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Autore: queenjane    07/02/2017    1 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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-Benvenuta nel paradiso delle sorelle maggiori.-  Mi adagiai contro il suo braccio, era seduta su una poltrona fiorita, senza replicare, mi diede un bacio distratto sulla fronte.
- E’ un caos-
- Già. Sei gelosa?
- Un poco, ma penso sia normale, prima ero solo io, ecco che ora abbiamo l’erede. Anzi, parecchio .. sono parecchio gelosa a dirla tutta.
- Catherine.- giocherellai con le sue dita, lei non mi giudicava, non mi ammoniva era un conforto.  
- E’ un dato di fatto.  Ho aspettato così tanto, è arrivato quando non ci pensavo più. In un dato senso, con dodici anni di differenza siamo come due figli unici, i miei bisogni differiscono dai suoi e mia madre sta più dietro a un ragazzino di pochi anni, rispetto a me che sono una ragazza. O quasi.
- Succede-  Strizzando gli occhi, lei era sempre dal lato dei fratelli maggiori, per esempio, nella storia biblica di Giuseppe e dei suoi fratelli giustificava il più grande Ruben, senza  fallo.  Doveva essere un esempio per il mondo e per le sue sorelle, non doveva cedere né fisicamente né moralmente,  questi gli  insegnamenti di Alessandra, ripresi dalla sua infanzia, doveva essere perfetta che tutto il mondo la giudicava.
- Tua madre come sta?- Cambiando argomento.
Un sospiro.-E’ sul divano, ha mal di testa e emicrania, oltre che la febbre, come al solito. Si alza solo quando riceve le visite del siberiano.
- Rasputin.
-Sì. – Una pausa- Parla di favole e miracoli, prega con fervore, può essere un conforto per Mama, lei crede alla semplicità dei contadini, ma..
-Non ti convince.
-Non voglio essere sleale.
Tacqui e la abbracciai.
-Cercherò di proteggerti io. – Una millanteria per strapparle un sorriso.
-Ci conto, Cat, ma non ci spero.

Una foto rubata di quei tempi. Uno scatto non previsto, che non eravamo in posa, le teste voltate. Una minima conversazione, le ciocche sciolte, sussurri perduti, un baluardo nel baluardo.

Lo aveva chiamato Alexander, come mio zio, come il defunto zar, mia madre pareva ringiovanita di dieci anni, era felice e appagata di quel nuovo figlio.
Si era ripresa rapidamente dalla gravidanza, tornando snella come un giunco in poche settimane, la sua attenzione e cura costante erano per Sasha.
Il figlio dei suoi trentasei anni, dagli occhi scurissimi, le  ciocche castano chiaro, quando aveva avuto me era giovane e forse più  immatura, ora si godeva quella maternità in modo consapevole, esatto, lo adorava, era il compimento delle sue speranze, dei suoi sogni.
E lui era talmente precoce e irrequieto che nessuna carezza, tata o bon bon lo calmava, finché non era con nostra madre non la finiva di strillare, in braccio a lei, presto iniziò a riconoscerla con sorrisi di estasi, robusto e instancabile camminava già a undici mesi e a quindici erompeva in un “MAMMA” trionfale.
Era un  grande amore a due,così totale e possessivo da escludere ogni altra persona.
Mia nonna materna, enfin, ne era stata contenta, ci aveva messo sedici anni ma ci era riuscita, senza mettere al mondo una caterva di femmine come la giovane zarina, impresa più che ragguardevole.
 

Lo zar, a ogni visita, lo fissva, adorante.

 
Olga era una femmina, secondo la gentile definizione di cui sopra, tranne che aveva la grinta di un giovane cavaliere ed il temperamento riflessivo di un eremita.
Quando mi veniva a trovare alla tenuta dei Raulov in Crimea, gli onnipotenti cosacchi allentavano la sorveglianza e la scorta e proponevo una cavalcata.
Sfuggivamo ridendo alle raccomandazioni, poi ci scambiavamo di cavalcatura.
Montava allora su uno strepitoso purosangue, chiamato Tintagel, come il leggendario castello di re Artù, che dava l’idea di cavalcare il vento.
Lo incitava e spariva, una freccia tesa e precisa. “..non hai idea di come riesca a sentirmi libera.. almeno per un poco”, io che arrancavo sul placido castrato.
Era la figlia dello zar, suo padre possedeva immense ricchezze e titoli, pareva destinata a un grande avvenire tranne che, alle volte, mi veniva da pensare che fossi più libera io, la nostra amicizia era una oasi eccezionale, che le granduchesse non frequentavano quasi nessuno e si divertivano tra loro, Alessandra riteneva corrotta e lasciva la corte e isolava la sua famiglia.
 Era un dato di fatto che la salute precaria dello zarevic avesse calamitato su di lui l’attenzione dei genitori, che trascuravano le figlie. Tatiana diventava silenziosa, Marie preferiva stare con la cugina Irina, Anastasia moltiplicava i dispetti e studiava sempre meno .
Olga invece si chiudeva nei libri e cavalcava il vento.
Trovando sempre il sistema di battermi a carte, dama e scacchi, le veniva naturale, a prescindere dal mio impegno.
Era fumo e ombra, luce e perfezione, la mia amata sorella.
 
   
 
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