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Autore: Piumadoro    12/04/2017    1 recensioni
"Privilegi e Doveri, Privilegi e Doveri. Non si parla d'altro in questa casa! Scelte ed Obblighi. Capisci?" Gridò Sirius furioso.
Star e James lo guardarono preoccupati.
"Ma hai una scelta. Hai sempre una scelta."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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L’indomani i Malandrini, Star compresa, furono svegliati da Peter che imprecava per aver rovesciato una tazza che fortunatamente era finita sul tappeto e non si era rotta.
“Buon giorno” Li salutò Peter quando notò di avere tutti gli occhi su di sé.
“Ottimo. Sei riuscito nella prima impresa.” Scherzò Remus.
“Hei! Non è stato facile! Portare tutto quel cibo … senza farmi scoprire, inoltre!” Protestò Peter.
Sirius e James si scambiarono uno sguardo. “Pivello” Lo canzonarono poi in coro.
Star e Remus nel frattempo avevano cominciato ad ingozzarsi di dolcetti al cioccolato e cioccolata calda e gli altri tre non ci misero molto ad unirsi a loro tra scherzi e risate.
“Ok, la tua prossima punizione è entrare nell’ aula della professoressa McGranitt alla prima ora … in ritardo di cinque minuti.” Ordinò Remus.
“Bhe questa è cattiveria pura.” Commentò James sarcastico.
“Già, cinque minuti di ritardo. ..che paura!” Continuò Sirius.
“Idioti. .. non sono i minuti di ritardo la punizione.” Sbottò Star ma notando gli sguardi ancora perplessi dei sui amici sospirò rassegnandosi a spiegare il vero intento di Remus. “Oggi alla prima ora abbiamo Storia della Magia. La McGranitt ha lezione con quelli del primo anno e farà di sicuro commenti sarcastici su quelli che arrivano in ritardo… figurati se uno del quarto anno sbaglia aula e arriva pure in ritardo…”
In meno di un secondo sui visi dei due ragazzi si dipinse uno sguardo maligno. “Buona fortuna Peter.” Rise James a crepapelle.
Le spalle di Peter caddero avanti come colpite da un peso invisibile.
“Sei davvero cattivo dentro Remus.” Commentò Star. “E pensare che stai facendo questo a Peter, che infondo è innocuo… chissà cosa accadrà con Sirius e James…”
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo nervoso mentre i sorrisi sui loro volti sparivano in fretta.
Remus sorrise soddisfatto dietro il pasticcino che stava mangiando.
“Remus…. Ricordati che ti vogliamo bene da sempre.” Tentò di addolcirlo James. Ma il ragazzo allargò semplicemente il suo sorriso sorseggiando cioccolata calda e facendo un brindisi silenzioso con Star.
“Tu ridi ora ma toccherà anche a te.” La rimbeccò Sirius.
“Remus non mi farebbe mai del male.” Replicò lei abbracciando il suo amico.
“Già, non ho intenzione di metterti in pericolo.” La tranquillizzò Remus.
 
 
……………
 
I quattro Malandrini si avviarono verso l’aula di Storia della Magia mentre il povero Peter restava in attesa nel dormitorio. Appena arrivati presero posto infondo come al loro solito e James e Sirius tirarono fuori il necessario per giocare a baci e abbracci o all’impiccato unici modi per sopravviver alla lezione più noiosa del secolo. Mentre Star e Remus senza molta voglia sistemavano sui banchi il necessario per prendere appunti, o almeno per provarci.
“Sapete, vorrei essere una mosca per poter vedere cosa succede nell’aula della McGranitt.” Sospirò Sirius.
“Gia, potresti essere una mosca o un qualcosa di altrettanto piccolo, o invisibile ma comunque non riusciresti a non farti scoprire, si noterebbe la tua assenza qui.” Gli ricordò Remus.
“Ma se Rüf non si è nemmeno accorto di essere morto stecchito!” Brontolò Star.
“Come scusa?” Chiese James.
“E’ un fantasma fratellino… non l’hai notato? Perché lui non l’ha notato di sicuro!”
“No, no…. Parlavo di essere invisibile… dici che non si accorge di nulla quindi….” In meno di un secondo James si infilò sotto il suo mantello dell’Invisibilità e svanì, solo il rumore della sedia che grattava sovrastò per un attimo l’infinita parlantina del professore e poi la porta dell’aula si aprì piano come spinta da uno dei tanti spifferi del castello e si richiuse.
“Io lo odio.” Sbuffò Star.
“Signorina White come può odiare Grunt Ossoduro il salvatore del popolo magico dell’anno 1223?” LE chiese gentilmente il professore.
“Potter. Non lo odio. Parlavo alla penna.”
“Certo certo…. Come stavo dicendo…” Rüf riprese a parlare e in men che non si dica la sonnolenza calò di nuovo su tutta la classe.
“Perché si accorge solo di me?” Sussurrò la ragazza a Remus.
“Sarà per il tuo legame con i fantasmi.” Le ricordò il ragazzo.
“O perché hai una voce decisamente acuta.” La prese in giro Sirius.
“Io non ho una voce acuta!”
“Signorina White… qualche problema?” Le domandò gentilmente il professore.
“Potter… tutto apposto… mi scusi…” La ragazza si risedette imbronciata mentre Sirius con le lacrime agli occhi tratteneva le risate il più possibile.
“Lascia perdere quello lì, Star… sai come è fatto. Tu non hai una voce acuta, hai solo una voce femminile, non vorrai mica avere la voce fonda di un uomo?” La rassicurò Remus.
“Oh, Rem… che dolce… se non ci fossi tu!”
In quel momento la porta si aprì di nuovo ma nessuno vi fece caso, Malandrini esclusi, qualcosa urtò un banco risvegliando per un secondo un ragazzo di Tassorosso che ignorò la cosa e tornò a dormire e poi finalmente James comparve accanto a loro e così Peter.
“Dovresti stare più attento, va bene che il prof è Rüf ma non tutti sono come lui… o come quel tipo addormentato.” Lo sgridò James.
“Allora, come è andata?” Chiese avido Sirius.
“Bhe, sono arrivato poco prima che entrasse e mi sono infilato dietro di lui. La McGranitt lo ha visto e ha assottigliato le labbra terribilmente, sapete come fa di solito quando è al limite. Così glaciale gli ha detto che se proprio vuole frequentare le lezioni del primo anno sarà facile provvedere dal momento che si comporta esattamente come un nuovo arrivato che non conosce nemmeno mezza regola della scuola e che ha pure il coraggio non solo di arrivare tardi ma di riuscire a sbagliare classe dopo ben quattro anni di scuola. Oh, è stato fantastico, Peter è diventato fucsia e poi lei ha continuato su questa linea, ora non ricordo tutto ciò che ha detto ma è stato assurdo, persino uno del primo si è messo a ridacchiare ad un certo punto e la McGranitt è passata a lui ovviamente e ha congedato Peter, per sua fortuna c’ero io, o meglio quel ragazzino.”
“E poi hai avuto pena di lui e lo hai riaccompagnato sotto il mantello…” Proseguì Remus quasi fiero che il suo amico mostrasse un po’ di umanità.
“Oh, no. Ma scherzi! La gente con un ora libera che passava là fuori ha sentito tutto così hanno iniziato a prenderlo in giro e io ho lanciato un paio di fatture a qualche Serpeverde, così perché mi annoiavo non per difendere Peter, e poi dopo qualche corridoio ho deciso di riaccompagnarlo.” Lo corresse James.
“Ti stai mettendo in una grave posizione. Domani tocca a te.” Decretò Remus.
“M a dai! Per così poco?!” Cercò di salvarlo Sirius che aveva riso per tutto il tempo.
“Tu sei in una bruttissima posizione e vedrai quello che ti capiterà dopodomani. Io non dimentico.” Ribatté Remus.
“Suvvia, Star non si è offesa, vero? Dai Star, digli qualcosa!” Cercò aiuto Sirius.
“Io non dico nulla.” Mormorò la ragazza incrociando le braccia. “Ho la voce troppo acuta.”
“Ok, mia sorella se l’è presa, ci hai provato.” James poggiò la mano sulla spalla di Sirius cercando di sollevargli il morale.
Dalla prima fila di banchi si alzò di scatto una ragazza. “Per Merlino! Volete stare zitti?! Qualcuno sta cercando di seguire!”
“Evans, qualcuno qui sta solo cercando di dormire, e nessuno tranne te si è lamentato, nemmeno il professore.” Ribatté Star.
Rüf si voltò verso Lily. “In effetti signorina Evans non ho sentito nulla. Può tornare a sedere così posso proseguire?”
“Ma certo!” Sbuffò Lily lanciando uno sguardo omicida a Star prima di sedersi.
“Non mi dire che voi due avete litigato di nuovo!” Sussurrò James a sua sorella.
“Nah, non credo. Solo che mi da fastidio quando si crede migliore degli altri e a lei da fastidio quando la rimbecco.” Spiegò la ragazza.
“Dovreste essere amiche voi due!” Si esasperò Remus.
“Voi siete miei amici, e la cugina di Sirius.” Replicò lei.
“Ti scrivi ancora con Andromeda?”
“Certo, lei mi sta aiutando a prepararmi per questo Natale. Ora ascoltiamo un po’… altrimenti i nostri voti caleranno e i tuoi genitori e parenti ci odieranno ancora di più, Sirius.”
“Già, studiare per far felici i miei genitori, questo si che mi motiva alla grande.” Sospirò lui.
“Se studierai abbastanza una sera ti faccio uscire con Mary.” Gli promise Star.
“Andata.” Sirius si piegò sul suo foglio bianco e iniziò a prendere appunti.
“E per motivare me?” Chiese suo fratello.
“Se studierai abbastanza non ti riempirò di calci.” Propose lei.
“Mi aspettavo qualcosa di meglio ma se non ho alternative lo accetto.” Mormorò quello deluso ma cominciò anche lui a prestare attenzione alla lezione.
 
 
…………….
 
A pranzo Remus obbligò Peter a mettersi della frutta in testa e posare per una foto, gentilmente offerta dalla macchina fotografica di James sempre pronta a queste evenienze. Poi le lezioni ricominciarono e visto l’eccessivo imbarazzo avuto con la McGranitt quella mattina Peter fu salvo fino a cena. Per questo una volta seduti al tavolo di Grifondoro il ragazzo era piuttosto nervoso, pronto a chissà quale punizione. A quanto pare questo divertiva molto Remus che ogni cinque minuti esclamava “Peter!” come se fosse pronto ad annunciare la punizione ma poi chiedeva solo cose come “passami il sale.”, il povero ragazzo sobbalzava e si rilassava ogni volta entrando sempre di più in un terribile stato d’ansia.
Giunti al dolce Peter era un fascio di nervi e i Malandrini si divertivano a sussurrargli mille ipotesi di punizioni che avrebbe scelto Remus il quale continuava tranquillo a chiamarlo senza motivo.
La cena però finì e i ragazzi andarono a dormire. Peter si stese nel suo letto e si addormentò solo quando fu sicuro che anche tutti gli altri erano ormai caduti in un sonno profondo. La tensione aleggiava ancora su di lui e fece un incubo molto agitato: un drago con la voce di Remus lo inseguiva chiamandolo e tentando i mangiarlo proprio quando il drago lo aveva afferrato per la caviglia strattonandolo si sveglio urlando. Remus lo stava effettivamente trascinando giù dal letto prendendolo per una caviglia.
“Ben svegliato, sono meno dieci a mezzanotte e ho trovato la tua ultima punizione.” Remus gli posò nel pungo sudaticcio una manciata di polvere e lo sospinse verso il camino in Sala Comune seguito dai Malandrini al completo ma Peter non si chiese nemmeno come facesse Star ad essere presente, pensò che presto sarebbe tutto finito.
“Quella è Metropolvere, infila la testa nel camino e dì di portarti nell’ufficio di Lumacorno e poi grida come un galletto, svanisci e hai finito.”
Peter annuì, prese tutto il suo coraggio, infilò la testa nel camino, lanciò la polvere e gridò “Ufficio del Professor Lumacorno.”
I Malandrini lo sentirono solo gridare come un galletto e poi lo videro estrarre la testa completamente rossa fuori dal camino.
“Che è successo?” Chiese James curioso.
“Niente. Ho fatto svegliare il professore, credo.” Rispose il ragazzo sollevato.
“Visto? Non sono così cattivo.” Remus aiutò Peter a rialzarsi e si scusò con lui facendolo tornare a letto.
“Dove hai trovato la Metropolvere?” Domandò Sirius scambiandosi uno sguardo di intesa con James.
“E’ un mio segreto e non ve la affiderò mai. Sarebbe un arma se fosse in vostro possesso.” Spiegò Star decisa spegnando l’entusiasmo sui volti dei suoi amici.
“Ora James, è mezzanotte, voglio la colazione a letto anche domani. E poi inizieremo con le cose serie.” Decretò Remus.
“Wow, hai poca fantasia amico!” Constatò Sirius.
“Non credo, è che mi piace fare colazione a letto.” Replicò quello.
“In effetti non è male.” Star ci pensò un po’ su. “Si, a me piacerebbe fare colazione a letto tutti i giorni. E’ il modo migliore per iniziare la giornata. Bhe, vado a contare i Ciuffoli! Notte!” La ragazza sparì saltellando su per le scale del dormitorio femminile lasciando soli i tre ragazzi che fecero spallucce e andarono a dormire a loro volta.
 
 
……………………
 
 
“Buon giorno splendore.” Sirius si svegliò di soprassalto sentendo queste parole ed ebbe un brivido nello scoprire che venivano da James seduto sopra di lui in boxer.  “Levati, cerbiatto.” Disse rovesciando brutalmente a terra il suo amico.
“Delicatezza.” Commentò Star entrando.
“Vorrei vedere te se lui ti svegliasse così.” Commentò Sirius.
“E’ mio fratello, non mi farebbe ne caldo ne freddo.” Replicò Star.
“Bene, ho portato la colazione, qual è il tuo piano per me oggi?” Chiese James porgendo a Remus un muffin al cioccolato e una tazza di cioccolata calda.
“Direi niente di particolare, per questo posso dirtelo subito: dovrai solo stare attento in classe. E fare altre buone azioni.”
“Io faccio sempre buone azioni!” Replicò il ragazzo occhialuto offeso.
“Si, certo! Tipo quella volta che hai rubato la poltrona a quel ragazzo del secondo anno, o quando hai spinto uno del primo giù per le scale per arrivare primo all’allenamento di Quidditch o quando hai …” Cominciò ad elencare Star ma James la interruppe. “Va bene! Hai reso l’idea, grazie.”
Dopo una rilassante colazione i Malandrini e Peter scesero verso le aule. Le lezioni furono divertenti solo per Star e Sirius che iniziarono a tormentare James per distrarlo cosa che, come Remus continuava a ricordargli di continuo, non poteva fare.
Quando suonò la campanella della pausa pranzo James uscì dall’aula parecchio sollevato ed era quasi tornato sereno come al solito finché non incontrarono Thomas.
“Hei, ciao.” Il ragazzo Corvonero salutò allegramente Star che sorrise dolcemente.
“Ciao, scusa se non ti ho scritto per tutta l’estate non… sapevo che scriverti.” Cominciò subito lei.
“Oh, bhe. Nemmeno io ti ho scritto per lo stesso motivo.” Replicò il ragazzo imbarazzato portandosi una mano dietro il collo.
“Credo che anche se l’avessi scritta non saresti riuscito ad inviarmela. Sai, non ti ho lasciato il mio indirizzo a fine anno.”
“Oh, già… anche quello ha influito, si…”
I due ragazzi si guardarono per un po’ in silenzio e poi Remus parlò. “Potreste recuperare le chiacchiere perse pranzando insieme oggi. Non trovate?”
“Mi piacerebbe tantissimo, e se va bene anche a te e ai tuoi amici ci sto.” Disse Thomas felice.
“Per me va bene.” Star si voltò verso i Malandrini. “E a voi?”
James fece per dire qualcosa ma Remus lo bloccò. “A noi sta bene e anche a James sta bene, perché lo dico io.” Decretò e James gli lanciò uno sguardo che avrebbe potuto ucciderlo ma Remus resse perfettamente e condusse i suoi amici verso la sala da pranzo.
“Senti, c’è ancora bel tempo in questo periodo, quindi… se ti va potremmo prendere qualcosa e mangiare fuori.” Propose Thomas.
“Mi andrebbe molto. Andiamo.” Star si diresse decisa verso il tavolo dove prese un cesto di frutta e lo rovesciò per riempirlo in fretta di panini e bibite e di nuovo frutta. Poi tornò dal ragazzo.
“Wow, hai fatto in fretta.” Commentò lui allegro.
“Già. Era per potermi allontanare presto da qui.” Spiegò lei.
“Prima che il tuo amico Remus perda il controllo di tuo fratello intendi?” Chiese Thomas.
“si, esatto. Ora andiamo.” Si indirizzarono verso il parco.
“Credo di non piacere molto a tuo fratello, mi dispiace perché voi due sembrate molto legati. Ho fatto qualcosa di sbagliato?”
Star stese il proprio mantello a terra e guardò il Corvonero fare lo stesso e cautamente rispose. “No… non credo. Solo che ci stai provando con me e a lui non va giù che un ragazzo ci provi in generale.”
“Chi ti ha detto che ci sto provando con te?” Replicò il ragazzo sfrontato.
“Ah, nessuno. Solo Remus. Sirius. La gelosia di James. Alcune mie amiche…” Elencò Star.
“Ok, ok. E’ evidente, non ho scuse.” Si sedettero vicini e iniziarono a mangiare e subito dopo Thomas parlò ancora. “Ma, dato che ormai sai che ci sto provando con te, tu che ne pensi?”
“Di cosa?” Domandò lei sorpresa
“Di me… e di un probabile noi… sai… potremmo stare insieme un po’ più spesso, uscire ad Hogsmeade noi due soli…. Cose del genere…”
Star gli prese la mano dolcemente e lo fissò con i suoi grandi occhi cobalto. “Mi piacerebbe in realtà ma voglio che prima tu sappia alcune cose di me: gli altri dicono che io non ho avuto un infanzia facile e non so in che senso ma sono cresciuta un po’ distante dalla civiltà e non voglio che tu provi pena o compassione per me voglio solo che tu capisca che a volte non sono in grado di capire come funziona per esempio una storia d’amore tra due persone e spesso non capisco molto cose che riguardano i sentimenti o la sfera emotiva quindi se proprio ti va di uscire con me devi essere pronto a questi e molti altri problemi.” Spiegò lei tutto d’un fiato.
“Bene allora. Uscirò con te volentieri e non ti chiederò del tuo passato ma sappi che sono qui se vuoi parlarmene. Ah, e ti spiegherò tutto ciò che riguarda una storia romantica. E ci andrò molto piano con te… sai rispetterò tutti i tuoi tempi.”
“Davvero?” Chiese lei inclinando leggermente la testa a sinistra e fissandolo incuriosita.
“Certo. Per esempio ora sei davvero dolcissima quindi vorrei baciarti, se posso.” Replicò lui.
La ragazza annuì piano e Thomas le si avvicinò con calma lasciandole un bacio leggero sull’angolo del labbro. Star chinò per un secondo al testa verso il basso puntando il volto leggermente a sinistra e la frangetta le coprì il viso.
“Tutto bene?” Il ragazzo le riprese la mano preoccupato.
“Certo.” Lei alzò lo sguardo e sorrise.
Finirono di pranzare scherzando e parlando allegramente del più e del meno e poi dovettero tornare al castello e dividersi per tornare a lezione.
“Ciao, ben tornata.” La salutò Remus quando si sedette accanto a lui a Rune Antiche.
“Come è andata con James e Sirius?” Chiese lei.
Il suo amico sorrise. “Momentaneamente hanno un’ora libera e so che non la useranno per architettare qualcosa. Perché grazie a questa fantastica scommessa gliel’ho proibito.”
“Ti ringrazio, per quello che hai fatto, e per essere così meravigliosamente te.” Star lo abbracciò con forza e poi sorridendo si misero a seguire la lezione in pace.
 
 
……….
 
 
Appena usciti dall’aula di Rune Antiche James e Sirius si materializzarono accanto a Star.
“James ti vieto di preoccuparti o di porre domande.” Intervenne subito Remus.
“Allora come è andata?” Chiese Sirius sorridendo a James.
“Non ti risponderò, Sirius. Posso avere dei piccoli segreti con te. E a dire il vero se Remus non me l’ha chiesto potevi farne a meno anche tu.” Replicò la ragazza.
“Accidenti! La piccolina graffia!” Si finse offeso Sirius. “Bhe, c’ho provato amico.” Aggiunse battendo piano la spalla di James che guardò sua sorella con uno sguardo supplichevole.
“Stai tranquillo! Abbiamo fatto un picnic e abbiamo deciso che potremmo iniziare ad uscire insieme più spesso. Tutto qui.” Lo rassicurò lei.
James annuì e si avviarono tutti verso l’aula di Difesa contro le Arti Oscure.
Appena giunsero nei pressi della porta Star afferrò la manica di suo fratello e lo trascinò lontano dai loro amici che entrarono nell’aula ignari. “Mi ha baciato, appena appena, sull’angolo del labbro. Ora è davvero tutto.”
“Grazie.” Mormorò James baciandola tra i capelli e stringendola forte a sé. “Andiamo a lezione.”
Presero posto acconto ai loro amici e Peter arrivò qualche secondo dopo.
All’improvviso entrò un professore che in gioventù doveva essere stato piuttosto alto ma che ora si era un po’ ingobbito e in più aveva un tic nervoso all’occhio destro. “Sono il professor Wood, smidollati. Come voi smidollati avete sentito dal professor Silente ho preso il posto della professoressa Hough per rendere voi banda di smidollati una banda di un pò meno smidollati. Chiaro smidollati?!” il silenzio calò all’istante nella stanza e James scrisse in fretta su un foglio.
“Quando è che abbiamo cambiato professore?”
Remus lo lesse e sospirò mentre scriveva la risposta. “Lo ha annunciato Silente mentre voi eravate troppo distratti dalla vostra nuova idea alla cena di benvenuto.”
Sirius strappò il foglio di mano a James e lo lesse assumendo un’espressione di improvvisa illuminazione che fece scuotere la testa con esasperazione a Remus e Star.
“Perfetto, smidollati. Se non avete domande smidollate fuori le bacchette.”
“Gli piace molto la parola ‘smidollati’.” Commentò James fra i denti in modo che solo Sirius potesse sentirlo o almeno così credeva.
“Tu, smidollato con gli occhiali in ultimo banco!” Lo apostrofò il professore.
James si alzò in piedi passandosi la mano tra i capelli. “James Potter.”
“Non mi interessa smidollato. Respingi questo.” Un lampo di luce rossa scaturì dalla bacchetta del professore e James fece a malapena in tempo a gridare “Protego!”. L’incantesimo di protezione funzionò alla meraviglia ma l’insegnante non sembrava affatto contento.
“Usate ancora gli incantesimi verbali, che smidollati.” Il signor Wood fece risiedere James ma per tutta la lezione continuò a chiamare a caso dei ragazzi per lanciargli contro qualche strano anatema. Due Grifondoro e tre Corvonero ne uscirono con bubboni sul viso, zampe di gallina o strane corna al posto dei denti.
“Se vuoi ti accompagniamo da Madama Chips, Jane.” Propose Lily alla sua amica.
Star si fermò e fissò la povera Jane con delle strane sceglie su viso e mani e schioccò le dita, in un attimo scomparve tutto. Jane si toccò il viso sbalordita. “Grazie Star.”
“Non c’è di che. Ci vediamo questa sera in dormitorio. Buona cena.” Le augurò lei andando poi via con il resto dei Malandrini.
“La mia giornata da bravo ragazzo è quasi finita, giusto?” Chiese James mentre si dirigevano al dormitorio dei Grifondoro per poter poggiare le loro borse e prepararsi per la cena.
“Si, quasi finita  ma vedrai che ti troveremo qualche altra buona azione da fare.” Annunciò Remus. “Però non dovrai più prestare attenzione alle lezioni quindi non credo che farai fatica da ora in poi.”
 
 
…………………..
 
 
Quella notte in una torre speciale una ragazza guardava il cielo seduta sul balcone della finestra.
“Sei qui.” James entrò nella stanza piano e si sedette con calma vicino a sua sorella.
“Piuttosto ovvio, no?” Commentò lei.
“Mi piace il fatto che vieni sempre qui, così so dove trovarti.”
Star sorrise. “Mi piace venire qui. Mi sembra di stare tra le tue braccia in questa torre.”
Suo fratello la abbracciò dolcemente. “Se vuoi stare tra le mie braccia ti basta chiederlo.”
“Lo so. Ma qui sono sola. E mi aiuta a pensare a volte. Però sono felice quando arrivi.”
“Bene. A cosa pensavi?”
La ragazza sospirò. “A noi Malandrini e a quello che ci aspetta dopo la scuola. Ho pensato che infondo siamo già al quarto anno e … ne mancano pochi ormai.”
“Non preoccuparti. Comunque vada saremo con te. Sempre. Io sposerò Lily e tu… un bellissimo ragazzo che approverò. E poi Sirius sarà sempre Sirius. Remus avrà la sua dolce mogliettina e ci ritroveremo sempre a casa nostra e saremo sempre una famiglia.” Immaginò James felice.
“Sirius… questa estate avete parlato di un bel po’ di cose vero?” Chiese lei.
“Già, ha qualche problema con le donne.”
“Si… forse le donne gli piacciono troppo o forse lui piace troppo a loro.” Star guardò suo fratello che stette in silenzio. “Scusa, non sono affari miei. Riguarda solo voi due.”
“Mi piacerebbe che ne parlaste, così non sarebbe tanto difficile.” Sospirò James.
“MA poi non sarebbe più una cosa vostra, e poi mi piace. Questi vostri segreti, questo vostro legame. E’ forte, devi cercare di mantenerlo.”
Il ragazzo annuì. Sua sorella si alzò e si avvicinò alla porta pronta a lasciarlo solo, poi si voltò solo per un secondo. “Proteggilo da sé stesso. Come sai fare solo tu.”
James si voltò verso la porta sorpreso ma lei se ne era già andata. Così il ragazzo fissò una stella molto luminosa in cielo vicino alla costellazione dell’Orione. “Proteggerlo da sé stesso…”
 
 
 
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Buona sera!
Allora, avrei voluto mettere in questo capitolo tutti e quattro i giorni delle punizioni ma mi è venuto già piuttosto lunghetto, voi aspettate da moltissimo tempo e io ho un meraviglioso nuovo impegno per domani quindi ho pensato di pubblicare il capitolo così per farvi un piccolo regalo e cercare di pubblicarne un altro entro la prossima settimana.
Ora non uccidetemi, so che vi ho fatto penare ma spero che vi piaccia.
Grazie a tutti voi che mi seguite e che mi sostenete con i vostri continui incitamenti. Siete i followers migliori di sempre.
  
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