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Autore: Nina Ninetta    03/05/2017    5 recensioni
Lord Voldemort ha vinto, i suoi nemici sono costretti a vivere nell'ombra. Harry è scomparso, Ron è stato fatto prigioniero a Hogwarts, Hermione è sotto tortura a Villa Malfoy. Tuttavia, Draco e i suoi non se la passano meglio. L'unica speranza - per tutti - è allearsi con i "vecchi" nemici.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Armistizio


1.

E pensare che quando il professor Alastor Moody Malocchio aveva torturato quel povero insetto davanti ai suoi occhi (era un ragno o uno scarafaggio? Adesso faticava a ricordarlo) lei gli aveva urlato di smetterla subito. Non sopportava la visione di quel piccolo animaletto che si contorceva su sé stesso per il dolore della Maledizione Cruciatus, ed ora... ora non c'era neanche un cane a difenderla!
Dopo tutta quella atroce sofferenza, dopo aver provato la sensazione di esser penetrata da centinaia, anzi migliaia di piccoli coltelli affilati, Hermione Granger era giunta ad una conclusione: la peggiore delle Maledizioni Senza Perdono non era Avada Kedavra, ma la Cruciatus. In quei giorni di prigionia aveva desiderato la morte come si può desiderare l'acqua nel deserto.
«Uccidetemi, vi prego uccidetemi» si era ritrovata a supplicare quel pomeriggio e per cosa poi? Bellatrix Lestrange aveva riso a crepapelle, manco le avesse raccontato una barzelletta e, tanto per essere coerenti, aveva invocato un'altra Cruciatus. Da sopra le sue stesse urla Hermione aveva sentito gli sghignazzi di trionfo e probabilmente avrebbe proseguito fino a farla schiattare di dolore se non fosse intervenuta la sorella:
«Smettila Bella! O la ammazzerai davvero» alle parole di Narcissa era seguito il silenzio, la giovane Granger respirava a fatica, provava fitte lancinanti ovunque
«Sporca babbana» Bellatrix le aveva sputato addosso, ma Hermione non aveva neanche più la forza di piangere, figuriamoci di difendere il suo nome e quello della sua specie «Tu» aveva aggiunto la donna rivolta ad un altro «Riportala in cantina» poi si era inginocchiata accanto alla Granger sollevandole il mento con la bacchetta, i suoi occhi erano feroci, folli «Cerca di non morire tesoro, domani ti aspetto qui, stessa ora. Non mancare» così dicendo l'aveva schiaffeggiata e si era allontanata. Hermione aveva visto i tacchi dei suoi stivali neri calpestare il pavimento, poi qualcuno l'aveva sollevata di peso, c'era del sangue sulle mattonelle, sicuramente il suo:
«Pulisci questo schifo» era stato l'uomo che se l'era caricata sulle spalle a parlare, emanava un fetore sinistro
«Non sono la donna della pulizie, Greyback»
«No, infatti, sei molto peggio: sei una traditrice e se non fosse per Bellatrix a quest'ora la famiglia Malfoy...» il lupo mannaro si passò la lingua sui denti facendola scoccare contro il palato, come qualcuno che pregusta un pasto da leccarsi i baffi, letteralmente.
 
Hermione fu lasciata cadere sul freddo pavimento di marmo come un sacco di patate. Fenrir Greyback accarezzò il suo profilo fino alla base del collo, disse qualcosa su quando non sarebbe più servita al Signore Oscuro e allora sarebbe stata tutta sua, sogghignò e si chiuse la porta alle spalle con un tonfo di ferro vecchio.
Successivamente Hermione non sarebbe stata in grado di dire quanto tempo fosse trascorso da quel momento, né se si fosse appisolata, fatto sta che aveva sognato Harry e Ron. Erano di nuovo felici e spensierati, insieme si stavano dirigendo a casa di Hagrid, in lontananza si intravedeva il fumo che usciva dalla sua capanna e un buon odore di brodo aveva permeato l'aria. Il profumo era veramente intenso, si infiltrava per tutto il corpo, passeggiava nelle vene come un toccasana, come una pozione risanatrice. Sollevando a stento le palpebre si rese conto che davanti alla porta giaceva una ciotola fumante, qualcuno era passato a lasciarle la cena. Era davvero una tortura. Perché non la lasciavano morire e basta? Perché non l'ammazzavano come avevano fatto con tutti gli altri?
Hagrid, Lee, Seamus, Lavanda, Calì, la Cooman, Percy, Fred e chissà quanti altri avevano ucciso mentre lei era lì. Eppure Hermione sapeva benissimo perché non potevano ucciderla, conosceva il motivo per cui la rimettevano in sesto dopo ogni Maledizione Cruciatus. Voldemort voleva scoprire dove si nascondeva il suo acerrimo nemico, l'unico che lo teneva ancora in scacco, sul quale non era riuscito a posare le sue grinfie. Il problema era uno soltanto: nessuno sapeva che fine avesse fatto Harry Potter. Neanche lei, Hermione Granger, ne era a conoscenza e semmai lo fosse stata si sarebbe portata quel segreto nella tomba.
Dopo aver conquistato il castello di Hogwarts Lord Voldemort e i suoi Mangiamorte se ne erano impossessati, facendone la propria roccaforte, una specie di Azkaban due. Lì infatti Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato dirigeva il suo esercito spietato, dando sentenze di morte a chiunque gli si opponesse; i pochi che erano riusciti a fuggire avevano abbandonato il Paese chiedendo asilo alle altre scuole di Magia e Stregoneria sparse per il mondo. Ma non tutti erano stati così scaltri e veloci a Smaterializzarsi. Ron, ad esempio, si era fatto catturare come un allocco e ora se ne stava imprigionato chissà dove ad Hogwarts, con i Dissennatori a fargli da guardia, in attesa del fatidico Bacio. Tutto questo ad Hermione lo aveva detto Lucius Malfoy, come monito, la morale del suo racconto era semplice: vuoi fare anche tu la stessa fine? Lei non aveva risposto, si era limitata a fissarlo con sguardo di sfida, come a dire: potrete piegare il mio corpo, ma non piegherete mai la mia anima. Evidentemente al caro Lucius questo atteggiamento sfrontato non era piaciuto, poiché le aveva lanciato addosso una Cruciatus peggiore della precedente. Si, perché quando sua cognata era assente toccava al padrone fare gli onori di casa e torturarla. Ma nonostante tutto, Hermione avrebbe provato sulla sua pelle che le maledizioni di Malfoy erano carezze se paragonate a quelle di Bellatrix.
 
Questo però accadeva tanto tempo fa, i primi giorni che era stata scovata e portata a Villa Malfoy. Trovandola da sola nel bel mezzo di un boschetto, i Mangiamorte avevano dato per scontato che fosse in compagnia di Harry Potter e che si fosse fatta catturare per dargli il tempo di fuggire. In realtà Hermione vagava per quei boschi da sola, era stata tradita dalla fame che l'aveva costretta ad uscire allo scoperto. Dopo aver perso la guerra contro Voldemort e il suo esercito Harry era scomparso, la ragazza l'aveva visto calarsi il Mantello Invisibile sulla testa, si erano guardati per un istante, poi gli aveva fatto un cenno d'assenso e si era Smaterializzata. Con l'invasione nemica ogni difesa magica innalzata da Silente prima e Minerva McGranitt poi era crollata, permettendo a molti di loro di Smaterializzarsi, seppur inutilmente. Infatti parecchi erano già stati scovati e uccisi.
Dopo una latitanza durata circa un paio d'anni, la Granger era stata quindi trovata e portata alla residenza dei Malfoy, che oramai veniva usata come sede distaccata dei Mangiamorte. Al suo arrivo era stata accolta dalla stessa Bellatrix Lestrange, la quale le aveva spiegato velocemente il motivo di quel "trattamento di favore", come lei stessa l'aveva definito:
«Punto uno: tu ci porterai da Potter. Punto due: il Signore Oscuro ti ha promesso come premio a Fenrir, e lui mantiene sempre le sue promesse».
Hermione aveva provato a divincolarsi dalle funi magiche che le legavano i polsi, con un cenno della bacchetta Bellatrix ne aveva preso le redini e l'aveva trascinata dentro casa con sé, come fosse un animale da macello. Draco Malfoy era sulla soglia della porta a fissare la scena impietrito, ancor più pallido del solito; quando Hermione lo aveva notato gli aveva urlato contro di essere un vigliacco, Harry l'aveva salvato da morte sicura nella Camera delle Necessità, quando invece avrebbe dovuto lasciarlo bruciare, pezzo di mer-!
Uno schiaffo l'aveva colta in pieno viso, facendola traballare sulle ginocchia. Lucius Malfoy le torreggiava davanti, la mano ancora alzata, i capelli biondi mossi dal vento:
«Non osare rivolgerti a mio figlio con quel tono, Sanguesporco!»
Hermione aveva guardato Draco, il quale aveva distolto lo sguardo, sembrava nauseato. Forse era questa la sensazione che provavano i Purosangue di fronte ai nati babbani come lei? Eppure Ron e i Weasley non l'avevano mai guardata così ...
 
Hermione si addormentò di nuovo. In quel periodo dormire era l'unica cosa che le dava sollievo, forse perché così il dolore spariva e, soprattutto, nei sogni poteva rivivere i momenti felici che aveva trascorso ad Hogwarts. Poteva rivedere Ron e prolungare il loro primo e - probabilmente ultimo - bacio.


 
  
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