeva cosa volesse dire di preciso, ma Nishinoya sembrava... normalmente Nishinoya diventava molto figo quando faceva il serio, mentre invece adesso sembrava–
“Azumane-san, hai conosciuto Riri?” Hiyori indicò con la propria birra quella specie di fotomodella attaccata al suo braccio.
Asahi deglutì pesantemente. La stretta della ragazza era davvero molto forte, e poteva sentire il suo, ehm, reggiseno push-up attraverso la giacca, e questo era proprio... “È una schiacciatrice, giusto?” Le sorrise con precauzione. “Ho visto qualche vostro incontro.”
“Ooooh.” Riri abbassò le ciglia. “Sei venuto a vedermi giocare, Azumane-san? Sono davvero lusingata.”
“Ehm...?” Asahi cercò di scostarsi leggermente, ma la sua stretta era, beh, forte quanto ci si aspetterebbe da una schiacciatrice. “Anche Nishinoya gioca. E io giocavo una volta, per cui–”
“Davvero?” tubò Riri. “Quale... posizione?”
Nishinoya brontolò tra sé e Asahi ebbe l’impressione che qualcosa gli sfuggisse. Di nuovo.
“Ah... beh, la tua, in realtà”, rispose.
Riri gli strinse ancora di più il braccio mentre Nishinoya e Hiyori trattenevano rumorosamente il respiro. Asahi osservò i tre visi a turno. Riri aveva l’aria di una per cui il Natale è arrivato in anticipo, le sopracciglia di Hiyori erano arrivate fin quasi all’attaccatura dei capelli, e Nishinoya... i suoi occhi sembravano quelli di uno al quale è stato puntato un raggio laser alla testa.
“Intendo dire... anch’io ero uno schiacciatore”, aggiunse Asahi con cautela. “Era... era questo che intendevo.”
“Oh, ma quanto sei carino, Azumane-san”, disse Riri, tutta moine. “Perché non giochi più?”
A volte Asahi avrebbe tanto voluto che Tanaka fosse venuto all’università con loro. Lui era molto più bravo ad analizzare e capire le ragazze; Nishinoya, poi, era del tutto inutile. “Studio medicina dello sport. Voglio impegnarmi nel tirocinio, per questo ho pensato che unirmi alla squadra di pallavolo non fosse l’ideale.” Asahi rise. “E poi, non sono neanche lontanamente bravo quanto Noya. Se sono questi i parametri della squadra, non c’è storia.”
“Ma finiscila!” sbottò Nishinoya. “Nessuno riceve i miei passaggi come facevi tu.”
“Sbaglio o hai detto che giocavi a pallavolo, Azumane-san?” Una mano ferma scivolò nell’altro suo braccio e, wow, le ragazze della squadra di pallavolo erano veramente alte viste da così vicino. La bionda appena arrivata lo era quasi quanto lui. Asahi abbassò lo sguardo. Ah. Indossava i tacchi, ma comunque era alta lo stesso. “Sommetto che doveva essere figo vederti.”
Nishinoya borbottò qualcosa tra i denti.
È invidioso? Asahi non era un perfetto idiota, era consapevole di avere due ragazze appiccicate addosso. Probabilmente ce n’era abbastanza perché un altro ragazzo volesse mollargli un cazzotto in faccia, anche se era un amico. Forse potevano andare a cercare la squadra di calcio femminile. Almeno qualcuna di loro doveva essere alla festa, e di certo sarebbero state più vicine a Noya in altezza.
“Era divertente giocare, ma fidati, Noya era molto più figo da vedere di me” disse con lealtà. “È solo alla prima stagione con la squadra ed è già titolare.”
Riri non batté ciglio (cosa che Asahi trovò leggermente irritante. Insomma, non avrebbe dovuto essere interessata alla pallavolo?), ma l’altra ragazza abbassò lo sguardo su Nishinoya, sorpresa.
“Oh! Tu sei il nuovo libero!” disse, con una certa riverenza nella voce. “Io sono Shizuku. Sono un’alzatrice. Ho visto la vostra ultima partita, e devo ammettere che ti ho guardato praticamente per tutto il tempo!”
Nishinoya alzò gli occhi su di lei, sospettoso. “Hai guardato per tutto il tempo il libero? E sei l’alzatrice?”
“Oh, sono solo un’alzatrice, non la titolare”, disse Shizuku, un po’ mortificata. “E tu sei, ecco, veramente dinamico in campo, sai.”
“Uffa, non parliamo di pallavolo stasera.” Riri strattonò il braccio di Asahi. “Lasciamoli ai loro discorsi, Azumane-san. Hiyori, dove sono le altre ragazze?”
Hiyori, che fino a quel momento era rimasta tranquillamente in disparte a sorseggiare la sua birra, si staccò dal muro. “Ho sentito che uno dei ragazzi della squadra di basket stava cercando di mettere in funzione la vecchia vasca idromassaggio sul retro. Scommetto che stanno tutti ridendo di lui.”
“Andiamo anche noi, Azumane-san. Voglio farti conoscere il resto della squadra.”
Asahi lanciò un’occhiata a Nishinoya, sperando di riuscire a comunicargli con discrezione il proprio panico. Le persone gli piacevano. Di solito. Ma francamente, Riri era un po’ intimidatoria e Nishinoya ci sapeva fare con le persone intimidatorie.
Adesso il suo amico e l’altra ragazza, Shizuku, erano impegnati in un’animata conversazione. Asahi sentì gli angoli delle proprie labbra sollevarsi. Nishinoya sembrava tornato ai tempi del liceo, a discutere di una partita con Tanaka o Hinata, gli occhi dorati che brillavano e il sorriso disinvolto.
Hiyori assestò ad Asahi una forte pacca sulla schiena. “Se la caverà. Lascia che Riri ti conduca al tuo destino, su.”
“Ah! Ma...” Asahi guardò ancora Nishinoya. Beh... se è a suo agio. Il suo amico adorava parlare di pallavolo, e anche Shizuku sembrava piuttosto coinvolta. Chissà, magari non le dispiacevano i ragazzi più bassi di lei.
Riri lo trascinò attraverso la casa, con Hiyori alle calcagna.
Come pensavano, la maggior parte delle ragazze della squadra di pallavolo e un bel po’ dei ragazzi di quella di basket erano radunati in cortile. La serata di inizio primavera voleva dire che i più scemi si riconoscevano da chi non portava la giacca.
“Signoooooooreeeeee!” trillò Riri. “Guardate cosa vi ho portato!”
Asahi spalancò gli occhi, e sentì Hiyori ridacchiare alle proprie spalle.
“Riri, dove l’hai trovato quello?”
“Azumane-san, credevo che non saresti venuto stasera!”
“Ehi, ricordi che mi hai fasciato la caviglia due settimane fa? Posso prendere un’altra storta?”
“Uffa, perché non c’è mai quando mi faccio male io?”
“Perché tu non fai mai niente!”
Qualcuno gli ficcò una birra in mano, e poi ci furono... braccia e facce e... un sacco di capelli e profumo.
Asahi era un po’ fuori dal proprio elemento. Perciò sorrise a tutti, commentando quello che capiva e ridendo quello che non capiva, scherzando con i ragazzi  e facendo complimenti alle ragazze, e in generale cercando di sopravvivere.
Chissà se torneremo troppo tardi per guardare quel video.
...
Chissà se a Nishinoya piacciono le ragazze alte?
  
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