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Autore: Montana    13/04/2017    1 recensioni
Inghilterra, 1914.
La Grande Guerra sta cominciando a scuotere l'Europa, e i suoi venti di distruzione e paura arrivano fino alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Newt Scamander vorrebbe solo occuparsi di bestie magiche.
Leta Lestrange ha progetti bizzarri e nessuno scrupolo.
Amelia Prewett farebbe qualunque cosa per non vedere i suoi amici soffrire.
Esperimenti contro natura, una storia d'amore, l'emblematica lealtà degli Hufflepuff.
E una sola, grande domanda: cos'è successo a Newt Scamander?
Genere: Azione, Generale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Lestrange, Newt Scamandro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Newt Scamander's Saga'
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La prima volta si risvegliò per pochi secondi, subito dopo essere arrivata in Infermeria. Aprì gli occhi e la luce accecante sopra di lei non era più quella della luna, c’erano voci attorno a lei anziché il silenzio della foresta e le ferite le facevano un male da pazzi. Emise un verso di dolore e qualcuno si precipitò nella sua direzione, le fece bere qualcosa e sprofondò di nuovo nell’oblio.
 
La seconda volta si risvegliò la mattina seguente. Il dolore si era attenuato e non aveva più freddo. Tutto attorno a lei era bianco, confortante e silenzioso. Si riaddormentò prima che chiunque potesse vederla.
 
La terza volta si risvegliò quella notte stessa, in preda a una strana e fastidiosa sensazione. Sentì del peso sul letto accanto e lei, e girando appena la testa vide Newton e Doug seduti accanto a lei che dormivano col capo sul materasso. Sorrise e girò di nuovo lo sguardo verso l’alto, ma al posto dell’alto soffitto a volta dell’Infermeria vide i capelli scuri e il viso pensieroso di Leta. Cominciò a urlare, in preda al terrore, svegliando i ragazzi e tutti gli altri in Infermeria con lei. Newton trascinò via la Slytherin, e un’infermiera si occupò di lei facendola riaddormentare.
 
La quarta volta si svegliò di mattina, la seconda da quando era stata ricoverata. Non c’era nessuno accanto a lei, ma sentiva da fuori le voci di due o tre persone che litigavano. Sforzandosi un poco le parve di riconoscere Newt, Doug e Collins, avrebbe voluto richiamarli perché tornassero da lei, ma la stanchezza ebbe la meglio anche questa volta.
 
La quinta volta che si svegliò era pomeriggio, e qualcuno le stava stringendo la mano sinistra, quella appena risanata. Non le faceva male, anzi, era piacevole un po’ di contatto fisico dopo giorni di oblio. Aprì piano gli occhi e vide accanto a lei Newt, con un’espressione indecifrabile sul volto, che le stringeva la mano sussurrando parole che non riusciva a capire. Provò ad attirare la sua attenzione, ma improvvisamente fu come se la stanza avesse cominciato a girarle attorno, un gelo terribile s’impossessò di lei e cadde in una profonda oscurità.
 
La sesta volta si svegliò quella notte, con l’impressione di essere stata agli Inferi e di esserne tornata per pura fortuna. Qualcuno le teneva di nuovo la mano, la destra però; si girò quel che bastava per vedere Graham addormentato su una brandina accanto al suo letto. Una gioia calda le riempì il cuore a vederlo lì accanto a lei, a tenerle la mano in attesa che si svegliasse. Ricambiò la sua stretta, non troppo forte perché non si svegliasse, e si riaddormentò serena.
 
La settima volta, dopo tre notti e due giorni in bilico tra la coscienza e l’oblio, finalmente Amy riaprì gli occhi e restò sveglia.
 
 
 
 
XVII
Dove Newt decide il suo destino
 
21 Marzo 1915
Infermeria
Mattina
 
Amy si sentiva come se le fosse passata sopra una mandria di Erumpent, e man mano che i ricordi le tornavano alla mente, si rese conto che non era una sensazione poi così esagerata. Era tutta indolenzita, il braccio sinistro era ancora fasciato e in bocca sentiva un fastidioso sapore amaro e metallico.
Era sveglia da pochi minuti quando l’infermiera passò a controllare, e la salutò con un sorriso sollevato «Signorina Prewett! È tornata fra noi, finalmente?»
«Perché, dov’ero andata?» chiese lei con voce graffiata. L’infermiera le andò accanto e le versò un bicchier d’acqua, puntandole la bacchetta alla fronte per un rapido esame.
«Ci ha fatto prendere un bello spavento ieri pomeriggio, signorina Prewett. Era da quando era stata portata qui che continuava a svegliarsi e riaddormentarsi, e ieri pomeriggio ha avuto una terribile crisi, temevamo di averla persa. Ha fatto spaventare tutti, il signor Scamander stava per raggiungerla nell’aldilà, e il signor Collins ha insistito per ore perché lo lasciassimo dormire qui con lei stanotte.»
«Lo so, l’ho visto. Mi scusi, potrebbe raccontarmi cos’è successo?»
«Ma certo, povera cara. Prenda questa, prima; scommetto che sente un sapore orribile in bocca, vero? È colpa di tutta la Pozione Rimpolpasangue che le abbiamo dovuto somministrare, per fortuna che la classe di Pozioni ne aveva preparati diversi litri pochi giorni fa! Sembra che ora però sia guarita del tutto, ne sono lieta. Dunque, mi chiedeva di raccontarle cos’è successo, giusto? Lei cosa ricorda?»
«Beh ricordo la Foresta Proibita, l’unicorno impazzito e il suo corno che si infilava nelle mie viscere. E Newton che veniva a salvarmi. Poi più nulla, se non vaghi ricordi delle volte in cui mi sono risvegliata qui in Infermeria.»
«Oh beh, signorina Prewett, allora non ho molto da raccontarle. Il signor Scamander l’ha portata qui nel cuore della notte gridando che non dovevamo lasciarla morire. Era ridotta molto male, una frattura esposta al braccio sinistro e la ferita all’addome era la peggiore di tutta la mia carriera. Abbiamo fatto tutto il possibile e il più in fretta possibile, ma come credo lei saprà le ferite da artefatti magici sono molto pericolose e difficili da trattare. Questo spiega la ricaduta che ha avuto ieri pomeriggio, la ferita si era misteriosamente riaperta e ha rischiato seriamente la vita. Abbiamo avvisato la sua famiglia, suo fratello Ignatius è venuto a trovarla la prima mattina ma lei stava dormendo, sua madre e l’altro suo fratello non sono riusciti a venire. Per il resto ha ricevuto visite da parte dei signori Scamander, Boot e Collins, come le ho già detto, qualche altro suo compagno di Casa e purtroppo una notte si è introdotta qui quella ragazza, come si chiama…»
«Leta. Leta Lestrange.» mormorò Amy, ricordando il terrore che aveva provato nel trovarsela di nuovo di fronte.
«Esatto, la signorina Lestrange. Non capisco perché sia venuta a trovarla fuori dall’orario di visita, così facendo l’ha solo spaventata a morte e ha rischiato di compromettere la sua guarigione…»
«Non credo che fosse molto interessata alla mia guarigione, visto che è stata proprio lei a ridurmi così.»
L’infermiera le rivolse uno strano sguardo, poi tornò a sorriderle «Bene cara, se la sente di mangiare qualcosa? Ho del succo di zucca, qui, e dei biscotti.»
«Un po’ di succo di zucca, grazie mille. Mi scusi, potrebbe dire ai miei amici che sono sveglia e vorrei vederli?»
«Certo! Anzi, ora che mi ci fa pensare hanno lasciato tutti disposizione di essere contattati immediatamente al suo risveglio definitivo. Manderò la mia assistente a cercarli, lei beva e resti a letto.»
Con sua sorpresa, il primo a varcare la soglia dell’Infermeria fu Doug, gli occhiali storti, i capelli scarmigliati e gli occhi segnati come se avesse dormito pochissimo negli ultimi giorni. Appena la vide fece un sorriso sollevato e le corse incontro.
«Amy! Merlino benedetto, ci hai fatto prendere un accidente! Come stai?» le chiese, abbracciandola.
«Sto meglio, grazie, ma non uccidermi.»
«Oh hai ragione, scusa.» le disse staccandosi, e impacciato le porse di nuovo il bicchiere di succo di zucca che lei aveva appoggiato sul comodino.
«Il resto della banda dov’è? L’infermiera mi ha detto che siete venuti sempre in questi giorni, credo di avervi visti un paio di volte, e forse anche sentiti.»
«Oh, Collins è tornato a Manchester questa mattina all’alba per il provino. È venuto qui appena l’abbiamo informato ed è rimasto per un’intera giornata, ma non poteva perdere un’occasione simile.»
«Ha fatto bene. E Newt? Mi hanno detto che c’era lui quando ho avuto quella brutta ricaduta ieri pomeriggio, è così traumatizzato da non riuscire più ad entrare in Infermeria?»
Doug fece una risatina, ma l’espressione sul suo viso era poco rassicurante.
«Doug? Non dirmi che ha di nuovo uno dei suoi momenti in cui crede che sia tutta colpa sua.»
«Non è del tutto scorretto quello che stai dicendo, in effetti.»
«Doug mi stai facendo preoccupare. Dove si è cacciato?»
Doug sospirò «È in camera sua, suppongo.»
«Non ha lezione stamattina?»
«Non più. Sta facendo i bagagli, Amy.»
«I bagagli? E per cosa?»
«Si è fatto espellere.»
 
19 Marzo 1915
Ufficio del Preside Dippett
Notte
 
Il consiglio dei professori al gran completo era stato convocato nel cuore della notte per una questione terribile: uno studente rischiava di perdere la vita, e sembrava ci fossero altri due studenti implicati nella faccenda.
«È inaudito! In tutti questi secoli, non si era mai sentito di uno studente che attentasse alla vita di un altro, figuriamoci un’associazione per delinquere! Non c’è altro da dire, i due vanno espulsi immediatamente, sia che la vittima sopravviva sia che muoia!» strepitò la professoressa di incantesimi, la signora Barnes.
«Ma si può sapere di cosa state parlando? Io sono appena stato tirato giù dal letto e nessuno mi ha spiegato nulla!» rispose l’insegnante di Pozioni.
Il Preside si passò le mani sul viso, già esausto «Signori, vi prego, fate un attimo di silenzio e tutto sarà chiarito. L’assistente dell’infermiera è arrivata? Fatela entrare, prego.»
La ragazza entrò, leggermente intimorita e con la divisa ancora sporca di sangue. Un brivido percorse l’adunata di professori.
«Buonasera, signorina Pomfrey. Grazie mille per averci raggiunto in quest’orario così disumano. Potrebbe farci un breve riassunto di quanto è accaduto stanotte?» le chiese il Preside.
Lei annuì «Certamente. Dunque, il signor Scamander ha portato la signorina Prewett in Infermeria circa mezz’ora fa. Aveva un braccio spezzato e una profonda ferita all’addome, che il signor Scamander ha supposto esser stata causata dal corno di un unicorno.»
«Ma è impossibile, gli unicorni sono tra le creature magiche più mansuete!» s’intromise Cline, ma fu zittito dal resto dei presenti.
«Dai primi esami effettuati sulla ferita, sembrerebbe invece che sia stato proprio quello a causarla. Le condizioni della signorina Prewett erano critiche, aveva perso molto sangue e non siamo riusciti a stabilire per quanto sia rimasta nella Foresta prima che il signor Scamander la trovasse. Ora la capo Infermiera la sta operando insieme alle altre sue assistenti, le abbiamo dato della Pozione Rimpolpasangue ma ne servirà molta altra, e domattina forse sapremo qualcosa in più.»
«Potete prenderne dalla mia scorta, l’ho fatta preparare dagli studenti del Quinto e ne ho tenuto qualche litro. Ecco, queste sono le chiavi del mio studio e dell’armadio.»
«Grazie mille, signore, gliele farò riavere al più presto. Se non c’è altro, signor Preside, tornerei in Infermeria.»
«Prego, signorina Pomfrey. Teneteci informati sulle condizioni della Caposcuola Prewett.»
Appena l’infermiera fu uscita, gli insegnanti si scambiarono delle occhiate preoccupate.
«Cline, cosa ci faceva un unicorno imbizzarrito nella Foresta Proibita?»
L’insegnante di Cura delle Creature Magiche scosse la testa «Prima di stasera non c’era nessun unicorno, né tantomeno uno imbizzarrito. Glielo assicuro, signore, non sarebbe potuto sfuggirmi.»
«E allora come ha fatto la signorina Prewett a essere ferita da un corno di unicorno? Vuole dirmi che qualcuno è entrato nella foresta armato di un’arma così rara e ha aspettato che il primo studente ignaro gli capitasse a tiro?»
«La vera domanda secondo me è: cosa ci faceva la signorina Prewett nella Foresta di notte?»
«A questa domanda credo possano rispondere gli studenti fuori da questa porta, signor Preside.» rispose Dumbledore.
Il Preside sospirò «Ma sì, certo. Fate entrare Scamander e Lestrange.»
I due ragazzi fecero il loro ingresso nella stanza. Newton, con il maglione intriso di sangue e l’aria allucinata, fece rabbrividire i professori. Leta aveva un’espressione assente, come se non fosse stata veramente lì.
«Signori, buonasera. Uno di voi può raccontarci la vostra versione dei fatti?»
«Signor Preside, non sarebbe meglio interrogarli separatamente?»
«Certo, certo. Signorina Lestrange, lei torni fuori. Signor Scamander, ci racconti cos’è successo.»
Newton tremava appena, fissando il consiglio riunito.
Prese un profondo respiro e cominciò «Amy si trovava nella Foresta perché aveva visto Leta entrarci e, da brava Caposcuola, era intenzionata a toglierle dei punti. Quello che non sapeva era che Leta stava andando nella Foresta per mio conto, per controllare che la creatura stesse bene. Purtroppo ero stato trattenuto a scuola per una punizione e le avevo chiesto di occuparsi della creatura in vece mia. Inspiegabilmente qualcosa è andato storto e la creatura si è ribellata, è scappata e nella sua fuga ha trovato Amy, che probabilmente si era persa nella Foresta non conoscendola bene. Leta si era accorta di essere stata seguita ma non è riuscita a ritrovare Amy, quindi appena sono arrivato dopo la mia punizione mi ha detto cos’era successo e sono corso a cercarla. L’ho trovata ma era ridotta piuttosto male, come vi ha già detto la  signorina Pomfrey.»
«Aspetti un secondo, signor Scamander: sta dicendo che è stato lei a portare l’unicorno nella Foresta Proibita?»
«Sì, signor Preside.»
«Non è possibile!» gridò Cline alzandosi in piedi, ma fu tacitato da un’occhiata del Preside.
«E puoi spiegarci perché l’ha fatto, signor Scamander? Da quel che mi risulta, anni fa le ho firmato un permesso speciale per dedicarsi alla ricerca di creature magiche nella Foresta una volta al mese senza la supervisione di un insegnante; non le bastava più?»
«No, signor Preside. Vede, avevo bisogno di un animale più grande per fare i miei esperimenti, quindi ho chiesto a Leta se poteva mettermi in contatto con qualcuno che potesse farmi avere un unicorno o qualcosa di simile. Questo è l’unico coinvolgimento di Leta in questa storia.» sottolineò lui.
«Che genere di esperimenti, signor Scamander?»
«Mi interessava sapere se determinate sostanze o incantesimi possono cambiare l’indole di una creatura.»
«Tutto questo è incredibile…» continuava a mormorare Cline, sperando che anche i colleghi si rendessero conto dell’inverosimiglianza della situazione: Newton non avrebbe mai fatto del male ad un Asticello, figuriamoci sperimentare pozioni o incantesimi su una creatura rara come un unicorno.
«E lei è assolutamente sicuro, signor Scamander, che la signorina Lestrange non abbia fatto nulla alla creatura ieri notte mentre lei era in punizione?»
«Ne sono certo, signore. È quel che mi ha detto ed era troppo sconvolta per mentire.»
«Vedremo cosa avrà da dirci. Può uscire, signor Scamander.»
Newton annuì e uscì dall’ufficio del Preside.
«Sappiamo tutti che nulla di quello che ha detto è vero, giusto?» sbottò a quel punto Cline.
«Sentiamo cos’ha da dire la signorina Lestrange, prima di trarre conclusioni. Prego signorina Lestrange, si accomodi.»
 
Leta non disse una parola. Rimase ferma immobile in mezzo alla stanza, limitandosi ad annuire leggermente in risposta alle domande del Preside. Negli occhi ora aveva un’espressione di pura angoscia, sembrava sotto shock, cosa perfettamente comprensibile visto cos’era successo. Il suo interrogatorio durò pochi minuti, poi fu gentilmente congedata con la richiesta di tornare la mattina seguente, nella speranza che lo shock fosse diminuito un poco e riuscisse a dire qualcosa.
Quando la Slytherin si fu chiusa la porta alle spalle, i professori si scambiarono delle occhiate preoccupate.
«Signori, spero ci rendiamo tutti conto che la situazione è preoccupante.»
«Signor Preside, la prego di ascoltarmi: conosco Newton, il signor Scamander, da sette anni, è uno studente della mia casa e soprattutto il migliore del mio corso. È un amante delle creature magiche e sono sicurissimo che non ne avrebbe mai usata una per un qualche esperimento, soprattutto non una creatura rara come un unicorno!»
«Ti capisco, Harry, ma il ragazzo ha confessato. E da quel poco che la signorina lestrange ha fatto capire nel suo interrogatorio, confermava la sua versione.»
«Avrà mentito per proteggerla.» s’intromise Dumbledore.
L’insegnante di Pozioni sbuffò sarcastico «Un ragazzo di un’altra casa che protegge uno Slytherin? Non succederebbe mai, anzi, le avrebbe dato la colpa di tutto.»
«Oh, Vincent, non tirare fuori la rivalità fra Case, in questo momento non c’entra!»
«Scusate se mi intrometto, ma Albus potrebbe avere ragione: dopotutto mi pare di aver capito da certe voci di corridoio che il signor Scamander e la signorina Lestrange abbiano una relazione, no?»
«Mi risulta che ci sia stata una relazione, sì, ma che sia finita recentemente e non nel migliore dei modi.»
«Signori! Non siamo qui a parlare degli affari privati dei nostri studenti!»
«Mi permetto di dissentire, signor Preside: credo che ci siano proprio gli affari privati dei nostri studenti alla base di tutto. Ad esempio, perché il signor Scamander si sarebbe dovuto affidare alla signorina Lestrange per la ricerca di una creatura, se la loro relazione era finita?» domandò Dumbledore
«Può darsi che i due ragazzi si fossero accordati prima che la loro relazione finisse, e dopotutto gli affari sono affari. Il ragazzo potrebbe aver comunque portato a termine la consegna avvalendosi dell’aiuto della signorina Lestrange. Nessuno dei due poteva conoscere le conseguenze delle loro azioni.»
«Se il problema fosse stato solo l’unicorno sarebbe stato un conto, certo lo sfruttamento e il commercio illegale di creature rare è molto grave, ma qui abbiamo una studentessa che sta lottando per sopravvivere.»
Queste gravi parole del Preside zittirono immediatamente l’intero consiglio.
«Cosa pensa di fare quindi, signor Preside?»
«Questo dipende tutto dall’abilità delle nostre infermiere e dal tempo: se la signorina Prewett sopravvivrà, mi limiterò all’espulsione del colpevole, nel malaugurato caso contrario dovrò convocare il Ministro e procedere all’arresto.»
«E come farà a determinare il colpevole?»
«Se la signorina Lestrange dovesse confermare la versione di Scamander, non ci saranno dubbi. Altrimenti saranno considerati ugualmente colpevoli e quindi verranno ugualmente puniti.»
«Non potremmo usare del Veritaserum?»
«Albus! Mi meraviglio di te! Sai perfettamente quanto è pericoloso l’uso del Veritaserum, non intendo rischiare per un caso già praticamente risolto. Ora potete andare, signori. Ritroviamoci qui domani mattina, e speriamo che la situazione si risolva al meglio.»
 
La mattina seguente tutta la scuola scoprì cos’era successo. Tra il panico e lo stupore, presto cominciarono a circolare voci e teorie più o meno realistiche, e a formarsi degli schieramenti netti tra le Case.
L’interezza degli Hufflepuff, dei Gryffindor e buona parte dei Ravenclaw stavano dalla parte di Newt, mentre gli Slytherin ovviamente difendevano leta. Tutti, alunni e professoir, erano sollevati di sapere che Amy era sopravvissuta, seppur sempre in FInermeria.
Quella stessa mattina tutte le lezioni furono annullate per permettere al consiglio di riunirsi nell’ufficio del Preside. Nel frattempo, Cline aveva recuperato l’unicorno, col corno ancora sporco di sangue ma perfettamente sano, senza alcun segno evidente di cosa lo aveva portato a comportarsi così la sera prima. Il professore continuava ad essere convinto dell’innocenza di Newt, ma non aveva prove in suo favore.
Subito dopo colazione, impeccabile nella sua uniforme di Slytherin, gli occhi privi di quell’angoscia che li aveva contraddistinti la notte prima (privi di qualunque emozione, in realtà, probabilmente per l’Occlumanzia) leta lestrange si presentò alla porta dell’ufficio del preside. Davanti al consiglio riunito, con poche fredde parole confermò la versione del giovane Hufflepuff.
«Lui non voleva fare male a nessuno. Non era sua intenzione.» sottolineò, ma quasi nessuno capì cosa volesse realmente dire. Il Preside a quel punto aveva le mani legate, ma propose comunque al consiglio di votare: con tutti favorevoli e solo due contrari, Cline e Dumbledore, per Newton fu decisa l’espulsione.
«È inammissibile! Il signor Scamander è un ottimo studente, ha ricevuto pochissime punizioni nella sua carriera scolastica, è un Prefetto e oltretutto ha confessato un crimine che probabilmente non ha commesso!» s’inalberò l’insegnante di Trasfigurazione.
«Albus, ha confessato e la ragazza ha confermato. Capisco il tuo debole per le cause perse, ma così stai davvero esagerando. Chi difenderai la prossima volta, un aspirante genocida?» lo rimproverò il Preside.
«Signor Preside, mi rendo conto della gravità della situazione, ma è davvero necessaria l’espulsione? Il ragazzo è quasi alla fine dell’ultimo anno, mancano solo pochi mesi agli esami, non potrebbe punirlo in un altro modo?» cercò più diplomaticamente di intercedere Cline.
«Mi dispiace Harry ma è una cosa troppo grande. Lo sai che il Ministero si sta occupando anche delle nuovi leggi sul controllo delle creature magiche, non posso lasciar correre una cosa del genere.»
«Quindi preferisce compromettere il futuro di uno studente piuttosto che fare brutta figura con il Ministro!»
«Non sto compromettendo in alcun modo il futuro del signor Scamander, anzi! Ho già parlato con dei funzionari del Ministero, qualcuno all’interno deve aver messo una buona parola per lui perché anziché ritirargli la bacchetta come si fa in questi casi hanno deciso di farlo lavorare al reparto di cura delle creature. Adesso basta discutere, potete andare. Cline, tu va’ a prendere il ragazzo e portalo qui.»
 
Mentre nell’ufficio del Preside Newt riceveva la sua immeritata condanna, per la scuola cominciò inevitabilmente a diffondersi la notizia: era stato proprio Scamander, l’Hufflepuff strambo a cui piacevano gli animali, a mandare in infermeria la Caposcuola Prewett. E il fatto che quest’ultima continuasse a non svegliarsi aumentava il brivido della situazione.
La Casa giallonera continuava a professare l’innocenza di Newt, mentre nelle altre Case che prima lo avevano difeso cominciarono a serpeggiare dei dubbi. Quando poi, dopo l’improvviso collasso della Prewett che rischiò di mandare lei nella tomba a Newton ad Azkaban, Graham Collins spaccò il naso dell’altro con un pugno ben assestato, Newt perse definitivamente l’appoggio dei Gryffindor e quindi anche dei pochi Ravenclaw rimasti. Non che gli servisse molto, in effetti, con solo tre giorni rimasti da passare ad Hogwarts.

 
  
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