Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: queenjane    03/04/2017    1 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le lettere di mia madre le scoprii dopo due o tre giorni, il mio mondo andò in frantumi e appresi la coesistenza, nel medesimo giro di danza, di rabbia e tristezza e la potenza salvifica della passione.
E forse potevo capire il principe Raulov, ma non giustificava quello che aveva fatto a me e mia madre, o forse lo ignorava.
Pensieri ossessivi e dolorosi, mi veniva da piangere e mi imponevo di sorridere.
Continuai a visitare la famiglia dello zar, a sorridere, giocare con Alessio, che si sottoponeva a cicli di dolorosi massaggi e bagni nei fanghi termali, massaggiandogli le mani fredde, sussurrando in francese e in inglese che era un eroe, un piccolo Achille.
 Il mio combattente.
Che voleva godere la vita, non tollerava restrizioni  e la malattia era una condanna, da quando era nato, la mia era invisibile, un anatema, l’essere una  probabile bastarda, come avevo appreso.
Mi sentivo una bara, una giocoliera, Felipe, il mio antenato, ritornava come un monito.
Nato fuori da legittime lenzuola, suo padre nobile, la madre una contadina,  aveva visto la luce in Spagna, salvo passare alla corte di Caterina II, aveva combattuto, guadagnandosi una sorte diversa e i suoi titoli, sposato una principessa russa, salvo poi sposarsi in seconde nozze per amore.
Aveva forgiato una dinastia nelle terre dell’est, io che discendevo da lui potevo e dovevo agire. Non rimanere una foglia in balia della sorgente, me ne sarei andata, inventando una nuova sorte.  Al diavolo tutto.
Compreso Alessio che mi cercava sempre, il suo viso deluso e le sue braccia vuote le scordai, anzi le omisi.  Tanto, si meritava di meglio che sprecare il tempo con me.
Egoista fino alla mia ultima stilla.
Che poi lui mi avrebbe amato, a prescindere, i bambini sanno sempre perdonare, si inventano un loro magico mondo.
 
 
“Sposami, mi vuoi sposare.. Catherine”...il palpito delle sue parole, il suo respiro contro le mie labbra, le sue mani nelle mie, il suo calore, ora e per sempre, il mio pilastro nella tempesta, ai piedi era caduto un mazzo di violette.
Dream back, un azzardo, ci conosciamo tanto poco, io e te, Luois..
Appoggiai la schiena contro il tronco dell’albero, apparivamo come una giovane coppia di innamorati che passeggiava sui giardini vicini al fiume Neva, l’inverno che lottava contro l’incipiente primavera.
Quante volte sono scappata nel raggiungerti, ho perso il conto, non importa, dopo quello che ho scoperto..
Mia madre, in apparenza perfetta, era solo una ladra di verità, una bugiarda che aveva mentito al marito e al mondo, me compresa.
Avevo trovato quelle lettere in uno stipo, lettere d’amore, dal novembre 1893 all’aprile 1894, le date erano chiare, io sono nata nel gennaio 1895 .. Un caso malevolo e la mia curiosità infernale, avevo riconosciuto la grafia della principessa mia madre, ma le risposte .. non erano di certo di suo marito. Erano stati abbastanza saggi da non scrivere il nome di lui e evitare precisi riferimenti, ma fossero stati davvero accorti avrebbero distrutto le prove..
La mia curiosità contro ogni forma di decoro e privacy.
Per non pensarci, mi ero ritrovata a gestire .. no,mi ero innamorata di Luois, ogni volta che potevo andavo furtiva da lui, un eccesso via l’altro, emozioni nuove, mai provate, una scossa di terremoto.
Mi tesi, sinuosa, un salice, un serpente e soffiai un “SI’ ”gioioso sulle sue labbra.
“Ho perso il sonno e l’appetito per te, Catherine, io ti voglio con me ogni giorno della mia vita, da ora in avanti.”Una buffa smorfia, che lo fece apparire un ragazzo giovane come me. Pure, se avessi sbagliato, su mia madre avevo sbagliato tutta la vita, lui era poco meno di un estraneo e ..
“Sì… di nuovo sì  .”
“Ti ho compromesso come uno stupido, senza onore”Ma non avevamo fatto l’amore, questo no, e io ero già compromessa.
Come si diceva fosse compromessa  e perduta la dinastia, a febbraio si era tenuto un ricevimento al Palazzo d’Inverno, per tre ore dignitari e dame erano sfilati dinanzi allo zar, inchinandosi, e baciando la mano alle due imperatrici, la vedova e la regnante, salutando poi lo zarevic.
Il ragazzino non ce la faceva a stare in piedi, perché soffriva ancora per i postumi di Spala  ed era semisdraiato su una poltrona, pallido e sofferente, distante nel suo mondo.
 Pareva un addio, un funerale, non un omaggio a una speranza, tutto era perduto. Quando era stato il mio turno mi aveva riconosciuto, di primo acchito, stendendo una mano, gli avevo stretto il palmo, allontanandomi poi veloce dopo l’inchino di rigore.. Stai tranquillo Alessio, ci vediamo poi, non ora, non  è il caso, il protocollo incombe.
Volli attribuire alla stanchezza, allo sfinimento fisico delle lunghe ore in piedi, per le cerimonie civili e religiose che mi colse la voglia di piangere.
Tornando a noi, invece, il matrimonio era già una faccenda complicata senza infilarci in mezzo la differenza di fede religiosa, io ortodossa, lui cattolico, la diversità di rango, nominalmente ero una principessa, lui un conte straniero,il venire da due paesi diversi,io minorenne, la passione per me poteva costargli una carriera ben avviata e la reputazione.
Tutto spariva, io volevo lui e lui voleva me, ma sarebbe stata una dura lotta, lui poteva ben apparire un cacciatore di dote, un avventuriero che aveva fatto girare la testa a una sciocca fanciulla .. e fu uno dei momenti più belli della mia vita, pur se venato dal disgusto per la scoperta di quel segreto, che avevo violato come una sciocca.
 
Era la fine di marzo 1913, preparammo un piano.
Il viso della principessa Ella era color brace. “Sei solo una ragazzina e lui ti ha fatto girare la testa.”
“No.”
“Tu non sai nulla dell’amore e hai letto troppo, impara questa lezione, figlia mia, che di rado una principessa si sposa per sentimento.”
“Lo so”
“Ragazzina, potrei mandarti in collegio, chiuderti in casa e rovinargli la carriera .. Lo sai bene che il matrimonio di una principessa va gestito .. “ Cercò le parole appropriate, di essere conciliante, parlavo con lei che suo marito si sarebbe adeguato alle sue determinazioni, lo sapevamo entrambe, le sue mani disegnavano armate di disperazione “Senza essere preda di un capriccio, una emozione.”
“In sintesi, un affare da far sbrigare a chi più ha esperienza di me. .. dico bene, Madre? Signora Madre”In genere la chiamavo Mama, all’inglese, o Maman, non so  se registrò il cambiamento formale, o forse dopo, poi, in quei momenti era troppo in collera.
“Esatto. Le cose vanno così”
“E per finire come voi e il principe Raulov, uniti di malavoglia, Signora Madre -La stoccata che fece irrigidire Ella.”Ma io voglio sposarlo, punto e basta.” Lo schiaffo partì, immediato, il viso di Catherine divenne una gelida maschera, le iridi strette a fessura, dura e determinata.
“Tuo padre..
“Il mio presunto padre. Signora Madre.”
“Cosa?-“La zittì, quello era il momento di sferrare il colpo.
“Ho scoperto le vostre lettere e ho appurato, a diciotto anni, come la mia vita sia solo una menzogna, adesso capisco perché non mi quasi mai .. tollerato, capisco. Dimostratemi che sbaglio, madre. Signora Madre “ Scansandosi dalla sua mano tesa.
“Molto bene e cosa vorresti concludere?” Annaspò Ella, senza negare, quindi era la verità, aveva raccontato bugie a tutto il mondo, ma non a sua figlia, non in quel momento, chi tace acconsente, rifletté Catherine.
“Sposarlo, punto e basta, voi non dovete interferire. Signora Madre.”
“Eccoci al melodramma.. Comunque,  visto che credi che io sia l’ultima persona che debba impacciarsi, chiariamo due concetti.  Mi  auguro che tu non sia incinta. No, sei appassionata ma non avventata, voglio sperare, comunque potresti scoprire che senza dote non ti vuole. Che ti prenda, solo con i vestiti che hai addosso, un regalo, visto che non hai contanti. Nemmeno un copeco”
“Andrei via lo stesso, Signora Madre, con o senza lui, i bastardi non meritano nulla, no? Sono finiti i tempi di Felipe de Moguer, nato da un Fuentes,  il nostro grande antenato”Si inchinò e prese congedo senza permesso, mentre Ella rimaneva immobile, apprendendo il peso del passato, dei trascorsi egoismi e della lussuria, il disprezzo di sua figlia, come pure aveva disprezzato lei sua madre, pur variando i motivi.
E avrei (ri)conosciuto e amato un Fuentes… Il ciclo che si chiudeva, una battaglia terminata.
Dopo lo scontro, la cortesia formale e le frasi di prammatica, buongiorno, buonanotte, passatemi il sale, salvarono dal silenzio a tavola, ma se Ella entrava in una stanza, sua figlia ne usciva, dopo essersi inchinata o stava barricata nel suo appartamento, salvo poi mollare tutto e andare nell’alloggio dei Raulov a Carskoe Selo, un fait accompli.
Suo fratello percepiva la loro tensione, e venne sgridato da entrambe, invitato a farsi gli affari suoi, che erano cose da grandi e stesse zitto, guai a lui se riferiva qualcosa a qualcuno, entrambe minacciarono di picchiarlo e il bambino dedusse che le donne erano davvero strane, ma lui che colpe aveva. Tuttavia non osò far uscire un solo fiato, diplomatico e discreto come R-R suo zio.
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: queenjane