Nel corso dell’estate del 1907 rimasi presso la famiglia dello zar, venni invitata alla crociera di fine estate, evento non occasionale, che mia madre voleva finire in pace la gravidanza.
Non che io le dessi fastidio, ma occorreva una tregua, lei pensava al parto imminente, non ai capricci e ai sussulti di una principessa adolescente.
E sempre in quelle stagioni Anna Vyribova, nata Taneev, la figlia di un funzionario di corte, aveva iniziato a frequentare la zarina. Era pingue e poco intelligente, scura di occhi e capelli, vestita con ornamenti di pocio prezzo, dozzinale, era poi reduce da un matrimonio sfortunato, non consumato, l’imperatrice la teneva presso di lei e ne venne ricambiata con canina fedeltà, fino alla catastrofe.
Vestivamo alla marinara, correndo su e giù dal ponte, coglievamo fiori e osservavamo le acque e le farfalle, ridendo per tutto e nulla.
Raccoglievo i capelli in una treccia voluminosa che mi pioveva sulla schiena, e ripassavo le sillabe di greco, inutile dire che avevo preso in mano l’Odissea.
Olga, of course, preferiva l’Iliade e Achille era tema di discussione e confronto. Era la più dotata e precoce tra i figli dello zar, avida di sapere e cultura, la sua intelligenza era un dono da sviluppare.
“Era il guerriero più forte, il terrore dei nemici”
“Era un irruento, agiva in preda all’ira e poi si pentiva. A me piace il re Ulisse, astuto e saggio”
“Che fa vincere con l’inganno”
“ Ma viaggia e torna a casa sua”
“Achille fece una scelta, una vita breve ma gloriosa rispetto a una lunga e nell’oscurità” Scrisse quel nome sulla sabbia.
ACHILLE:
“E il mondo ancora lo ricorda e parla di lui”
“Sì, ma quando Ulisse lo trova come ombra nel regno dei morti, Achille rifiuta le sue lodi.. Afferma "Vorrei da bracciante servire un altro uomo,senza podere e non con molta roba,piuttosto che dominare tra i defunti!"...
Sorrise e non rispose, uno sguardo tenero.
Dai quaderni di Olga Romanov alla principessa Catherine”.. quante cose che ricordo. Quelle mattine che odoravano di onde salate e caprifoglio, di promesse e risate, per non tacere degli sguardi teneri che lanciavi alle colazioni, frutta fresca e panna, appena una tazza di the, altri gusti condivisi, io e te, o te e io.. che dire, eravamo in sincronia pure su quello..”
Mio fratello Alexander nacque il 5 settembre 1907.
Il principe Pietr Raulov ordinò fuochi d’artificio e solenni messe private.
Quando entrai nostra madre lo cullava tra le braccia, un candido fagotto, i capelli raccolti in una treccia e il viso sorridente.
-Viens, ma fille.
Era bella come uno dei quadri di Monet che amava collezionare, quelli del giardino giapponese, delle ninfee, di Givenchy, era tutta aria e luce mentre stringeva mio fratello tra i suoi palmi sottili e. delicati
Eravamo il segreto dello zar.
In quei frangenti inoltre fece la sua comparsa a corte il famigerato Rasputin, un santone, un guaritore, le cui preghiere parevano avere effetti taumaturghi, i suoi gesti e le sue parole recavano pace e conforto.
Come i re francesi, che guarivano con il tocco delle mani dalla scrofola, aveva un tocco magico.
Ed era raccomandato dal vescovo Feofan e dal confessore dello zar, pareva davvero un uomo di Dio, un mistico che seguiva la dottrina dei vecchi credenti, un gruppo scismatico, che il Santo Sinodo, massima autorità della Chiesa Ortodossa, aveva dichiarato abnorme, le dottrine erano irrituali, assurde, praticare il peccato e pentirsi per salvarsi, erano troppo eccessivi e zelanti.
Il siberiano pareva incarnare la semplicità, la purezza che la zarina apprezzava, era il semplice mugik, il contadino russo che era un tramite divino.
Irradiava dolcezza e calore, era un uomo di Dio, rozzo e primitivo, pareva incarnare la primitiva purezza del popolo russo, veniva dalla Siberia e vantava di avere avuto visioni, avere scorto la Madonna e di essere stato un pellegrino fino al monte Athos, in Grecia (certo che vi era stato, un lungo soggiorno all’estero per scappare dai crimini di cui era accusato, furto e stupro e imbrogli).
Sapeva parlare e incantare ancora meglio, era un camaleonte che sapeva leggere dentro le persone, intuire i loro bisogni e le segrete debolezze, scrutava con occhi di carbone e celava i suoi pensieri dietro la sua lunga barba sporca e arruffata.
Ma sapeva guarire, i suoi interventi, i suoi miracoli furono confermati da troppe persone e non erano solo mere coincidenze.
Alla fine, dopo che i medici non potevano darle più speranze, Alix fece del santone il baluardo contro l’emofilia del figlio, ascoltando i suoi consigli e farneticazioni, con risultati tragici.
Un segreto rivelato ma non il mio.
Non che io le dessi fastidio, ma occorreva una tregua, lei pensava al parto imminente, non ai capricci e ai sussulti di una principessa adolescente.
E sempre in quelle stagioni Anna Vyribova, nata Taneev, la figlia di un funzionario di corte, aveva iniziato a frequentare la zarina. Era pingue e poco intelligente, scura di occhi e capelli, vestita con ornamenti di pocio prezzo, dozzinale, era poi reduce da un matrimonio sfortunato, non consumato, l’imperatrice la teneva presso di lei e ne venne ricambiata con canina fedeltà, fino alla catastrofe.
Vestivamo alla marinara, correndo su e giù dal ponte, coglievamo fiori e osservavamo le acque e le farfalle, ridendo per tutto e nulla.
Raccoglievo i capelli in una treccia voluminosa che mi pioveva sulla schiena, e ripassavo le sillabe di greco, inutile dire che avevo preso in mano l’Odissea.
Olga, of course, preferiva l’Iliade e Achille era tema di discussione e confronto. Era la più dotata e precoce tra i figli dello zar, avida di sapere e cultura, la sua intelligenza era un dono da sviluppare.
“Era il guerriero più forte, il terrore dei nemici”
“Era un irruento, agiva in preda all’ira e poi si pentiva. A me piace il re Ulisse, astuto e saggio”
“Che fa vincere con l’inganno”
“ Ma viaggia e torna a casa sua”
“Achille fece una scelta, una vita breve ma gloriosa rispetto a una lunga e nell’oscurità” Scrisse quel nome sulla sabbia.
ACHILLE:
“E il mondo ancora lo ricorda e parla di lui”
“Sì, ma quando Ulisse lo trova come ombra nel regno dei morti, Achille rifiuta le sue lodi.. Afferma "Vorrei da bracciante servire un altro uomo,senza podere e non con molta roba,piuttosto che dominare tra i defunti!"...
Sorrise e non rispose, uno sguardo tenero.
Dai quaderni di Olga Romanov alla principessa Catherine”.. quante cose che ricordo. Quelle mattine che odoravano di onde salate e caprifoglio, di promesse e risate, per non tacere degli sguardi teneri che lanciavi alle colazioni, frutta fresca e panna, appena una tazza di the, altri gusti condivisi, io e te, o te e io.. che dire, eravamo in sincronia pure su quello..”
Mio fratello Alexander nacque il 5 settembre 1907.
Il principe Pietr Raulov ordinò fuochi d’artificio e solenni messe private.
Quando entrai nostra madre lo cullava tra le braccia, un candido fagotto, i capelli raccolti in una treccia e il viso sorridente.
-Viens, ma fille.
Era bella come uno dei quadri di Monet che amava collezionare, quelli del giardino giapponese, delle ninfee, di Givenchy, era tutta aria e luce mentre stringeva mio fratello tra i suoi palmi sottili e. delicati
Eravamo il segreto dello zar.
In quei frangenti inoltre fece la sua comparsa a corte il famigerato Rasputin, un santone, un guaritore, le cui preghiere parevano avere effetti taumaturghi, i suoi gesti e le sue parole recavano pace e conforto.
Come i re francesi, che guarivano con il tocco delle mani dalla scrofola, aveva un tocco magico.
Ed era raccomandato dal vescovo Feofan e dal confessore dello zar, pareva davvero un uomo di Dio, un mistico che seguiva la dottrina dei vecchi credenti, un gruppo scismatico, che il Santo Sinodo, massima autorità della Chiesa Ortodossa, aveva dichiarato abnorme, le dottrine erano irrituali, assurde, praticare il peccato e pentirsi per salvarsi, erano troppo eccessivi e zelanti.
Il siberiano pareva incarnare la semplicità, la purezza che la zarina apprezzava, era il semplice mugik, il contadino russo che era un tramite divino.
Irradiava dolcezza e calore, era un uomo di Dio, rozzo e primitivo, pareva incarnare la primitiva purezza del popolo russo, veniva dalla Siberia e vantava di avere avuto visioni, avere scorto la Madonna e di essere stato un pellegrino fino al monte Athos, in Grecia (certo che vi era stato, un lungo soggiorno all’estero per scappare dai crimini di cui era accusato, furto e stupro e imbrogli).
Sapeva parlare e incantare ancora meglio, era un camaleonte che sapeva leggere dentro le persone, intuire i loro bisogni e le segrete debolezze, scrutava con occhi di carbone e celava i suoi pensieri dietro la sua lunga barba sporca e arruffata.
Ma sapeva guarire, i suoi interventi, i suoi miracoli furono confermati da troppe persone e non erano solo mere coincidenze.
Alla fine, dopo che i medici non potevano darle più speranze, Alix fece del santone il baluardo contro l’emofilia del figlio, ascoltando i suoi consigli e farneticazioni, con risultati tragici.
Un segreto rivelato ma non il mio.