DECISIONE
Un urlo lacerante e angoscioso
squarcia il silenzio immoto
della notte. Ginger è seduta sul letto, madida di sudore,
scossa da forti
tremiti. Si guarda intorno spaventata cercando la presenza tangibile
che le
faccia trovare qualche indizio di ciò che è
appena successo
“Era solo un incubo…”
constata facendosi ricadere pesantemente sul
materasso. Non ricordava precisamente cosa avesse sognato ma qualunque
cosa
fosse l’aveva spaventata a morte. Lentamente si
voltò sul lato sinistro, aveva
di voglia parlare con Demetri, abbracciarlo, sentire il suo gelido
fiato sulla
sua pelle rovente per poi addormentarsi
dolcemente tra le sue forti braccia, ma al suo fianco nel
letto non
c’era nessuno.
“Dem?”
un sussurro a mezza voce, nessuna risposta. Si alzò dal
letto e lentamente
cominciò a muovere qualche passo scrutando intorno a lei per
cercare di trovare
il marito. Tese le orecchie, ma non udì nemmeno il
più lieve fruscio e anche l’odore
del vampiro era tenue: Demetri non era in casa. Il suo cuore perse un
battito:
era SOLA in quella grande casa,sola e vulnerabile, e se LUI fosse
tornato
proprio quella notte? Se fosse tornato lei cosa avrebbe potuto fare?
Assolutamente niente. Aveva paura, troppa paura e se lui fosse
già stato li? Se
avesse fatto del male ai bambini? Arrivò davanti alla grande
culla e con
sollievo vide che i suoi figli stavano benissimo: erano spaventati,
probabilmente per l’immane urlo che aveva lanciato, ma
stavano benissimo. Ginger
prese uno per volta i piccoli in braccio e li adagiò
dolcemente sul lettone per
poi accoccolarsi con loro sotto le soffici e calde coperte. Il fatto
che i piccoli
stessero bene le aveva infuso un po’ di coraggio ma la paura
era sempre
tantissima. Continuava a guardarsi guardinga intorno e a tenere le
orecchie
tese e pregava che LUI si fosse dimenticato completamente di lei o
più
semplicemente che non tornasse proprio quella notte per adempire alla
sua
promessa, proprio in quella notte in cui Demetri non era accanto a lei.
“Avanti Ginger, non fare
la fifona! Sei riuscita ad uccidere tutti i vampiri che hanno provato
ad
affondare i loro luridi dentacci nel tuo collo, LUI non sarà
diverso.” Si
incoraggiò stringendo a se Boris,Sergey e Igor.
“Ah sì? E Demetri dove
lo metti?? Lui è vivo e vegeto. E poi sai benissimo come
andrebbe a finire, non
riusciresti a muovere un muscolo e faresti la LORO stessa
fine” sussurrò la vocina
della sua coscienza e
non a torto.
Ginger
strinse i pugni fino a piantarsi le unghie nei palmi, qualche goccia
scarlatta
fuoriuscì dalle piccole ferite andando a macchiare le
candide lenzuola.
Immediatamente i bambini cominciarono ad agitarsi, Ginger li
fissò interdetta,
era incredibile quanto avessero preso dal padre: i lineamenti, la
carnagione,
la corporatura e la sua stessa bramosia di sangue.
“Coraggio
cuccioli, è ora di fare la nanna” soffio la donna
carezzando dolcemente i
riccioli neri dei piccoli cercando di farli calmare “ Siete
ancora troppo
piccoli per bere il sangue” sussurrò
“Sono
tutti loro padre” pensò sorridendo intenerita,
aveva sperato per tutto il tempo
della gravidanza che i suoi figli somigliassero al padre e le sue
speranze non
erano state deluse.
“Scommetto
che da grandi diventerete dei bellissimi ragazzi come il vostro
papà” mormorò
Ginger completamente dimentica dei sentimenti che aveva avvertito poco
prima e
senza nemmeno accorgersene sprofondò in un sonno inquieto.
“
Il lago sarà ghiacciato per almeno altri 2 mesi e anche
nell’eventualità che
trovino subito i cadaveri non c’è pericolo che
possano risalire a me” aveva
pensato il segugio mentre buttava il grande numero di vittime che aveva
mietuto
quella notte nelle acque profonde e gelide del lago, aveva preso tutte
le
precauzioni necessarie perché gli umani non avessero mai
potuto stabilire chi
fosse stato ad uccidere tutte quelle persone in una sola notte. Uomini,
donne,
bambini: non aveva guardato in faccia a nessuno, quello che gli premeva
era
soddisfare quella sete che gli attanagliava la gola, voleva placare
quell’arsura che lo stava pian piano logorando anche se era
perfettamente
conscio che non ci sarebbe mai riuscito: quella notte si era nutrito
del sangue
di 18 persone e nonostante questo la sua sete non si era per nulla
sopita e
sapeva perfettamente il perché. Voleva lei. Voleva lei e
soprattutto voleva il
suo sangue, solo con quello avrebbe potuto placare quel desiderio, solo
il suo
sangue avrebbe soddisfatto la bestia. Nel corso della sua lunga
esistenza non
si era mai negato il piacere di sentirsi scorrere quel liquido viscoso
e caldo
giù per la gola, di sentire quell’insopportabile
arsura placarsi; almeno non se
l’era mai negato fino a quando aveva incontrato la sua
ragione di vita, che
dopo 570 anni era riuscita a far battere di nuovo quel suo vecchio
cuore
solitario. Non gli era mai capitato di sentire un odore così
semplicemente paradisiaco
e la bestia sarebbe stata disposta a tutto pur di assaporare quel
superbo
nettare. Ed era questo che affliggeva il segugio. In tutta la sua
esistenza da
vampiro nessun umano gli aveva suscitato un tale desiderio, nessun
odore era
mai riuscito a fargli perdere in quella maniera la testa, nessuno di
loro era
riuscito ad ossessionarlo, a fargli bramare fino all’ultima
goccia di quel
dolce nettare, nessuno tranne lei.
“Come
ho fatto a resistere tutti questi anni senza di lei? Che senso aveva la
mia
vita prima che la incontrassi?” il segugio non aveva mai dato
importanza a
questo genere di cose, non gli era mai interessato sistemarsi e avere
una
famiglia,anzi, detestava i mocciosi e non gli interessava avere un
rapporto
fisso con una donna, per lui non era stato mai un problema avere delle
avventure con donne che non avrebbe mai più rivisto,anzi.
Con Ginger era stato
diverso, lei non era come tutte le donne che aveva incontrato, lei non
era frivola,
svampita e lunatica, era una donna tutta d’un pezzo,
implacabile e inaccessibile
per i più ma a volte sapeva essere dolce,cosa che non
avrebbe mai potuto
nemmeno immaginare se non lo avesse constatato di persona. E poi era semplice e per
niente pretenziosa:
non le interessavano minimamente i suoi soldi e non passava tutta la
giornata
ad andare per negozi a comprare vestiti che poi avrebbe messo soltanto
una
volta in vita sua e soprattutto non rompeva i sacramenti per ogni cosa:
lei era
semplicemente diversa, diversa da tutte quelle stupide oche che aveva
avuto la
sfortuna di incontrare in vita sua.
All’orizzonte una sottile
striscia azzurrina indicava che
l’alba non era lontana: era ora di rincasare. Con un movimento rapido e fluido
Demetri si alzò e
scomparve, senza lasciare la minima traccia del suo passaggio
Si svegliò di soprassalto.
Un altro incubo! Questo però era
1000 volte peggio del primo: sangue, tanto sangue e i tre corpicini dei
suoi
bambini dilaniati sul pavimento e poi LUI, alto e imponente come se lo
ricordava e poi, quei suoi dannati occhi rossi che luccicavano di
un’inaudita
crudeltà; la fissava, con le zanne scoperte, il volto
completamente imbrattato
di sangue, e ringhiava: era tornato per tener fede alla sua promessa e
sta
volta non avrebbe fallito. Con un balzo le fu addosso e le
affondò ,senza che
lei avesse avuto il tempo per reagire, la paura l’aveva
paralizzata, i lunghi
canini nel collo, recidendo la giugulare, un fiotto di sangue
cominciò a
scendere sul suo corpo, un conato di vomito la assalì non
per l’odore del
sangue ma a causa dell’orrida sensazione che le procurava la
lingua del vampiro
sulla ferita
“Demetri” pensò mentre il
gelo l’assalì completamente e le forze la
abbandonavano. Il vampiro si stacco da lei e la buttò a
terra, negli ultimi
istanti di vita Ginger vide il suo ghigno malefico di soddisfazione e
pensò ai
suoi figli e al marito,poi con un singulto strozzato morì.
Si
sedette sul letto,
madida di sudore, non le era mai capitato di avere così
tanti incubi in un così
breve lasso di tempo e a dire il vero questo la infastidiva, la faceva
sentire
debole, vulnerabile. Si
passò una mano
sui lunghi capelli corvini spostandoli all’indietro, in quel
momento un odore
gradevole attirò la sua attenzione. Proveniva da un
sacchetto di carta poggiato
sul comodino del marito. Era un odore dolce,
s’intristì non appena si rese
conto di cosa si trattasse: cornetti alla nutella.
L’ultima
volta che Demetri glieli aveva comprati era stato prima del matrimonio,
stavano
giocando e Demetri ,inavvertitamente, le aveva sfiorato con i denti la
spalla provocandole
una profonda ferita che aveva impiegato ben due giorni per
cicatrizzarsi; la
mattina seguente Ginger aveva trovato sul comodino un sacchetto simile
a quello,
e poi non aveva rivisto il bel vampiro per due lunghissimi giorni. E
adesso si
stava per ripetere la stessa storia
Afferrò il sacchetto e in
quell’istante
si accorse di un “piccolo” dettaglio: i suoi
bambini non erano più nel letto
con lei.
“Ok
Gin calma, non pensare subito al peggio. I bambini saranno con
Demetri” fece
per alzarsi quando notò che sul comodino c’era un
bigliettino ripiegato su se
stesso, lo prese delicatamente e lo aprì; in una grafia
chiara ed elegante,
leggermente inclinata verso destra, erano state vergate poche parole:
Buon
giorno amore mio,
spero
che apprezzerai questo mio piccolo regalo
mi
spiace che non sarò al tuo fianco quando ti sveglierai
spero
che tu possa passare una bella giornata.
Tornerò
sta sera tardi, non aspettarmi, i bambini li porto con me.
Sento
già la tua mancanza, ti amo
Sospirò sia sollevata che rattristata, i suoi bambini erano al sicuro ma nemmeno quel giorno avrebbe visto il suo Demetri, erano due giorni che non lo vedeva e gli mancava terribilmente . Sospirò nuovamente e si sedette sul letto addentando un cornetto e perdendosi nei suoi pensieri.
Mezz’ora dopo Ginger stava
camminando per l’affollato centro
di Novosibirsk, non
aveva una meta
precisa e neppure le importava avercene una, voleva solo perdersi nei
suoi
pensieri e magari arrivare a capo di una soluzione di
quell’assurda situazione.
Le strade erano affollate, ricche di profumi e di persone e questo
Ginger lo
odiava, non tollerava il caos della folla e la sua disorganizzazione,
lo
trovava estremamente irritante come trovava irritante che quegli
stupidi umani
continuassero a fissarla, come se non avessero mai visto una donna in
vita
loro. Forse era una rarità, in Russia, vedere una donna con
i capelli neri gli
occhi blu scuro e che avesse un seno abbondante ma porca miseria, era
snervante. E cosa ancora più snervante era il fatto che ogni
qual volta
mettesse piede fuori casa qualche
cretino l’abbordava con la presunzione di avere anche qualche
remota
chance di poter
avere un appuntamento
con lei ma, scommetteva che se avessero saputo chi era in
realtà ci avrebbero
pensato 1000 volte prima di pensare di avvicinarsi a lei.
Un’altra cosa
snervante era il caldo, afoso e insopportabile; lei era un licantropo e
come
tutti quelli della sua specie adorava il freddo, la neve e la pioggia
ma il
caldo proprio no! E con il passare del tempo il caldo peggiorava.
“Uffy, eppure siamo solo agli inizi di febbraio;
non dovrebbe fare così tanto caldo”
brontolò aumentando il passo, voleva finire
le commissioni al
più presto possibile
e tornarsene a casa.
Come ultima
cosa fece un salto al supermercato, non ci resto più di una
ventina di minuti. Uscì
dal negozio con due grandi buste della spesa e si diresse a passo
spedito verso
casa
“Questa
volta sono stata fortunata, non ho incontrato nessuno
scocciat….”
“Hey bellezza!” una voce roca le
arrivò dalle spalle
“Come non detto” pensò la
donna accelerando il passo per tentare di
seminare quel rompiscatole
“Hey tesoro, aspetta. Guarda che parlo con te”
Ginger sentì una mano
sulla spalla e questo le fece montare una furia omicida indescrivibile
“Nessuno può permettersi di toccarmi, tranne
Demetri” pensò digrignando i
denti senza nemmeno voltarsi
“Sembrano
davvero pesanti quelle buste, lascia che ti aiuti. Una bella ragazza
come te
non dovrebbe faticare” ribattè lui con aria
sorniona lasciandole la spalla e
parandosi davanti a lei.
Ginger
vide un ragazzino, di non più di 25 anni, che le si era
parato davanti; era
almeno 10 cm più basso di lei, capelli lunghi biondi
lasciati sciolti e occhi
verdi e aveva la faccia di un completo deficiente.
“Se vuoi ti porto le buste
a casa e dopo magari possiamo andare a prenderci qualcosa
insieme” sogghignò
divertito. Ginger si era irrigidita, non aveva nessuna intenzione di
perdere tempo
con quell’essere disgustoso, lo fissò negli occhi
per qualche secondo e poi con
uno scatto felino lo superò e continuò dritta per
la sua strada. L’uomo però
non si diede per vinto e la inseguì.
“Siamo
difficili, vero miele? Avanti non essere timida, lasciati
andare” soffiò l’uomo
passando un braccio attorno alle spalle della licantropa. Un conato di
vomito
la assalì, quello era il colmo nessuno poteva permettersi di
osare tante, quell’uomo
l’avrebbe pagata cara. Cercando di non mettergli subito le
mani alla gola
Ginger appoggiò delicatamente le buste della spesa per terra
e si voltò verso
quell’uomo e gli rivolse un sorriso a 32 denti.
“
Vedi dolcezza? Non era tanto difficile, basta lasciarsi andare un
po’” ghignò l’uomo
In un
millesimo di secondo il sorriso dal volto di Ginger sparì,
con una mossa
fulminea lo afferrò alla gola e lo sollevò di
peso sbattendolo contro il muro
più vicino, stringendo sempre di più la presa sul
suo collo.
“Stammi
a sentire sottospecie di essere, nessuno può prendersi il
lusso di sfiorarmi. Men
che meno uno come te, capito?” e senza nemmeno aspettare la
sua risposta lo
scaraventò a terra facendogli prendere una forte botta alla
schiena. Lentamente
la donna si avvicinò all’uomo steso per terra, lo
fissò per un millesimo di
secondo prima di tirargli un calcio in pieno stomaco facendogli sputare
sangue
“La prossima volta che ti azzardi anche solo a
guardarmi ti spedisco all’altro
mondo, hai capito?” sussurrò la licantropa con un
tono glaciale. Il giovane era
terrorizzato dolorante e non ascoltava nemmeno ciò che gli
veniva detto.
“E
tanto per chiarire le cose, io sono sposata”
sussurrò la donna poi, con estrema
calma, raggiunse le due buste che giacevano a pochi metri da lei e
raccogliendole, si incamminò verso casa.
Durante il tragitto Ginger
ripensò a quanto successo e a
come avrebbe voluto ridurre quell’insetto che
l’aveva infastidita, ma sapeva
che non poteva nemmeno volendo, era già stata fortunata a
passare inosservata e
non poteva permettersi che qualcuno scoprisse a sua vera natura. I suoi
pensieri però furono interrotti da un negozio, la vetrina
non era sgargiante e “abbigliata”come
quelle di tutti gli altri negozi ma nonostante ciò era la
risoluzione ai suoi
problemi. La fissò estasiata per alcuni secondi
“Demetri ci resterà male”
pensò. Stette ancora qualche secondo ferma
davanti a quella vetrina, indecisa sul da farsi, poi riprese il cammino
verso casa.
Appena arrivata a casa sistemò la spesa e si mise a fare
pulizie, erano due
giorni che quella casa non vedeva nemmeno l’ombra di uno
straccio. Durante i
lavori domestici Ginger fu completamente assorta dal pensiero di
attuare l’idea
che le era venuta in mente , valutandone attentamente i pro e i contro.
Finite le
pulizie si fece una bella doccia gelata, il freddo oltre a piacerle per
natura
l’aiutava anche a schiarirsi le idee. Infine prese la sua
decisione, si vestì velocemente
e uscì di corsa di casa.
Eccoci qua.
Scusate
per l’enorme attesa ma la scuola porta via tanto tempo.
Ringrazio
molto le persone che hanno messo tra i preferiti
Cesarina89
Egypta
Littlesheep
Roby the
best
a chi
l’ha
messa tra le ff seguite
Silvia15
E a chi ha
recensito
Ka93:Ciauuuuuu,
e no, nn sarà facile resistere ma lui ce la farà
xkèDemmy è un grandeXD lieta
ke t piacciano i nomi^^ Spero che ti
sia
piaciuto anche qst chap. Fammi sapere tvtrb
Silvia 15:mi
fa piacere ke il chap ti sia piaciuto, spero valga la stessa cosa anche
x qst
Mi
raccomando recensite in tanti!!