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Autore: queenjane    12/04/2017    1 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Estate 1913, la mia luna di miele.
Lui profumava di vaniglia e fumo, leggeri ed effervescenti, novelli sposi .. Del mio segreto nulla sa, appartiene a me sola e così sia.
Passammo la cosiddetta honeymoon, la luna di miele,  nel cottage dei principi Raulov a Livadia, in Crimea.
Il desiderio, rotto, nelle ossa. Le sue labbra dove il collo si congiungeva al petto, mi scoprivo sensitiva, i pori dilatati.. Le falangi percorrevano, con delicata impazienza, la mappa che correva dall'ombelico, scorrendo sul ventre piatto, teso come le steppe della Siberia...Si spostavano, sulle creste iliache, aguzze contro il palmo.
Quando la prima notte, mi aveva chiesto delle cicatrici avevo inventato che erano colpa di un precettore troppo zelante, durante i preparativi per le prove del vestito nuziale e la vestizione avevo sempre badato a tenerle coperte, come sempre in quegli anni.
Era estasi.
Precisione.
Ancora.
Ti prego.
 
Pareva appena ieri che prendevo il sole con Olga e le sua sorelle, i tuffi dagli scogli, le sigarette prese di nascosto, io e lei, caute ombre sotto le pergole di edera e glicine, due principianti che giocavano alle donne perdute..
ora ero sposata, una nuova realtà e andavo scoprendo,
 LUI, e viceversa, i suoi gusti, le piccole abitudini..
Ti amo,  ieri come oggi .. e domani ...


Luois, una persona nuova, che era deliziata dai miei tentativi di cucinare (uova e pane tostato, a dire il vero), dall’arte di saper cucire un bottone.


“.. una principessa che sa fare questo?” E molto altro, lo avvisavo e mi scioglievo al tocco di una mano, un solo gesto che mi mandava in estasi.
Saremmo vissuti a  Parigi, il suo incarico era finito, se volevo potevamo restare in Russia, ma io lo amavo. Spavalda dei miei 18 anni, dichiaravo che la mia casa era lui, e tanto bastava E lo riempivo di orgoglio e sicurezza, trovava conferme dei miei sentimenti, che lo amavo, il mondo pareva appartenerci, vivevamo una specie di favola incantata, una parentesi, era l’età dell’oro degli antichi miti.


Mia principessa, mi appella come Olga, e ho un nodo di nostalgia, nella mia guerra con la principessa Ella ho lasciato più di una vittima, ferendo chi non vi entrava nulla e scaccio il senso di colpa, sono diventata una maestra eccellente.
“Ma ora sono Madame la Contessa De Saint-Evit.. – scrutando i suoi fantastici occhi grigi, così vicini da poter osservare il movimento ritmico delle sue pupille.
-E puoi chiedermi quello che vuoi..
-Anche di insegnarmi a guidare..
-Va bene, moglie, mettiti le scarpe e andiamo.
-Ora subito ..
-Perché no .. sennò stiamo tutto il giorno a letto.- Ridendo contro la base del mio collo, era seta, era olio, era il piacere. (.. e ora sei solo polvere e fumo e suono, vivi solo nei miei ricordi, amore mio..)
.. dopo la Crimea, abbiamo fatto una crociera sul Mar Baltico, poi giunse il momento del commiato definitivo.
 
Dai quaderni di Olga Romanov alla principessa Catherine. “.. quando sei venuta a salutarci, dopo la crociera, ero nella camera che dividevo da sempre con Tatiana. Già, noi siamo “The Big Pair”, come Marie e Anastasia sono “The Little Pair”, una mania di nostra madre, come di vestirci in modo abbinato e farci dividere penne e quaderni per fare economia. Non divaghiamo, ero perplessa e queste cose le sai  benissimo .. Ci sono rimasta, dal gennaio 1913 all’aprile 1913 avevi rispettato in modo veloce le previsioni di mia sorella che presto ti saresti sposata … Va bene, mia madre enuncia che sposarsi e avere figli è il più bel destino per una ragazza, ma sei stata veloce e repentina.. Anche troppo, non ti capivo e mi faceva rabbia, a te è sempre riuscito anche troppo bene, di leggermi dentro ..Diciamo che non me lo aspettavo, mi sono sentita gelosa, malevola, stupida che non mi avevi raccontato nulla tranne un fatto compiuto, che ti sposavi a giugno.. Addirittura ho chiesto a tua madre di non mandarti via, a mia eterna vergogna, e lei è stata gentile, ha solo affermato che era una questione tra di voi, era tutto a posto e … Fine. Non avevo nessun diritto di rivolgermi a lei in quel modo, ma non me l’ha fatta pesare.. Ho sperato che non vi sposaste o rimandaste, mi sono illusa due volte.. La Vyribova, la cara e intima amica di mia madre, disse una volta per battuta che dovevi farlo per forza, e lei ribatté che non pensava che fossi così stupida.. Già una gravidanza fuori dal matrimonio può capitare, eri appassionata ma non avventata, almeno allora. Andai alla finestra, sistemandomi la gonna e i capelli, i signori sposi che ci volevano salutare a Peter Hof prima della loro partenza erano giunti .. era il giorno prima del nono compleanno di Alessio, l’11 agosto 1913.. Allora era un piovoso martedì, quando lo battezzarono ed incantevole, roseo e paffuto ..ed eri tra le madrine, fin da piccolissimo ti amava, quando lo prendevi si calmava subito, era prova del suo affetto. Ricambiato, in fondo, come ho poi appreso eravate affini, lui combatteva la malattia, te l’oscurità. Già, che quando qualcuno che dovrebbe amarti sostieni che non sei nulla, o soccombi o ti armi di arroganza e fiducia in te stesso, tutto che scivola addosso, come l’acqua sopra un sasso”
 
-Ciao Olga.
-Sarei venuta a salutarti ma ..
-Io pensavo che volessi parlarmi in privato, questa fontana è uno dei nostri posti preferiti.
-Insieme a altri quattro o cinque..-  ironica.
-Stai molto bene.. sei snella e abbronzata. Come è .. questa esperienza?
-Divertente, sto imparando a guidare e lui a cucire un bottone friggersi un uovo –Ripetuto in russo e inglese per convincerla, altro che una poesia sulle gioie del matrimonio.
-Sei .. impagabile e..  –Rise.
-Avanti, Olga, tira fuori quello che mi vuoi chiedere senza nessuno in giro.
-Sei incinta?
- No. E non lo sono mai stata, non mi sono sposata per dovere.. –
-Mi sei mancata. Ma non sapevo cosa pensare.
-Una questione tra me e mia madre che ha accelerato il tutto, Olga.
-E non mi dirai di più, è giusto in questo modo, ma .. Non odiarla, Catherine.
-Fermiamoci qui, non voglio dire cose di cui potrei pentirmi ..
-Lo so e ..-
-  Viens ici- Sussurrai, prendendoti il viso tra le mani.- Sei dimagrita-
- Possibile. Fatti stringere per un momento, che odio le cose formali, strappalacrime-  (.. resta ancora un poco .. Cat.. )
Un abbraccio intimo e breve, le parole non dette, spero che tu mi abbia poi perdonato, Olga mia. Ed era un arrivederci, non ancora un addio.
Il peggio di me dovevi ancora imparare ad apprenderlo e mi avresti perdonato, lo stesso, non subito, ma lo avresti fatto.
Ti ho tradito e rinnegato, tu mai.
 
Luois era nato nel 1888, da una coppia appassionata e litigiosa, il primo di tre fratelli, rimasti presto orfani.
La sua innata ironia lo salvò dal clima di tragedia, pure se divenne più chiuso e freddo.
La sua famiglia risaliva al re francese Luigi XII, erano sopravissuti alla Rivoluzione e a Napoleone, con vaste rendite e proprietà.
Dotato di una bellezza disarmante, il mio futuro marito fece l’accademia militare a Saint-Cyr, dimostrando una innata propensione per le lingue.
Scelse la via diplomatica e dal 1909 in avanti fu membro dell’ambasciata francese a San Pietroburgo, dove conquistò stima e meriti, oltre che il cuore di una principessa.
 
Non voglio scadere nella retorica, con il senno di poi quei mesi a Parigi con mio marito furono splendidi, smaglianti …
Una gioia, continua, nonostante i segni del mondo esterno, la brama di guerra, la Germania che potenziava le sue armate, Luois, oltre a essere un diplomatico, era un capitano dell’esercito francese, al momento in congedo.
 Fosse scoppiata una guerra, sarebbe partito, al contrario del principe Raulov, che era salito nei ranghi dell’esercito russo, ma aveva perso fortune immense al tavolo verde e se avesse potuto non avrebbe mai lasciato la capitale.
Non aveva importanza, ormai, ero giunta a patti con quella realtà, come a considerare mia madre non una divinità infallibile, quanto una donna con i suoi egoismi e le sue passioni .. che tuttavia aveva saputo pensare in grande, fondando scuole, ospedale e orfanotrofi nelle varie zone dell’impero. La carica nominale spettava alla zarina madre, nei fatti dirigeva tutto lei, smagliante e carismatica, una vera principessa che sapeva svolgere il mestiere del noblesse oblige con il cuore, la carità verso i poveri senza fronzoli o però.
Il telefono portava la sua voce sotto i cieli di Parigi, parlavamo del più e del  meno, festose, mio fratello diceva ciao, che aveva giocato con Alessio e che mi salutavano tutti.
Alla fine, ero cresciuta e dovevo accettare le fragilità ..Così tornando in Russia, forse non ero più solo una ragazzina viziata, ma una giovane donna che andava incontro, senza ancora saperlo, alle tragedie e alla maturità e alle perdite,le cerimonie degli addii,  il passato non l’ho lasciato indietro, lo ho tenuto con le unghie e con i denti.
Non mi è mancato nulla, davvero, tanto ho avuto e tanto ho perso.


 
   
 
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