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Autore: emylee    13/04/2017    2 recensioni
Draco Malfoy viene scelto dal Signore Oscuro per una missione di vitale importanza.
Con orgoglio accetta, ma cosa succede se, al momento del compimento della missione, si pente e scappa?
Il futuro non gli riserverà tante belle sorprese.
Harry Potter in miniatura lo guardava con un cipiglio confuso e, sotto sotto, un po' spaventato. Lasciò cadere quella roba tagliente che aveva per le mani e si avvicinò a lui, per poi fermarsi con le mani sui fianchi. Era piccolo, più piccolo di quanto Draco avesse immaginato prima di mettersi in viaggio. Gli occhiali, notò con orrore, erano gli stessi che aveva sempre portato.
«Potter!» gridò. Non si aspettava di trovarlo così facilmente.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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VII


Provò a mandare due gufi a Weasley e alla Granger.

Scrisse con cura dello stato di Potter, e della sua locazione. Scrisse persino le sue scuse, e pregò loro di credergli e di venire il prima possibile al Manor per trarre Harry in salvo.

Fu deluso entrambe le volte, quando i suoi gufi tornarono indietro neanche dieci minuti dopo averli scacciati via urgentemente, con ancora le pergamene arrotolate attaccate alle zampine.

Seduto sulla scrivania della sua stanza, guardò quasi con le lacrime agli occhi per la rabbia le due pergamene. Come avrebbe fatto, ora? Se fosse andato lui di persona da Weasley o Granger, lì al Manor avrebbe fatto insospettire troppe persone. Specialmente sua madre, che già gli lanciava sguardi preoccupati, come se si stesse aspettando prima o poi un gesto da parte sua che lo avrebbe portato alla rovina.

Non capiva che quel gesto, Draco l'aveva già fatto quando aveva portato Harry lì. Anche se non era stato effettivamente lui.

Cosa fare, allora? Di sicuro non poteva restare con le mani in mano. Inconsciamente, si toccò nelle tasche dei pantaloni, gli stessi che indossava ormai da giorni, quelli del suo viaggio nel tempo, per toccare il Maelström, come se toccarlo potesse in qualche modo tranquillizzarlo. Come se toccarlo potesse fargli tornare in mente gli occhi del piccolo Potter.

Ma quando toccò le sue tasche, si alzò in piedi, preso dal panico. Non trovò niente. Iniziò a passare le mani su ogni centimetro del suo vestito, andando poi ad afferrare anche il mantello e rivoltandolo completamente, sbattendolo verso il pavimento nella speranza che quel ciondolo dorato rotolasse via dalle pieghe. Ma ciò non avvenne.

«L'ho perso.» gemette. «Non è possibile, come ho fatto a perderlo?»

Cercò di ricordare quando fu l'ultima volta che l'aveva visto e toccato, e con orrore si rese conto che non lo aveva più da quando era arrivato nel 1998. In quel futuro, lui non ce l'aveva. Il Signore Oscuro non glielo aveva mai donato, non gli aveva mai dato il compito di viaggiare nel tempo. Si sentì male.

«Non è possibile. Non è possibile. Non è possibile!»

Quello era la sua salvezza! Poteva tornare nel passato per impedire a se stesso di fare quel tremendo errore. Di rimediare agli sbagli. Poteva tornare dal piccolo Potter, per poterlo portare via da quella radura dove l'aveva lasciato da solo, per riportarlo a casa. Per rimediare ad altri suoi sbagli.

Se non fosse riuscito a salvare Harry quel giorno, o il giorno dopo, o tra un mese, o mai, come avrebbe fatto? Non aveva più la carta del jolly...

Finì con il mettere la sua intera stanza sottosopra, in un gesto disperato. Ancora sperava di averlo semplicemente perso, ma non lo trovò da nessuna parte, non vide neanche un più pallido bagliore dorato che potesse ricordargli il Maelström.

Si lasciò scivolare al centro della stanza, avvolto tra i vestiti e le lenzuola disfatte del letto sul pavimento. Non andava bene per niente.


Durante la cena come al solito trascorsa nel più assoluto silenzio, se non per quelle rare frasi dette da suo padre che ancora gli rinfacciava le sue scelte sbagliate – Anche se erano diverse da quelle che Draco, effettivamente, considerava sbagliate – Draco lasciò cadere la forchetta nel piatto, attirando inevocabilmente l'attenzione affatto desiderata.

«Draco?» lo chiamò sua madre, con tono freddo e distaccato, ma dagli occhi fin troppo espressivi.

«Tutto bene,» li tranquillizzò entrambi, «mi sono solo ricordato una cosa che avevo dimenticato. Nulla di importante.»

Non insistettero oltre, per sua fortuna. Distrattamente, Draco ricominciò a mangiare, mentre gli ingranaggi nel suo cervello iniziarono a lavorare senza destare sospetti.

Il Signore Oscuro sapeva del suo viaggio nel tempo. In qualche modo, Draco aveva avuto la sensazione, durante il loro colloquio, che fosse a conoscenza di tutto. Non aveva fatto domande riguardo la sua confusione, anzi gli aveva risposto con tutta la calma che, Draco sapeva bene, il Signore Oscuro non aveva.

Aveva il Maelström.

Sapeva della sua esistenza, doveva averlo creato anche in quel futuro: ma non aveva avuto modo di usarlo perché Draco aveva deciso di facilitargli ancora di più il compito. Aveva il Maelström. Da qualche parte, lo nascondeva. Era lì a Manor? Era forse nel suo nuovo nascondiglio? L'aveva dato a qualcuno?

Tentar non avrebbe dovuto nuocere, quindi si schiarì la gola e chiese: «Padre, il Signore Oscuro ha lasciato qualcosa qui a Manor prima di andare via?»

Suo padre alzò un sopracciglio, «Perché lo chiedi?»

«Vorrei sapere se ha lasciato... qualcosa di interessante. Mi ha ordinato di non uccidere Potter, ma non mi ha privato di far nient'altro.»

«Non è saggio usare la Sua roba senza permesso, Draco.» Lucius lo guardò male.

Sua madre lo fissò.

«Lo so bene. Chiederò il permesso, ovviamente. Non sono sciocco, non sarei qui altrimenti.»

«Concordo. Bene, ha lasciato solo un baule, nient'altro, nella sua stanza nell'ala ovest. Chiedi il permesso.» ribadì. Poi riprese a mangiare come se nulla fosse.

Mangiò anche Draco, cercando di non far notare la sua fretta, fermandosi persino a masticare un pezzo di carne più di quanto bastava.

Sua madre non staccò mai lo sguardo dal suo viso.


Ovviamente non si mise in contatto col Signore Oscuro.

Avrebbe capito tutto. Poteva essere un pazzo sadico, ma se era arrivato dove era arrivato, era perché era un uomo – o quel che era, insomma – molto astuto e intelligente. Se davvero sapeva che Draco aveva viaggiato nel tempo, e se davvero c'era il Maelström nascosto da qualche parte, di certo non glielo avrebbe ceduto così come nulla fosse.

Dopo cena aspettò che i suoi genitori andassero a dormire, prima di sgattaiolare fuori dalla sua stanza e attraversare i mille corridoi labirintici, prima di arrivare nell'ala ovest del Manor.

Ora, non sapeva assolutamente quale fosse la stanza del Signore Oscuro, non aveva mai avuto modo di scoprirlo prima, ma immaginò che ci sarebbe arrivato, che lo avrebbe capito da sé.

E per fortuna, fu così. Dovette aprire un paio di stanze prima, ma subito riconobbe quale fosse quella giusta: era quella più vissuta, certo, ma era anche quella più regale e mastodontica. Di sicuro, i suoi genitori non gli avrebbero ceduto una stanzetta come, invece, avevano avuto i restanti mangiamorte.

Entrò e non fece caso a nulla che lo circondasse, che non fosse il baule ai piedi del letto. Era buio nella stanza, anche se non era notte fonda, la luna non brillava alcun oggetto presente, ma con un leggero Lumos, non troppo potente, riuscì subito a trovare il baule che cercava.

Inizialmente, al suo interno c'erano solo quelle che in apparenza gli sembrarono soltanto stoffe e stracci. Vestiti, forse...? Li tastò uno per uno, scoprendo che ogni tessuto era arrotolato a qualche oggetto, probabilmente di valore, ma al quale Draco non perse tempo a rimuginarci.

Rimase lì per ore, scartando accuratamente ogni oggetto che si ritrovava per le mani, e piano piano cadeva sempre di più nella disperazione più totale quando, infine, nulla di quello che aveva trovato somigliava anche solo lontanamente al Maelström. Per tutti gli dei, gli sarebbe andato bene anche una sola giratempo, era disposto a passare dieci anni a seguire il piccolo Potter e a proteggerlo dal piccolo se stesso pur di... pur di rimediare!

Inspirò a fondo, ma non potè evitare di restare lì, seduto al centro della stanza, con le mani tra i capelli. Non sapeva assolutamente cosa fare, adesso.

Ma si alzò in piedi lo stesso, senza lasciarsi distrarre dal senso di disperazione – che lo stava lasciando lo stesso abbattuto – e si fece coraggio. Decise di andare da Potter proprio quella sera stessa, e lo avrebbe portato via di lì. Non sapeva ancora come, non sapeva bene che rischi avrebbe corso, ma non gli importava.

L'unica cosa certa era che avrebbe salvato comunque Harry, in un modo o nell'altro.








Spazio Autrice.

Mi scuso terribilmente per il ritardo! Ho avuto un bel po' da fare, da posso dire con quasi sicurezza che sono previsti altri due capitoli + uno (forse due) extra!
Ecco, diciamo che in questo capitolo, anche questo diciamo di passaggio, non dice molto, ma capirete tutto nel prossimo! La perdita del Maelstrom (lo specifico qui) è dato dal fatto che in questo futuro, Draco non l'ha mai ricevuto dal Signore Oscuro, ma allo stesso tempo, il Signore Oscuro l'ha creato lo stesso per precauzione, se tipo Draco non sarebbe riuscito a portarlo al suo cospetto o una cosa del genere. Vedremo come andrà a finire!
Per qualsiasi domanda, sono ben disposta a dare qualunque delucidazione!

Emily.

  
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