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Autore: pickingupwords    28/03/2017    1 recensioni
Lily Evans aveva sempre odiato James Potter.
Remus Lupin aveva sempre mentito.
Sirius Black si era promesso che non si sarebbe mai innamorato.
Mary MacDonald era sempre stata invisibile.
Amelia Williams si era sempre nascosta.
Nina Clarks non aveva mai avuto paura.
"Se fossimo soltanto io e te a cercare di trovare la luce?"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mary MacDonald, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Epilogo
















James Potter saltò sul tavolo Grifondoro della Sala Grande, sotto lo sguardo sgomento di tutti, mentre Remus Lupin tentò di bloccarlo prendendolo per la camicia, Sirius Black scoppiava a ridere e Peter Minus lo chiamava per nome, intimandolo a fermarsi.
Ma nulla lo avrebbe fermato.
Fu così che si avviò a falcate verso Lily Evans, posizionandosi di fronte a lei e, con le mani sui fianchi, dopo essersi schiarito la voce, disse: “Lily Evans. Io ti amo”
Gli occhi di ogni persona al tavolo si puntarono su di lui.
A Lily scivolò la forchetta di mano e restò con la bocca spalancata, senza il coraggio di dire una parola.
“Ti amo così tanto, Lily, che sono disposto a dirlo qui, davanti a tutti, urlarlo al mondo” si preparò per gridarlo realmente e la professoressa McGranitt stava per intervenire quando Lily l'anticipò bloccandolo con un gesto della mano.
“James” iniziò con tono duro e che non ammetteva repliche. “Scendi subito da lì”
Amelia fissò prima James con un sorriso stupito, in seguito la sua migliore amica per accertarsi che stesse bene, poi Sirius e Remus con sguardo interrogativo: il primo rideva di gusto, il secondo si passò una mano sul viso, sconvolto.
James Potter non accettò un comportamento simile da parte della sua bella e così: “Lily Evans, io non scenderò finché non mi darai una risposta”
“Una risposta a cosa, per Merlino?!” urlò la ragazza in preda all'imbarazzo. “Scendi!”
Lui scosse la testa. “Mi ami o no, Lily?



Qualche giorno prima.


 

 

Remus stava passeggiando con Amelia per il giardino, circondandole le spalle con il braccio.
“Come stai trovando Sirius?” le chiese, convinto che lei avesse la risposta giusta.
Amelia scosse appena la testa. “Lo vedi anche tu: è triste” disse con tono sconsolato ed i suoi occhi grandi e nocciola si rabbuiarono appena. “Mi manca il Sirius di prima” sospirò.
“Sì, anche a me” rispose lui. “Non c'è più un momento in cui io lo veda davvero allegro, Nina era diventata la sua energia vitale”
Lei rispose annuendo. “Sai, non pensavo che questo giorno sarebbe mai arrivato”
“Che giorno?”
“Il giorno in cui Sirius Black si sarebbe innamorato” lo disse con tale tono drammatico ed apocalittico che quello-che-ora-era-il-suo-fidanzato scoppiò a ridere.
Amelia lo guardò e ringraziò di aver imparato la pazienza in quegli anni, altrimenti in quel momento, forse, non sarebbe stata lì a sentire la voce e la risata del ragazzo che amava e lui non la starebbe stringendo a sé.
“Non pensavo che arrivasse nemmeno il mio, di giorno” confessò lui e lei alzò le sopracciglia in cenno interrogativo. “Beh, io non ho mai pensato di meritare l'amore” disse lui.
“Oh, smettila, John!” gli diede una spinta leggera e si distaccò da lui. “Meriti l'amore più di chiunque altro” concluse, tornando ad avvicinarsi a lui e prendendogli il volto fra le mani, percorrendo le sue cicatrici con le dita e lo baciò. “Smettila di dire scemenze e pensiamo a come aiutare Sirius” decise, non dandogli il tempo di replicare, ma prendendolo per mano ed iniziando a camminare con lui, mentre Remus, sorridendo, iniziava pian piano a convincersi che forse sì, per tutto quello che aveva sofferto, meritava di essere felice, meritava di avere Amelia al suo fianco. Meritava di amare.
Meritava di essere amato.



***



James tentava di parlare con Sirius, cercando di spostargli la bottiglia di mano: ovviamente non ottenne alcun successo.
“Lasciami stare” Sirius si scostò, sdraiandosi sul divano della Sala Comune con in mano la bottiglia di Whiskey Incendiario e bevendone un altro sorso. “Sto benissimo”
James fece roteare gli occhi in maniera esasperata, tirò fuori la becchetta e disse: “Accio bottiglia”; quando l'alcool si allontanò dall'amico verso di lui, James si spostò, facendolo rompere contro il muro.
“Hey!” urlò Sirius, alzandosi di scatto. “Che cazzo hai fatto?!” gli diede uno spintone. “L'ho pagato quello schifo”
James rispose a tono e gli diede un altro spintone. “Quello schifo, hai detto bene!” un altro ancora. “Devi smetterla, Felpato. Ti stai distruggendo!”
Era arrabbiato e Sirius lo percepiva, era come se sentisse, in cuor suo, di averlo deluso.
“Non mi sto distruggendo: sto dimenticando”
“Ma dimenticando che cosa? L'unica cosa bella che tu abbia mai avuto?!” era un rimprovero, quello.
Ci fu una pausa. “Non sto dimenticando te e gli altri” rispose con voce rotta. “Sto dimenticando una stupida ragazza”
James si fece forza: aveva parlato con Lily, le aveva promesso che sarebbero riusciti a sistemare la questione.
“Apprezzo il complimento” disse in un sospiro. “Ma sai che, invece, lei non era una stupida ragazza. Perché non vuoi ammettere di essertene innamorato, Sirius?” fece cadere le braccia sulle cosce in modo rumoroso e l'amico scattò: gli andò contro e gli sferrò un pugno sulla mascella destra.
“Cosa hai detto?!” sbraitò. “Io non amo nessuno! Non sono patetico come te!” urlò così forte, che James non riuscì a non ribattere e gli tirò un pugno nello stomaco.
“Vaffanculo!” gliene tirò un altro. “Non sono debole solo per amare una ragazza” replicò con durezza.
“Ti ha reso un rammollito, Ramoso. Non voglio diventare come te” sentenziò Sirius in una smorfia di disgusto e James trattenne le lacrime, ma non le mani: si lanciò su di lui ed iniziò a prenderlo a pugni, mentre Sirius rispondeva con forza uguale e contraria.
Quest'ultimo ribaltò la situazione, mettendosi sopra a James ed iniziando a picchiarlo ancora più forte, mentre l'amico cercava di ripararsi, smettendo di attaccare. “Fermati!” cercò di immobilizzarlo, ma Sirius era più forte, era più arrabbiato. “Per Merlino, fermati, cazzo!” gridò, riuscendo a parare il colpo ed approfittò del momento per prendere ancora lui il comando della situazione e levarselo di dosso, facendolo cadere al suo fianco.
Avevano tutti e due il fiatone e il viso sporco di sangue.
James si passò una mano sulla bocca per alleviare il dolore e la mano si sporcò di un rosso scuro intenso, riprese la bacchetta dalla tasca, si tolse gli occhiali e sussurrò l'incantesimo Oculus Reparo.
Sirius voltò la testa verso di lui e lo guardò, mentre un moto di sensi di colpa si apriva sempre più prepotentemente un varco tra le sue costole. “Scusa” sussurrò, alla fine.
La verità era che tante volte avrebbe voluto essere come James, come il suo migliore amico; ma non ci era mai riuscito.
James lo guardò a sua volta ed annuì. “Cose che capitano” distolse lo sguardo subito dopo per puntarlo verso l'alto.
“No, non per questo” replicò con una smorfia di dolore dovuta al movimento della bocca. “Per averti dato del coglione perché ami Lily, mi dispiace: è stato un colpo basso. Non intendevo dirlo davvero e non intendevo dire che non voglio diventare come te, è stata una stronzata, scusami” Sirius si sentiva davvero in colpa: la rabbia era montata tutta d'un tratto e lui era sempre stato una persona istintiva, non ragionava quasi mai prima di agire, non pensava quasi mai alle conseguenze: voleva battersi e, sopratutto, vincere. Ma quando aveva lottato contro i suoi sentimenti più oscuri, quando aveva lottato contro l'amore che provava per Nina, dopo averlo accettato con difficoltà ed esserne rimasto solo amareggiato e deluso: aveva perso. Non era riuscito a vincere contro la parte più intima del suo essere e quella battaglia lo aveva distrutto: Sirius si sentiva un debole.
Era stato l'amore a renderlo vulnerabile, perché sapeva che da quel momento in poi, non avrebbe sofferto solo se avessero fatto del male a lui, ma avrebbe sofferto anche se avessero fatto del male ad un'altra persona e l'avrebbe fatto come se loro due fossero una cosa sola; peccato che lui avesse già patito fin troppo in vita sua.
Stare vicino a Nina non era per niente semplice: era una ragazza mentalmente disturbata, aveva un supporto sia medico che morale a livello psicologico, ma questo non toglieva che soffrisse (anche se nell'ultimo periodo sporadicamente) di visoni, che nei momenti più intensi della sua vita diventasse vigile fino allo sfiorare il paranoico.
E lui si era ripromesso di aiutarla, ma come avrebbe dovuto fare? Non ne era in grado.
La sua persona era piena di demoni, di delusioni, di paure: non riusciva a gestire sia se stesso, sia un caso clinico come lei.
James scosse la testa. “Vorrei solo che tu capissi che l'amore non è debolezza” iniziò. “L'amore è forza, Sirius. L'amore ti dà l'energia che nient'altro è in grado di darti, l'amore ti fa sentire vivo, l'amore ti fa fare e dire cose che nemmeno tu avresti mai pensato di essere in grado di dire o fare, l'amore ti fa andare fuori di testa, l'amore ti dà la consapevolezza che non sarai mai solo, se la persona giusta è al tuo fianco. Cazzo, Sirius: io sono innamorato e mi sono sentito così forte poche volte in vita mia. Io amo Lily, amo quella ragazza con tutto il mio cuore e lotterò per averla, lotterò anche se ci vorranno cento anni, anche se sarò vecchio e decrepito; perché io so che non smetterò mai di amarla. L'amore muove il mondo, vecchio mio. Perché non vuoi contribuire al suo movimento anche tu?” puntò i suoi occhi in quelli di Sirius, che non rispose.
“Sai” iniziò dopo qualche secondo di silenzio. “Penso proprio che Lily prima o poi accetterà di essere innamorata di te” James non rispose, percependo che l'amico non avesse finito. “E io sarò il patrigno dei vostri figli e li porterò sulla cattiva strada” scoppiarono a ridere tutti e due insieme, sentendosi due animi tanto affini da poter essere uno solo.
“Promettimi che parlerai con Nina” disse James quando il divertimento scemò.
Sirius non rispose, ma l'amico fu sicuro di averlo visto annuire con la coda dell'occhio. “E tu promettimi che d'ora in poi penserai più a te che a me” il tono si fece roco e spezzato. “Mi hai già dato una casa, Ramoso; mi hai dato la tua amicizia, il tuo supporto: ora voglio vedere te felice, è il tuo turno”
A James si scaldò il cuore e sorrise appena, anche se nel farlo sentì un dolore abbastanza forte sulle labbra. “Affare fatto”



***

 

My love where are you? 
Whenever you're ready 
Can we surrender?
I surrender


Dopo due giorni Sirius stava aspettando che Nina comparisse dalle scale per arrivare alla Sala Grande, quando Amelia e Lily lo notarono e si avviarono verso di lui.
La prima stava per salutarlo con grande entusiasmo, che si smorzò non appena notò i lividi sul viso. “Sirius!” quasi urlò e il ragazzo, in risposta, sobbalzò.
“Che c'è?!” la bocca gli si contorse appena per il male.
“Che c'è lo chiedo io!” gli prese il viso in una mano, schiacciandogli appena le guance e rendendolo molto meno virile di quanto Sirius volesse apparire in quel momento.
Lily, dopo averlo osservato bene, si fece preoccupata: “Cosa ti sei fatto? Stai bene?” un lampo le attraversò gli occhi, guardò Amelia e l'amica ricambiò lo sguardo. “Remus sta bene?”
Sirius alzò gli occhi al cielo e si allontanò da Amelia. “Sì, stanno tutti bene” rassicurò la sua migliore amica e poi puntò lo sguardo su Lily. “Ho fatto a botte con James”
“Cosa?!” la voce di tutte e due le ragazze uscì all'unisono.
“Cosa è successo? Avete litigato? Non posso lasciarvi un secondo, per Merlino!” sbraitò Amelia. “Avete risolto? Sta bene lui? Che cavolo ti è saltato in mente, santo cielo! È James, si può sapere co...”
Sirius la interruppe. “Stai calma” le posò le mani sulle spalle e la guardò negli occhi. “Va tutto bene, abbiamo risolto. È stato un semplice scambio di opinioni” alzò le sopracciglia, per assumere un'espressione ancora più autorevole ed Amelia sembrò tranquillizzarsi, mentre Lily manteneva un'espressione corrucciata, così lui si rivolse a lei e le circondò le spalle (notò solo in quel momento quanto fosse, effettivamente, bassa, perché probabilmente la sua grandezza d'animo l'aveva sempre elevata).
“Va tutto bene, Evans. Ramoso non si è fatto troppo male” strizzò l'occhio e le diede un bacio fra i capelli e Lily, a suo malgrado, sorrise, circondandogli i fianchi e facendosi più stretta a lui.
Capiva perché lui ed Amelia fossero tanto legati: erano molto simili, tutti e due affettuosi, fisici e leali. Sirius era un buon amico e le dispiaceva averlo scoperto solo al suo settimo anno; era sincero, schietto e si faceva in quattro per aiutare le persone a cui voleva bene. Era anche impulsivo, poco razionale e amante del pericolo e Lily non aveva mai apprezzato particolarmente quel lato dei Malandrini -eccetto per Remus-, però qualcosa in loro era cambiato: non erano più soltanto degli stupidi ragazzini, erano persone che avevano acquisito consapevolezza e per rendersene conto bastava ascoltare i discorsi che facevano sul mondo fuori da quelle mura tanto sicure; un mondo oscuro e pieno di pericoli che loro erano disposti ad affrontare in nome di ciò che era giusto e lei era sicura che si sarebbero incontrati di nuovo, chissà in quali circostanze, a combattere per la stessa battaglia.
E a vincere.
Sentì la mano di Sirius stringersi di più alla sua spalla e non appena alzò lo sguardo si rese conto del motivo: Nina stava arrivando, con leggerezza, la coda si muoveva ad ogni passo che compiva.
“Le ho parlato” gli sussurrò e lui volse lo sguardo su di lei. “Penso che ora sia il tuo turno”
“Che ti ha detto?” si avvicinò di più a lei, per usare un tono più basso, vista la lontananza dalla ragazza che stava quasi per annullarsi.
“Credo debba dirtelo lei” Lily si divincolò dalla sua presa e gli lanciò un caldo sorriso, Amelia gli diede un bacio sulla guancia e si allontanò con l'amica.
Nina stava quasi per sorpassarlo quando lui la prese il polso e la fermò.
Lei si voltò verso di lui, con occhi interrogativi. “Black” disse soltanto.
“Ciao” rispose lui e quando Nina si rese conto della faccia rovinata gli posò una mano sul viso.
“Che cosa hai fatto?” domandò con tono dolce.
Lui si aggrappò alla sensazione che il contatto con lei sapeva dargli e chiuse gli occhi, per un secondo. Pensava che lei fosse arrabbiata con lui, perché non lo era? Perché non lo rimproverava? Perché si comportava in modo così affettuoso? Sirius voleva che fosse arrabbiata con lui, voleva che gli tirasse uno schiaffo, voleva che qualcuno reagisse nell'unico modo che lui conosceva: come aveva sempre reagito la sua famiglia alle sue ribellioni, alle sue idee rivoluzionarie, al suo comportamento. Invece, più andava avanti, più incontrava gente che lo trattava con gentilezza e lui non era capace di rispondere alle carezze, gli avevano insegnato a rispondere solo agli schiaffi.
“Io e James ci siamo picchiati” spiegò prendendole la mano nella sua e intrecciandone le dita.
Nina lo guardò con sguardo interrogativo, sia per il gesto che stava compiendo, sia per la spiegazione che le aveva appena recato.
“Ho bisogno di parlarti” sentenziò Sirius e lei, se possibile, inarcò ancora di più le sopracciglia.
“Cosa vuoi?” si era fatta più distaccata, ora, temeva le conseguenze del discorso che lui voleva farle.
Sirius non rispose e la prese per mano, portandola il più lontano possibile da tutti: andò al settimo piano e fece comparire la Stanza Delle Necessità, aspettandosi di vedere Nina stupita, cosa che non accadde.
“Conoscevi questa stanza?” le chiese leggermente deluso mentre entravano.
“Dove pensi che sia andata per sette anni quando stavo male e avevo bisogno di star da sola?”
Quello che si trovarono davanti fu un luogo accogliente: era ricco di tappeti su cui sdraiarsi e divani su cui sedersi, ogni tono era sull'azzurro, colore che si abbinava perfettamente con il cielo che si vedeva dalla finestra.
“Di cosa volevi parlarmi?” tornò sulla difensiva ed incrociò le braccia.
“Nina, io ho bisogno di sapere se ancora una piccola parte di te vuole riprovarci” confessò. “La nostra storia è stata tanto veloce quanto intensa e io so perfettamente che ci siamo distrutti a vicenda” le si avvicinò e lei arretrò. “Ci siamo fatti male e lo so, ma...” Sirius si bloccò. “Io non so dire queste cose, porca puttana” si passò una mano sui capelli e pregò che la parte più simile a James che aveva dentro di lui affiorasse e prendesse il sopravvento. “Okay, vuoi la verità?” chiese come domanda retorica, lei non rispose. “Io non so come si fa a fare niente: io non so amare, Nina, non so cosa voglia dire dare tutto se stesso ad un'altra persona e mi fa una paura fottuta anche solo l'idea” lei stava per ribattere, quando lui la fermò. “No, devi lasciarmi finire” la intimò. “So solo una cosa: senza di te non sto più bene; è come se mi mancasse l'aria ed ogni volta che tento di prendere un respiro profondo non faccio altro che soffocare ancora di più”
Non disse più niente e si voltò, intimorito dall'effetto che le sue parole potevano aver prodotto.
Nina si ricordò di ogni attimo passato al suo fianco, si ricordò di come le sue paure l'avessero mangiato dall'interno e di come lei si fosse sentita male e non seppe che scelta prendere: avrebbe dovuto riprovarci? Avrebbe dovuto rischiare di nuovo?
Lei era una persona instabile e fragile: un altro fallimento l'avrebbe devastata.
La vera domanda che avrebbe dovuto porsi era: ne sarebbe valsa la pena?
“Promettimi una cosa” iniziò Nina e lui sollevò appena la testa, facendosi vigile. “Promettimi di non spezzarmi il cuore, questa volta”
Sirius si voltò e puntò gli occhi nei suoi.
Te lo prometto

 

***



“Mi ami o no, Lily?”
Al sentire quelle parole, la ragazza ammutolì ed iniziò a tremare leggermente; fu l'intervento repentino della McGranitt a salvarla da quella situazione terribilmente imbarazzante.
“Signor Potter, non penso sia il modo di corteggiare una signorina: la prego di scendere e di recarsi nel mio ufficio, ci saranno provvedimenti” James non rispose e continuò a puntare lo sguardo su Lily.
Sì, avrebbe pensato a se stesso e nessun altro, in quel momento.
“Scendi” mimò Lily con il labbro e lui dopo un momento di esitazione eseguì.
Amelia aveva una mano sulla bocca, stupita, Alice continuava a dare gomitate sia a Frank che a Lily, Remus nascondeva il viso sollevandosi la tunica e Sirius soffocava le risate, anche grazie a Nina che gli tappava la bocca con una mano. “Non è il momento, cretino” disse a bassa voce minacciosa.
Calò un silenzio totale nella Sala Grande e gli unici rumori che si sentirono furono i passi di James Potter e della professoressa, che si facevano sempre più lontani.
Gli occhi di tutti i presenti nella Sala erano puntati su Lily Evans, che sentì il cuore ricominciare a battere solo in quel momento.
Sospirò profondamente e, di punto in bianco, scoppiò a ridere.
Amelia la guardò allarmata e le posò una mano sulle spalle. “Lily, tutto bene?” L'amica non riusciva a smettere di ridere e fece fatica a contenersi. “È pazzo” disse soltanto tra uno spasmo e l'altro. “Mio Dio, è pazzo” ripeté. Remus si alzò e le andò vicino, seguito da Sirius.
“Rossa?” chiese quest'ultimo, leggermente preoccupato dalla reazione. “Stai bene?”
Lily annuì tra le risate, che stavano per influenzare anche Sirius, ma Remus gli diede una gomitata per fermarle. “Sto benissimo” rispose. “ È pazzo, James Potter è pazzo” ripeté scuotendo la testa. “E io sono più pazza di lui, per essermene innamorata” disse fra sé e sé.
Le persone che riuscirono a sentirla trattennero il respiro, Amelia e Sirius per primi, mentre Remus sorrise appena.
“Devo andare” annunciò Lily e si alzò dalla panca per poi iniziare a correre, senza sentire i fischi e gli applausi delle persone che avevano assistito alla scena, senza sentire il richiamo di Amelia, senza sentire nulla.
Raggiunse l'ufficio della McGranitt e bussò con forza, impaziente. “Sì?” domandò la professoressa aprendo la porta e lanciandole uno sguardo stupito “Dov'è James?” chiese di getto.
“È al campo di Quidditch, sta sistemando gli...” non fece in tempo a finire che Lily si allontanò urlando: “Grazie mille!”
Non aveva mai corso così veloce in vita sua e arrivò al campo in pochissimo tempo. “James!” gridò, ma non ottenne risposta.
“James!” continuò a cercarlo, finché lui non sbucò dallo spogliatoio. “James!” urlò di nuovo andandogli incontro.
“Sono in punizione, non posso ricevere visite” disse scuotendo la testa lui e lei scoppiò a ridere per poi raggiungerlo, posare le braccia attorno al suo collo e baciarlo.
James non seppe mai cosa accadde per certo nel suo corpo in quel momento, ma si sentì così felice, da avere il cuore che rischiava di uscirgli dal petto. “Era un sì?” domandò non appena si separarono e Lily Evans, dopo essersi finalmente lasciata andare ai suoi sentimenti, annuì con un sorriso.



Qualche mese dopo.


Lily camminava fuori dal portone della scuola, per andare in giardino, teneva un libro sotto braccio ed aveva il volto stanco, fu colta di sorpresa quando Amelia le saltò sulla schiena con un grido.
“Sei impazzita?” rise lei togliendosela di dosso.
“No, sono felice!” rispose l'altra entusiasta. “Sono felice, felice, felice!” urlò così forte da farsi sentire in tutta la scuola. “Abbiamo finito!” puntò le braccia al cielo, che furono prontamente prese e portate a al loro posto da Remus Lupin, che la circondò in un abbraccio. “Non fare troppo baccano, signorina, sono ancora in tempo a non promuoverti per disturbo della quiete pubblica”
Amelia sbuffò e si divincolò, sotto lo sguardo di Lily che si stava pian piano rilassando, anche alla vista di James Potter, il quale si faceva sempre più vicino dopo essere uscito dall'aula dell'esame in compagnia di Peter, Sirius e Nina; Frank ed Alice erano poco dietro di loro.
“Allora, quanto hai preso, Rossa? Il massimo più uno?” la prese in giro Sirius, beccandosi un'occhiata esasperata da Nina. Finalmente i due avevano provato a stare insieme e tutti, da fuori, potevano dire che le cose stavano andando bene; così come potevano dirlo i due in questione. Sirius aveva iniziato ad aprirsi di più e Nina a lasciarsi aiutare se ne aveva bisogno.
Erano due caratteri turbolenti, ma questo non escludeva il fatto che riuscissero a dominarsi a vicenda.
“Veramente sono po' nervosa, la terza domanda mi ha messa in crisi e...” sentì un bacio posarsi leggero sulla sua fronte.
“Sarai andata benissimo, Lils” le disse James con un sorriso dolce e lei non poté far altro che credergli.
“Che ne dite? Andiamo a festeggiare quest'ultimo esame con una Burrobirra?” propose Peter con entusiasmo e tutti accettarono sentendosi sempre più leggeri.
Stavano per avviarsi quando Lily fu fermata da una mano che le prese il braccio, si voltò di scatto.
“Mary” sgranò gli occhi, quasi incredula e tutti puntarono lo sguardo sulla scena.
“Ciao, Lily” schiarì la voce. “Volevo solo salutarti, non so se ci rivedremo, quindi mi sembrava il caso di... Ecco, insomma...”
Lily sorrise appena e la strinse in un abbraccio. “Mi ha fatto piacere vederti” sussurrò.
“Anche a me” sorrise Mary tra i capelli rossi di Lily.
“Mi raccomando, prenditi cura di te”
L'altra sorrise e dopo essersi separata da Lily, volse lo sguardo su Amelia, che si avvicinò piano. “Spero che gli esami siano andati bene” disse, sentendosi in imbarazzo e Mary annuì. “Beh, allora buona estate”
“Anche a te, Amy”
Mary avrebbe voluto abbracciarla, ma si trattenne consapevole del fatto che non sarebbe mai riuscita a rimarginare per intero ciò che aveva distrutto.
“Ci vediamo” disse, alla fine, a tutti gli altri. Andò a salutare Alice, con un bacio sulla guancia e si allontanò in direzione opposta alla loro.
Ci fu qualche attimo di silenzio, poi Remus chiese: “Beh, questa Burrobirra?” e tutti sembrarono svegliarsi da un sonno profondo ed iniziarono a camminare.
Il mondo era ben diverso dalle mura sicure di Hogwarts e loro lo sapevano; ma erano anche pronti ad affrontarlo.
Insieme. 


 

 

Lily Evans si era innamorata di James Potter.
Remus Lupin aveva, finalmente, detto la verità.
Sirius Black si era innamorato.
Mary McDonald si era mostrata.
Amelia Williams era venuta alla luce.
Nina Clarks aveva affrontato la sua paura.










flowers' corner

che dire, quasi non riesco a credere di aver finalmente terminato questa storia, rischio quasi di commuovermi.
sono fiera di quello che ho fatto e so di averci impiegato molto, ma tra i problemi personali e non, purtroppo questa è stata la tempistica.
spero vi sia piaciuto leggerla, quanto a me è piaciuto scriverla.
grazie a chiunque ne abbia letto anche solo una riga.
tantissimi baci sul baso.

  
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