5.
Ero
rimasto di sasso. Non... Non era quella la reazione che mi aspettavo!
Gli avevo
chiesto se fosse morto qualcuno... e Iwao era lì, piegato in
due, a ridere e
sputacchiare!
-Ma quanti anni hai, Choji? Davvero hai paura che un branco di ratti
possa
mangiare vivo qualcuno?
-B-beh,
io...- dovevo inventarmi qualcosa per riportare la conversazione dove
volevo, e
alla svelta -ho visto la reazione della Signorina Hiromi, e ho
pensato...
-Ma
va là! Lei ne è solo terrorizzata, per questo non
vuole che se ne parli in giro!
E
giù di nuovo a ridere. Quella reazione mi sembrava davvero
troppo esagerata e
senza senso! A meno che...
Forse la Signorina Azumi ha tenuto
nascosto a tutti il fatto che un bambino sia stato trovato morto... No,
impossibile, non avrebbe funzionato! Prima o poi gli altri orfani si
sarebbero
accorti che all’appello mancasse qualcuno!
Iwao cessò di ridere e si asciugò per finta una
lacrimuccia. Questo mi fece
capire che la sua risata in fondo non era del tutto sincera.
Mi sembrava infatti che stesse recitando,
ma a che scopo? ...forse ho capito. Forse la Signorina Azumi ha chiesto
a tutti
gli orfani di dimenticarsi di quel bambino e non parlarne mai
più, per provare
ad andare avanti e soprattutto per non rovinare la reputazione
dell'orfanotrofio e non spaventare i nuovi arrivati, come me...
Sospirai
vistosamente. Se le cose stavano in quel modo, non potevo fare altro
che
rinunciare a scoprire l'identità della vittima, almeno per
il momento, e concentrarmi
invece soltanto sull'assassino.
-Ah...
Adesso mi è tutto chiaro- dissi ad Iwao, farfugliando -mi...
Mi sono
impensierito per niente...
-Impensierito?
Dì pure che te la sei fatta sotto, te lo si legge in faccia!
-Non
è vero! ...Ascolta, Iwao, possiamo lasciar perdere e
continuare il giro?
-Visto?
Hai paura.
-Non
è vero!
-Certo
che no.
Continuammo
così per un altro minuto e mezzo. Alla fine, senza nemmeno
sapere il perché, mi
misi a ridere anch'io.
Il
resto del "tour" dell'orfanotrofio fu piuttosto breve. A parte
qualche tavolo da picnic, tre altalene, uno scivolo, una casetta di
legno senza
porte né finestre, e ovviamente gli alberi, nel cortile che
circondava
l'edificio non c'era proprio nulla di interessante.
-E
con questo- dichiarò Iwao con tono solenne, dopo che fummo
ritornati davanti
all'ingresso -si conclude la visita guidata gentilmente offerta dal
sottoscritto. Sono stato una brava guida turistica, Choji?
-Altroché!
Grazie, Iwao. Avevo proprio bisogno di ambientarmi. E avevo proprio
bisogno di
conoscere qualcuno che mi facesse sentire il benvenu...
-Dacci
un taglio con le smancerie, vuoi farmi arrossire?- disse, bloccandomi
la testa
tra le braccia per arruffarmi i capelli -e comunque aspetta a
ringraziarmi,
prima devo renderti partecipe di una cosa. Ehi, tu! Vieni qua, svelta!
Iwao aveva puntato il dito verso una ragazza dai capelli rossi, per
chiederle
di raggiungerci. L’avevo già vista prima, anche se
ancora non ne conoscevo il
nome: era una del gruppo di amici di Iwao, e a pranzo era seduta
proprio alla
sua destra.
-Non
l’avete ancora trovato, vero?- le domandò subito.
Senza nemmeno
presentarmela...
-Non
l’abbiamo nemmeno intravisto, oggi si è nascosto
fin troppo bene- rispose
quella -a meno che non sia salito su un albero...
-Non
scherzare! L’ultima volta che ci ha provato, la Signorina
Azumi lo ha messo in
punizione. Non è così tonto da riprovarci!
-Va
bene, ma allora hai qualche altra idea su dove possa essersi cacciato?
-Idee
non ne ho, ma ho qui un altro paio di occhi che può farci
comodo!
Dicendo
questo, Iwao mi avvolse di nuovo un braccio intorno alle spalle e mi
indicò il
viso con l'altra mano.
-Ricordi
che ti ho fatto un accenno alla nostra attività preferita
prima di cominciare
il nostro tour, caro il mio Choji?
-Sì...
Se ho capito bene dai vostri discorsi... state giocando a nascondino
con
qualcuno?
Mi
immaginai subito a sbattermi una mano in faccia. Avevo appena detto una
stupidità enorme! Nascondino? Sul serio?
Iwao scambiò una rapida occhiata con la sua amica. Ero quasi
certo che mi stesse
per scoppiare a ridere in faccia una seconda volta.
Però, per mia fortuna, non accadde.
-In
un certo senso. Stiamo “dando la caccia”, per
così dire, a un nostro...
compagno di sventure. Si chiama Isoka, ed è...
-Isoka?
Lo conosco già!- esclamai -l’ho conosciuto a
pranzo, ma non ho avuto il tempo
di parlarci! Lo stavo cercando anch’io!
-Sul
serio? Grandioso, Choji! Hai capito subito come funzionano le cose da
queste
parti! Tieni gli occhi aperti, e se lo trovi grida con tutto il fiato
che hai
nei polmoni! Al lavoro!
E
senza aggiungere altro, Iwao e compagna schizzarono via, lasciandomi
solo con
il mio mare di dubbi.
"Hai capito subito come funzionano
le cose da queste parti"...
Non
sapevo ancora il significato di quella frase, ma ebbi la spiacevole
sensazione
che non si trattasse di qualcosa di bello. Non per Isoka, almeno.
Questo però non mi impedì di partecipare alla sua
ricerca. Dopotutto, mi ero
già ripromesso di ritrovarlo il prima possibile per
chiedergli scusa, per
averlo inconsapevolmente lasciato a digiuno a pranzo.
Rispetto
al gruppo di Iwao, non ebbi maggiore fortuna. Avevo setacciato con lo
sguardo
tutto il perimetro del cortile per tre o quattro volte, ma di Isoka
nessuna
traccia.
Anche
se non ci sono recinzioni a
delimitare il confine dell'orfanotrofio, non penso che si sia
allontanato nella
foresta. Se anche lui, come tutti quanti da queste parti, è
terrorizzato dal
mondo esterno per colpa delle guerre, dev'essere per forza nascosto
nelle
vicinanze!
Mi
portai sul retro dell'edificio, dove la vegetazione occupava
più spazio
rispetto alle altre zone del cortile, e mi inoltrai fra gli alberi. Ero
giunto
alla conclusione che, se nessuno l'aveva ancora trovato, allora Isoka
doveva
essersi nascosto proprio nell'ultimo posto in cui lo avrebbero cercato.
Così,
alzai il naso per aria.
La mia deduzione e la mia pazienza alla fine furono premiate.
Abbagliato dal
luccichio di qualcosa nascosto tra le foglie mi voltai da una parte, e
trovai
Isoka seduto, anzi, raggomitolato, sul grosso ramo di un albero. Feci
per
richiamarlo a gran voce, ma mi trattenni appena in tempo. Se la storia
della
punizione era vera allora Isoka stava rischiando grosso stando
là sopra, e
io non avevo certo intenzione di metterlo nei guai! Mi guardai attorno,
per
assicurarmi che nessuno stesse guardando dalla mia parte, quindi mi
avvicinai
al tronco e ci picchiettai sopra, cercando di attirare la sua
attenzione.
-Pss...
Pss, ehi... Isoka?
Era
inutile, non si sarebbe mai accorto di me in quel modo. Se volevo farmi
notare,
dovevo avvicinarmi ancora di più.
Mi concentrai sul ramo più basso, presi una breve rincorsa,
feci un salto a
piedi uniti, e riuscii ad aggrapparmici con entrambe le mani. A causa
del mio
peso aggiuntivo l'albero tremò per qualche secondo, e
stavolta Isoka dovette
per forza abbassare lo sguardo per capire cos'era successo.
-Isoka,
sono... No, fermo!
Non
appena mi ebbe notato, Isoka assunse un'espressione quasi spaventata.
Quindi
saltò giù dall'albero con un'agilità
insospettabile, e cominciò a correre. Feci
per scendere anch'io... ma il ramo a cui ero aggrappato non resistette
oltre al
mio peso e si spezzò di netto, facendomi cadere
rovinosamente con il sedere per
terra.
-Ahi,
ahi, ahi... Isoka, aspetta!
Mi
rialzati e partii all'inseguimento. Mi ci sarebbe voluto ben poco per
raggiungerlo, ma non potevo rischiare di far vedere a tutti la mia
velocità di
ninja. Così, fui costretto ad alzare un po' la voce.
-Fermati,
per favore! Voglio chiederti scusa!
Isoka
rallentò il passo fino a fermarsi, ma non si
girò, costringendomi quindi a
superarlo per poterlo guardare negli occhi.
-Era
ora! Ti stavo cercando per... Aspetta, fammi riprendere fiato- mi
schiaffai le
mani sulle ginocchia ed espirai dalla bocca, fingendo di avere il
fiatone
-volevo chiederti scusa, per quello che è successo a pranzo.
Ero affamatissimo,
e non sapevo che tu dovevi ancora servirti... ma non sono scusanti. Mi
sono
comportato malissimo. Mi dispiace di averti lasciato a stomaco vuoto,
davvero.
Non accadrà mai più, te lo prometto!
Isoka
mi fissò a lungo, con occhi sgranati. Come se non avesse
capito bene cosa gli
avevo appena detto... Oppure come se non riuscisse a crederci. Poi
abbassò lo
sguardo a terra, e si passò una mano sul collo. Sembrava
imbarazzato.
-...d-devo...
devo chiederti scusa, anche io, a-allora- disse, finalmente, con un
tremolio
nella voce -non sarei dovuto s-scappare via in quel modo...
-Non
preoccuparti per quello. Possiamo... ricominciare da capo, e fare
conoscenza
come si deve?
Piegai
le ginocchia per abbassarmi alla sua altezza, e proporgli una stretta
di mano.
Dopo qualche attimo di indecisione, Isoka rialzò la testa.
Timidamente, fece
per porgermi la mano destra...
-Non
ci posso credere, l’hai trovato sul serio? Sei un fenomeno!
...ma
un’altra mano ben più pesante si
schiantò sulla mia spalla. Ormai avrei potuto
riconoscere quella pacca tra mille. Iwao era appena arrivato alle mie
spalle,
con tutti i suoi compagni al seguito. Due di essi mi passarono accanto
e si
gettarono su Isoka per impedirgli di scappare di nuovo.
-A
te l’onore, Choji. Perquisiscilo.
Spostai
lo sguardo da Iwao a Isoka, ripetutamente. Non riuscivo a capire quello
che
stava succedendo, né a crederci.
-Perquisirlo?
Io non...
-Iwao,
perché non lo metti a testa in giù e lo scuoti?-
propose la ragazza dai capelli
rossi, con l'aria di chi voleva finire tutto il prima possibile.
-Giusto!
Così si fa decisamente prima!
E
così fece, Iwao. Con un braccio solo, strinse Isoka per una
caviglia e lo
sollevò da terra per scuoterlo come se fosse stato un
animale svenuto da
rianimare.
A
furia di scossoni, da sotto il colletto della maglia di Isoka
penzolò fuori una
catenina d'oro con tanto di medaglietta, ma a quanto pareva non era a
quello
che Iwao stesse mirando.
-B-basta...
Lasciatemi... Io non ho più niente, lo giuro...
-Davvero?
E allora perché continui a nasconderti, eh!?
Per i primi, lunghissimi, istanti, non feci nulla. La situazione
davanti ai
miei occhi era precipitata così in fretta da lasciarmi
sbalordito e incapace di
prendere una decisione.
Ma sarei intervenuto, potete giurarci!
...se
solo non fossi stato anticipato dal suono di una campanella, grazie
alla quale
Iwao mollò la presa quasi automaticamente. Isoka cadde per
terra in maniera
scomposta, ma ancor prima che potessi avvicinarmi per dargli una mano
quello si
era già rialzato ed era corso via, senza che nessuno lo
fermasse.
-Considerati
fortunato, Isoka! La prossima volta ti denuderemo!
Uno
alla volta anche tutti gli altri ragazzi si allontanarono, lasciandomi
solo e
interdetto in compagnia di Iwao.
-Che...
Che cosa...
-Quel
suono? È il segnale della merenda. Pane e cioccolato, un
classico intramontabile.
-No,
io intendevo...
-Ah,
anche se non siamo riusciti a perquisirlo in tempo, sei stato comunque
bravissimo a trovarlo! A noi ci è sempre sfuggito per un
motivo o per l’altro!
Dimmi, qual è il suo nascondiglio?
Non
ci stavo capendo più nulla. Iwao aveva appena commesso un
orribile atto di
prepotenza davanti ai miei occhi, eppure ne stava parlando come se
fosse una
cosa normalissima! E per di più, con lo stesso sorriso
bonario che mi aveva
rivolto poche ore prima per darmi il benvenuto!
Di una sola cosa ero certo, però. Isoka non meritava di
finire di nuovo nei
guai. Così, decisi di mentire.
-...mi
spiace, Iwao, non lo so. L’ho visto mentre correva, ma non
posso dirti di
preciso dove si era nascosto.
Tornammo
davanti alla facciata principale dell'orfanotrofio. Su uno dei tavoli
da picnic
la Signorina Hiromi aveva posato un vassoio strabordante di panini
ripieni di
tavolette di cioccolato al latte. Mi unii alla calca di orfani disposti
in fila
disordinata per prenderne uno... anche se, cosa insolita per il
sottoscritto,
non avevo molta fretta di fare merenda. Un po' perché ai
cibi dolci preferivo
di gran lunga quelli salati, e un po' perché non riuscivo
proprio a togliermi
dalla testa quello che avevo appena visto.
Iwao,
un bullo? Ho visto che ha degli
atteggiamenti un po’ esuberanti, ma non avrei mai detto che
fosse anche...
–Ahio!
Ero
appena riuscito a prendere un panino, che dal nulla Yori
arrivò per
schiaffeggiarmi il dorso della mano.
-Aspetta
finché non si saranno serviti tutti gli altri. Non mi va che
si ripeta lo
stesso incidente del pranzo.
Beh,
non aveva tutti i torti. Aspettai pazientemente che tutti gli altri si
servissero, fino a che sul tavolo non rimasero due panini.
-Uno è per me, quindi l'ultimo è tutto tuo.
-Finalmente! Grazie!
Presi la merenda avvolta in un tovagliolo, ma prima di mangiarla cercai
con lo
sguardo un posto dove sedermi e starmene in pace. La stanchezza per il
viaggio
e il fatto di aver camminato per tutto il pomeriggio non era molta, ma
si stava
facendo sentire comunque. Mi accomodai sulla base di un albero
tagliato, e
finalmente potei concedermi qualche minuto di pausa.
Stavo
ancora finendo di sgranocchiare gli ultimi bocconi del panino, quando
fui
avvicinato dall'anziana Signorina Azumi.
-Ti
stai trovando bene qui finora, Choji?
-Benissimo,
grazie! È davvero un bel posto, e la cucina non è
niente male! Ho anche già
fatto amicizia... No, forse sarebbe meglio dire conoscenza, per
adesso... con
un certo Iwao, che mi ha gentilmente fatto fare un giro per tutto
l’orfanotrofio.
-Ah,
Iwao... Non mi sorprende che tu già lo conosca. Quel ragazzo
ha un modo tutto
particolare di farsi degli amici.
-Già,
l’ho notato!...
Per
un attimo, pensai di raccontarle tutto quello che gli avevo visto fare
al povero
Isoka. Ma decisi di rimandare. Purtroppo, la mia indagine aveva sempre
la
precedenza.
-Signorina
Azumi, ho saputo che l’ala ovest è chiusa fino a
nuovo ordine.
-È
così infatti. Iwao ti ha raccontato cosa è
successo?
-Per
filo e per segno. Signorina Azumi, questi ratti... sono pericolosi?
Hanno
ferito qualcuno?
-Certo
che no! Fortunatamente quei roditori non hanno avuto il tempo di fare
alcun
danno. E continueranno a non farne...
Dicendo
questo, la Signorina Azumi mi puntò la cima del suo bastone
da passeggio a un
centimetro dalla gola.
-...se
a nessuno verrà in mente di ficcanasare e liberarli. Sono
stata chiara?
Non
potevo far altro che annuire. L'avevo conosciuta solo da quella
mattina, ma mi
era già perfettamente chiaro che non dovevo far arrabbiare
quella donna per
nulla al mondo.
-Signorina
Azumi!
Ci
raggiunse in quel momento Yori, che si mise sull'attenti davanti alla
Signorina
Azumi come un soldato obbediente.
-Tutto
è sotto controllo. Tredici bambini si sono sporcati, ma ho
provveduto a pulirli
prima che le macchie diventassero secche. Anche oggi Rokuro ha preteso
che lo
seguissi per ascoltare una canzone che ha composto per me, ma non mi
sono
lasciata distrarre. Isoka continua a nascondersi chissà dove
e si fa vedere
solo durante i pasti. Non c’è altro da segnalare.
-Grazie,
Yori. Isoka purtroppo è diventato irrecuperabile, ma
finché se ne sta lontano
dall’ala ovest non c’è da preoccuparsi.
A tal proposito... continueremo a
chiacchierare un’altra volta, Choji. Ti auguro una buona
serata!
-Grazie,
anche a lei!
Osservai
le due mentre si allontanavano per parlare in privato.
Non avevo mai imparato a decifrare il labiale, ma non ce ne fu bisogno:
dalle
occhiate fugaci che mi lanciavano di tanto in tanto, era ovvio che
fossi io il
soggetto dei loro bisbigli...
...
Rimasi
seduto su quel tronco d'albero ad osservare la vita dell'orfanotrofio
scorrermi
davanti per quasi tutto il resto del pomeriggio.
Ripensandoci, lasciare che la stanchezza del viaggio si facesse sentire
non era
stata una buona idea. Ricordo poco o nulla di ciò che
accadde in quelle due ore
e mezza, e questo poteva significare una cosa solo... mi ero appisolato!
Per fortuna, a farmi da sveglia ci pensò l'ennesima
campanella, accompagnata
dalle grida di Yori.
-Lavarsi
le mani! Lavarsi le mani!!!
Tutti
gli orfani, compreso Isoka rispuntato da chissà dove come un
lampo, si misero
in fila davanti ad una fontanella per obbedire all’ordine.
-Scusate,
potete dirmi cosa sta succedendo?- domandai al primo ragazzino davanti
a me
nella fila.
-Ci
laviamo le mani, che domande! Tu non l’hai mai fatto prima di
cena?
Cena?!
Dopo
essermi pulito seguii il ragazzino nell'atrio, dove tutti si erano
fermati in
attesa di poter mangiare. Mi sembrava davvero troppo presto per
l’ora di cena,
eppure l'orologio a pendolo era eloquente.
Le
sette meno un quarto? Eppure il
sole è appena tramontato!...
-Piccini
miei, la cena è pronta!
Al
richiamo gioioso della Signorina Hiromi ci dirigemmo nella mensa in
maniera
ordinata, e stavolta fui ben attento a non fare altre figuracce.
Per puro caso, mentre mi accaparravo qualche spiedino di pesce fritto
dal bancone
del self service, mi ritrovai di fianco a Nao e Naoki, i due bambini
che avevo
conosciuto nel dormitorio.
Nel
vederli lì, in mensa, ebbi un improvviso flashback mentale.
Le due teste che si erano girate
dall'altra parte per evitare il mio sguardo oggi a pranzo... Ma certo,
erano
loro! Come ho fatto a non ricordarmene prima?
Può darsi che stessi fantasticando su un
particolare di poco conto, ma
volevo comunque saperne di più. Così, picchiettai
sulla spalla di Nao per farmi
notare.
-Ciao
di nuovo...
-Ah,
sei di nuovo tu- mi rispose lui, secco.
Forse
è meglio che rompa il ghiaccio
con la sorellina...
-Ehm... Hai dormito bene oggi, Naoki?
Sia
io che Nao ci sporgemmo per guardare la piccola, in attesa di una sua
risposta.
-Ti
ha fatto una domanda- la esortò il fratello maggiore
-rispondi, da brava.
Alla
fine Naoki fece segno di sì con la testa. Alla faccia della
timidezza!
-Mi
fa piacere. Senti, Nao... posso sedermi con voi, stasera?
-P-perché?
-Come,
perché... Così, tanto per scambiare due
chiacchiere, e conoscerci un po’ me...
-Non
te lo consiglio- mi interruppe Nao -Naoki è estremamente
timida. Se ti aspetti
di fare una lunga chiacchierata con lei, rimarrai deluso.
-Non
fa niente! A me basta...
-Choji,
datti una mossa! Noi ci siamo già serviti, stiamo aspettando
solo te per
mangiare!
Era
stato Iwao, e chi altrimenti?, a chiamarmi a gran voce dalla parte
opposta
della mensa.
-...come
non detto. Sarà per la prossima volta!
Maledicendo
la mia incapacità di saper dire di no, salutai Nao e Naoki e
andai a sedermi
accanto ad Iwao, che come a pranzo mi aveva riservato quel misero posto
in
bilico sul bordo della panca.
Questa
volta non cascherò a terra come
uno scemo, nossignore!
Con
questo ferreo proposito nella mente mi gustai la cena, a base di pesce
e
formaggio.
-E
allora, com’è stato il tuo primo giorno da noi?-
mi chiese Iwao un'oretta più
tardi, quando anche l'ultima briciola rimasta sola sul piatto
finì dentro la
mia bocca.
-Molto...
bello, grazie. Credo proprio che mi troverò bene qui.
-Sono
contento di sentirtelo dire! Di’ un po’, anche
domani ci aiuti a dare la caccia
ad Isoka?
-Domani...
Domani no, mi spiace. Avevo già in mente di fare maggiore
conoscenza con altri
ragazzi e ragazze...
-Non
c’è problema, vada per dopodomani!
-Grazie.
...per quale motivo gli date la caccia, esattamente?
Come
ebbi finito di porre quella domanda, tutti i ragazzi seduti al tavolo
si
ammutolirono di colpo. Così come, di colpo, Iwao aveva
smesso di sorridere. Era
chiaro che avevo appena toccato un tasto dolente.
-Ce
l’ho con lui- balbettò -non ti basta questo?
Quindi
è una faccenda personale tra
Isoka e Iwao, il resto del suo gruppo segue solo i suoi ordini...
-A dire il vero... Iwao, se tu mi dicessi perché esattamente
ce l’hai con lui,
forse ti aiuterei più volentie...
-Non
ne voglio parlare!!!
Iwao
sbatté entrambi i pugni sul tavolo, facendoci sobbalzare
tutti dallo spavento.
Anche negli altri tavoli era calato il silenzio. Con la coda
dell'occhio notai
alcuni ragazzi coprirsi il volto con la mano. Avevo l'impressione di
averla
appena combinata grossa. ...ma cosa avevo fatto di sbagliato,
esattamente?
-S-scusami,
non volevo farti arrabbiare...
Ignorandomi,
Iwao si girò verso la sua amica dai capelli rossi per dirle
qualcosa con un
tono di voce neanche troppo basso.
-Passa
il messaggio. Alla fine della cena lo facciamo di nuovo.
-Ma
ti ha chiesto scusa...
-Non
mi interessa. Passa il messaggio e non discutere!
La
rossa fece come le era stato chiesto.
Aprii la bocca per provare a chiedere ancora scusa, ma la richiusi
subito,
temendo di peggiorare la situazione.
Dopo un paio di lunghissimi minuti, il silenzio venne finalmente
interrotto
dall'arrivo di Yori, che spingendo un carrello passò fra i
tavoli per servire a
tutti un bicchiere pieno di una bevanda grigia che non riuscii a
identificare.
-Bevi-
mi disse, sbattendomi un bicchiere davanti al naso.
-Che
cos’è?
-Il
digestivo. Bevi.
Obbedii...
Anche se mi costò molta fatica. Parola mia, non avevo mai
assaggiato nulla di
più disgustoso!
-Bleah!
Iwao, tu come fai a sopportare questa robacci... !
Tutti
quelli seduti sulla mia stessa panca si erano alzati all'unisono.
Me ne accorsi troppo tardi.
No no no nooo...
Mi aggrappati al tavolo, ma ottenni il risultato di trascinarmi dietro
la
tovaglia e qualche stoviglia
Non ci potevo credere. Ero caduto. Di nuovo!
Stranamente non ci fu uno scoppio di risate come a pranzo, ma non era
che una
magra consolazione per la mia autostima.
L'unico che trovò la cosa divertente fu Iwao. Guarda caso.
-Choji,
sei incredibile! Ma come hai fatto a cascarci di nuovo?
-Ahi,
ahi... Non ho sentito la campanella...
-Oh,
che sbadato! Mi sono dimenticato di avvertirti! Alla fine della cena
non c’è
nessuna campanella, ma ci si deve alzare solo dopo aver bevuto il
digestivo!
Beh, ci vediamo!
Mi
rialzai di scatto per lanciargli una sguardo fulminante, ma quello
ormai era
già uscito dalla mensa di gran carriera.
Le parole della Signorina Azumi di quel pomeriggio mi ritornarono in
mente, più
chiare che mai.
“Quel
ragazzo ha un modo tutto particolare di farsi degli amici.”
Capii,
mentre cercavo di aiutare Yori a rimediare al danno che avevo causato,
che il
Mascheratore non era l'unico nemico da cui avrei dovuto tenermi in
guardia nei
giorni successivi.