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Autore: queenjane    03/02/2017    1 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Ella desiderava avere un altro bambino, lo voleva con il cuore, era sincera in quella sua egoista aspirazione come lo zar di tutte le Russie,  entrambi omettevano di usare diagramma o preservativi, le precauzioni per evitare un concepimento,  che alla fine era arrivato.
La principessa non ci avrebbe scommesso nulla, erano trascorsi molti anni dalla sua prima gravidanza, anche se era sempre in salute, poteva anche non concepire mai più.
Tuttavia, da un punto di vista formale era sposata, e suo marito, curato e brillante in pubblico, una nullità in privato, non avrebbe sopportato di essere il padre di un figlio bastardo, ironia, la loro casata che discendeva da un ragazzo nato fuori da legittime lenzuola, Felipe de Moguer, nato in Spagna nel secondo 1700, che si era reinventato sorte, vita e titoli alla corte della grande zarina Caterina II;Felipe ,che si era sposato con una principessa, salvo annullare le nozze e poi sposarsi per amore con una bionda francese.
 
Quindi si era armata di coraggio e aveva riaperto le porte della sua stanza a Pietr, che era ritornato nel suo letto, pretendendo i diritti coniugali, talmente  ubriaco da disgustarla.
Erano trascorsi dieci anni abbondanti, dopo Catherine avevano diviso il talamo per qualche tempo, ma con scarsi esiti e la principessa Ella, con varie scuse, lo aveva estromesso.
Lui non aveva fatto alcuna scenata o commento, in fondo una figlia la avevano e, alla peggio, poteva adottare un lontano cugino, un paggio, ipotesi lontane e chimeriche, che erano sempre giovani.
 
Due sorrisi, due moine, alcool a iosa, sapeva come obnubilarlo, la mattina lo guardava come un conquistatore, come una timida sposina e lui era contento, si sentiva un re, un guerriero, alla fine solo da sua moglie poteva avere un erede legittimo senza troppi svolazzi.
Era lei la vera giocatrice, tutti gli anni successivi si basarono su quel gioco di dadi.
Aveva osato sognare, dare to dream.
Nicola II fece le sue congratulazioni, riflettendo sulla simmetria ironica della sorte.
Quel bambino con Ella lo avevano voluto e cercato, sapeva di essere un peccatore egoista e che avrebbe pagato il dazio, tranne che ne valeva la pena.
La vita gli aveva tolto tanto, lei era la sua tregua. Era snella, sottile e senza emicranie e preghiere, esatto rovescio di Alix, era ingiusto, un peccato, tranne che non voleva a fare a meno di lei, vi era riuscito per un decennio abbondante senza motivo tranne che  di essere un buon marito.
Alessio, il tanto atteso erede al trono, atamano di tutti i cosacchi, destinato a regnare su un sesto circa del pianeta, la cui nascita era stata salutata da 300 colpi di cannone, era malato di emofilia, un segreto impenetrabile, il morbo glielo aveva trasmesso sua madre la zarina.
La regina Vittoria d’Inghilterra aveva avuto un figlio emofiliaco, Leopoldo, due delle sue figlie, Alice e Beatrice avevano avuto a loro volta bambini emofiliaci, la stessa sorella di Alessandra, Irene, aveva perso il suo ultimogenito poche settimane prima della nascita di Alessio, a causa delle  complicanze del morbo.
 La regina di Spagna, Vittoria Eugenia, detta Ena, figlia di Beatrice, zia di Alix, aveva generato  almeno due figli emofiliaci.
Cercare un altro figlio con Alix, stante il rischio di trasmettere il morbo inglese, rappresentava un tiro troppo rischioso e avevano una sfilza di femmine.
 
Per Alix fu una tragedia,un inferno senza ritorno, si domandava amara cosa dovesse scontare, per Nicola uno stillicidio infinito, Ella il suo riparo, uno schermo come il suo studio, le scartoffie e le piccole minuzie.
Ignorava le segrete imprese future della punta di diamante della Ocharana, la polizia segreta, Cassiopeia delle cento battaglie, la figlia del lupo e della tempesta, un uragano, la figlia segreta delle battaglie, il segreto dello zar.
 
Nessun vinto o vincitore, in fondo  Ella sapeva di essere egoista e sleale, ma cercava di trarre il meglio possibile dalle circostanze.
E quello era quanto.
Al diavolo il resto.
Quel figlio sarebbe stato il segreto riscatto di Nicola, che poteva generare un bambino sano, senza affanni, rovesciandosi soddisfatto accanto ad Ella dopo essersi svuotato dentro di lei.
Quella era una grande passione, un ritorno alla vita, un grande amore inespresso, la passione come un demone che tutto divorava, non era solo desiderio.
 
Lo seppi in via ufficiale nella primavera del 1907, da un pezzo avevo intuito cambiamenti in arrivo.
Mia madre soffriva di emicranie e nausee, non andava a cavallo, il suo viso era più rotondo e paffuto, si posava le mani sul ventre, lo sguardo sognante.
“La principessa Raulov avràun figlio. Dopo tanti anni aspetta un bambino. Speriamo sia un maschio”
Tutto si riduceva a quello una femmina non porta avanti il nome di famiglia, eredita ben poco, rappresenta  un peso, deve dare una dote, se ha fortuna è solo un vaso, un alambicco, un contenitore per il maschio, un tramite tra due generazioni.
Anche una come mia madre, splendida, ineguagliabile , che amava la musica e i libri, cercava di fare il suo dovere e faceva la carità e cercava di rendersi sempre utile.

 
-CAT!!- Olga mi diede una spinta, salvo poi abbracciarmi, tanto forte da farmi male alle costole.
- Idiota .. che vuoi dimostrare? Sei coraggiosa ma cosa rischi- Mi insultava e mi coccolava, il sollievo che si mescolava alla rabbia, mi aveva spinto, poi abbracciato, baciato sulla fronte e le guance, tastato per vedere se ero tutta intera.
-Io ..- avevo cavalcato a uomo, io che da un pezzo, dalla caduta, non lo facevo, da un docile cavallo ero passata a uno stallone irrequieto, saltando muri e barriere, senza misura, facendolo rampare sulle zampe posteriori, via al galoppo, senza freni.
Una impresa epica, visti i precedenti
E un miracolo che non mi fossi rotta le ossa.
 
-Non devi dimostrare nulla. Sei coraggiosa, magnifica.
-Sono una femmina.- Una,  sola amara constatazione.
-Sei mia amica e ti voglio bene come alle mie sorelle. - Un sussurro furtivo.- E non mi importa, anzi, se fossi un maschio non potremmo essere così legate, non sarebbe conveniente.
-Grazie, Olga, non cambiare mai.
 
- Non cambiare mai tu, piuttosto.
 
-Stai piangendo?
 
-Non credo.- Invece era il contrario, mi sentii un Giuda.
 
-Bugiarda. Scusami.- Stringendo il suo viso sottile e amato tra le dita.
-Forse, idiota, mi hai fatto schiantare di paura, lo ho saputo per caso e.. perché, Cat, perché?.
 
E la vita ci avrebbe separato e mai diviso davvero, che lei è  rimasta sempre dentro, un tatuaggio, una salvaguardia.
 
Sua madre diceva che avevo fegato, brutta parola per quello che riteneva un difetto, non certo un pregio, diceva che pensavo solo a me stessa e basta.
Disse anche che ero come mia madre, una osservazione criptica che omise di spiegare.
Ma ricordo quel mattino salato, l’abbraccio di Olga e come lo zar mi fissava, predisse che non mollavo mai, ero una testarda, una coraggiosa, che era orgoglioso di me nonostante tutto.
E che avrei trovato la mia strada.
 
Da uno dei quaderni della granduchessa Olga Romanov, scritto per Catherine Raulov, senza filtri o censure, che quei tempi erano trascorsi e le voleva dare quel segno
”.. E conoscendoti, non avrei dovuto stupirmi di vederti rimanere dopo gli episodi della capitale in rivolta, lo hai fatto apparire come una scemenza. Vorrei tornare indietro, a quando avevamo dodici anni e davvero eravamo al sicuro.. Amica e sorella, oggi come allora Sei una pazza scatenata, al solito, nel mese di marzo 1917, quando mio padre ha abdicato sei rimasta qui e.. dici che lo fai per te, punto, non hai aspirazioni da martire o santa. Sei bella come tua madre da giovane, hai grazia ed eleganza e coraggio doti essenziali per affrontare la vita, i tuoi genitori si sono sposati di malavoglia e tu per amore, contro il parere di tutti, amandolo fino alla follia e pagando un alto prezzo. E  io ..quando mi sono innamorata, ho capito. E poi te ne sei andata, me lo avevi promesso e io ho imparato la vera solitudine. Ma so che tornerai, almeno nella memoria. E che ritornerai a prendermi, intanto so che hai avuto il tuo lieto fine, che in una certa parte è pure il mio
 
 
   
 
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