Ella parlò con Nicholas.
“Non hai negato.”
“ Non potevo, Nicky, davvero, ho mentito tutta la vita, ma.. non ce l’ho fatta. Non ha capito però .. chi fosse il suo padre naturale.”
“Prenderò informazioni su questo francese .. poi Ella? Vuoi che lo faccia espellere dalla Russia.. o.. ordini controlli, potrebbero scappare.”
“È innamorata, Nicky, o pensa di esserlo. Verrà da te, per convincerti a convincermi.”
“Perdonami, Ella.”
“Non è colpa tua, anzi. Se ne andrà Nicky, quindi tanto vale salvare il salvabile e .. ha il coraggio che io non ho avuto. Per me e te .. non era possibile, per una ragione o l’altra, inutile rinvangare il passato”Percepiva il respiro salato di lui tra i capelli, mentre la abbracciava.
“ Di un principe si sposa per amore, Ella.”
“Ma nostra figlia sì. Voglio che abbia questo dono.. di sposarsi per amore.”
“ Così sia, Ella. Ma forse non è amore.”
“Loro credono di sì e tanto basta.. possiamo noi definire l’amore mio zar?”
“ Sono tuo, Ella. Ricordalo. Oggi come allora. “
10 aprile 1913, il giorno dell’udienza presa al volo con lo zar, oscillavo tra rabbia, orgoglio e passione, un ribollire di sensazioni che mi lasciava esausta, come i dubbi che mi rodevano.
Non sarei andata dalla zarina, le riserve che aveva verso mia madre potevano essere una arma a due tagli. Per Alessandra, il matrimonio era il destino migliore per una donna, ma io non volevo esserle debitrice, o, peggio, che si rifiutasse di aiutarmi, dato che asseriva che un figlio deve obbedire sempre ai genitori. Peraltro, si sarebbe convinta di avere avuto sempre ragione, che ero davvero una ribelle, una gramigna. E avrei vestito la mia maschera, parlato con lo Zar.
In fondo, avevo già intuito.
“E’ un piacere vederti, Catherine, come stai?
“Bene, Maestà”
“Quanto siamo formali, sai che non importa.. Cosa devi dirmi di particolare?
“Che ho bisogno del vostro aiuto.” Diretta e concisa, la faccia tosta non mi faceva difetto, a quel punto giocai a carte scoperte, senza giri di parole.
“Per ..?
“Convincere mia madre a rivedere le sue posizioni. Mi sono innamorata, Maestà, e vorrei sposarmi, il prima possibile, lui si è proposto e io lo ho accettato.”
“E lei non è d’accordo-“Una diagnosi esatta.
“Io sono innamorata di Luois de Saint Evit, non mi sposa per interesse, anche se potrebbe parere. Siete il mio padrino di battesimo, mi avete sempre detto che per qualsiasi cosa potevo rivolgermi a voi e .. desidero questo.” A posteriori, so di avere avuto una arroganza che poteva essere oltraggiosa, da ciarlatana e imbonitrice.
Cadde il silenzio, lui accese una sigaretta e le volute serpentine si innalzarono tra i libri e le boise ries verdi. La barba castana, ove batteva il sole, si accese di riflessi color mogano, come accadeva ai miei capelli per lo stesso fenomeno, strano che non vi avessi mai badato, come alle piccole rughe che aveva sul viso, intorno a occhi e bocca, leggere sulla fronte, era invecchiato tutto insieme?
“ A me? Cioè, perché sei venuta da me?”
Rimasi in silenzio, gli occhi fissi, senza abbassare lo sguardo e capii che Ella mi aveva fregato, mi aveva preceduto, una intuizione senza prove, come una folle idea che mi rimbalzava nel cervello da molte settimane e che soffocavo sul nascere, inorridita.
“Ho promesso, principessa, le promesse vanno sempre onorate, solo rispondi sinceramente a questo. Sei convinta, di tutto il cuore.”
“Si. Non è un capriccio, una mera infatuazione, anche se ho 18 anni, lui circa dieci in più, è cattolico e io ortodossa.
“E via così. Una volta ti ho detto che possiedi coraggio, che avresti trovato la tua strada e .. Hai il mio consenso, fanne buon uso. “
“Grazie. GRAZIE”
Con poca principesca dignità gli buttai le braccia al collo, mi baciò sulla guancia, poi sancì che era il caso di festeggiare.
“Posso usare il telefono, io dovrei dirlo a ..”
“Accomodati, principessa, io esco.”
La sua risata passò la porta mentre componevo un certo numero, l’interno diretto dell’ufficio del mio fidanzato all’ambasciata.
“Luois, je suis moi.
“Catherine .. Mon amour.
“Oui, il a dit oui, je serai ta femme.
- ....
“Catherine ?Je t’aime.
“Moi aussi, je t'aime. Je t'aimerai pour toujours.
Lo avevo voluto e la passione sarebbe sbocciata, mi voleva tutta intera, corpo e anima.. avevo osato e vinto, come la principessa Ella.
Sei come tua madre.. ora e sempre.
In fondo, Alessandra aveva ragione, pensavo solo a me stessa.
Variava l’equazione, il risultato era quello.
E ci siamo intese poi nella fine, peccato nel ritardo.
Quando uscii dallo studio, capii che il lieto annuncio, pur se in via informale era stato dato.
Maria Nicolaevna mi abbracciò, lei sognava da un pezzo i figli e il matrimonio, in via traversa era contenta per me, Tatiana mi strinse il braccio e chiese degli addobbi, e di poter disegnare il vestito da sposa, Anastasia voleva fare la damigella e Alessio chiese se era il caso di dover vestire l’uniforme.
Alix sorrideva. Sghemba, dal suo divano, accanto a lei Anna Vyribova che osservava il mio corpo snello, da vergine, lei che era stata sposata e rimaneva sempre vergine, che le nozze non erano state consumate, se non aveva giaciuto con Rasputin, cui era devota, si malignava di quello e molto altro.
Olga evitò di toccarmi, fece le congratulazioni e brindò alla mia.
Sapevo di averla ferita a morte, avevo deciso a capo fitto, senza parlare con lei.
L’avevo esclusa e messa all’angolo.
Ero come mia madre, pensavo solo a me stessa.
Come Giuda, l’ho rinnegata e tradita, lei mai.
Dai quaderni di Olga Romanov alla principessa Catherine: “ scrivo mentre attendiamo di andare a Ekaterimburg, i nostri genitori e Marie ci hanno preceduto, che Alessio non sta bene e non può ancora muoversi. La mia insonnia è ormai radicata, così che continuo ad annotare. Mio padre uscì dallo studio, dando il lieto annuncio. Rimasi di sale, poi salì una grande rabbia. Non eri una mia proprietà, mai lo sei stata, avevi diritto ai tuoi segreti, ma che ti ritrovassi fidanzata e presto sposa era una sorpresa .. INATTESA. E, immensa, la delusione di esser stata tagliata fuori da un avvenimento importante della tua vita, di non aver partecipato emotivamente alla tua scelta di sposarti, te che dicevi di non volerlo fare. Non eri tanto coerente, credimi. Ma oggi so che quando una persona soffre ben di rado si cura degli altri, una lezione che ho ben imparato, fino a renderti libera“
E mi sono sposata nel mese di giugno 1913 a Peter Hof, con Luois, mie damigelle le granduchesse, invitati gli zar e la zarina madre e molti altri.
Usammo la cappella reale, sotto le volte immense, tra le lesene dorate e fiori a profusione.
Alix sorrideva, era tranquilla e a suo agio, quel giorno non lamentava alcun malanno, mi sposavo e andavo via, regalo migliore non potevo farle.
Mio fratello Alexander portò il cuscinetto delle fedi senza inciampare, serio e compito, mia madre pianse per buona parte della cerimonia, in modo composto, era commossa.
Infine, era stata migliore di me, mi aveva lasciato andare, aveva voluto che mi sposassi per amore.
Era amore, allora come oggi, con il senno del dopo, so che lo avrei sposato comunque.
Ho ricordi vaghi, frammenti di immagini, le firme sul registro, le candele e il bagliore del sole, prima del rito ortodosso era stata celebrata la cerimonia civile, a Parigi ci saremmo sposati secondo i riti del cattolicesimo.
Due anelli, quello di fidanzamento, uno squisito zaffiro circondato da perle, un monile di famiglia di mio marito, e la vera nuziale, una semplice fascia d’oro con incisa la data e il suo nome.
Che ho fatto?
Il vestito bianco, satin e tulle, i capelli raccolti in alto, forcine d’argento e diamanti, ringraziando Tatiana che si era profusa nel disegnare l’abito, una prova di affetto e fantasia.
Sei bellissima.
La più bella del mondo.
Ogni sposa è così, il giorno delle sue nozze..
Dark brightness, l’oscura lucentezza.
Mio zio chiosò che il matrimonio era in genere per tutta la vita, almeno fino al divorzio, anche lui era commosso, orgoglioso, felice.
Dai quaderni di Olga Romanov”..era caldo, in quegli ultimi giorni della primavera. Arrivasti solo con dieci minuti di ritardo, era la tradizione, scommetto che ogni minuto era un anno di tormento, eri impaziente e lui scrutava il portone, vestito dell’uniforme dell’esercito francese, come se temesse qualche scherzo, un cambio di idea. Poi, eccoti, la testa alta, sotto il velo sorridevi e lui ti sorrideva. A prescindere da tutto, era innamorato di te, ricambiato. 18 anni tu, 25 lui, parevate destinati a rimanere insieme per tutta la vita. Perdonami, ma allora non riuscivo essere del tutto felice per te”
|