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Autore: Zomi    10/04/2017    4 recensioni
Vampiri, Zombie, un Tanuki goloso di marmellata, Spaventapasseri terrorizzati e... ah si, una Nāga!
Cos'altro può mancare ad Halloween?
Ma ovviamente un Cacciatore di Demoni e la sua Strega.
★Fanfiction partecipante al contest “Halloween Party – La Grande Zucca” di Fanwriter.it★
♥Prompt scelti ed ideati da Gibutistan♥
~Capitolo 7 partecipante alla Seconda edizione del "Halloween Haunted Run" indetto da Torre di Carta~
Raccolta basata su fatti e personaggi della One Shot "Storia di una notte senza luna (… e di un marchio fatto per sbaglio)"
Genere: Sentimentale, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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★Numero Parole: 1451
★Prompt/Traccia: 16-Macchie


 


4°capitolo: 16-Macchie
 
Avanzavano lenti lungo il corridoio dell’edificio.
Ogni passo riecheggiava nel silenzio assoluto della casa, rimbombando contro di loro quasi che il buio notturno ne facesse da eco.
Nami tremò, aggrappandosi con maggior forza alla blusa di Zoro, che avanzava a passo sicuro con la sola traballante luce della candela che reggeva in mano a guidarlo.
-Zo-zoro…-  piagnucolò la strega, non osando staccare gli occhi di dosso dalla schiena del compagno.
-Shh!- la zittì non voltandosi a prestarle attenzione –Ce n’è un’altra-
Nami si morse le labbra con forza per non lasciarsi scappare l’urlo impaurito che le fece vibrare la gola.
Riluttante, abbassò gli occhi ai suoi piedi, bisognosa di sapere dove fosse per evitarla più che per essere certa che vi fosse davvero.
Sentì le tempie pulsarle con violenza e la vista traballare appena quando posò gli occhi sulla densa e ampia macchia rossastra che ungeva il pavimento su cui camminavano.
Le dita si serrarono sul tessuto della maglia del cacciatore e le unghie rischiarono di graffiargli la schiena in una muta richiesta di scappare da lì della giovane.
Era la decima.
La decima enorme, densa, coagulata e scarlatta macchia che trovavano da quando avevano messo piede in quella casa.
Si erano fermati al villaggio di quella piccola landa Polacca solo per rifornirsi, ma le storie di strani incursioni delle case dei poveri abitanti e del ritrovamento di numerose macchie appiccicose non erano rimaste a lungo ignorate dal Cacciatore di Demoni.
Lì per lì Nami non si era preoccupata: un demone che si divertiva a rubare nelle case e a imbrattarle doveva essere un compito da poco per il suo cacciatore, in più le loro casse piangevano e necessitavano di liquidi sonanti.
I suoi piani di arricchirsi avevano avuto una brusca frenata e un immediato desiderio di fare dietro front quando le avevano comunicato di che sostanza fossero le macchie che il demone tanto si divertiva a disseminare nelle case che visitava: sangue.
Denso, coagulato, ferroso e rosso sangue.
E così i piccoli furtarelli di cibo erano subito mutati in una disperata ricerca di saziare la fame del demone che, quando non trovava pace nelle dispense di marmellate dei contadini, molto probabilmente si riversava su piccoli animaletti, dissanguandoli e lasciando nelle case piccole chiazze a testimonianza della sua cena.
Ma chi poteva assicurare che tale appetito, una notte, non volesse sfamarsi di qualcosa di ben più saporito che di semplici animaletti notturni?
Magari una mucca, un intero pollaio… o un essere umano?
Era un demone che doveva essere fermato il prima possibile, prima che la sua cene diventasse cosa ben più preoccupante di dispense vuote e macchie scure.
Una cena a base di Cacciatore di Demoni e la sua compagna ad esempio.
-Attenta- l’ammonì Zoro, riportandola al loro pedinamento notturno in quella casa disabitata, spingendola contro il muro e facendole evitare l’ennesima macchia coagulata a cui la strega non concesse nemmeno una rapida occhiata.
Nami annuì, seguendolo in punta di piedi, zigzagando tra le macchie sempre più numerose, fino a fermarsi dietro le spalle del compagno, immobile dinanzi a una porta.
-C’è qualcuno- l’avvertì soffiando sulla candela e permettendo al buio di abbracciarli totalmente.
La strega allungò una mano a quella del compagno, stringendola forte e annuendo quando percepì il suo sguardo su di lei.
Sapeva benissimo cosa aveva in mente: aprire la porta e affrontare il demone che si era sfamato di chissà che creatura per disseminare tutte quelle tracce sanguinolenti.
No, non si trattava più di qualche animaletto.
Qualcosa di ben più grosso aveva fatto da cena al demone quella notte.
Stringendo con forza le dita alle sue, lo sentì prendere un respiro profondo e, con un calcio ben assestato, aprire la porta che avevano davanti entrando in quella che doveva essere stata la cucina della residenza con spada sguainata.
-Fermo dove ti trovi demon… procione?-
Nami, occhi ancora chiusi per vietarsi la visione di chissà che demone banchettante, si sporse da dietro la mole di Zoro, confusa dall’urlo incerto del verde.
Una piccola candela, vecchia e logora, illuminava una piccola porzione di pavimento e una credenza, aperta e da cui sbucava una strana creatura non più alta di mezzo metro, le cui zampe posteriori dondolavano sulla mensola più alta della armadietto.
Sul capo aveva delle piccole corna, occhi grandi e impauriti dall’intrusione dei due strani esseri che lo studiavano e la bocca gocciolante di una strana sostanza densa e rossiccia, la medesima che colava dalle sue zampe e fin sul pavimento macchiandolo.
La medesima che sporcava i numerosi barattoli di marmellata, ormai vuoti, disseminati sul pavimento della cucina.
Densa, rossa, rafferma e zuccherosa marmellata di fragole.
-Ma…- boccheggiò la ramata sporgendosi ancora a studiare la creatura tremante di paura -… ma è un Tanuki? Un Tanuki ladro di… marmellata?-
-Non sono un Tanuki!- sbuffò la creatura mossa da spirito orgoglioso, prima di tornare  a tremare impaurita –Sono un Eale e… e… posso… posso… posso mangiarvi in un boccone! Auuu!-
-Quelli sono i lupi- ridacchiò Nami, prendendo la candela che ancora Zoro reggeva, accostandola a quella del cervo e accendendola –Tu sei solo un cervo leggenario prottettore di queste lande…- strizzò l’occhio all’esserino -… goloso di marmellata, vero?-
Il cervo arrossì sulle gote, dondolando con maggior enfasi le zampe penzoloni.
-Marmellata di fragole- precisò -È così buona!-
La strega ridacchiò ancora, scuotendo il capo.
-Come ti chiami piccolo ladruncolo?- gli porse un barattolo ancora mezzo pieno di frutta.
-Chopper!- rispose lesto e goloso quello, infilando lo zoccolo nel vasetto ed estraendolo ricoperto di confettura, la cui maggior parte colò a terra a formare larghe e appiccicose macchie di marmellata di fragole, che una volta asciutta sarebbe stata facilmente confusa con del sangue, soprattutto se a ritrovarla fossero stati degli impauriti contadini.
-Cosa…?- grugnì Zoro, mani in tasca affossate per la confusione che l’affliggeva.
-È un Eale- spiegò Nami –Una creatura dei boschi- allungò un dito a raccogliere un po’ di marmellata disseminata sul pavimento, tastandola tra i polpastrelli –E le macchie di sangue tanto decantate dalla gente del villaggio è solo…-
-… Marmellata di Fragole!!! Awww♥♥♥!- uggiolò la creatura, alzando in aria il suo nuovo trofeo di confettura appena ritrovata nella credenza.
Zoro si grattò il capo.
-Abbiamo dato la caccia a una ladro di marmellata?- sbuffò.
Un altro falso allarme!
Un'altra piccola creatura benigna che veniva scambiata per il più pericoloso dei demoni dai popolani ricchi di paura.
Un’altra notte passata sulle tracce di folletti e fate dispettose, piuttosto che tra le tette di Nami.
Un altro lavoro inutile e… ouch!
-Cosa ti ho detto riguardo ad accettare gli incarichi di gente piena di paura?- lo prese per il lobo ornato di orecchini Nami ora furiosa, strattonandolo con forza.
-Di spennarli al massimo!- storse le labbra Zoro.
-E poi?- lo sgridò ancora , regalandogli un altro strattone–Non ti ho detto di accertarti sempre che non ingradiscano i fatti reali? Non ti ho detto di non credere a ogni loro singola parola ma di verificare?-
-Hai accettato tu questo incarico!- cercava di divincolarsi –“Lavoro facile”, l’hai chiamato prima di prendere paura per le macchie! Dannazione Nami: l’orecchio!-
-Se non penso io alla cassa moriremo presto di fame!- alzò la voce, ignorando gli occhi puntati su di lei di Chopper, zoccolo in bocca a sfamarlo –E poi sei tu l’esperto no? Come hai potuto scambiare le macchie di marmellata per sangue?!?-
-Dannazione donna!- era ormai in ginocchio sotto la presa della rossa –L’orecchio, l’orecchio!-
-Ora torniamo in paese, ci facciamo pagare e diciamo a quei quattro sciocchi che una volta al mese dovranno immolare cinque barattoli di marmellata al demone Chopper per ingraziarselo… chiaro?-
-Ma perché?- latrò –Non possiamo consegnarglielo e basta? Potrebbero scuoiarlo e…-
-Non lo dire nemmeno!- strillò Nami –Non hai visto che dolce e carino è?- mollò finalmente la presa, aprendo le braccia a indicare al compagno la creatura ancora appollaiata nella credenza.
Quella, bocca gocciolante di marmellata, inclinò il capo sorridendo tenero.
–Non possiamo permettere che muoia di fame o si faccia prendere!- decretò convinta.
Zoro soffiò dal naso.
-Sembra il mio collega Rufy di New Orleans quando vede un cosciotto di carne- brontolò massaggiandosi il lobo dolorante.
-Oh, sta un po’ zitto- sbuffò, la camminata fluida diretta già lungo il corridoio.
-Sei una pazza lo sai?- le urlò dietro Zoro, alzandosi e rincorrendola.
Chopper li osservò bisticciare mentre camminavano, lei che minacciava di “Sciopero del sesso” lui di “Abbandonarla in balia dei lupi… poveri lupi”, e convenne che erano davvero due individui strani.
Strani ma gentili.
Inclinò il capo ancora una volta, prima di correre dietro loro e osare parlare.
-Scusi… ehm… Nami?- azzardò, attirando l’attenzione della strega, che gli sorrise in ascolto –Invece che cinque barattoli di marmellata, non potrebbero essere dieci al mese?-
 
   
 
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