Anime & Manga > Yuri on Ice
Segui la storia  |       
Autore: french_toast    29/04/2017    4 recensioni
"Non sapeva neanche come avrebbe fatto a trovare quello splendore di ragazzo in mezzo a tanta gente e se, avendolo trovato, si sarebbe interessato ad una personcina insignificante come Yuuri, ma non poteva fare a meno di sperare che qualcosa accadesse: gli sarebbe bastato scambiare qualche parola, o anche scorgere in un punto lontano l'argento dei suoi capelli e contemplarlo distante."
[Viktor x Yuuri main, accenni di Otayuri, 1890s/cinderella au]
Genere: Malinconico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Christophe Giacometti, Jean Jacques Leroy, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Viktor prese nuovamente per mano il suo ospite e lo trascinò per i sentieri lastricati del giardino per poi allontanarsi dal percorso da essi tracciato, continuando la loro folle corsa sul prato inglese, circondati da un tripudio di arbusti e di fiori. Si fermò di fronte ad una siepe piuttosto alta, che arrivava più o meno a metà del suo addome, ma appariva più rada verso il centro, come se qualcuno l'avesse oltrepassata più volte in quell'esatto luogo.
I giardinieri avevano provato a coprire questo difetto arrangiando al meglio quei radi rametti che ancora resistevano, gli stessi che Viktor scostò con noncuranza mentre faceva strada per lui e per Yuuri. Il paesaggio aldilà dell'arbusto era nascosto da delle alte querce frondose, dando l'erronea sensazione che il giardino terminasse lì. Una volta superate anch'esse, Yuuri rimase paralizzato dalla meraviglia: non ricordava che quella parte del Marais confinasse con l'Île della Citè.
 Di fronte a lui si stagliava tutta Parigi, aleggiante di una luce soffusa, con i faggi dei grandi boulevard che si confondevano tra le finestre dei palazzi e le alte torri di Notre Dame che svettavano verso il blu della notte, e la Senna tutt'intorno, che brillava di una sfavillio riflesso dalle stelle. La poesia che emanava quell'elegantissima città si palesò nuovamente, dopo tanti mesi, agli occhi del giapponese.
Si rigirò indietro e vide Viktor, ormai abituato a quel paesaggio, togliersi la giacca e gettarla indifferente tra la fanghiglia e l'erba alta, creando ad entrambi un piccolo giaciglio. Yuuri vi si sedette sopra un po' titubante, lanciando prima un paio di sguardi indagatori al russo perché fosse sicuro che potesse sedervisi accanto. Una volta sistematosi, Viktor riprese la conversazione:
《Scoprii questo posto anni fa, in uno dei miei primi soggiorni in Francia. Non è incantevole?》
Yuuri rispose piano, con la voce ancora rapita dalla meraviglia
《Lo è...》
Viktor sorrise teneramente, poi continuò:
《Quando sentivo il bisogno di nascondermi un po', non avevo posto migliore in cui rifugiarmi. Rammento la prima volta in cui arrivai qui, mi si intrecciarono tutti i rametti tra le mie ciocche- da ragazzetto tenevo i capelli lunghi, sapevate?》
Disse con una strana inflessione, quasi come se sapesse che Yuuri ne fosse a conoscenza, e abbassò lo sguardo e lo scrutò con la coda dell'occhio, giusto per non apparire troppo smanioso di sapere la risposta. L'interpellato trasalì e disse con un'artificiosità difficilmente credibile, perché tradita dal nervoso tremolio della sua voce:
《No, io- non sapevo, ecco.》 E le sue labbra si incurvarono impacciate in una piccola mezzaluna. Viktor finse di non accorgersi del suo imbarazzo, ricambiò candidamente il sorriso e continuò: 《Erano estremamente scomodi, in particolar modo quando dovevo addentrarmi nei giardini,》sghignazzò 《Ma devo ammettere che un po' li rimpiango.》 Fece una pausa.
 Guardò prima con tenera malinconia un ricciolo argentato che gli si poggiava su una guancia, poi, di sfuggita, Yuuri, che spezzettava nervosamente un filo d'erba con la punta delle dita, e infine si fissò sul panorama. 《Quando vidi per la prima volta questo splendore avevo forse quindici anni, e compresi come in una folgorante illuminazione l'insignificanza dei miei personalissimi problemi o, addirittura, della mia esistenza intera, di fronte all'eterno.》proferì in un solo respiro, come se stesse levandosi un grosso peso di dosso《Parigi, anche se ignara, è sempre stata amica e consolatrice. Mi capita spesso di sedermi qui e pensare, ammirando Notre Dame: quanti altri anni si reggerà in piedi, quanti altri la vedranno con la mia stessa luce negli occhi?》
 
《Innumerevoli》La voce di Yuuri era un bisbiglio, quasi si mescolava con il vento《È stato questo quello che mi ero domandato non appena la vidi, e questo quello che mi rese affascinante Parigi. Ma più il tempo passava, più questo fascino si ritorceva su sé stesso e diventava opprimente- non saprei spiegarvi》
《Provateci》
Il ragazzo deglutì e rimuginò, cercando le parole più adeguate. Non trovandole, optò per quelle che gli stava suggerendo il cuore:
《La lontananza, la malinconia. La consapevolezza di trovarsi in un posto che, per quanto bello, non sia la propria casa. In questo caso è peggio- sì, è peggio perché è facile odiare un luogo fatiscente. Essere l'unico a disprezzare un luogo venerato e celebrato da tutti, e pure amandolo tu stesso a volte, sentendoti quasi colpevole di tradimento, è una sensazione tanto bizzarra quanto terribile. Ripeto che non saprei spiegarvi esattamente-》
 
《No, penso di capire. Ignorando i motivi per cui dovreste esservi trasferito qui, provenite da un posto tanto lontano che non può essere visitato dopo un paio di mesi o, non so, d'anni?》
 
Yuuri annuì e nello sguardo del russo balenò un'insaziabile curiosità.
《Vi prego, non tenetemi sulle spine! Ci troveremo pure a Parigi, ma non si incontra tutti i giorni un forestiero da terre così remote!》 Il ragazzo stette irremovibilmente in silenzio, e Viktor fu costretto ad importunarlo nuovamente. 《Magari provenite dall'altra parte dell'oceano, dagli Stati Uniti?》
Un cenno di no con la testa.
《Cosa c'è di più remoto degli States? La Cina?》poi disse con un ché di insinuante, come se sapesse già la risposta: 《Il Giappone?》
L'altro abbassò il capo, sentendo l'irrefrenabile bisogno di nascondersi《Sì》
《Davvero? E com'era? Dove abitavate?》
Esitò per un attimo. L'esortazione a condividere qualcosa di così intimo lo poneva un po' sulla difensiva e iniziò a ritrarsi fisicamente su sé stesso, come un istrice indifeso nel percepire un pericolo. Poi, in un impeto di coraggio sollevò il capo per incontrare gli occhi di Viktor, sgranati in una curiosità insaziabile e allo stesso tempo corrucciati in un ché di empatico, tutti protesi verso di lui. Allora schiarì la voce sapendo che, se non avesse parlato ora, il russo avrebbe trovato sicuramente un modo per farglielo fare.
 
《Vivevo in un modesto villaggio di pescatori, non era nulla di comparabile con lo splendore della Cité. Però, non so, era forse il modo di vivere ad essere diverso- magari era la prossimità al mare, la foresta tutt'attorno casa mia, quell'insieme di tradizioni a cui mi ero abituato, o anche quei ragazzi e quelle ragazze che conoscevo- mi chiedo spesso cosa stiano facendo, adesso》 
《Avete mai pensato di ritornare?》
《In Giappone, dite?》
《Sì》
《Diverse volte,》Abbassò lo sguardo e arrossì al pensiero del suo passato tentativo di fuga, 《Ma sarebbe un itinerario troppo impegnativo; per arrivare qui solcai due oceani, restai in viaggio per quasi sei mesi》
Viktor teneva il peso del suo viso sul dorso della mano e lo guardava assorto in chissà quale pensiero. Dischiuse un po' le labbra, esitando prima di prendere la parola:
《Potreste fare il viaggio inverso》
《Cosa intendete?》
《Potreste attraversare l'Europa continentale seduto comodamente sul sedile del treno! E fare nel frattempo interessantissime tappe, attraversando magari le piazze barocche di Bruxelles, o i canali di Amsterdam, o i giganteschi viali di Berlino. Magari potreste anche passare da San Pietroburgo per un saluto...》
La giovialità con cui aveva descritto i primi luoghi era stata completamente stroncata dalla sua ultima asserzione: l'aveva pronunciata a voce bassa e con una nota di malinconia, come se la consapevolezza della fugacità di questo loro incontro fosse piombata all'improvviso su di lui, e avesse reso pesanti anche le sue parole. A Yuuri si strinse un po' il cuore vedendolo in quello stato ma non poteva fare a meno di pensare che la sua reazione fosse stata esagerata, perché sapeva di essere qualcuno che non aveva mai visto prima e che, nel malaugurato caso in cui Christophe dovesse scoprirlo, non avrà più occasione di rivedere.
 
Quindi prese un bel respiro e, non pensando neanche di incontrare il suo sguardo, rispose come poteva:
《Non penso di essere in grado di affrontare un viaggio del genere,》 arricciò il naso, volendo enfatizzare l'impossibilità della cosa, 《Se devo essere sincero, non credo che-》Si arrestò, notando che Viktor lo osservava insistentemente, con gli occhi sgranati di chi sembra aver avuto un’improvvisa realizzazione.
《Per caso qualcosa vi-》
《Il modo in cui arricciate il naso- penso di avervi già visto prima》disse in una specie di rigetto, e poi arrossì per la sua impulsività. 《...Scusatemi per avervi interrotto. Non merito di essere considerato un galantuomo》
《Oh, no, cosa dite!》 Yuuri si affrettò a consolarlo, 《Non crucciatevi per questo, avevate tutte le motivazioni per essere irrequieto. Non si può sempre ponderare ogni parola》
Viktor non sembrava essere confortato dalle sue lusinghe e, anche se biascicava all'ospite qualche ringraziamento per la pazienza, la sua fronte iniziò a corrugarsi, contorta da chissà quali pensieri. Poi si massaggiò le tempie con una mano, adombrandosi con essa gli occhi, e pronunciò lento e in modo ben scandito queste parole, senza nascondere una nota di vergogna:
《Permettetemi un'ultima insolenza》
Sul viso di Yuuri nacque inconsciamente un nervoso sorrisetto, e le sue ciglia batterono più volte, perplesse 《C-Cosa volete dirmi?》
L'altro sollevò il capo, ostinandosi a guardarlo《Vi sto chiedendo di togliervi la maschera- la curiosità mi sta corrodendo》
Yuuri trasalì, restando per un attimo interdetto e l'altro, percependo il suo lampante imbarazzo, intervenne subito:
《Se vi fa sentire meno a disagio posso toglierla anch'io, attendete un attimo-》
E sfilò via il nastro di raso che teneva attaccato l'orpello dietro la sua nuca, facendolo poi scivolare tra le dita con una grazia che sembrava innata. Poi lo poggiò sul prato, dimenticandolo lì, e si voltò verso Yuuri con gli zigomi non più nascosti da quel sottile strato di stoffa, nel pieno della sua luminosa bellezza. Autonomamente le mani di Yuuri imitarono il suo stesso movimento, ma in modo molto più lento e tremante. Viktor, che aveva trattenuto ansiosamente il respiro fino a quel momento, non provò sorpresa nel vedere scoperto il visto del suo ospite: nei suoi occhi si leggeva soltanto una profondissima gratitudine.
《Yuuri,》 le sue labbra si distesero nel sorriso radioso di chi ritrova qualcuno che aveva pensato perduto 《Yuuri Katsuki》
Questa volta l'interpellato non trasalì soltanto, ma balzò indietro, spaventato, e provava a mantenersi in equilibrio facendo quasi sprofondare le dita nel terreno《Come fate a conoscere il mio nome?》
《Ci incontrammo per la prima volta tempo addietro, non ricordate? In un locale lungo la Senna》Tra le migliaia di pensieri che attraversavano la mente di Yuuri in quel momento, non sfiorò neanche per un attimo il fatto che Viktor potesse ricordarsi di lui. 《So che è strano, ma mi era rimasto particolarmente impresso nella memoria questo vostro modo di storcere il naso》
《È un po' crudele sapere di essere ricordati per un particolare così sgraziato...》
《Di cosa state parlando? Eravate amabile》
Questa ultima frase lo colpì, o meglio, trafisse, come un fendente o una freccia che gli squarciava il petto: da quanto gli aveva raccontato Jean-Jacqués, sapeva che Viktor, nonostante le sue parvenze angeliche, era un abilissimo seduttore. Lui era stato coraggioso fino a quando la sua identità era stata nascosta dalla maschera, quando ancora pensava di poter stringere a sé la persona da lui tanto vagheggiata e poi fuggire via impunito, ma adesso che Viktor conosceva la sua vera identità era diverso, si sentiva molto più vulnerabile. Anche vaga intuizione che quel ragazzo stesse flirtando ancora con lui, nonostante si fosse rivelato per la persona che era e che detestava, lo spiazzava completamente. Non sapeva come giustificare questo suo atteggiamento se non riconducendolo ad uno scherzo di cattivissimo gusto, di cui però non riusciva a dargli colpa: era naturale che una persona come Yuuri meritasse un trattamento del genere. Però, anche con la dura realtà di fronte ai suoi occhi, non poteva fare a meno di illudersi che Viktor serbasse veramente qualche tenerezza per lui - era per metà agonia, per metà speranza
《E... uhm... ricordate ancora il mio nome?》Azzardò, con le parole che fuoriuscivano dolorosamente dalle labbra.
《Come avrei potuto dimenticarlo?》
Non reagì, si limitò a guardarlo con i suoi grandi occhi nocciola, lucidi e luminosi al contempo; e Viktor comprese, nell'abisso delle sue iridi di terra e di luna, cos'era che lo stava frenando.
《Voi non siete pienamente cosciente della vostra bellezza, non è così? Se lo foste stato, non vi sareste tanto stupito delle mie affermazioni. Penso che sia impossibile dimenticare uno sguardo così dolce e dei lineamenti così delicati,》avvicinò la punta delle dita alla mano dell'altro, e prese a sfiorarla come se fosse qualcosa di sacro 《Avete tutta un'aura che aleggia intorno a voi, qualcosa di indefinibile, di candida bellezza,》appressò il dorso della mano altrui alle sue labbra e vi poggiò devotamente un bacio, ma dopo quell'ultimo gesto non gli fu permesso di continuare il suo panegirico.
Yuuri aveva reagito a tutta quella sfilza di complimenti con il panico più totale, non sapendo più cosa fare o, ancora peggio, cosa pensare: ad ogni parola gentile che Viktor gli rivolse, la sua mente urlava disperatamente "Bugie! soltanto bugie!" . Divenne istintivamente ritroso e scacciò subito via la mano non appena ne ebbe l'opportunità, poi indietreggiò, avvertendo forte il bisogno di scappare.  Nella sua testa si ripetevano incessantemente le parole di uno di quei bei libri d'oltremanica che spesso Jean-Jacqués portava dalla libreria, parole che l'autore stesso aveva definito idolatre, e che quando le lesse per la prima volta gli riportarono alla mente la soave immagine del russo. Sognava, un giorno, di potergliele riferire, ma non nel modo in cui stava per farlo: 《Voi siete fatto di avorio e d'oro》disse, poi prese un respiro, rivolgendogli uno sguardo che potrebbe essere scambiato per quello di una bestia impaurita 《Non avete tempo da perdere con persone come me》
Poi si alzò e fece per andarsene, e a poco servirono le suppliche di Viktor. Quando il ragazzo provò timidamente a fermarlo trattenendolo da un braccio, in un ultimo atto di liberazione, lo spinse facendolo cadere a terra, ormai incapace di pensare razionalmente.
Le campane di Notre Dame iniziarono a suonare la mezzanotte, e ogni rintocco sembrava gli rimbombasse nell'anima, scuotendolo da capo a piede, come una premonizione di un castigo divino per la crudeltà che aveva appena compiuto. Abbassò un'ultima volta lo sguardo su quello di Viktor, e lo trovò sconvolto, sì, ma supplichevole: ancora una volta, lo stava pregando di restare. Si voltò e corse via, sperando di trovare rifugio all'ombra delle siepi e delle querce, fuggendo non tanto da Viktor quanto da sé stesso.⁠⁠⁠⁠



♪ ♩ Note dell'autrice ♩  ♪  
Buon pomeriggio! Mi dispiace tantissimo per l'immenso ritardo, ho avuto un sacco di contrattempi a scuola e questa storia è schifosamente difficile da scrivere a volte ç_ç (quando ho il tempo non ho l'ispirazione, quando ho l'ispirazione non ho il tempo e finisce che aggiorno dopo un mese ;;)
Comunque, ringrazio di cuore tutti quelli che hanno letto fin qui! Ve ne sarò eternamente grata! Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento :D




...scrivo qui, alla fine, due noticine inutili: la frase "Era per metà agonia, per metà speranza" è tratta da Persuasione di Jane Austen, e il libro a cui si riferisce Yuuri nelle ultime righe è Il ritratto di Dorian Gray!
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yuri on Ice / Vai alla pagina dell'autore: french_toast