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Autore: Crybaby    18/03/2017    2 recensioni
Introdursi sotto falsa identità in un orfanotrofio sito nel Paese dei Fiumi, per stanare e consegnare alla giustizia un pericoloso serial killer che vi ha trovato rifugio.
Insieme alle proprie insicurezze, rese ancora più opprimenti dalla recente scomparsa del maestro Asuma, saranno questi gli obiettivi della missione che Choji Akimichi si ritroverà costretto ad affrontare.
Una missione che, per lui, potrebbe essere l'ultima, e non soltanto nel caso in cui ci rimetta la vita...
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Choji Akimichi, Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Naruto Shippuuden
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Choji's Last Chance

5.
 

Ero rimasto di sasso. Non... Non era quella la reazione che mi aspettavo! Gli avevo chiesto se fosse morto qualcuno... e Iwao era lì, piegato in due, a ridere e sputacchiare!
-Ma quanti anni hai, Choji? Davvero hai paura che un branco di ratti possa mangiare vivo qualcuno?
-B-beh, io...- dovevo inventarmi qualcosa per riportare la conversazione dove volevo, e alla svelta -ho visto la reazione della Signorina Hiromi, e ho pensato...
-Ma va là! Lei ne è solo terrorizzata, per questo non vuole che se ne parli in giro!
E giù di nuovo a ridere. Quella reazione mi sembrava davvero troppo esagerata e senza senso! A meno che...
Forse la Signorina Azumi ha tenuto nascosto a tutti il fatto che un bambino sia stato trovato morto... No, impossibile, non avrebbe funzionato! Prima o poi gli altri orfani si sarebbero accorti che all’appello mancasse qualcuno!
Iwao cessò di ridere e si asciugò per finta una lacrimuccia. Questo mi fece capire che la sua risata in fondo non era del tutto sincera.
Mi sembrava infatti che stesse recitando, ma a che scopo? ...forse ho capito. Forse la Signorina Azumi ha chiesto a tutti gli orfani di dimenticarsi di quel bambino e non parlarne mai più, per provare ad andare avanti e soprattutto per non rovinare la reputazione dell'orfanotrofio e non spaventare i nuovi arrivati, come me...
Sospirai vistosamente. Se le cose stavano in quel modo, non potevo fare altro che rinunciare a scoprire l'identità della vittima, almeno per il momento, e concentrarmi invece soltanto sull'assassino.
-Ah... Adesso mi è tutto chiaro- dissi ad Iwao, farfugliando -mi... Mi sono impensierito per niente...
-Impensierito? Dì pure che te la sei fatta sotto, te lo si legge in faccia!
-Non è vero! ...Ascolta, Iwao, possiamo lasciar perdere e continuare il giro?
-Visto? Hai paura.
-Non è vero!
-Certo che no.
Continuammo così per un altro minuto e mezzo. Alla fine, senza nemmeno sapere il perché, mi misi a ridere anch'io.
 

Il resto del "tour" dell'orfanotrofio fu piuttosto breve. A parte qualche tavolo da picnic, tre altalene, uno scivolo, una casetta di legno senza porte né finestre, e ovviamente gli alberi, nel cortile che circondava l'edificio non c'era proprio nulla di interessante.
-E con questo- dichiarò Iwao con tono solenne, dopo che fummo ritornati davanti all'ingresso -si conclude la visita guidata gentilmente offerta dal sottoscritto. Sono stato una brava guida turistica, Choji?
-Altroché! Grazie, Iwao. Avevo proprio bisogno di ambientarmi. E avevo proprio bisogno di conoscere qualcuno che mi facesse sentire il benvenu...
-Dacci un taglio con le smancerie, vuoi farmi arrossire?- disse, bloccandomi la testa tra le braccia per arruffarmi i capelli -e comunque aspetta a ringraziarmi, prima devo renderti partecipe di una cosa. Ehi, tu! Vieni qua, svelta!
Iwao aveva puntato il dito verso una ragazza dai capelli rossi, per chiederle di raggiungerci. L’avevo già vista prima, anche se ancora non ne conoscevo il nome: era una del gruppo di amici di Iwao, e a pranzo era seduta proprio alla sua destra.
-Non l’avete ancora trovato, vero?- le domandò subito. Senza nemmeno presentarmela...
-Non l’abbiamo nemmeno intravisto, oggi si è nascosto fin troppo bene- rispose quella -a meno che non sia salito su un albero...
-Non scherzare! L’ultima volta che ci ha provato, la Signorina Azumi lo ha messo in punizione. Non è così tonto da riprovarci!
-Va bene, ma allora hai qualche altra idea su dove possa essersi cacciato?
-Idee non ne ho, ma ho qui un altro paio di occhi che può farci comodo!
Dicendo questo, Iwao mi avvolse di nuovo un braccio intorno alle spalle e mi indicò il viso con l'altra mano.
-Ricordi che ti ho fatto un accenno alla nostra attività preferita prima di cominciare il nostro tour, caro il mio Choji?
-Sì... Se ho capito bene dai vostri discorsi... state giocando a nascondino con qualcuno?
Mi immaginai subito a sbattermi una mano in faccia. Avevo appena detto una stupidità enorme! Nascondino? Sul serio?
Iwao scambiò una rapida occhiata con la sua amica. Ero quasi certo che mi stesse per scoppiare a ridere in faccia una seconda volta.
Però, per mia fortuna, non accadde.
-In un certo senso. Stiamo “dando la caccia”, per così dire, a un nostro... compagno di sventure. Si chiama Isoka, ed è...
-Isoka? Lo conosco già!- esclamai -l’ho conosciuto a pranzo, ma non ho avuto il tempo di parlarci! Lo stavo cercando anch’io!
-Sul serio? Grandioso, Choji! Hai capito subito come funzionano le cose da queste parti! Tieni gli occhi aperti, e se lo trovi grida con tutto il fiato che hai nei polmoni! Al lavoro!
E senza aggiungere altro, Iwao e compagna schizzarono via, lasciandomi solo con il mio mare di dubbi.
"Hai capito subito come funzionano le cose da queste parti"...
Non sapevo ancora il significato di quella frase, ma ebbi la spiacevole sensazione che non si trattasse di qualcosa di bello. Non per Isoka, almeno.
Questo però non mi impedì di partecipare alla sua ricerca. Dopotutto, mi ero già ripromesso di ritrovarlo il prima possibile per chiedergli scusa, per averlo inconsapevolmente lasciato a digiuno a pranzo.
 

Rispetto al gruppo di Iwao, non ebbi maggiore fortuna. Avevo setacciato con lo sguardo tutto il perimetro del cortile per tre o quattro volte, ma di Isoka nessuna traccia.
Anche se non ci sono recinzioni a delimitare il confine dell'orfanotrofio, non penso che si sia allontanato nella foresta. Se anche lui, come tutti quanti da queste parti, è terrorizzato dal mondo esterno per colpa delle guerre, dev'essere per forza nascosto nelle vicinanze!
Mi portai sul retro dell'edificio, dove la vegetazione occupava più spazio rispetto alle altre zone del cortile, e mi inoltrai fra gli alberi. Ero giunto alla conclusione che, se nessuno l'aveva ancora trovato, allora Isoka doveva essersi nascosto proprio nell'ultimo posto in cui lo avrebbero cercato. Così, alzai il naso per aria.
La mia deduzione e la mia pazienza alla fine furono premiate. Abbagliato dal luccichio di qualcosa nascosto tra le foglie mi voltai da una parte, e trovai Isoka seduto, anzi, raggomitolato, sul grosso ramo di un albero. Feci per richiamarlo a gran voce, ma mi trattenni appena in tempo. Se la storia della punizione era vera allora Isoka stava rischiando grosso stando là sopra, e io non avevo certo intenzione di metterlo nei guai! Mi guardai attorno, per assicurarmi che nessuno stesse guardando dalla mia parte, quindi mi avvicinai al tronco e ci picchiettai sopra, cercando di attirare la sua attenzione.
-Pss... Pss, ehi... Isoka?
Era inutile, non si sarebbe mai accorto di me in quel modo. Se volevo farmi notare, dovevo avvicinarmi ancora di più.
Mi concentrai sul ramo più basso, presi una breve rincorsa, feci un salto a piedi uniti, e riuscii ad aggrapparmici con entrambe le mani. A causa del mio peso aggiuntivo l'albero tremò per qualche secondo, e stavolta Isoka dovette per forza abbassare lo sguardo per capire cos'era successo.
-Isoka, sono... No, fermo!
Non appena mi ebbe notato, Isoka assunse un'espressione quasi spaventata. Quindi saltò giù dall'albero con un'agilità insospettabile, e cominciò a correre. Feci per scendere anch'io... ma il ramo a cui ero aggrappato non resistette oltre al mio peso e si spezzò di netto, facendomi cadere rovinosamente con il sedere per terra.
-Ahi, ahi, ahi... Isoka, aspetta!
Mi rialzati e partii all'inseguimento. Mi ci sarebbe voluto ben poco per raggiungerlo, ma non potevo rischiare di far vedere a tutti la mia velocità di ninja. Così, fui costretto ad alzare un po' la voce.
-Fermati, per favore! Voglio chiederti scusa!
Isoka rallentò il passo fino a fermarsi, ma non si girò, costringendomi quindi a superarlo per poterlo guardare negli occhi.
-Era ora! Ti stavo cercando per... Aspetta, fammi riprendere fiato- mi schiaffai le mani sulle ginocchia ed espirai dalla bocca, fingendo di avere il fiatone -volevo chiederti scusa, per quello che è successo a pranzo. Ero affamatissimo, e non sapevo che tu dovevi ancora servirti... ma non sono scusanti. Mi sono comportato malissimo. Mi dispiace di averti lasciato a stomaco vuoto, davvero. Non accadrà mai più, te lo prometto!
Isoka mi fissò a lungo, con occhi sgranati. Come se non avesse capito bene cosa gli avevo appena detto... Oppure come se non riuscisse a crederci. Poi abbassò lo sguardo a terra, e si passò una mano sul collo. Sembrava imbarazzato.
-...d-devo... devo chiederti scusa, anche io, a-allora- disse, finalmente, con un tremolio nella voce -non sarei dovuto s-scappare via in quel modo...
-Non preoccuparti per quello. Possiamo... ricominciare da capo, e fare conoscenza come si deve?
Piegai le ginocchia per abbassarmi alla sua altezza, e proporgli una stretta di mano. Dopo qualche attimo di indecisione, Isoka rialzò la testa. Timidamente, fece per porgermi la mano destra...
-Non ci posso credere, l’hai trovato sul serio? Sei un fenomeno!
...ma un’altra mano ben più pesante si schiantò sulla mia spalla. Ormai avrei potuto riconoscere quella pacca tra mille. Iwao era appena arrivato alle mie spalle, con tutti i suoi compagni al seguito. Due di essi mi passarono accanto e si gettarono su Isoka per impedirgli di scappare di nuovo.
-A te l’onore, Choji. Perquisiscilo.
Spostai lo sguardo da Iwao a Isoka, ripetutamente. Non riuscivo a capire quello che stava succedendo, né a crederci.
-Perquisirlo? Io non...
-Iwao, perché non lo metti a testa in giù e lo scuoti?- propose la ragazza dai capelli rossi, con l'aria di chi voleva finire tutto il prima possibile.
-Giusto! Così si fa decisamente prima!
E così fece, Iwao. Con un braccio solo, strinse Isoka per una caviglia e lo sollevò da terra per scuoterlo come se fosse stato un animale svenuto da rianimare.
A furia di scossoni, da sotto il colletto della maglia di Isoka penzolò fuori una catenina d'oro con tanto di medaglietta, ma a quanto pareva non era a quello che Iwao stesse mirando.
-B-basta... Lasciatemi... Io non ho più niente, lo giuro...
-Davvero? E allora perché continui a nasconderti, eh!?
Per i primi, lunghissimi, istanti, non feci nulla. La situazione davanti ai miei occhi era precipitata così in fretta da lasciarmi sbalordito e incapace di prendere una decisione.
Ma sarei intervenuto, potete giurarci!
...se solo non fossi stato anticipato dal suono di una campanella, grazie alla quale Iwao mollò la presa quasi automaticamente. Isoka cadde per terra in maniera scomposta, ma ancor prima che potessi avvicinarmi per dargli una mano quello si era già rialzato ed era corso via, senza che nessuno lo fermasse.
-Considerati fortunato, Isoka! La prossima volta ti denuderemo!
Uno alla volta anche tutti gli altri ragazzi si allontanarono, lasciandomi solo e interdetto in compagnia di Iwao.
-Che... Che cosa...
-Quel suono? È il segnale della merenda. Pane e cioccolato, un classico intramontabile.
-No, io intendevo...
-Ah, anche se non siamo riusciti a perquisirlo in tempo, sei stato comunque bravissimo a trovarlo! A noi ci è sempre sfuggito per un motivo o per l’altro! Dimmi, qual è il suo nascondiglio?
Non ci stavo capendo più nulla. Iwao aveva appena commesso un orribile atto di prepotenza davanti ai miei occhi, eppure ne stava parlando come se fosse una cosa normalissima! E per di più, con lo stesso sorriso bonario che mi aveva rivolto poche ore prima per darmi il benvenuto!
Di una sola cosa ero certo, però. Isoka non meritava di finire di nuovo nei guai. Così, decisi di mentire.
-...mi spiace, Iwao, non lo so. L’ho visto mentre correva, ma non posso dirti di preciso dove si era nascosto.
 

Tornammo davanti alla facciata principale dell'orfanotrofio. Su uno dei tavoli da picnic la Signorina Hiromi aveva posato un vassoio strabordante di panini ripieni di tavolette di cioccolato al latte. Mi unii alla calca di orfani disposti in fila disordinata per prenderne uno... anche se, cosa insolita per il sottoscritto, non avevo molta fretta di fare merenda. Un po' perché ai cibi dolci preferivo di gran lunga quelli salati, e un po' perché non riuscivo proprio a togliermi dalla testa quello che avevo appena visto.
Iwao, un bullo? Ho visto che ha degli atteggiamenti un po’ esuberanti, ma non avrei mai detto che fosse anche... –Ahio!
Ero appena riuscito a prendere un panino, che dal nulla Yori arrivò per schiaffeggiarmi il dorso della mano.
-Aspetta finché non si saranno serviti tutti gli altri. Non mi va che si ripeta lo stesso incidente del pranzo.
Beh, non aveva tutti i torti. Aspettai pazientemente che tutti gli altri si servissero, fino a che sul tavolo non rimasero due panini.
-Uno è per me, quindi l'ultimo è tutto tuo.
-Finalmente! Grazie!
Presi la merenda avvolta in un tovagliolo, ma prima di mangiarla cercai con lo sguardo un posto dove sedermi e starmene in pace. La stanchezza per il viaggio e il fatto di aver camminato per tutto il pomeriggio non era molta, ma si stava facendo sentire comunque. Mi accomodai sulla base di un albero tagliato, e finalmente potei concedermi qualche minuto di pausa.
Stavo ancora finendo di sgranocchiare gli ultimi bocconi del panino, quando fui avvicinato dall'anziana Signorina Azumi.
-Ti stai trovando bene qui finora, Choji?
-Benissimo, grazie! È davvero un bel posto, e la cucina non è niente male! Ho anche già fatto amicizia... No, forse sarebbe meglio dire conoscenza, per adesso... con un certo Iwao, che mi ha gentilmente fatto fare un giro per tutto l’orfanotrofio.
-Ah, Iwao... Non mi sorprende che tu già lo conosca. Quel ragazzo ha un modo tutto particolare di farsi degli amici.
-Già, l’ho notato!...
Per un attimo, pensai di raccontarle tutto quello che gli avevo visto fare al povero Isoka. Ma decisi di rimandare. Purtroppo, la mia indagine aveva sempre la precedenza.
-Signorina Azumi, ho saputo che l’ala ovest è chiusa fino a nuovo ordine.
-È così infatti. Iwao ti ha raccontato cosa è successo?
-Per filo e per segno. Signorina Azumi, questi ratti... sono pericolosi? Hanno ferito qualcuno?
-Certo che no! Fortunatamente quei roditori non hanno avuto il tempo di fare alcun danno. E continueranno a non farne...
Dicendo questo, la Signorina Azumi mi puntò la cima del suo bastone da passeggio a un centimetro dalla gola.
-...se a nessuno verrà in mente di ficcanasare e liberarli. Sono stata chiara?
Non potevo far altro che annuire. L'avevo conosciuta solo da quella mattina, ma mi era già perfettamente chiaro che non dovevo far arrabbiare quella donna per nulla al mondo.
-Signorina Azumi!
Ci raggiunse in quel momento Yori, che si mise sull'attenti davanti alla Signorina Azumi come un soldato obbediente.
-Tutto è sotto controllo. Tredici bambini si sono sporcati, ma ho provveduto a pulirli prima che le macchie diventassero secche. Anche oggi Rokuro ha preteso che lo seguissi per ascoltare una canzone che ha composto per me, ma non mi sono lasciata distrarre. Isoka continua a nascondersi chissà dove e si fa vedere solo durante i pasti. Non c’è altro da segnalare.
-Grazie, Yori. Isoka purtroppo è diventato irrecuperabile, ma finché se ne sta lontano dall’ala ovest non c’è da preoccuparsi. A tal proposito... continueremo a chiacchierare un’altra volta, Choji. Ti auguro una buona serata!
-Grazie, anche a lei!

Osservai le due mentre si allontanavano per parlare in privato.
Non avevo mai imparato a decifrare il labiale, ma non ce ne fu bisogno: dalle occhiate fugaci che mi lanciavano di tanto in tanto, era ovvio che fossi io il soggetto dei loro bisbigli...
 

...
 

Rimasi seduto su quel tronco d'albero ad osservare la vita dell'orfanotrofio scorrermi davanti per quasi tutto il resto del pomeriggio.
Ripensandoci, lasciare che la stanchezza del viaggio si facesse sentire non era stata una buona idea. Ricordo poco o nulla di ciò che accadde in quelle due ore e mezza, e questo poteva significare una cosa solo... mi ero appisolato!
Per fortuna, a farmi da sveglia ci pensò l'ennesima campanella, accompagnata dalle grida di Yori.
-Lavarsi le mani! Lavarsi le mani!!!
Tutti gli orfani, compreso Isoka rispuntato da chissà dove come un lampo, si misero in fila davanti ad una fontanella per obbedire all’ordine.
-Scusate, potete dirmi cosa sta succedendo?- domandai al primo ragazzino davanti a me nella fila.
-Ci laviamo le mani, che domande! Tu non l’hai mai fatto prima di cena?

Cena?!
Dopo essermi pulito seguii il ragazzino nell'atrio, dove tutti si erano fermati in attesa di poter mangiare. Mi sembrava davvero troppo presto per l’ora di cena, eppure l'orologio a pendolo era eloquente.
Le sette meno un quarto? Eppure il sole è appena tramontato!...
-Piccini miei, la cena è pronta!
Al richiamo gioioso della Signorina Hiromi ci dirigemmo nella mensa in maniera ordinata, e stavolta fui ben attento a non fare altre figuracce.
Per puro caso, mentre mi accaparravo qualche spiedino di pesce fritto dal bancone del self service, mi ritrovai di fianco a Nao e Naoki, i due bambini che avevo conosciuto nel dormitorio.
Nel vederli lì, in mensa, ebbi un improvviso flashback mentale.
Le due teste che si erano girate dall'altra parte per evitare il mio sguardo oggi a pranzo... Ma certo, erano loro! Come ho fatto a non ricordarmene prima?
Può darsi che stessi fantasticando su un particolare di poco conto, ma volevo comunque saperne di più. Così, picchiettai sulla spalla di Nao per farmi notare.
-Ciao di nuovo...
-Ah, sei di nuovo tu- mi rispose lui, secco.

Forse è meglio che rompa il ghiaccio con la sorellina... -Ehm... Hai dormito bene oggi, Naoki?
Sia io che Nao ci sporgemmo per guardare la piccola, in attesa di una sua risposta.
-Ti ha fatto una domanda- la esortò il fratello maggiore -rispondi, da brava.
Alla fine Naoki fece segno di sì con la testa. Alla faccia della timidezza!
-Mi fa piacere. Senti, Nao... posso sedermi con voi, stasera?
-P-perché?
-Come, perché... Così, tanto per scambiare due chiacchiere, e conoscerci un po’ me...
-Non te lo consiglio- mi interruppe Nao -Naoki è estremamente timida. Se ti aspetti di fare una lunga chiacchierata con lei, rimarrai deluso.
-Non fa niente! A me basta...
-Choji, datti una mossa! Noi ci siamo già serviti, stiamo aspettando solo te per mangiare!
Era stato Iwao, e chi altrimenti?, a chiamarmi a gran voce dalla parte opposta della mensa.
-...come non detto. Sarà per la prossima volta!
Maledicendo la mia incapacità di saper dire di no, salutai Nao e Naoki e andai a sedermi accanto ad Iwao, che come a pranzo mi aveva riservato quel misero posto in bilico sul bordo della panca.

Questa volta non cascherò a terra come uno scemo, nossignore!
Con questo ferreo proposito nella mente mi gustai la cena, a base di pesce e formaggio.
 

-E allora, com’è stato il tuo primo giorno da noi?- mi chiese Iwao un'oretta più tardi, quando anche l'ultima briciola rimasta sola sul piatto finì dentro la mia bocca.
-Molto... bello, grazie. Credo proprio che mi troverò bene qui.
-Sono contento di sentirtelo dire! Di’ un po’, anche domani ci aiuti a dare la caccia ad Isoka?
-Domani... Domani no, mi spiace. Avevo già in mente di fare maggiore conoscenza con altri ragazzi e ragazze...
-Non c’è problema, vada per dopodomani!
-Grazie. ...per quale motivo gli date la caccia, esattamente?
Come ebbi finito di porre quella domanda, tutti i ragazzi seduti al tavolo si ammutolirono di colpo. Così come, di colpo, Iwao aveva smesso di sorridere. Era chiaro che avevo appena toccato un tasto dolente.
-Ce l’ho con lui- balbettò -non ti basta questo?

Quindi è una faccenda personale tra Isoka e Iwao, il resto del suo gruppo segue solo i suoi ordini... -A dire il vero... Iwao, se tu mi dicessi perché esattamente ce l’hai con lui, forse ti aiuterei più volentie...
-Non ne voglio parlare!!!
Iwao sbatté entrambi i pugni sul tavolo, facendoci sobbalzare tutti dallo spavento. Anche negli altri tavoli era calato il silenzio. Con la coda dell'occhio notai alcuni ragazzi coprirsi il volto con la mano. Avevo l'impressione di averla appena combinata grossa. ...ma cosa avevo fatto di sbagliato, esattamente?
-S-scusami, non volevo farti arrabbiare...
Ignorandomi, Iwao si girò verso la sua amica dai capelli rossi per dirle qualcosa con un tono di voce neanche troppo basso.
-Passa il messaggio. Alla fine della cena lo facciamo di nuovo.
-Ma ti ha chiesto scusa...
-Non mi interessa. Passa il messaggio e non discutere!
La rossa fece come le era stato chiesto.
Aprii la bocca per provare a chiedere ancora scusa, ma la richiusi subito, temendo di peggiorare la situazione.
Dopo un paio di lunghissimi minuti, il silenzio venne finalmente interrotto dall'arrivo di Yori, che spingendo un carrello passò fra i tavoli per servire a tutti un bicchiere pieno di una bevanda grigia che non riuscii a identificare.
-Bevi- mi disse, sbattendomi un bicchiere davanti al naso.
-Che cos’è?
-Il digestivo. Bevi.
Obbedii... Anche se mi costò molta fatica. Parola mia, non avevo mai assaggiato nulla di più disgustoso!
-Bleah! Iwao, tu come fai a sopportare questa robacci... !
Tutti quelli seduti sulla mia stessa panca si erano alzati all'unisono.
Me ne accorsi troppo tardi.
No no no nooo...
Mi aggrappati al tavolo, ma ottenni il risultato di trascinarmi dietro la tovaglia e qualche stoviglia
Non ci potevo credere. Ero caduto. Di nuovo!
Stranamente non ci fu uno scoppio di risate come a pranzo, ma non era che una magra consolazione per la mia autostima.
L'unico che trovò la cosa divertente fu Iwao. Guarda caso.
-Choji, sei incredibile! Ma come hai fatto a cascarci di nuovo?
-Ahi, ahi... Non ho sentito la campanella...
-Oh, che sbadato! Mi sono dimenticato di avvertirti! Alla fine della cena non c’è nessuna campanella, ma ci si deve alzare solo dopo aver bevuto il digestivo! Beh, ci vediamo!
Mi rialzai di scatto per lanciargli una sguardo fulminante, ma quello ormai era già uscito dalla mensa di gran carriera.
Le parole della Signorina Azumi di quel pomeriggio mi ritornarono in mente, più chiare che mai.
“Quel ragazzo ha un modo tutto particolare di farsi degli amici.”
Capii, mentre cercavo di aiutare Yori a rimediare al danno che avevo causato, che il Mascheratore non era l'unico nemico da cui avrei dovuto tenermi in guardia nei giorni successivi.

  
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