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Autore: Nina Ninetta    09/05/2017    4 recensioni
Lord Voldemort ha vinto, i suoi nemici sono costretti a vivere nell'ombra. Harry è scomparso, Ron è stato fatto prigioniero a Hogwarts, Hermione è sotto tortura a Villa Malfoy. Tuttavia, Draco e i suoi non se la passano meglio. L'unica speranza - per tutti - è allearsi con i "vecchi" nemici.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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6.




George Weasley stava dormendo profondamente quando fu svegliato di soprassalto da un rumore che proveniva dabbasso. Armandosi di bacchetta discese cauto le scale, convinto di dover di nuovo combattere contro qualche ladruncolo da strapazzo. In quegli anni tenere un negozio era diventato un vero inferno, non c'era più ordine, nessuna istituzione a tutelare i commercianti, perciò questi erano costretti a farsi giustizia da soli. Vigeva l'anarchia.
«Lumos!» la punta della bacchetta si illuminò, mostrando uno sbuffo di fumo nero fuoriuscire dal camino, una sagoma si contorceva per drizzarsi, la sentì tossire «Chi è?»
«Draco! Dracooo!» la figura batté più volte la mano contro il marmo del caminetto «Maledizione! DRACOOO!»
«He-Hermione Granger?» George non poteva credere ai suoi occhi. Hermione - che tutti davano per morta - era apparsa nel suo negozio e invocava a gran voce, quasi sull'orlo delle lacrime, Draco Malfoy? Era evidente che stava ancora sognando.
«George» Hermione lo ridestò «Devo tornare alla Tana, hai della Polvere Volante George?»
Il ragazzo l'accompagnò di sopra, circondandole le spalle con le braccia, spingendola a salire le scale con parole di conforto. Doveva calmarsi, bere qualcosa di caldo e soprattutto raccontargli tutto, perché non era mai stato tanto confuso in vita sua. Hermione, sporca di fuliggine, si accomodò su una sedia, la tazza fumante che George le aveva offerto non sembrava minimamente interessarle. Sembrava sconvolta, raramente lui l'aveva vista in quelle condizioni, di solito era una che manteneva la calma anche nelle situazioni più disperate. Tra balbettii e frasi apparentemente sconnesse, Hermione gli raccontò quello che era accaduto alla Tana e lei si infastidì di fronte alla sua impassibilità.
«Hai capito quello che ho detto? I Mangiamorte hanno attaccato la tua casa!»
«Certo che ho capito, non sono mica scemo» George si sistemò meglio sulla sedia «Quelli della mia famiglia che sono scampati alla morte durante la guerra contro Tu-Sai-Chi non moriranno per mano di due maghetti ignoranti» Hermione placò la sua rabbia, il ricordo di Fred la rendeva sempre molto triste, nonostante fossero passati più di due anni «E per quanto riguarda il tuo nuovo amico non lo uccideranno: è un Mangiamorte, è uno di loro».
Hermione non aggiunse altro. George non capiva, proprio come Arthur, Molly e Bill. L'unica ad aver inteso la situazione era stata Fleur, forse perché non condizionata dai precedenti poco raccomandabili di Draco. Si convinse a fare una doccia, ad indossare vestiti puliti - George aveva molti abiti femminili e lei non osò chiedergli come mai - e a mettersi a letto.
Non chiuse occhio. Rimase per il resto della notte con l'orecchio teso a percepire ogni minimo rumore, sperando sempre di veder comparire Draco dal camino di Tiri Vispi Weasley che, tuttavia, non giunse mai.
 
Nei giorni successivi Hermione rimase all'interno del negozio di George, scoprì che Lee Jordan era diventato suo socio.
«Non pretendo di sostituire Fred» le disse un giorno Lee mentre metteva in ordine la merce nel retro, dove di solito lei trascorreva gran parte della giornata «Ma stare insieme ci da sollievo, è come se lui fosse uscito per qualche commissione e stesse per rientrare».
Ben presto Hermione cominciò ad essere insofferente, restare rinchiusa non l'avrebbe portata da nessuna parte. Si trovava ad un bivio: cercare Harry Potter o cercare Draco Malfoy? Qualche anno addietro non avrebbe avuto dubbi quale strada intraprendere, ma adesso era tutto diverso. Inoltre George e Lee non la perdevano d'occhio un momento, non si fidavano a lasciarla andare in giro da sola e non avevano tutti i torti, seppur quella vita da reclusa non la stava portando a niente. Quando la ragazza chiese a George di sua sorella Ginny lui seppe raccontarle ben poco. Come Fleur Delacour sapeva che vagava per il mondo magico, in compagnia di Neville Paciock e Luna Lovegood. Avevano messo su una specie di corporazione - Esercito di Silente - insieme ad altri ex studenti di Hogwarts, ma nessuno conosceva il loro nascondiglio. I maghi che non si erano schierati con Lord Voldemort dopo la guerra li adoravano alla stregua di eroi, qualche adolescente teneva i loro poster in camera, il Cavillo esaltava le loro azioni di rappresaglia. Tutto questo non rincuorò Hermione. Se l'Esercito di Silente era diventato così famoso e non era ancora stato scovato dagli scagnozzi di Voldemort, sicuramente avevano preso ogni precauzione per non farsi trovare. Figuriamoci come avesse potuto riuscirci lei, sola e unica alla ricerca di un ago in un pagliaio.
Era trascorso poco più di una settimana da quando era atterrata nel camino di Tiri Vispi Weasley. Quando si avvicinava l'orario di chiusura Lee e George le permettevano di gironzolare per il negozio, a curiosare fra le pozioni e gli ultimi arrivi. Ogni tanto l'avevano vista anche sorridere di fronte a qualche scherzo demenziale, ipotizzarono che stesse immaginando la reazione entusiasta di Ron, come di un bambino dinnanzi al suo giocattolo nuovo.
Quella sera Hermione sostò nei pressi dei filtri d'amore. Ce n'erano per ogni gusto: quello che durava solo una notte, quello che durava solo pochi mesi, quello di tutta una vita. Prese proprio quest'ultima bottiglietta, leggendo le avvertenze e i modi d'uso (avevano l'aria di una minaccia). Ricordava ancora quando il professor Lumacorno aveva asserito che si trattava di una delle pozioni più potenti in circolazione e lei non aveva appreso appieno il motivo, fin quando nell'aula ne aveva sentito l'odore...
«Non ti facevo una tipa romantica, Granger».
Hermione sobbalzò per la sorpresa e il filtro d'amore le cadde di mano - si sarebbe infranto sul pavimento se George non fosse stato lesto ad attutire la caduta con un incantesimo - lentamente si voltò indietro. Draco Malfoy era proprio lì, davanti ai suoi occhi. Sulla guancia destra correva una cicatrice che prima non c'era, sembrava un po' dimagrito, per il resto era come lo ricordava: capelli biondi, occhi di ghiaccio, aria da presuntuoso. Hermione gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò.
«Grazie a Dio stai bene»
«Grazie a chi?» Draco adagiò i palmi delle mani sui fianchi della ragazza, ma quando notò gli sguardi assassini di George e Lee fissi su di lui si scostò dalla stretta di Hermione, era arrossito e impacciato.
«Oh è un modo di dire babbano» spiegò lei con ironia.
«Allora sei vivo» George non sembrava proprio contento e non ci provò neanche a nascondere la sua delusione. Lee invece non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di pocanzi: Hermione Granger e Draco Malfoy stretti in un abbraccio che pareva non voler finire mai. Incredibile. Se l'avesse visti Ron sarebbe morto d'infarto.
 
Draco raccontò cosa era accaduto dopo che lei era andata via.
«Andata via? Mi hai letteralmente spinto nel camino»
«Si, lo so, mi sei debitrice parecchie volte, Granger» lei scosse il capo, le labbra si incresparono in un sorrisetto - George e Lee si lanciarono sguardi esterrefatti - ma non lo interruppe più.
Draco Malfoy spiegò di aver intrapreso un combattimento personale contro Greyback, moriva dalla voglia di Schiantarlo da quando aveva messo piede a Villa Malfoy circa due anni fa. Il taglio sulla guancia era opera sua. Stavano combattendo, quando uno dei Mangiamorte aveva lanciato l'incanto Ardemonio. Le fiamme avevano avvolto la Tana in pochi secondi, i maghi oscuri e il Lupo Mannaro erano fuggiti a gambe levate. Nessun incantesimo era riuscito a spegnere l'incendio, l'ultima cosa che Draco ricordava era una trave di legno che dal soffitto gli crollava addosso. Quando si era svegliato si era ritrovato in un candido letto, in sottofondo gli era parso di sentire le onde del mare. E non si era sbagliato, si trovava a Villa Conchiglia, la casa di Bill e Fleur. Durante la convalescenza la francese gli aveva confessato che era stato Arthur a portarlo in salvo, mentre si gettava tra le fiamme gridando che non c'era bisogno di un'altra vittima, né di un'altro padre e un'altra madre che piangevano la morte di un figlio. A quelle parole Bill lo aveva seguito, dopo aver portato in salvo - all'esterno della casa - sua madre e sua moglie.
Il giovane Malfoy si era svegliato tappezzato di bende, con il corpo ricoperto di ustioni che ci avevano messo un po' a guarire.
«Madame Chips le avrebbe guarite in una notte» puntualizzò Lee con una nota malinconica nella voce. Nessuno rispose e allora Draco riprese il suo racconto. Disse che i Weasley avevano deciso di non mettersi in contatto con Hermione e George per evitare pericoli, poiché Villa Conchiglia era una delle poche case non rintracciabili dai Mangiamorte. Quando ebbe terminato il suo racconto il ragazzo si alzò, affermando che dovevano rimettersi subito in marcia, oramai era chiaro che l'esercito di Voldemort era sulle loro tracce, probabilmente più per una vendetta di famiglia che per volontà del Signore Oscuro in persona. Bellatrix Lestrange odiava farsi beffare in quel modo, proprio sotto al naso. Inoltre ogni minuto che trascorrevano nascosti da qualche parte era un minuto perso. Nonostante George sconsigliò loro di muoversi durante la notte, Draco al contrario disse che con l'aiuto del buio sarebbero stati più al sicuro. Si scatenò una lunga discussione su quale fosse il miglior orario per uscire allo scoperto, volarono parole grosse e insulti vari, poi Hermione batté i palmi sul tavolo intorno al quale avevano cenato, e il silenzio cadde nella stanza:
«Smettetela!» esclamò «Ma vi sentite? Purosangue, famiglie indegne, traditori, Mangiamorte. Sono solo fesserie! Il nemico è uno soltanto e dovremmo essere tutti dalla stessa parte» gli occhi saettavano da George a Draco e viceversa, mentre Lee sedeva muto assistendo allo spettacolo «Vado a prendere le mie cose. Partiamo stasera» quindi uscì dalla camera.
«Ascoltami bene infame» George Weasley scattò verso Draco e lo afferrò per il collo della camicia issandolo dalla sedia, i due volti erano così vicini da sfiorarsi. Lee Jordan si avvicinò, sussurrando all'amico di calmarsi «Se le succede qualcosa ti cavo gli occhi e ne faccio due Boccini e poi ci gioco a Quidditch insieme a Ron e Harry».
Draco Malfoy lo allontanò da lui con una spinta, si riaggiustò il colletto senza abbassare lo sguardo glaciale, infine abbandonò la stanza e raggiunse il piano di sotto. Mentre si accingeva a scendere le scale sentì Jordan rivolgersi a George:
«Sei patetico. Ma non hai notato che ha smesso di chiamarla Sanguesporco?!» poiché non ci fu risposta Draco proseguì.
Hermione salutò i due soci in affari con un forte abbraccio, promettendo in particolare a George di trovare Harry e insieme di salvare suo fratello Ron. Malfoy la stava aspettando al buio nello scantinato, qui le loro mani si cercarono e si trovarono:
«Hogsmeade?» chiese lui
«Hogsmeade. Questa volta eseguo io la Smaterializzazione» annunciò la ragazza e un attimo dopo si ritrovarono nella piazza centrale della cittadina magica. 
  
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