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Autore: EmilyG66    24/03/2017    0 recensioni
Raccolta dei momenti speciali tra Draco Malfoy e Hermione Granger durante gli anni passati ad Hogwarts partendo dal secondo anno. Le scene possono essere sia in sequenza che non.
I personaggi non appartengono a me ma alla Rowling.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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LA SALSA

Le lezioni di quel giorno erano state parecchio impegnative ed Hermione non vedeva l’ora di addentare un succulento panino e sparire nella biblioteca o nella sala comune dei grifoni.

Dunque la so-tutto-io aveva preso posto accanto a Ron e a Ginny nella Sala Grande così che Harry, seduto di fronte a loro, potesse dare le spalle al tavolo delle serpi.

Draco Malfoy, dalla sua postazione, poteva sbirciare oltre la spalla del ragazzo sopravvissuto e godersi la vista della sua Mezzosangue preferita che masticava un panino grondante di salsa.

Quando la bruna allontanò con entrambe le mani il panino dalla bocca Malfoy sghignazzò di cuore.

La grifondoro si era sporcata l’angolo delle labbra e la guancia come una bambina.

-Hem…Hermione. –la chiamò Ron incerto. L’amica si voltò alla sua destra, verso il rosso.

-Sì. –rispose normalmente.

Weasley le passò un dito tremante sulla parte sporca di salsa parlando.

-Hai…hai…la faccia sporca di…di salsa. –riuscì a dire impacciato.

Come il suo pollice ebbe sfiorato Hermione lei arrossì colma di vergogna e si scansò da lui.

-C…certo che sì, sto mangiando. E comunque potevi passarmi semplicemente il tovagliolo. –affermò lei un po’ stizzita girandosi dalla parte opposta.

Le orecchie di Ron divennero rosse ma le passò il tovagliolo bianco sentendosi un perfetto idiota.

Dall’altra parte della sala invece un serpeverde stava per sputare tutto il suo pericoloso veleno.

-Sei morto Weasley! –sussurrò il biondo estraendo la bacchetta di biancospino con un movimento rapido e un po’ troppo vistoso.

I suoi occhi grigi erano diventati furenti tanto che vi si potevano scorgere dei fulmini proprio come in una vera tempesta.

Tuttavia, prima che potesse fare un qualsiasi gesto sconsiderato, Blaise vide la bacchetta e lo afferrò per il braccio destro tenendolo sotto il tavolo.

-Che vuoi fare Draco? –gli domandò retoricamente l’altra serpe.

-Mollami il braccio. –gli ordinò il biondo con tono duro senza guardarlo e ignorandolo.

I ragazzi attorno a loro per fortuna non lo notarono.

-Non vorrai fare sul serio? –volle sapere l’amico non lasciandolo andare.

-Nessuno ne sentirà la mancanza fidati. –si difese Draco deciso.

-Beh lei sì. –non puoi essere così geloso. –affermò Blaise abbassando ancora di più la voce.

Malfoy a quel punto lo guardò rabbioso.

-Lei è mia. –ribadì possessivo.

-E vuoi che lo sappia tutta la scuola per colpa di un panino? –gli fece notare il moro abbandonando la presa sul suo braccio.

Draco abbassò lo sguardo e con riluttanza rimise la bacchetta al suo posto, poi poggiò il gomito destro sul tavolo lasciando cadere la testa sul palmo pesantemente mentre, con l’altra mano, allontanava da sé il piatto infastidito.

Non aveva più fame.

-Odio Weasley. –ammise il biondo sbuffando.

Blaise ridacchiò, sembrava un bambino imbronciato.

-Odio anche te! –mentì Malfoy guardandolo male e facendo scuotere la testa all’amico divertito.

Riportando lo sguardo sul tavolo dei grifoni Draco aggrottò le sopracciglia.

-E odio anche la salsa. –decretò infine.

SCIARPE

Era una fredda mattinata di dicembre e Hogwarts appariva ancora più bella e imponente tutta ricoperta dalla neve.

Mentre fioccava debolmente una certa grifondoro, la regina per essere precisi, usciva nel cortile deserto spezzando tutto quel bianco con la sua vistosa sciarpa rossa e oro posta sopra il cappotto.

Hermione era decisamente allegra, amava la neve.

Ora, munita di: scarponi, guanti e cappello prendeva i fiocchi di neve con le dita.

Nessuno dei suoi amici l’aveva accompagnata, sia perché fosse palesemente freddo, sia perché era davvero presto.

Un sabato mattina del tutto tranquillo, o quasi.

Infatti Hermione Granger non era l’unica ad essersi alzata presto, anche un serpeverde era già in piedi pronto a pedinarla e ad importunarla.

-Mezzosangue, che piacevole coincidenza. Sei mattiniera. –disse il biondo rovinando il magico momento della bruna.

Lei si voltò verso di lui pronta a dar battaglia.

-Malfoy, possibile che tu debba importunarmi anche la mattina presto? – gli domandò con le mani sui fianchi.

Il suo sguardo doveva essere duro ma le guance rosse per il freddo e la neve che le cadeva addosso la facevano sembrare un angelo agli occhi del serpeverde.

-Ora non ci sono i tuoi amichetti a proteggerti, perché non approfittarne? –ammise lui dopo averla contemplata abbastanza.

Draco si avvicinò dunque alla ragazza.

Indossava cappotto, cappello e scarponi rigorosamente neri ma, anche per lui, la sciarpa verde e argento spiccava sugli abiti.

Hermione non indietreggiò ma quando lui le fu davanti e le afferrò un lembo della sciarpa iniziando a tirarla verso di sé, come a volerla strozzare, e il tessuto si strinse maggiormente alla sua gola la grifondoro si portò le mani al collo e sgusciò dalla sciarpa lasciandola nelle mani del serpeverde.

-Sta lontano da me! –gli ordinò la bruna infastidita riprendendo a respirare per poi andarsene pestando i piedi.

-Non rivuoi la tua orribile sciarpa?! –le chiese Malfoy ad alta voce, ma lei era già sparita.

Draco osservò allora quel pezzo di cotone dai colori tremendi e portandosela al volto avvertì un dolcissimo profumo di rose.

Lo ispirò a fondo. Come voleva…

Alzò di scatto la testa con un ghigno stampato in volto. Non poteva tenere la sciarpa così vistosa nel dormitorio ma poteva…

Non appena Hermione salì nella camera delle ragazze e notò la sua sciarpa sul letto pensò a Malfoy.

Si chiese come avesse fatto a recapitargliela ma la finestra sospettosamente aperta le disse che un gufo era passato di lì.

La grifondoro stava per buttare via l’oggetto nel baule quando, prendendola tra le mani, captò un delizioso aroma.

Hermione allora annusò meglio e capì di cosa si trattava. Muschio e menta.

Doveva essere l’odore di Malfoy che però invece di disgustarla stranamente le piaceva.

Senza dire una parola si mise la sciarpa e scese per la cena.

-Perché porti la sciarpa? –le domandò Ron una volta che fu seduta a tavola.

-Così. –rispose lei evasiva per poi sorridere –Ha un buon profumo. –affermò.

Al tavolo dei Serpeverde anche il principe delle serpi indossava la propria sciarpa ma era eccessivamente tirata fin sopra la bocca.

-Perché indossi la sciarpa? Non la metti mai. –gli chiese Blaise mentre mangiava.

-Ho freddo. –mentì il biondo.

L’amico sorrise beffardo.

-Hogwarts è sempre riscaldata, nessuno sente freddo. –gli fece notare.

-Beh io sì e ho anche un po’ di mal di gola. –si inventò Draco cominciando ad innervosirsi.

-Allora perché non vai da Madame Pomfey? –chiese ancora la serpe.

-Perché non ti fai gli affari tuoi Blaise?! –rispose alla fine Malfoy stufo.

L’amico non parlò e il principe dei serpeverde ficcò il naso nella sciarpa verde e argento ispirando e calmandosi subito quando il profumo impresso sulla stoffa raggiunse i polmoni.

Draco sorrise e osservò la sua Hermione che portava il proprio profumo addosso.

Infondo era stato semplice cambiare il colore delle due sciarpe con un incantesimo e scambiarle.

SAN VALENTINO

Una delle tante festività aveva colpito Hogwarts anche quell’anno. La festa dedicata all’amore e agli amanti: San Valentino.

In tutti i corridoi c’erano decorazioni esclusivamente a forma di cuore e qualche cupido era già pronto a recitare bigliettini d’amore al fortunato destinatario.

Draco Malfoy odiava quella festa per due motivi. Il primo era che tutte le ragazze lo torturavano maggiormente quel giorno e il secondo motivo era che non si poteva dichiarare alla grifondoro che amava ma doveva limitarsi a sperare, egoisticamente, che nessuno le desse romantiche attenzioni.

Hermione sembrava immune a quel periodo.

Certo, le dava fastidio che dovunque posasse gli occhi vedeva una coppia in atteggiamenti romantici perché lei era da sola, ma allo stesso tempo evitava di pensarci.

Un giorno sarebbe toccato anche a lei e quindi aspettava.

Quel giorno però una serpe decise di non farsi da parte e di provare un gesto eclatante e decisamente azzardato.

Dopo le lezioni pomeridiane e molto prima di cena il trio si era seduto al lungo tavolo dei grifoni per riposarsi e fare alcuni compiti.

La Sala Grande non era vuota ma neanche affollata e ogni cinque posti più o meno c’era un gruppetto di ragazzi che oziavano evitando accuratamente le sale comuni quel giorno.

Hermione come al solito era seduta tra i suoi due migliori amici e gli indicava gli errori nei loro temi.

Anche Draco era presente nella sala assieme ad altri serpeverde che stavano giocando a scacchi facendo stupide scommesse.

-No Ron, così e sbagliato! –lo rimproverò la bruna esasperata.

-Per la miseria! Possibile che fare i compiti con te sia peggio che farli con Piton? –disse il rosso cancellando furiosamente ciò che aveva scritto.

-Ah! Davvero!? –chiese la so-tutto-io offesa.

-Sì! Harry diglielo anche tu. –lo pregò l’amico.

Il moro alzò gli occhi dalla sua pergamena e guardò Hermione seduta in mezzo a loro.

-Beh ecco…tu sei bravissima ma un po’…critica? –provò a dire Potter.

-Oh quindi pensate entrambi che io sia insopportabile!? Perfetto, fatevi i compiti da soli allora! –decretò aprendo un libro a caso con rabbia e facendo finta di leggerlo.

-No! Hermione ti prego! –la scongiurò Ron.

-Non volevo dire quello! –cercò di rabbonirla Harry sperando di salvare almeno la propria media.

Niente smosse la regina dei grifoni così entrambi i ragazzi ripresero a scrivere.

Dopo pochi secondi qualcosa cadde sulla testa della bruna e come lei alzò lo sguardo cominciarono a piovere lentamente un’infinità di petali rosa.

Hermione li guardò allibita chiudendo il libro. Erano bellissimi.

La grifondoro ne prese uno in mano e si girò verso Ron.

-Ron smettila! –gli disse pensando che volesse farsi perdonare.

Lui, come gli altri studenti, osservava quel fenomeno sorpreso.

-Non sono io! Non so come far piovere i petali dal nulla. –affermò.

La bruna allora si voltò verso Harry che alzò subito le mani in sua difesa.

Hermione non si spiegava né come, né chi avesse potuto fare un simile incantesimo ma era davvero mozzafiato e la so-tutto-io si permise di sorridere riprendendo a guardare verso l’alto sicura che l’attenzione di tutti fosse puntata su di lei.

I dolcissimi e profumatissimi petali non le cadevano sul viso ma tutt’attorno, era semplicemente magico.

Mentre le sue iridi scintillavano beandosi di quel piccolo privilegio concesso solo a lei un petalo verde, unico in mezzo a tutti gli altri, discese davanti ai suoi occhi.

Hermione ne seguì la caduta ma quando il petalo fu a metà tragitto il suo sguardo venne catturato da quello di Draco Malfoy che, all’altro tavolo, la guardava sorridendo furbamente.

La ragazza schiuse le labbra e intuì tutto, ma non disse nulla.

Invece continuò a guardare felicemente quello spettacolo con le gote un po’ rosse.

Quando il flusso di petali terminò sul tavolo si era creato un cuore enorme con al centro il petalo verde. I presenti cominciarono a parlottare senza ritegno.

Hermione nel frattempo osservava il cuore di petali e sorrise maggiormente mentre un Malfoy decisamente soddisfatto rimetteva a posto la bacchetta.

ORDINI

Draco Malfoy camminava a passo spedito verso il prato dove aveva intravisto Hermione, seduta a gambe incrociate, che leggeva.

-Ehi Granger! –la chiamò autoritario.

Lei alzò lo sguardo dal libro che aveva in grembo e lo osservò irritata.

Non la lasciava mai in pace.

-Che vuoi Malfoy? –domandò.

Il serpeverde si fermò e parlò seriamente.

-Dammi uno schiaffo. –le ordinò.

Hermione pensò che fosse pazzo ma, incurante, si alzò da terra. Poggiò il libro sull’erba e velocemente si avvicinò a Malfoy pronta a schiaffeggiarlo.

Draco le bloccò il polso a pochissimi centimetri dal suo bel faccino pallido, sembrava incredulo e indignato.

-Mi stavi per dare uno schiaffo! –constatò arrabbiato.

La grifondoro non capì e esplose.

-Me l’hai detto tu di farlo! –gli fece notare.

-Volevo vedere se avevi il coraggio di farlo veramente! –le spiegò il biondo lasciandole il polso.

-Certo che l’avrei fatto! –confermò lei.

Malfoy a quel punto sorrise malizioso e parlò.

-Allora ti do un altro ordine. –

-Io non prendo ordini da te Malfoy! –decretò Hermione ancora arrabbiata.

-Dammi un bacio. –disse Draco semplicemente.

-…- la grifondoro tacque ancora interdetta ma poi alzò gli occhi al cielo e sospirò.

Mai che potessero fare una conversazione senza finire per baciarsi.

-Questo posso farlo. –ammise lei sorridendo prima di ritrovare la strada per le sue labbra.

IMMOBILUS

Dolores Umbridge aveva catturato alcuni componenti dell’esercito di Silente e Hermione stava mentendo per provare a sbarazzarsi della perfida donna.

-È nella Foresta Proibita. –aggiunse poi stretta a Draco che la teneva ferma.

Dolores ordinò a Harry di portarla verso “l’arma di Silente” e il ragazzo sopravvissuto l’accontentò capendo il piano della sua amica.

Una volta che la professoressa fu uscita Ron tirò fuori delle Pasticche Vomitose ma Tiger e Goyle gliele confiscarono e se le mangiarono.

I due iniziarono a dare di stomaco così, approfittando della distrazione dei serpeverde, l’Esercito di Silente si riappropriò delle bacchette ed Hermione, una volta che Malfoy fu disarmato dagli altri, sgusciò via dalla sua presa.

-Immobilus! –gridò la ragazza contro il biondo che si immobilizzò potendo muovere solo gli occhi.

Successivamente la Granger pietrificò Tiger e Goyle che stavano ancora rimettendo ed entrambi caddero in avanti.

-Forza Hermione andiamo. –le disse Ron mentre tutti uscivano velocemente dalla stanza.

-Arrivo subito. –rispose lei e il rosso sparì oltre la porta.

La grifondoro tuttavia si accostò al serpeverde biondo e lo guardò negli occhi che saettavano da una parte all’altra.

La so-tutto-io mise una mano sulla guancia del ragazzo e parlò.

-Mi dispiace. –si scusò lei.

Draco la osservava come per pregarla di non immischiarsi negli affari di Potter, come se sapeva che lei poteva rischiare la vita ancora una volta.

La Granger si alzò sulla punta dei piedi e dolcemente lo baciò sulle labbra, anche il serpeverde chiuse gli occhi assieme a lei.

Fu solo un attimo e quando la grifondoro si staccò dalla serpe gli disse: -Devo andare. –prima di correre via.
  
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