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Autore: Nina Ninetta    10/05/2017    4 recensioni
Lord Voldemort ha vinto, i suoi nemici sono costretti a vivere nell'ombra. Harry è scomparso, Ron è stato fatto prigioniero a Hogwarts, Hermione è sotto tortura a Villa Malfoy. Tuttavia, Draco e i suoi non se la passano meglio. L'unica speranza - per tutti - è allearsi con i "vecchi" nemici.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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7.



Nonostante eseguissero la Smaterializzazione da diverso tempo, questa procurava sempre un certo fastidio allo stomaco e in particolare quella di Hermione Granger era stata molto violenta, tanto che Draco dovette stringere le palpebre e ricacciare indietro il vomito. Doveva ammetterlo: quella nata babbana era davvero un'ottima maga, migliore di tanti Purosangue, forse perfino più forte di lui se si fossero affrontati in battaglia.
«Dobbiamo spostarci da qui, Malfoy, siamo troppo in vista» Hermione si guardava attorno nervosamente, il paese era deserto e silenzioso, ed era proprio questa calma a spaventarla. Era una quiete ingannevole.
«Si, si» lui si drizzò, aveva ancora qualche sentore di vomito, ma la ragazza aveva ragione: non potevano stare lì, erano troppo esposti e vulnerabili. S'incamminarono l'uno di fianco all'altro, Hermione teneva la sua bacchetta sfoderata, continuando a guardarsi attorno con circospezione.
«Non mi fido. Non mi fido» ripeteva come un mantra «C'è qualcosa qui che non riesco a vedere, non riesco a capire. Troppa calma, troppo silenzio»
«È notte Granger, chi vuoi che ci sia a quest'ora» Draco si sentiva decisamente meglio, l'aria fresca era stata come un toccasana. Hermione al suo fianco muoveva la testa come se fosse in preda ad un tic nervoso - e forse lo era. Si guardava indietro, poi in su verso i tetti, poi lungo la strada deserta che si srotolava di fronte a loro e di nuovo d'accapo: indietro, su, di fronte. Draco cominciava ad infastidirsi.
 «La vuoi smettere? Se ci fosse stato qualcuno ci avrebbe già attaccato, non credi?»
«No» su, indietro, di fronte «Magari ci stanno tendendo una trappola. O magari ci stanno seguendo per capire dove siamo diretti»
«A proposito, dove siamo diretti?» chiese il ragazzo mentre svoltavano un angolo, un gatto nero tagliò loro la strada, a Hermione quasi venne un infarto «Era solo un gatto, Granger»
«E se fosse stato un Animagus?» Draco scosse il capo «Aspetta» lei lo arrestò afferrandolo per il braccio, negli occhi il classico guizzo di quando ha appena avuto un'idea brillante
«Che c'è adesso?»
«Potremmo usare un incantesimo di Disillusione e diventare invisibili» si batté una mano sulla fronte «Perché non ci ho pensato prima» Draco tacque. Davvero la Granger sapeva effettuare un incanto così complicato? Hermione sollevò il braccio e aprì la bocca, pronta a pronunciare la formula magica.
«EXPELLIARMUS!»
La bacchetta di Hermione volò lontano, la voce era provenuta dai tetti dove si notava appena una figura incappucciata. Draco fece scattare la mano verso la tasca dei pantaloni per afferrare la propria arma, ma la punta di una bacchetta gli punse la nuca:
«Fermo o ti uccido» Draco sentì una mano frugare nelle tasche anteriori ed estrarre la bacchetta di Narcissa «Mani in alto»
«Noi non-»
«MANI IN ALTO! TUTTI E DUE!»
Hermione alzò entrambe le braccia, esseri vestiti di bianco con il volto coperto li stavano circondando, le bacchette puntate contro di loro
«Fa come ti dicono, Malfoy» bisbigliò e sentì nitidamente il suo compagno d'avventura maledire le generazioni dei Troll mentre le dava ascolto.
«Incarceramus!» corde magiche legarono i polsi dei due ragazzi e li costrinsero ad unire le braccia dietro la schiena, qualcuno alle loro spalle teneva le redini.
«Bene, ora muovetevi» continuò lo sconosciuto punzecchiando la base del collo di Draco, Hermione pregò dentro di sé che quest'ultimo non facesse sciocchezze.
Proseguirono lungo il vicolo stretto, Hermione e Draco a guidare il corteo, scortati da quattro figure in bianco, quando provarono a spifferarsi qualcosa lievi scosse elettriche attraversarono i loro corpi. Di nuovo Draco disse qualcosa sui Troll e su quello che avrebbe fatto a quei quattro bastardi merdosi se fosse stato libero.
 
Li accompagnarono fino all'interno della Stramberga Strillante. Hermione si meravigliò di trovarla in condizioni migliori di quanto l'aveva visitata l'ultima volta. Le pareti non erano più scrostate o cadute ma dipinte di rosa (di rosa?), le scale erano state riparate, le stanze erano un tantino scarne ma decisamente più accoglienti di come le ricordava. La camera centrale contava un lungo tavolo rettangolare, un divano, una cristalliera e un camino illuminato dalla tenue luce azzurra delle fiamme magiche. Qui i due ragazzi attesero in silenzio per un po', dietro di loro niente e nessuno si mosse:
«Dobbiamo stare qui ancora tan-»
«Zitto Malfoy!» l'incappucciato che gli teneva ancora la bacchetta puntata sulla nuca lo colpì proprio lì, alla base del collo. Come Hermione sospettava li conoscevano. Draco fece per voltarsi indietro, quando qualcuno entrò nella stanza. Erano in tre e, alla pari dei loro compagni, interamente vestiti di bianco e coperti da capo a piedi.
«Draco?» uno dei tre tirò via il cappuccio «Draco Malfoy? È pazzesco! Amico» Blaise Zabini corse ad abbracciare il vecchio compagno di scuola, nell'incredulità totale. Lo stesso Draco era rimasto così scioccato da non riuscire a spiaccicare una parola.
«Ma sei deficiente!» anche l'altro componente della squadra che era apparso insieme a Zabini rivelò il suo aspetto, mostrando una Ginny Weasley decisamente diversa, non tanto nell'aspetto quanto nell'atteggiamento.
«Ginny!» Hermione fece un passo avanti «Oh Ginny finalmente ti ho-»
«Zabini allontanati» la persona che fino ad allora aveva tenuto la bacchetta sulla nuca di Draco in realtà era Neville Paciock «Conosci le regole»
Hermione si guardò alle spalle, dove prima c'erano quattro figure in bianco adesso vedeva solo vecchi amici, quali Neville, Luna Lovegood, Cho Chang e Dean Thomas. Era un miracolo, se fosse stata libera dalle corde li avrebbe abbracciati e baciati uno per uno. Escluso Blaise Zabini ovviamente e l'altro incappucciato che scoprì essere Pansy Parkinson, l'ex di Draco.
«Ma dai! Ho ritrovato un verace Serpeverde dopo anni e non posso neanche salutarlo»
«Blaise» Ginny gli si accostò «Smamma» disse, accompagnando le parole con un cenno del capo. Blaise Zabini fece spallucce, guardò il suo amico Draco come per scusarsi e indietreggiò. Hermione cominciò a parlare velocemente, approfittando di quel momento di confusione e trovandosi Ginny Weasley a pochi metri da lei, tuttavia questa la zittì mostrandole il palmo.
«Vorrei tanto che tu fossi la vera Hermione Granger, ma sono tempi duri e devo accettarmene»
«Ma che cazzo dici?!» sbottò Draco all'improvviso, sembrava volersi buttare a capofitto contro la giovane Weasley, ma Neville lo pietrificò e il povero Malfoy cadde lungo disteso sul pavimento. Hermione emise un sibilo osservando il ragazzo ai suoi piedi, il quale riusciva a muovere solo gli occhi. Era incazzato nero.
«Per questo motivo non credo ti opporrai a qualche piccola domandina» riprese Ginny rivolta ad Hermione che tornò a guardarla
«Certo che no, Ginny. Puoi chiedermi tutto quello che vuoi»
«Sotto effetto della pozione Verisaterum» concluse la Weasley.
 
Ora, Hermione Granger non aveva nessuna paura ad affrontare l'interrogatorio della sua amica seppur avesse dovuto bere venti Verisaterum. Però c'era una piccola, anzi minuscola parte di lei infastidita da quella situazione e dal fatto che le potesse venir posta qualche domanda scomoda, alla quale lei non aveva ancora dato o non voleva dare risposte. Provò a mettersi nei panni dei suoi amici, vederla arrivare con Malfoy doveva essere stato una specie di shock, infatti era convinta che se si fosse presentata da sola ad Hogsmeade, a Ginny non sarebbe passato neanche per l'anticamera del cervello di farle bere una pozione della verità e costringerla a mettersi seduta di fronte a lei a rispondere ad ogni genere di domande.
Il bicchiere che conteneva la pozione era proprio sotto ai suoi occhi, Hermione se ne stava seduta all'estrema destra del lungo tavolo rettangolare, le altre sedie erano occupate dai membri dell'Esercito di Silente, eccetto Neville Paciock che era sparito in un'altra stanza a fare da balia a Draco Malfoy. Hermione si sentiva gli occhi di tutti puntati addosso, era un'assurdità, una messa in scena, ma se voleva uscirne quanto prima doveva bere il liquido trasparente e inodore davanti a lei. Lo fece, lo bevve tutto d'un sorso e quando riadagiò il bicchiere sul tavolo ci mise più forza del dovuto producendo un tonfo secco, poi si pulì le labbra con il dorso della mano:
«Sono pronta» disse «Iniziamo».
Ginny partì dalle domande facili: come ti chiami? Quanti anni hai? Dove e quando sei nata? Chi sono i tuoi genitori e che lavoro fanno?
Successivamente fu il turno di quelle serie: perché sei qui? Cosa ci fai con Draco Malfoy? Sei sotto minaccia?
«In che senso "sono sotto minaccia"?» chiese Hermione, la domanda non le era chiara
«Ti ha costretto con la forza a venire qui?» il tono di voce di Ginny era pacato
«Certo che no. Ti ho già detto che dopo la guerra ho vissuto all'ombra di boschi e foreste per due anni, poi i Mangiamorte mi hanno scovata e fatta prigioniera a Villa Malfoy. Qui, per circa quindici giorni, Bellatrix Lestrange mi ha torturato con la Maledizione Cruciatus, fin quando Draco Malfoy non mi ha aiutata a fuggire e-»
«Perché?» la interruppe Ginny
«Perché lui vuole salvare i suoi genitori da-»
«Perché?» chiese ancora Ginny
«Perché vivono come elfi domestici all'interno della loro stessa casa e sua madre piange» Hermione si tappò la bocca con le mani. Quello era un segreto che le aveva confessato Draco, maledizione.
«Sua madre cosa?» questa volta a parlare era stato Blaise Zabini, ma Ginny lo ignorò e le disse di continuare il racconto.
Hermione parlò fino ad avere la gola secca, narrando il viaggio che l'aveva vista protagonista fino a quel momento, facendo uno sforzo enorme per girare intorno ad alcuni ricordi che le affioravano alla mente, come il bacio davanti a Villa Malfoy e l'abbraccio nel negozio Tiri Vispi Weasley.
«Benvenuta fra noi Hermione» finalmente Ginny sembrava essersi convinta della sua vera identità. La Granger si sarebbe aspettata almeno una pacca sulla spalla o un qualsiasi altro gesto affettuoso, invece Ginny Weasley rimase dov'era, impassibile. Era proprio cambiata, forse la guerra l'aveva resa più fredda e cinica «Luna» la ragazza bionda scattò sull'attenti «Di' a Neville che qui abbiamo finito».
Luna trotterellò fuori dalla stanza, strizzò l'occhio ad Hermione passandole accanto, quindi tornò dopo qualche minuto con Neville e Draco che era stato liberato dalla Maledizione Pietrificus Totalus, ma non dalle corde magiche.
«Luna, puoi tenere compagnia ad Hermione mentre noi interroghiamo Draco Malfoy?»
«Sissignore!» Luna prese Hermione per un braccio e con dolcezza la invitò a seguirla, intanto che il posto di quest'ultima veniva occupato da Draco. I due quasi si sfiorarono passandosi accanto, si guardarono negli occhi, ma Hermione non riuscì a decifrare il suo sguardo gelido e abbandonò la stanza con un gran peso sullo stomaco.
 
Neville Paciock riempì il bicchiere dove prima aveva bevuto Hermione con una nuova pozione Verisaterum. Inizialmente Draco si rifiutò, come era prevedibile d'altronde, poi Blaise Zabini e Pansy Parkinson lo convinsero a buttarla giù tutta d'un fiato. In fondo Hermione aveva già spiegato gran parte della storia, c'erano giusto due o tre punti che non erano propriamente chiari. Draco Malfoy afferrò il bicchiere:
«Questa me la pagate» promise prima di bere la pozione.
A differenza dell'interrogatorio precedente diretto da Ginny, questa volta fu Neville a porre le domande e cominciò con le semplici: come ti chiami? Dove abiti? Chi sono i tuoi genitori? Chi era lo studente che odiavi di più durante gli anni ad Hogwarts?
«Harry Potter» rispose sinceramente Draco
«E tu hai sprecato una pozione Verisaterum per fargli dire una cosa strarisaputa?» Blaise sghignazzò e con lui Pansy e Draco. I tre sembravano aver ritrovato senza convenevoli la vecchia intesa. Tuttavia Neville lo ignorò:
«E la studentessa che odiavi di più?»
Draco si morse il labbro, le parole a fior di labbra che non potevano essere taciute per effetto della pozione:
«Hermione Granger»
 
Hermione tornò a sedersi sul divano, al fianco di Luna Lovegood che stava giocherellando con una ciocca di capelli biondissimi, apparentemente immersa nel suo mondo, e quando parlò Hermione quasi sussultò:
«Dai, non fare quella faccia» disse lei con candore «Lo sai benissimo che Draco prova ribrezzo per i nati babbani»
«S-si si. Certo» Hermione si sentiva a disagio e ringraziò il cielo di trovarsi con Luna e non in compagnia di un altro membro dell'Esercito di Silente che avrebbe potuto accorgersi della sua espressione dispiaciuta. Che stupida, che ingenua a credere che uno come Draco Malfoy potesse cambiare. Quando quella storia sarebbe finita, nel bene o nel male, sarebbe tornata ad essere la Sanguesporco e Draco il Purosangue che prova disgusto anche solo a guardare quelli come lei.
 
L'interrogatorio di Draco fu più lungo e snervante di quello toccato ad Hermione. Di tanto in tanto qualche domanda gli veniva posta anche da Dean Thomas e Ginny Weasley, domande che per lo più erano curiosità personali riguardanti gli anni trascorsi alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Draco era ormai stremato, liberato dall'incantesimo Incarceramus si teneva la testa con le mani, le dita affondate nei capelli chiari che cominciavano a diventare seriamente lunghi. All'ennesima domanda sul perché era ad Hogsmeade si ritrovò costretto a ripetere ancora una volta l'intera faccenda, senza modificarla di una virgola.
«E perché sei in compagnia di una Sanguesporco?» continuò Neville
«Sono con Hermione Granger perché abbiamo un piano per fermare Voi-Sapete-Chi e per farlo dobbiamo trovare Harry Potter, ma poiché non sappiamo dove si nasconde, la moglie di Bill Weasley ci ha consigliato di cercare Ginny Weasley».
Neville e Dean si scambiarono un'occhiata, meravigliandosi del fatto che Draco non si fosse rivolto neanche una volta ad Hermione con appellativi dispregiativi, malgrado i loro tranelli.
«Sei un Mangiamorte?» gli chiese Cho Chang a bruciapelo
«Ho il marchio, ma non mi reputo più al servizio del Signore Oscuro»
«Perché vuoi combattere Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato?» aggiunse poi la figlia dei Weasley
«Per mia madre e per riportare in alto il nome della famiglia Malfoy» Draco sollevò lo sguardo, una nuova luce si era accesa nei suoi occhi. Neville lo studiò per qualche secondo, ritenendosi soddisfatto del risultato: l'avevano rivoltato come un calzino e Draco non aveva ceduto neanche per un momento.
«Bene, per me-»
«Si, ok, vuoi risollevare l'onore della famiglia e bla bla bla» fu Blaise ad interrompere Paciock «Ma non capisco perché salvare una Sanguesporco»
«Perché altrimenti sarebbe morta».
  
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