Non essere degli
eroi
- Echi e silenzi -
Non sarebbe bello
Non farci più del
male
Non sarebbe eroico
Non essere degli
eroi
Non sarebbe strano
Essere più leggeri
E non aver paura
Se capitasse a noi
Riprendere Berlino
– Afterhours –
Echoes and
silence, patience and grace
All of
these moments I’ll never replace
No fear of
my heart, no absence of faith
And all I
want is to be home
Home – Foo Fighters -
“Ti cercavo.”
Era poco più di un sussurro, ma alle orecchie di Ron,
quella frase giunse forte come un colpo di cannone. Sobbalzò lievemente, alzò
la testa e sbatté le palpebre per mettere meglio a fuoco chi aveva di fronte,
la sua vista era offuscata da un velo umido di lacrime che non riuscivano a
scendere. Incontrò gli occhi di Hermione ed il suo sorriso confortante.
“Sono stata nel tuo dormitorio, ma il tuo letto era vuoto…
ho pensato che avevi bisogno di aria, e sono venuta qui!”
disse lei per motivare il suo arrivo.
Ron inclinò la testa di lato studiandola brevemente, pensò
a quanto lei lo conoscesse a fondo per venire a cercarlo proprio nel posto
giusto.
“Non riesco a dormire.” si giustificò lui, dopo un
sospiro.
Hermione annuì, ma rimase in silenzio in attesa che
continuasse.
“Non posso dormire,” proseguì Ron
abbassando il capo. “Ogni volta che chiudo gli occhi, rivedo…” serrò i denti;
una cosa era evocare il nome di Fred nella sua mente, un’altra era ripeterlo ad
alta voce, si accorse di non esserne in grado.
L’espressione di Hermione si intristì, “Vuoi che me ne
vada?” gli chiese facendo un passo indietro.
“No.” replicò lui, ed era vero, non voleva che Hermione lo
lasciasse di nuovo solo con le sue angosce. Nel momento in cui l’aveva vista
davanti a lui, la notte gli era sembrata meno scura.
Lei si riavvicinò mettendogli una mano sul braccio,
accarezzandoglielo.
Ron tirò su col naso, “Harry?”
“Dorme profondamente, era così stanco…” rispose lei
seguitando, inconsapevolmente, a sfiorargli il braccio, assorta
nei pensieri.
“George?” domandò ancora Ron dopo un poco, mentre seguiva
i movimenti leggeri delle dita di lei sulla sua pelle.
Hermione ritrasse la mano e lasciò cadere il braccio lungo
il fianco, lanciandogli un’occhiata colpevole, indecisa se rispondere.
“E’ nella Sala Grande, non si è mai spostato da lì, da
ieri.” disse infine.
E’ con Fred… Ron chinò la testa per un attimo,
stringendo i pugni, respirando a fondo, poi spostò lo sguardo al cielo
stellato, gli occhi persi nel vuoto, la mente che vagava lontano, i ricordi
riaffiorarono nuovamente, prepotenti.
Le parole vennero fuori come un fiume in piena che esce
dagli argini, come se non riuscisse più a tenersele dentro: “Io e miei fratelli, abbiamo sempre desiderato combattere questa
guerra, non ci siamo mai tirati indietro. Volevamo essere in
prima linea…” Ron mormorava, parlava a sé stesso, come quando si confabula nel
sonno. “Ci sembrava giusto lottare per qualcosa in cui credevamo…”
avrebbe potuto essere un discorso senza significato. “Tutti ne conoscevamo i
rischi, sapevamo che sarebbe stato difficile e pericoloso, ma non avremmo mai
rinunciato a batterci. Nessuno di noi.” Invece un significato ce l’aveva, eccome, si prese la testa fra le
mani, ogni frase gli rimbombava nel cervello, come una serie di spari, “Ma io…
io volevo essere un eroe. Io volevo che la gente si ricordasse il mio nome,
che mia madre fosse fiera di me, che tu potessi guardarmi in un altro modo…”
“Ron, io…” Hermione provò a prendere la parola.
Ron continuò come se lei non
avesse aperto bocca, “Lo sognavo sopra ogni cosa, capisci? Tutto il resto passava in
secondo piano. Non volevo più essere l’amico
di Harry Potter, ero stanco di essere considerato quello che gli copre le spalle.” Un
sorriso cinico, senza gioia, si fece spazio sul suo viso tormentato. “Ronald Weasley, l’eroe!” pronunciò per sentire come suonava, ma
nella sua voce c’era una nota di scherno.
“Ma tu sei un
eroe, Ron!” la mano di Hermione si posò sul ginocchio di lui, mentre lei
cercava i suoi occhi.
“Sì.” la prese per le spalle con uno scatto improvviso e
la fissò, “E lo vuoi sapere? Non me ne importa niente.”
Placò, sbuffando, la rabbia che sentiva contro sé stesso,
si afflosciò e riprese a contemplare le stelle in cielo, “L’unica cosa che
vorrei adesso è poter tornare indietro e salvare… Fred…” si sentì travolgere da una nuova ondata di collera, dovette trattenere
un fremito, “Dici che sono un eroe, ma la verità è che non sono stato capace di
proteggere la mia famiglia!”
Hermione aggrottò la fronte, confusa, “Non puoi prenderti
la colpa di questo, tu non centri nulla!”
Ron non le badò, scrollò la testa,
lo stesso ghigno freddo di poco prima, “E’ troppo facile dire così, Hermione. Le cose
sarebbero potute essere diverse… vorrei essere morto io al suo posto…” la
sincerità di quella riflessione lo scosse nel profondo, facendo sanguinare
ancora la ferita che si allargava nel suo animo, avrebbe davvero dato la sua
vita per quella del fratello, se avesse potuto…
“E pensi che avremmo sofferto di meno se fossi morto tu?
Pensi che tua madre non avrebbe versato tutte le sue lacrime? Che i tuoi amici
e i tuoi fratelli sarebbero stati meno infelici? Beh, ti
sbagli!” affermò Hermione alzando la voce, irritata.
Ron non si scompose, continuò a scrutare l’oscurità, era
lontano anni luce, “Credevo che diventando un eroe
tutto avrebbe avuto un senso, che mi sarei sentito migliore, più forte, invece
mi sento semplicemente più solo…”
“No.” lei gli prese il mento e lo fece voltare nella sua
direzione, “Tu non sei solo, Ron, non lo sarai mai!”
Lui sembrò svegliarsi come da un lungo sogno, forse un
incubo, la guardò e vide nei suoi grandi occhi castani, lucidi, decisi,
l’autenticità di quella promessa, e gli si scaldò il cuore.
Spostò di nuovo l’attenzione, stavolta sul castello, su
ciò che ne rimaneva, che continuava ad ergersi sopra di loro, la sua casa per
sette anni. Malgrado fosse notevolmente danneggiato, si stagliava nel buio
della notte, orgoglioso e antico, riusciva comunque ad ispirare un senso di
sicurezza. Quanti ricordi piacevoli, a quante illusioni e fallimenti avevano
assistito quelle mura…
“E’ tutto distrutto…” sussurrò Ron, e non si riferiva solo
ad Hogwarts, il suo
mondo era stato distrutto, le sue convinzioni, le sue speranze.
Hermione parve capire, perché rispose, “Lo metteremo a
posto, insieme.” Allungò la mano e la
poggiò sulla guancia di Ron, dolcemente. Lui strofinò il viso contro, poi si
voltò e le baciò il palmo. Le afferrò delicatamente il polso e strinse la
piccola mano di Hermione nella sua, accarezzandola col pollice.
“Insieme…” ripeté lui.
Lei annuì.
Ron seguitò ad osservare le loro mani intrecciate, non
riuscendo a fare a meno di notare come fossero perfette l’una con l’altra, di quanto quel contatto lo confortasse,
divenendo improvvisamente consapevole di avere davvero bisogno di lei.
E le parole decisero di venire fuori come se avessero vita
propria: “Hermione?”
Lei gli sorrise, invitandolo a
continuare.
“Posso baciarti… ogni tanto?” concluse Ron in un sussurro,
senza staccare lo sguardo dalle mani.
Il sorriso di Hermione diventò timido, “Puoi… baciarmi
ogni volta che vuoi, Ron!” replicò con voce tremante, mentre sulle guance si
accendeva un lieve rossore.
Le loro dita seguitavano a sfiorarsi e incrociarsi.
Inaspettatamente, preso da un
impeto di coraggio, lui alzò la testa e puntò gli occhi nei suoi, serio, senza
timori, il cuore che accelerava frenetico, “E adesso? Posso
baciarti, adesso?” le chiese scendendo dal muricciolo sul quale stava seduto ed
arrivando ad un soffio da lei.
Hermione, colta alla sprovvista, rimase per un attimo inebetita, trattenendo il respiro, mordicchiandosi
il labbro inferiore, sembrava disorientata, ma i suoi occhi brillavano vispi di
una luce ardente.
Ron si specchiò nelle sue iridi scure per un istante,
desiderando di poterlo fare per sempre, pensando che non si era mai realmente
accorto di quanto fosse bella Hermione… non la classica bellezza prorompente,
che si fa notare, ma la bellezza discreta di una donna forte, che non aveva
paura di lottare per i suoi ideali, testarda, che sapeva sostenerlo ed
accoglierlo, che era stata capace di attendere, che non lo avrebbe lasciato
andare e che lui non avrebbe lasciato andare, mai più. Si appartenevano…
D’un tratto il desiderio di stringerla fra le braccia, si
fece pressante, non aspettò che lei parlasse, le prese il viso fra le mani e la
baciò.
Fu un bacio completamente diverso dal primo che si erano scambiati, non c’era la paura della guerra adesso,
non c’era Harry, non c’erano Horcrux da distruggere,
c’erano solo loro due, avvinti ed emozionati nella quiete della notte. Ron accarezzò
le labbra calde di lei con le sue, con dolcezza, lentamente, assaporando ogni
gesto con calma, la calma che non avevano avuto la prima volta. Percepì il
corpo di Hermione vibrare tutto, elettrizzato, fece scendere le mani sui suoi
fianchi e la abbracciò.
Sentì un brivido percorrergli la schiena, quando lei
dischiuse le labbra e rispose al bacio, mentre si avviluppava a lui.
Da delicati e lenti, i loro movimenti divennero a poco a
poco avidi, famelici, la bocca inesperta di Hermione lambiva quella di Ron con
urgenza. Lui fece scorrere le mani sulla schiena di lei, completamente ubriaco
del suo profumo, perso nel calore dell’esile corpo di Hermione premuto contro
il suo, avvertì la propria mente sgombrarsi, tutti i pensieri trasformarsi in
fumo… ogni cosa veniva spazzata via dalle sensazioni che provava, ora esisteva
solo lei…
Si aggrappò ad Hermione con forza, come se da quel
contatto dipendesse la sua vita, come se staccarsi da lei, significasse
precipitare nel vuoto, nell’abisso che inizialmente aveva bramato, e capì che
forse avrebbe potuto resistere ancora, che avrebbe voluto combattere ancora, per
lei.
Lasciò le sue labbra per far entrare aria nei polmoni,
poggiò la fronte su quella di lei con gli occhi chiusi, continuando a
stringerla a sé. Il respiro affannato di Hermione si disperdeva sul suo viso.
“Grazie.” bisbigliò Ron con voce roca. Per esserci sempre stata, perché so che ci
sarai sempre.
Hermione ridacchiò e lasciò una serie di piccoli baci
veloci sulle sue guance e sulla bocca. Ron sorrise, trascinato dal suo
entusiasmo.
Si stupì che la sua faccia fosse ancora in grado di
sorridere nonostante tutto, e si domandò se era possibile essere, allo stesso
tempo, disperati e felici, perché era esattamente così che si sentiva,
disperato per il lutto che la guerra aveva causato, e felice di poter avere lei, viva ed appassionata, fra le sue
braccia.
Poggiò il mento nell’incavo del suo collo ed inspirò il
suo odore, e si sentì come quando si torna a casa dopo un lungo viaggio, quando
i timori svaniscono e provi la sensazione di essere al sicuro da tutto, nulla potrebbe
farti del male, nessuno; e sei stanco, stremato, ma riconoscente di essere
riuscito a non perderti, di aver ritrovato alla fine, la strada giusta.
“Forse dovremmo rientrare.” disse Hermione piano, incerta.
“No.” Ron non voleva allontanarsi da quell’attimo perfetto,
non ancora. “Resta qui, con me.”
Si staccò da lei tenendole le mani, e si sedette a terra,
sull’erba, la schiena attaccata al muro di pietra, la guardò per invitarla ad
imitarlo. Lei sorrise, si piegò sulle ginocchia e lo raggiunse, sedendosi fra
le sue gambe, appoggiò la schiena contro il suo petto e si abbandonò al suo
abbraccio protettivo.
Rimasero così senza più parlare, godendo semplicemente
della vicinanza dell’altro, finché non videro spuntare l’alba.
Mentre la luce fioca di un giorno nuovo gli sfiorava il
viso, Ron avvertì quel senso di completezza, di pace, che si era aspettato di
ottenere alla fine della guerra, e che invece aveva tardato ad arrivare. Si lasciò
invadere dalla consapevolezza di essere finalmente forte, determinato come non
lo era mai stato.
Le cose sarebbero andate a posto, la ferita si sarebbe
rimarginata, avrebbe ricostruito il suo mondo, avrebbe lottato per quella
felicità che non percepiva più tanto lontana. Con Hermione al suo fianco non
aveva bisogno di nient’altro, lei lo
faceva sentire un eroe.
Grazie a coloro che hanno letto e recensito, e a quelli
che leggeranno e recensiranno.
E grazie ai Foo Fighters per aver scritto Home, che mi ha accompagnato durante tutta la stesura della storia.
Vi consiglio di ascoltarla, perché è veramente bellissima.
Alla prossima.
Emmahp7