La serata era trascorsa straordinariamente bene, e Hina, anche ora, il
giorno dopo le sembrava di galleggiare a una spanna da terra.
Raimaru, come promesso aveva danzato praticamente sempre con lei. Gli
erano bastati quei due giorni per diventare discretamente bravo a muoversi, e
il fatto di avere l'attenzione di lui e sentirsi così... amata, le bastava a
sentirsi al settimo cielo.
Persino un paio di cupi borbottii di disgusto della volpe, non
servirono a nulla e non le guastarono minimamente l'umore.
Alla fine della serata era persino riuscita a ricattare il ragazzo con
la storia di 'Yoruhika', visto che lui si sentiva ancora in colpa per la cosa e
aveva ottenuto la sua promessa di 'chiedere quello che voleva'.
“Facciamo come se avessi vinto la scommessa?” aveva domandato il
giovane, capendo che il realtà Hina lo stava solo stuzzicando con quella
storia, e non c'è l'aveva più veramente con lui.
“Quindi posso chiederti di fare una cosa a caso?”
“Anche se spero di evitare delle mutande a cuoricini. È
raccapricciante...”
La ragazza si era fatta una grassa risata. “Nah, non preoccuparti.
Senza contare che poi dopo dovrei cavare gli occhi ad Hanare se ti incontrasse
sulla strada...” aveva risposto lei.
Così in verità, lungo la strada del ritorno stava rimuginando un po'
sulla cosa.
“Posso chiederti come mai odi così tanto le scarpe?” gli domandò la
ragazza.
“Ehm... credo sia un tratto acquisito dai lupi...” le spiegò
dell'addestramento alle percezioni.
“Se prima eri strano lo stai diventando ancora di più... anche se, non
posso dire che la cosa mi dispiaccia...” disse Hina per contro.
Ginirokami si era allontanato con la scusa di volere un po' di carne
cruda per pranzo.
Rimasero in silenzio per un po'.
“Senti Raimaru, una cosa però in effetti mi è venuta in mente... ma ora
che torniamo a Konoha...?” non sapeva bene come formulare la domanda.
“Cosa?” domandò lui.
“Si beh, cosa facciamo?”
“Riguardo a cosa?” lui era sempre più confuso.
“Uffa! Ma certe volte sei proprio duro come pietra di comprendonio!”
sbuffò lei.
“Ehm...” lui invece proprio non capiva a che si riferisse.
“A noi!”
“Cosa dovremmo fare scusa?”
Lei lo fulminò con lo sguardo.
All'improvviso la comprensione lo folgorò “Ah, tu dici rispetto agli
altri!”
“Buongiorno...” borbottò sarcastica lei.
Lui però rise. “E che vuoi fare scusa? Io dico semplicemente di non
mettere i manifesti, non ha mica bisogno di sapere tutta Konoha che stiamo
insieme no? Se no fai pure quel che vuoi... per quel che mi riguarda la cosa
non mi disturba mica...”
“Ma quindi stiamo insieme?”
Raimaru la guardò con un punto interrogativo stampato in faccia.
Inclinò il capo da un lato. “Non era ovvio?”
A quelle parole, lo stomaco della ragazza fece diverse capriole all'indietro.
Però le venne un'idea più furba da applicare...
“Non mi sembra tu me l'abbia chiesto...” questa volta però nel tono di
voce di lei c'era un sorriso trattenuto che lui intuì.
Con una risatina, l'abbracciò baciandola. “Allora rimedio: vuoi essere
la mia ragazza?”
Lei, stordita dal bacio, riuscì però a dire: “Non saprei...”
Lui per contro la baciò di nuovo, più volte.
“D'accordo d'accordo... sai essere convincente, l'ho capito...”
s'arrese lei, ridendo.
Lui si staccò a sua volta ridacchiando.
“Ora forse è meglio accelerare un po' il passo, se no arriviamo
dopodomani a casa...”
Al loro arrivo alla foglia, l'Hokage si complimentò per l'ottimo lavoro
dei due ninja, e fu abbastanza piacevolmente sorpreso nel vedere che i due
andavano di nuovo d'accordo.
Sarebbe stato meglio per tutta la squadra.
Nel giro di un paio di settimane, rimise in moto la squadra Kasai di
Raimaru, con tanto di Genma e Raido appresso.
E i ninja si reintegrò nella sua normale routine di allenamenti,
missioni e quotidianità.
In più di quando in quando, la sera (o pomeriggio, o quando capitava
che avevano tempo libero) usciva con Hina.
Raido lo aveva accolto subito di buon grado il suo ritorno, mentre
Genma fece un poco di più il sostenuto.
“Certo che sei proprio un... ingrato. Pigli, te ne vai per un anno, poi
ritorni come se nulla fosse... non si fa così sai?”
“Si, anche a me fa piacere rivederti Gen...” rispose per contro ridendo
il ragazzo.
“Mi devi ancora una partita di carte, due ciotole di ramen, un bento e
quattro monete. Non pensare che me ne sia dimenticato”
“Si, si, anche io ti voglio bene. Ora andiamo?”
Ginirokami sembrò integrarsi altrettanto bene. Alle volte seguiva
Raimaru, quando questo glie lo consentiva, altre invece rimaneva in casa.
Sembrò prendere in simpatia Ryuko. E quindi Raimaru lo mandava
volentieri in missione con lei. Si sentiva più tranquillo a pensare che c'era
il lupo a proteggerla.
Ginirokami non era il più potente della scala gerarchica dei lupi, ma
era comunque più forte della maggior parte dei Genin o chunin.
Anche Lòng prese in simpatia il lupo, e presto considerò anche lui
parte integrante della famiglia.
Una delle sere in cui i due stavano rientrando da una missione, Naruto
arrivò tutto sparato davanti a loro, che stavano ridendo.
“Ehi, Raimaru! Hina!”
“Che c'è nii-baka?” chiese Hina.
“Cosa stavate facendo?” Naruto si stupì da solo della domanda. Ma in
qualche modo, il vederli a ridere insieme, da soli, vicini... aveva fatto
suonare una campana stonata nella sua mente...
“Siamo appena tornati da una missione...” gli rispose vagamente Hina.
Non aveva voglia di stare a spiegare a Naruto che Raimaru era il suo ragazzo.
Di certo non avrebbe capito e avrebbe fatto qualcosa di stupido...
Raimaru sembrò capirla e disse in aggiunta “... e stavamo ridendo delle solite
scene di Genma. Quell'uomo non sa tirarsi indietro davanti a una sfida a
carte...”
I due risero.
Il ninja aveva spennato sino all'ultima moneta il poveraccio che
l'aveva sfidato con tanta tracotanza... che poi se n'era dovuto andare senza né
pantaloni né dignità.
Gli aveva lasciato giusto le mutande... e solo perché gli dispiaceva
farlo andare via con i gioielli di famiglia al vento di fronte alla sua
compagna di squadra... almeno, così aveva detto.
Hina invece aveva riso come un'invasata tutto il tempo del ritorno.
“Comunque... che volevi?” domandò di nuovo Hina.
“Ah! Si, ora che mi ricordo... domani sera c'è festa in paese, volevano
anche fare i fuochi d'artificio... volevo chiedervi se vi va' di venire anche a
voi per una cena tutti insieme prima della festa in piazza”
“Tutti insieme chi?” chiese Raimaru.
“Ci saremo tutti noi... sai, io, Sakura, Shino, Shika, Ino, Kiba,
Hinata, tutti insomma...”
“Quindi alla fine quella poveretta di Hinata esce davvero con te?” se
la ghignò Hina.
Naruto fece un broncio quasi carino... “uffa non è giusto che mi prendi
sempre in giro...”
“Naru-baka sei il mio fratellone, ti prenderò in giro fino a che
camperò...” ridacchiò lei. Però la nota d'affetto nella voce c'era, e fece
sorridere anche Raimaru.
“Alla fine allora ce l'hai fatta a metterti insieme a Hinata?” gli
chiese Raimaru. Certe cose se le era perso per strada...
“Ehm.. si...” rispose Naruto arrossendo un pochettino.
Raimaru però ridacchiò bonariamente “Era ora!”
“Dopo la cena ci sarà di nuovo il gran ballo in piazza come l'anno
scorso?” chiese Hina al fratello.
“Che io sappia si...” rispose lui un po' confuso.
Di solito alla fine, loro membri del sesso maschile, si sedevano sul
bordo della piazza, con una birra rubata chissà dove o con qualche bibita e
stavano a guardare e chiacchierare.
Non gli interessava di certo ballare.
“Raimaru tu vieni?” gli chiese Hina con gli occhi che scintillavano.
Lui sbuffò “Non bastava il gran galà del Daymo?” sospirò, ma
trattenendo un sorriso.
In fin dei conti, per far felice lei, lo avrebbe fatto anche tutte le
settimane.
“Beh, puoi sempre restare con noi. Credo che Kiba voglia poi continuare
la festa con una sorta di campeggio nel parco... dopo i fuochi di mezzanotte
dico. Mamma e papà ci hanno già dato il permesso...” disse rivolto a Hina, non
comprendendo le implicazioni della frase di Raimaru.
“Allora?” chiese lei.
“Va bene, vengo anche io. Non credo che la mamma abbia niente da
ridire. Al massimo farà venire anche Ryuko e Ginirokami”
“Bene, allora ci vediamo domani sera!
I due ragazzi continuarono un po' per la strada in silenzio.
“Secondo te esiste il modo giusto per spiegarlo a Naruto?” domandò
Raimaru.
“No. Non senza ricorrere a qualche cazzotto...”
“Potremmo farglielo capire con calma?”
“Non credo. Quello ha gli occhi foderati di salame... non vedrà nulla
sino a quando non glie lo sbatteremo sul naso... e in quel momento sarà tanto
non avere un attacco di Kyuubi..”
Raimaru rise “Dai, ora stai esagerando un po'...”
“Uhm...”
“Dai ci vediamo domani sera... ora vado da Ryuko... voleva parlarmi di
un nonsoquale esperimento che sta conducendo. A quanto pare sono un 'soggetto
geneticamente interessante da studiare'”
“Cosa? Tua sorella ti usa come cavia?” domandò lei divertita.
“A quanto pare... anche se le ho fatto promettere di distruggere tutto
alla fine delle sue ricerche, dei campioni dico.
Preferisco che il potere degli Yokai rimanga fuori portata dagli altri
ninja. Non per... avidità di potere o cose del genere... però... è pericoloso”
Hina si rese conto che il viso del suo ragazzo era stranamente serio.
“Io stesso sono sopravvissuto per miracolo, e solo perché comunque, ho ricevuto
un'adeguata preparazione. E secondo i lupi possono sopravvivere a un simile
processo quasi esclusivamente i discendenti che portino sangue Hatake nelle
vene.
Se si mettessero a fare esperimenti... potrebbe essere peggio delle
cavie che usò Orochimaru per l'arte del legno. Almeno quelle morivano e basta.
Uno yokai scatenato sarebbe un problema di tutt'altra entità...”
“Non ti preoccupare. Non succederà nulla del genere. A domani...”
I due con un leggero bacio, si salutarono e tornarono alle reciproche
case.