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Autore: marta_granger    29/01/2017    1 recensioni
Hermione, Ron e Harry decidono di tornare a Hogwarts affrontare il settimo anno. Orgogliosi di poter definire quell'anno, l'anno della “tranquillità” prendono l'espresso per Hogwarts. Ma si sa, le cose non vanno mai come ci si aspetta...
Dopo la sconfitta di Voldermort molte cose sono cambiate. A questo avvenimento ognuno ha reagito in modo diverso. Il magico trio si scontrerà contro un nuovo vento. Nasceranno nuove amicizie e nuove rivalità. Tutte le case saranno pronte a reagire? E gli insegnanti? Chi ha il coraggio di combattere ancora?
Ma la vera domanda è: in tutto questo Hermione Granger e Draco Malfoy riusciranno a trovare una storia tutta per loro?
Chi non aprirà non saprà.
Dal testo:
-sveglia ragazzi!-esclamò Hermione ricevendo in risposta solo due grugniti.
-Hermione cara- disse Ginny guardando suo fratello e il suo ragazzo ronfare- tu sbagli metodo. Non si svegliano così due dormiglioni cronici... ma così!- tirò fuori la bacchetta e con sguardo maligno sussurrò -accio!- e in men che non si dica , la rossa si ritrovò in mano un mestolo e una pentola - SVEGLIA PIGRONI, SI DEVE PARTIRE PER HOGWARTS!-e iniziò a sbatterli
I ragazzi caddero dal letto.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Who Are You

-Expelliarmus! Urlò di colpo Ginny. Theodore si parò dietro la colonna con il fiatone. Non si aspettava un attacco. Quando si era accorta di lui? Poi ci arrivò. Ma certo, prima lo aveva sentito ridere ma astutamente aveva fatto finta di niente, per prenderlo alla sprovvista in un secondo momento. Che sciocco, ci era cascato in pieno. La sua curiosità aveva preso il sopravvento e così si era fatto scoprire come un banale e insignificante Tassorosso del primo anno.

-Vieni fuori!- ordinò la Grifondoro molto agitata. Lui rimase immobile.

Ginny era nel panico. Temette che dietro a quelle colonne ci fosse uno dei suoi amici. Non voleva che scoprissero così quello che provava. Le sue insicurezze, le sue paure...Ma fermi tutti! Ora che ci pensava, non poteva essere di certo nessuno di loro, altrimenti perché non uscivano dal nascondiglio? Si calmò. Sapere che nessuno delle persone più vicine a lei l'avesse trovata in quello stato la faceva stare molto più tranquilla. Ora quello stato di angoscia lasciava il posto solamente alla curiosità. Perché qualcuno era sceso laggiù nella camera dei segreti?

-Chi sei?- urlò nuovamente.

Il Serpeverde non sapeva cosa fare. Guardò la porta. Se avesse corso senza girarsi indietro forse ce l'avrebbe fatta a scappare. Si diede dell'idiota. No, non avrebbe funzionato. Probabilmente se la Weasley l'avesse visto correre via, lo avrebbe semplicemente schiantato, senza neanche sapere prima la sua identità. Si sapeva, i Grifondoro agivano senza pensare. Cretini. Sospirò tra sé. Poteva fare solo una cosa, non c'erano altre soluzioni. Con il braccio lungo il corpo e la mano ferrea intorno alla bacchetta, uscì dall'oscurità.

 

Ginny non lo riconobbe subito. Ci vollero alcuni secondi per rendersi conto di chi esattamente aveva di fronte. Non ci volle un genio per capire l'esatto momento in cui questo avvenne. La sua espressione cambiò da curiosa a minacciosa. Poche parole galleggiavano sopra la testa della ragazza e Theodore le vedeva bene...serpeverde...figlio di mangiamorte...nemico mortale.

I Grifondoro giudicavano e catalogavano in fretta le persone. Idioti.

-Stupeficium!- Ecco, appunto. Quella ne era la conferma.

-Protego!-

Ginny per l'ennesima volta in una sola giornata si diede della stupida. Aveva abbassato la guardia e ora era stata beccata in momento di debolezza da un... un... uno come lui! Che nervoso!

-Ti ricordo che questa mattina hai perso contro di me a duello. Non ti conviene attaccarmi.- constatò Nott.

-Durante difesa mi attaccavi con Zabini. Due contro una. Questa volta sarà difficile batterti.- specificò, pronta a lanciare un secondo incantesimo.

-Per tua informazione prima mi trattenevo. Ora non lo farò e ti batterò ugualmente.-

-Arrogante, come tutti i Serpeverde.-

-Orgogliosa, come tutti i Grifondoro.- la scimmiottò.

-Fatti sotto.-

-Se proprio insisti. Confundo!- Il piccolo duello tra i due andò avanti per più di dieci minuti. Erano entrambi di alto livello.

-Sicura che vuoi andare avanti?- domandò in piccolo momento di quiete.

-Stanco?- chiese Ginny altezzosa con il fiato grosso. Theodore iniziò a ridere -sei seria?-

-Cosa?-

-Mia cara sei tu quella con il fiatone, mica io.- fece notare- Sai possiamo anche smettere di combattere.- la ragazza lo guardò male. Ma era serio? Nott si avvicinò con la bacchetta abbassata -...e poi così puoi raccontarmi perché urlavi come una gallina strozzata cococccodeee!- finì, prendendola in giro. Serpeverde e Grifondoro non sarebbero mai, e dico mai, andati d'accordo. Ginny diventò rossa di imbarazzo e rabbia. Si stava prendendo gioco di lei. Voleva ridere? Bene, lo avrebbe accontentato- Rictusempra!- Protego!- urlarono all'unisono. Lui sghignazzò sotto lo sguardo contrariato dell'altra e, approfittando della sua distrazione, lanciò un incantesimo non verbale. La ragazza di accorse troppo tardi delle sue intenzioni. In un secondo si ritrovò disarmata.

-Bene, bene, bene- Nott iniziò a giocherellare con la bacchetta di Ginny- vediamo come te la cavi così.-

-Ridammi la bacchetta!- urlò di rabbia, sporgendosi verso di lui.

-fammici pensare...- a sua volta allungò il volto verso di lei per sputargli sulla faccia un secco -NO!- Rise sotto i baffi. Si stava divertendo, lo stesso non si poteva dire di Ginny.

-Cosa vuoi da me?- lui la ignorò e domandò a sua volta -Perché sei qui?-

La rossa represse un insulto. Si aspettava pure che gli rispondesse senza fare una piega. Un forte desiderio di strozzarlo si impossessò di lei. In quei momenti c'era solo una cosa sensata da fare - Addio. Me ne vado.-

-Cosa? No!- si lasciò sfuggire, prima di ricomporsi- Voglio dire, non ti dimentichi qualcosina?-

-E che cosa?- sbuffò lei, girandosi verso di lui. Nott fece dondolare la bacchetta davanti ai suoi occhi. Lei allungò il braccio per riprendersela, ma lui arretrò fulmineo. Ginny ringhiò arrabbiata -Me la ridarai mai?!- chiese buttando le braccia al cielo.

-Dipende da te.- la Weasley sbuffò. -Cosa vuoi?- Nott si fece serio di colpo -Rispondi, anche ieri eri qui?-

-Non sono affari tuoi.- replicò scorbutica Ginny.

-Si, dunque eri qui anche ieri.-

-Smettila! Dammi la bacchetta e basta. Mi stai facendo perdere solo del tempo.-

-Perché continui a venire qui?-

-Perché dovrei dirtelo?-

Theodore represse un'imprecazione. Voleva saperlo. Era curioso. Era sempre stato un suo difetto la voglia di sapere. Proprio a causa di questo, durante il primo anno, al momento dello smistamento, il cappello non sapeva se mandarlo a Corvonero o a Serpeverde. Dopo diversi secondi quel pezzo di stoffa aveva interrotto la sua agonia urlando a gran voce la casa di Salasar Serpeverde. Con quell'unica parola le sue paure erano scemate. La sua famiglia era stata smistata tutta nella casa verde e argento. Tutti tranne la sua zia materna che era finita in Tassorosso. Proprio per questo motivo era stata presa in giro da tutti e dopo la morte di sua madre completamente isolata. A undici anni aveva avuto paura di finire come lei, ma alla fine, per fortuna, la furbizia aveva vinto sulla voglia di conoscenza ed era finito nella casa giusta. Ma lo sapeva bene, la curiosità sarebbe stata sempre un suo difetto, pronto a saltare fuori nei momenti meno opportuni, come ora. Se lo ricordava fin troppo bene quello che aveva provato il giorno prima. Vedere Ginevra Weasley uscire fradicia e disperata dal bagno femminile del secondo piano non l'aveva sconvolto. No. L'aveva semplicemente incuriosito da matti. Voleva scoprire, capire come si poteva abbattere in quel modo l'orgoglio di un Grifondoro. Ricordava come, senza pensarci, aveva corso, con passi sempre più veloci, verso quel vecchio bagno in disuso. Si aspettava di vedere un mostro disumano o almeno un molliccio e invece... niente. Era semplicemente un bagno allagato. Era entrato in quella pozza gigante alla ricerca di qualcosa, ma non aveva trovato nulla. Solo un pezzo di carta ingiallito e ormai non più utilizzabile. Si era inchinato a raccoglierlo, bagnandosi così tutti i vestiti. Lo aveva esaminato meglio, ma nessun dettaglio lo aveva aiutato. Aveva solo un buco al centro. Theodore sapeva come era uscito da quel posto. Deluso e sconfitto. Quella mattina aveva visto la Weasley fare colazione al suo tavolo felice e serena. Nessuna traccia di quello che lui aveva visto la sera prima. Era arrivato fino al punto di pensare che se lo fosse immaginato. Ne era convinto fino a un'ora prima, quando per puro caso, l' aveva vista andare da sola verso quello stesso bagno femminile. Senza pensarci troppo l'aveva iniziata a seguire di nascosto. E così aveva scoperto quello che nascondeva quel posto: La camera dei segreti.

Aveva sentito la Weasley sibilare qualcosa, il passaggio si era aperto e lei era scomparsa. Aveva visto e sentito, ma ancora non sapeva perché andava lì da due giorni. L'aveva seguita e ora era davanti a lei, volendo sapere cosa nascondeva e per vedere se lo poteva usare a suo vantaggio come un vero Serpeverde.

-Come facevi a sapere come arrivare in questo posto?- Ginny incrociò le braccia assai scontrosa rifiutandosi di rispondere.

-Potter sa come arrivare fin qui. C'è venuto per sconfiggere il basilisco. Te lo avrà detto lui immagino.- poi ci pensò un attimo. Qualcosa non quadrava. Perché la Weasley avrebbe dovuto venire in questo luogo? Curiosità? No di certo. Se no non sarebbe stata così male. Era come se ci fosse un legame tra lei e la camera.

-Dammi la bacchetta!- ordinò con voce stridula.

Theodore fece di no con la testa sopra pensiero. Si ricordò in quel momento che al secondo anno giravano voci che dicevano che un'alunna era stata presa dal mostro. Non ci aveva mai dato troppo preso fino a quel momento. E se non fossero voci inventate?

-Eri tu!- esortò certo di avere ragione.

-Scusami?!-

- Quando la camera dei segreti è stata aperta, la ragazzina catturata eri tu.-

-Non sono affari tuoi.- Ginny era agitata. Era ben visibile.

-Ma perché te? Sei una purosangue alla fine. Perché il basilisco avrebbe dovuto prendere te e non un mezzosangue?-

Ginny lo guardava preoccupata. Nott non era così lontano da capire tutto e lei non poteva fare niente per impedirlo. Per un momento soltanto prese in considerazione l'ipotesi di andarsene da lì, ma poi ritornò sui suoi passi. La bacchetta le serviva e non poteva chiedere ai suoi genitori di comprargliene un'altra e di spendere così del denaro che guadagnavano con fatica. Non poteva fare altro. Con un balzo cercò di andare addosso al Serpverde per recuperare ciò che era suo, ma fallì. Theodore si spostò con un passo veloce.

-Ginevra Weasley- attirò la sua attenzione il ragazzo con una strana luce negli occhi- non si è mai saputo realmente chi ha aperto la seconda volta la camera dei segreti. La colpa è ricaduta semplicemente su Tu-sai-chi, ma se...- osservò con attenzione le reazioni della ragazza alle sue parole -ma se invece fossi tu la ragazza che ha aperto la camera? Ecco perché sei qui.- Ginny iniziò a sudare freddo. Solo pochi sapevano di quella cosa.

-Non è come pensi!-

-Ah no?! Sono sicuro che la McGranitt lo troverà interessante.-

-Non sai niente!- rispose furiosa- come solito voi Serpeverde non capite una mazza!-

-Ah no?-

-No.- lo aggredì.

-Però la mia storia combacia.- rispose compiaciuto di sé.

-Ero io si, ma ero posseduta da Tom Riddle, non è stata colpa mia.- si difese.

-Interessante.- Theodore iniziò a camminarle attorno come un avvoltoio- e così hai ancora paura di quello che ti è successo.-

-NO!- urlò.

-Il tuo atteggiamento dice ben altro- sghignazzò- Vieni qui, piangi e vomiti. Mi chiedo se i tuoi amici lo sanno di queste tue scappatelle serale.-

-Senti, credi di sapere tutto ma non è così. Non sai assolutamente niente di me.-

-E allora com'è?- domandò beffardo.

-Di certo non lo dico a un subdolo e perfido Serpeverde come te.- rispose orgogliosa.

Theodore la guardò con un sorriso inquietante.- Sai Weasley, mi definisci “subdolo” e “perfido”, ma fino a ora mi sono comportato in modo quasi gentile. Forse è arrivato il momento di farti capire cosa vuol dire essere un vero Serpeverde. Legilimens!-

Ginny vide la stanza fluttuare davanti ai suoi occhi per poi svanire. Le immagini si susseguivano veloci nella sua testa, come un film tremolante, così vivide e luminose.

 

Aveva tre anni e stava giocando felice con Fred e George, i suoi fratelloni... aveva cinque anni e Ron le urlava addosso dicendole che la odiava e che per colpa sua lui era invisibile, si sentiva confusa... aveva sette anni, era nascosta dietro a una porta e vide Ron mangiare di nascosto la torta che la mamma aveva fatto per gli ospiti che sarebbero arrivati il giorno dopo... poi vide la mamma che sgridava tutti chiedendo chi avesse mangiato il dolce, la piccola Ginny vece un passo avanti dicendo con coraggio “sono stata io” per poi girarsi verso il fratello e fargli l'occhiolino...aveva otto anni e Ron era venuto in camera sua, si era seduto accanto a lei e avevano iniziato a parlare: “scusami... mi sono comportato male in questi anni. Ti prometto che da oggi sarò un perfetto fratello maggiore” si sorrisero... stava piangendo sul suo letto. Fred e George la stavano consolando “tranquilla Ginny, torniamo a Natale...” “e ti scriveremo tante lettere” “promesso” dissero in coro. Ginny ricordò quel momento, era stata la prima volta in cui si era sentita sola. I suoi fratelli sarebbero andati tutti a Hogwarts mentre lei no. Altri ricordi le annebbiarono la mente. Lei che cercava di volare sulla scopa...non voleva deludere i suoi fratelli, doveva farcela. Provò emozioni diversi in pochi secondi...felicità...solitudine...vide se stessa a undici anni ranicchiata sul suo letto di Hogwarts...paura...lei che scriveva su un vecchio diario...compresa...gli occhi verdi di Harry...timidezza, non riusciva a parlarci...debolezza...lei a undici anno che scriveva su una parete con del sangue...temete nemici dell'erede... un ricordo più luminoso degli altri occupò la sua mente “Hermione non so cosa fare?” “devi lasciar perdere Harry per un po'. Esci con altri ragazzi, lascia da parte la timidezza, fai uscire fuori la leonessa che c'è in te”...poi si vide a quattordici anni piangere in bagno, era difficile cambiare...difficile mostrarsi sempre forte...difficile stare accanto alla persona che si amava mentre lei pensava a una Corvonero...non doveva piangere...doveva essere forte... si vide a sedici anni. Harry, Ron e Hermione erano partiti, era di nuovo sola... Cercò di fermare con tutte le sue forze quel flusso continuò di immagini ma non ci riuscì... “Mamma voglio combattere anche io” “no, tu resti qui.” “tutti i miei amici sono lì fuori a combattere” protestò. “No e non cambierò idea. Non provare a fare di testa tua”...era grande, non più una bambina...Ginny stava correndo per i corridoi alla ricerca di qualcuno, vide Luna e l'aiutò contro un mangiamorte... vide Harry morto in braccio a Hagrid, sentì il suo urlo disperato...vide Fred morto in mezzo alla sala Grande, il cuore per un attimo smise di battere...Vide se stessa qualche mese prima urlare alla famiglia “Fred non avrebbe voluto vedervi così”...si faceva forza da sola...Si fingeva felice e spensierata mentre aiutava la mamma a lavare i piatti...Abbracciò George in lacrime...si vide prendere dalla tasca il foglio che aveva strappato tempo prima dal vecchio diario di Tom Riddle e buttarlo nell'acqua che c'era in bagno... si sentiva incompresa...chiedeva aiuto.
 

Theodore interruppe il contatto di colpo, mentre la ragazza boccheggiava alla ricerca di aria. Non ce la faceva più a vedere i suoi ricordi. Ogni emozione gli ricordava se stesso. Sembravano più simili di quanto avrebbe mai ammesso. Non sapeva neanche lontanamente che una come lei avesse provato quelle cose. La vedeva sempre allegra. Si sentì in colpa per quello che aveva fatto. Suo padre sarebbe stato contento di lui, ma lui non voleva più questo. Con un piccolo gesto lanciò la bacchetta ai piedi di Ginny.

-Io me ne vado.- non disse altro e iniziò a incamminarsi verso l'uscita lasciandola da sola.

-Credi di cavartela cosi?- Gli urlò Ginny, dopo esser ritornata in sé. Non lo avrebbe lasciato andare via, non dopo tutto quello che aveva visto. Avrebbe pagato per le sue azioni.

-Tranquilla non lo dirò a nessuno.- non si girò neanche.

-E ti aspetti che io mi fida di te?- voleva ammazzarlo.

-Credi quel che ti pare. Non sono affari miei.-

Dalla bocca di Ginny uscì un ringhio -Bene, non mi lasci altra scelta. Legilimens!- voleva fargli quello che aveva fatto a lei. Theodore sgranò gli occhi quando ormai vedeva tutti i suoi ricordi svolazzare attorno a lui.
 

Vide davanti ai suoi occhi il cadavere di sua madre.“non devi piangere marmocchio” gli urlava suo padre... aveva sei anni ed era a una serata tra famiglie altolocate. In lontananza vedeva Draco Malfoy parlare con delle bambine, mentre lui se ne stava da solo in disparte...solitudine...aveva cinque anni e suo padre gli stava insegnando la differenza tra purosangue e sanguemarcio... aveva sei anni e suo padre lo stava picchiando...paura...aveva sette anni e suo padre gli stava insegnando alcune maledizione. Non voleva deluderlo, doveva fargli vedere di cosa era capace... il cappello parlante urlava “serpeverde” mentre lui lanciava un'occhiata al tavolo di Corvonero...non lo aveva deluso... Ora stava prendendo in giro un nato babbano...Aveva quindici anni e gli dissero che suo padre era stato rinchiuso ad Azkaban, nessuno lo voleva...”Ciao! Io sono Janett, sono la sorella della tua mamma. Mi prenderò cura di te per un po'. Ti va?”...disgusto, gli era stato insegnato quello...vide sua zia rimproverarlo per aver preso in giro un babbano...era difficile cambiare gli atteggiamenti con cui era cresciuto...Si stava allontanando progressivamente da tutti i Serpeverde. Credevano tutti nella differenza di sangue, lui invece stava cambiando idea...Di nuovo solo... era nel suo dormitorio a leggere un giornale. Suo padre era fuggito da Azkaban...paura...”Theodore la guerra sta per arrivare. Devi essere pronto a combattere come un vero Mangiamorte e dopo riceverai il marchio” “no, non voglio” gli arrivò uno schiaffo...voleva decidere lui cosa fare...”puoi fare quello che desideri Theodore, diventare un Magiamorte come tuo padre o essere una persona migliore” gli sorrise sua zia...la guerra era scoppiata, lui correva per i corridoi di Hogwarts, bacchetta alla mano, saltando le macerie...vide Bellatrix Lestrange combattere contro la Lovegood e la Weasley, si girò e vide un altro mangiamorte pronto a scagliare un incantesimo alle due, senza rifletterci lo schiantò...fare la cosa giusta...BASTA!

Tutti e due tornarono alla realtà- direi che hai visto abbastanza Weasley.- disse brusco -ora siamo pari. Addio.- si allontanò in fretta.

Ginny era immobile a guardare il vuoto. Non sapeva se avesse fatto la cosa giusta però seppe con certezza che il Serpeverde non avrebbe raccontato a nessuno quello che aveva scoperto su di lei. Poi ripensò all'ultima cosa che aveva visto. Lui aveva salvato lei e Luna. Doveva almeno ringraziarlo. Corse per i cunicoli per raggiungerlo, arrivò fino al bagno di Mirtilla, ma lui era già sparito.
 

Well, who are you?(Who are you?
Who, who, who, who?)
I really want to know
  Because I really want to know
(Who Are You- The Who)

   
 
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