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Autore: Nina Ninetta    07/05/2017    4 recensioni
Lord Voldemort ha vinto, i suoi nemici sono costretti a vivere nell'ombra. Harry è scomparso, Ron è stato fatto prigioniero a Hogwarts, Hermione è sotto tortura a Villa Malfoy. Tuttavia, Draco e i suoi non se la passano meglio. L'unica speranza - per tutti - è allearsi con i "vecchi" nemici.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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4.



La prima cosa che Hermione Granger udì fu lo scroscio dell'acqua. Si guardò attorno con circospezione, non sapeva di preciso dove si trovavano, ma di sicuro erano lontani da Villa Malfoy. La radura si presentava spoglia, gli alberi erano rinsecchiti e dal terriccio sbucava solo qualche sporadico filo d'erba, forse sopravvissuto all'inverno. Più in là un torrente scorreva verso sud.
«Granger! Ehi, Granger che facciamo ora?» la voce di Draco la riportò sulla terraferma
«Do-dobbiamo proteggere la zona»
«Proteggere la ... ok, va bene» Draco cominciò a muovere la bacchetta di sua madre nell'aria, sussurrando gli incantesimi e sbarrando gli occhi quando vide Hermione uscire dalla zona di protezione «Ehi, Sanguesporco dove vai?»
Hermione scosse il capo, senza controbattere. Se c'era da trovare Harry Potter e andare a salvare Ron Wesley di certo non l'avrebbe fatto sudicia e puzzolente. S'immerse nel torrente, l'acqua era gelida, ma strinse i denti. Dopo la Maledizione Cruciatus tutto il resto sembrava fare meno male e in effetti l'acqua ebbe un effetto terapeutico sul suo corpo e sulla sua mente. Lavò via le paure e le ansie, i cattivi odori e il sangue raggrumato, i capelli si ammorbidirono e la pelle tornò a risplendere chiara e pallida. Quando uscì dal torrente non vide Malfoy, nascosto dagli incantesimi di protezione, ma solo un fuocherello sterile. Lo raggiunse e lo spense gettandogli sopra un po' di terriccio, ovviamente il ragazzo protestò.
«Ci troverebbero in un batti baleno con quello» rispose lei, poi con un colpo di bacchetta ravvivò una fiamma azzurra, tremendamente calda e accogliente, poi infilò la mano destra nella sua borsa e ne tirò fuori una tenda da campeggio che montò con un altro colpo di bacchetta, infine ne estrasse un paio di jeans logori e un maglioncino grigio. Certo, non erano proprio indumenti di prima scelta, ma infondo non stava partendo per una festa, no? Entrò nella tenda, ammonendo Draco di non muoversi fin quando non glielo avesse detto lei, lo sentì bofonchiare qualcosa su quanto poco ci tenesse a vederla cambiarsi e di nuovo Hermione non rispose.
«Ho fatto» disse dopo qualche minuto e ne passarono altri ancora prima che Draco si decidesse ad entrare, con l'espressione scocciata di qualcuno che sta facendo qualcosa controvoglia, ma lei non se ne accorse. Era intenta a cercare qualcosa nella sua "piccola" borsa.
«Ero sicura di averli messi proprio... ah, eccoli!» ne tirò fuori due barattoli di latta che mostrò con orgoglio
«Cosa diamine sono?»
«Fagioli» rispose lei candidamente «I miei ne vanno matti. Li ho comprati prima che mi catturassero»
«Cibo babbano, puah! Che schifo!»
«Bene, vuol dire che li mangerò solo io» Hermione fece scattare la chiusura sul coperchio e con un cucchiaio diede inizio alla sua cena. Draco evitava di guardarla, fingeva di essere interessato alla tenda che gli pareva fin troppo piccola per entrambi. Due materassi praticamente raso terra erano alla sua sinistra, uno scaffale ricolmo di libri invece si trovava alle spalle della Sanguesporco, e al centro - fra i letti e i libri - c'erano loro. Hermione se ne stava seduta a gambe incrociate, un libro aperto su di esse, i fagioli nella mano mancina e la posata in quella destra.
«Granger»
«Si?»
«Potresti spiegarmi il piano»
«Quale piano?» Hermione non aveva neanche alzato lo sguardo, sembrava davvero interessata a quello che leggeva. Draco prima strinse i pugni, quindi afferrò il libro e lo scaraventò lontano, Hermione lo fissò accigliata «Che cosa vuoi Malfoy? Ti ho già detto che non so dove si trova Harry»
«Ed io ti ho già detto che la mia non è una richiesta. È un ordine
«"La mia non è una richiesta. È un ordine"» gli fece il verso lei scattando in piedi, eppure la differenza di altezza non cambiò di molto «Ma guardati, ma sentiti! Tu non sei più nessuno Draco Malfoy, il tuo nome vale meno di zero. Adesso io e te siamo uguali, entrambi reietti»
«Io non sarò mai come te, Granger. Io sono un Purosangue, tu sei solo una sporca babbana»
«Già, e hai dovuto chiedere l'aiuto di questa "sporca babbana" per attuare il tuo piano o mi sbaglio?»
Draco fece scattare la mano per afferrare la gola di Hermione, ma questa fu scaltra a fare un passo indietro, più per riflesso in realtà. Il lampo di luce che aveva attraversato lo sguardo gelido del ragazzo non gli piaceva neanche un po', le ricordava terribilmente quello della zia Lestrange, nonostante ciò non riusciva a tenere a freno la lingua.
«Che c'è Malfoy, vuoi baciarmi di nuovo?»
Il ragazzo alzò la mano e l'arrestò a mezz'aria, quindi le puntò l'indice contro.
«Trovami Harry Potter o giuro che ti riporto a Villa Malfoy» così dicendo uscì dalla tenda ed Hermione non lo vide fino al mattino.
 
Durante la notte Hermione Granger ebbe tempo di riflettere. In ballo non c'era solo l'onore della famiglia Malfoy, ma anche la vita delle persone che amava. Il viso di Ron non l'abbandonava mai, se Lucius le aveva detto la verità adesso si trovava in una camera tramutata in cella ad Hogwarts, circondato da Dissennatori e chissà cos'altro. Hermione lo immaginava magro e smunto, spaventato a morte e privo di voglia di vita, magari gli avevano riservato il medesimo trattamento che era spettato a lei in quelle ultime settimane. Il solo pensiero che Ron stesse soffrendo, che stesse sperando e supplicando di morire il più presto possibile la spaventava più della propria morte. Aveva perso tanti amici e persone care in battaglia, ma la scomparsa di Ron e di Harry ... no, non l'avrebbe tollerato.
Per questo quella mattina decise di cominciare seriamente a cercare Harry Potter, il Sopravvissuto, l'unico che secondo la Profezia sarebbe stato in grado di liberarli da Lord Voldemort.
Uscendo dalla tenda si fece ombra con le dita, il sole appena sorto torreggiava proprio di fronte a lei. Vide Draco seduto sul terriccio, la schiena contro un tronco e le gambe distese, giocherellava con la sua bacchetta. Gli si accostò cauta, lui era già sveglio - semmai avesse dormito - ma continuò a tenere lo sguardo puntato dinnanzi a sé. Lei si annunciò con un colpetto di tosse, ma Draco non si mosse.
«Tregua?» chiese solo
«Mia madre piange» Hermione non capì subito «Tutte le notti. Mia madre piange. Mi sento impotente, provo una tale rabbia che ammezzerei tutti nel sonno se servisse a salvarla. Lei piange e so che è tutta colpa mia» Malfoy smise di fissare davanti a sé e abbassò lo sguardo sulla bacchetta, allora Hermione comprese dove l'avesse trovata.
 «Dormiamo in cucina, alla stregua di elfi domestici. Mia mamma sgobba tutto il giorno per quei luridi pezzi di merda e io non lo posso sopportare» questa volta alzò lo sguardo per guardare direttamente Hermione, la quale sussultò vedendo le lacrime cadere copiose sul viso del ragazzo «Mia madre piange ed è colpa mia!» si batté l'indice sul petto con violenza, lo stesso che la sera precedente aveva puntato contro di lei  «Perciò ho bisogno che mi aiuti a trovare Harry Potter per fermare Tu-Sai-Chi»
«Ho un piano» Hermione gli tese la mano, per un attimo si pentì di quel gesto spontaneo quando lui inizialmente non l'afferrò, ma poi lo fece, si aggrappò a quella mano che lo aiutò a tirarsi su.
«Bene» concluse Malfoy
«Bene» gli fece eco Hermione mentre raggiungevano la tenda
«Ah Granger, se lo dici a qualcuno»
«Mi ammazzi, lo so» sospirò lei, aveva l'aria di una persona costretta a ripetere le cose cento volte, ma chissà cosa avrebbe pensato se avesse visto il sorriso sghembo che aveva increspato l'angolo destro della bocca di Draco.
Intanto che riordinava le sue cose e obbligava il compagno di viaggio a mangiare i fagioli babbani, promettendogli che non avrebbe perso il suo incommensurabile potere magico, gli spiegò il piano. Gli unici che potevano sapere dove si trovava Harry erano i pochi superstiti dell'Ordine della Fenice che adesso si nascondevano alla Tana. Draco Malfoy quasi si strozzò
«Io non metto piede in quella fetida» Hermione lo fulminò con lo sguardo e lui lasciò la frase a metà, roteando gli occhi all'insù «Ok, ok. Continua»
«Continuo cosa? Ho finito» la ragazza si sistemò la borsa a tracolla, controllò che la bacchetta fosse al suo posto e gli sorrise raggiante «Devo solo infilare dentro la tenda e poi... si va alla Tana!»
«Merlino aiutami tu!» pregò Draco seguendo la ragazza, la osservò smontare la tenda con un colpo di bacchetta e farla volare direttamente nella minuscola borsa. Quindi le si avvicinò, fece per afferrarle il braccio, poi cambiò idea e salì fino all'avambraccio, ci pensò un secondo e le prese il polso. Tutto questo sotto lo sguardo di Hermione, che era un misto di imbarazzo e divertimento per l'impaccio di Malfoy.
«Devi guidare tu la Smaterializzazione, io non so dove si trovi quella cosa che hai detto»
«Se preferisci posso eseguire io la Smater-»
«No, sei ancora debole» Hermione provò un senso di gratitudine, che tuttavia si spense in un secondo «E non voglio spaccarmi. Andiamo».
Hermione sapeva che quello doveva essere un sacrificio non indifferente per il giovane Serpeverde, permettere ad un altro di decidere la destinazione della propria Smaterializzazione significava liberare la mente e riporre piena fiducia nella persona che si teneva accanto. No, per un Purosangue come lui non doveva essere semplice affidarsi ad una Sanguesporco che lo stava guidando direttamente nella casa del nemico. 
  
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