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Autore: Nina Ninetta    15/05/2017    4 recensioni
Lord Voldemort ha vinto, i suoi nemici sono costretti a vivere nell'ombra. Harry è scomparso, Ron è stato fatto prigioniero a Hogwarts, Hermione è sotto tortura a Villa Malfoy. Tuttavia, Draco e i suoi non se la passano meglio. L'unica speranza - per tutti - è allearsi con i "vecchi" nemici.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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10.

 
 
Harry Potter la trovò seduta sul bordo dei mobili della cucina. Se l'avesse vista sua zia Petunia le sarebbe venuto un infarto. La stanza era immersa in una tenue luce bianca che entrava dalla finestra, proiettata dai lampioni in strada. Hermione teneva la Mappa del Malandrino aperta davanti a sé, la punta della sua bacchetta era luminosa per permetterle di leggere. Quando lo vide abbozzò un tiepido sorriso che lui ricambiò. Sul divano giaceva Draco Malfoy, addormentato sotto una calda coperta di lana.
Inizialmente Harry aveva creduto che la sua amica stesse ancora cercando un modo per entrare ad Hogwarts, attraverso un passaggio segreto che magari era sfuggito all'attenzione dei nemici e a loro, invece fissava il puntino di Ron. A circa due centimetri si leggevano i nomi di Lucius e Narcissa Malfoy.
«Se fosse morto...» sussurrò lei
«Il puntino sparirebbe, si» la rassicurò Harry e lei sembrò leggermente più rilassata.
«Fatto il misfatto» Hermione batté la punta della bacchetta sulla Mappa e questa tornò ad essere la consueta pergamena ingiallita. Notò che Harry stava osservando il fagotto di lana sul divano, il colore dei capelli falsato dalla luce «È solo spaventato» disse la giovane Grifondoro «Ha vissuto nella convinzione che niente e nessuno avrebbe mai potuto cancellare il suo mondo idilliaco, invece gli è crollato tutto addosso e se ne è dato la colpa» Hermione sospirò «È solo spaventato»
«È Draco Malfoy, per Merlino, è il figlio di Lucius Malfoy, Hermione» Harry la guardò, incredulo «Ti sei Smaterializzata in casa mia mano nella mano con lui» la ragazza arrossì e nascose il viso per evitare che l'amico se ne accorgesse, ultimamente le capitava spesso
«Lo so» ammise «Ma gli devo la vita, Harry. Sarei morta se non mi avesse portato via da Villa Malfoy»
«Ginny me l'ha raccontato. A proposito, ti chiedo scusa da parte sua per il trattamento, la pozione Verisaterum e tutto il resto» soppesò ciò che stava per dire «Avrai notato che la guerra l'ha indurita»
«Già» gli fece eco Hermione «La guerra cambia le persone» Harry intuì che si stava riferendo anche a Draco.
«Rimane il figlio di Lucius e un Mangiamorte»
«Quello che tu, Ginny, i Weasley e tutti gli altri non capite è che lui non mi ha solo portato lontano da Bellatrix Lestrange, mi ha dato da mangiare, ha ritrovato le mie cose. È stato... carino»
«Lo stai difendendo?» Harry sollevò un sopracciglio
«Lascia stare, ok?!» la ragazza cominciava ad infastidirsi, quella conversazione si era dimostrata alquanto sterile.
«Hermione Granger, non avrai una cotta per Draco Malfoy?»
La giovane Grifondoro discese dal mobile della cucina con un balzo, non si degnò neanche di rispondere al suo amico, d'improvviso si sentiva terribilmente stanca, voleva solo chiudere gli occhi e addormentarsi, non pensare più a nulla. Né a nessuno.
«Buona notte Harry»
«'Notte a te».
 
Il Sopravvissuto attese che la sua amica fosse salita al piano di sopra, le aveva detto di poter dormire nella vecchia camera di suo cugino Dudley, mentre lui e Ginny condividevano quella matrimoniale. Avrebbe potuto dare a Draco la propria, dove aveva trascorso praticamente tutte le estati fino all'età di diciassette anni, ma non si era sentito di esibire tanta gentilezza verso il figlio di Lucius, che adesso era sdraiato sul salotto a un paio di metri da lui. Gli aveva concesso una coperta solo su esplicita supplica di Hermione.
Sentì la porta al piano superiore chiudersi e i passi della ragazza che si sdraiava sul letto. La immaginò supina, con gli occhi spalancati e la mente a 300 chilometri orari. Allora si affacciò oltre lo schienale imbottito del divano, e non si meravigliò di trovare gli occhi color ghiaccio di Draco a fissarlo nella penombra:
«Origli anche adesso?» gli disse Harry
«Strano vero? Un tempo era il tuo passatempo preferito spiarmi. Che anno di scuola era?» Malfoy finse di non ricordarlo
«Era l'anno in cui avresti dovuto far fuori il preside Silente» la mascella di Harry si serrò, le mani si chiusero a pugno. Evidentemente aveva fatto centro perché il Serpeverde non rispose a quella provocazione «Certo che la tua famiglia deve essere caduta proprio in basso per chiedere aiuto ad Hermione»
«Ti dovevo un favore Potter da quella volta nella Stanza delle Necessità e l'ho ripagato portandoti la Granger viva. Non ti basta?»
«No, tu non l'hai fatto per pietà, voi Malfoy non fate niente se non ne traete vantaggio. Ti serve qualcuno che liberi papino e mammina dalla presenza di Voldemort. Hermione è solo una pedina del tuo piano per arrivare a me, l'unico che secondo la Profezia sia in grado di ucciderlo! Perché le lacrime della cara e dolce mamma sono troppo gravose da sopportare, non è vero? Povero tenero Draco...»
Draco scattò in ginocchio sui cuscini del sofà e afferrò Harry per il collo della maglia, senza rendersene conto prese ad urlare:
«IO le ho portato da mangiare, non tu! Sono stato IO ad imboccarla quando era così malridotta da non riuscire a tenere neanche il piatto fra le mani! Sono stato IO a trascinarla quasi di peso fuori dalla sua prigione, dopo aver rischiato di farmi beccare mentre rubavo la sua bacchetta e la sua borsa in una casa traboccante di Mangiamorte! Era così debole che non sarebbe stata in grado di eseguire neanche una semplice fattura! L'ho sentita strillare e gemere e contorcersi dal dolore. L'ho guardata negli occhi mentre mi supplicava di ucciderla, pur di porre fine alla sua agonia!» Draco lo spinse lontano, aveva il fiato corto «E tu grande amico dov'eri? Al sicuro nella tua fortezza!»
«Noi credevamo che fosse morta!» si giustificò Harry, non sapeva neppure perché lo stava facendo in verità «Quando si è sparsa la voce che i Mangiamorte l'avevano catturata» Harry si portò le mani nei capelli in un gesto disperato «Il suo nome non è mai comparso sulla Mappa del Malandrino e allora ho creduto che...»
«Tu l'hai abbandonata» Draco lo accusò con l'indice, più volte fu tentato di Schiantarlo «Lei non l'avrebbe mai fatto!»
Harry Potter gli diede le spalle, le lacrime bruciavano agli angoli degli occhi, rivelando sulla soglia della porta le due ragazze, le loro facce sostituite da maschere di cera. Il ragazzo occhialuto provò una profonda vergogna, Draco aveva dato sfogo ai propri intimi pensieri, come se gli avesse letto nella testa. Che avesse ereditato l'arte della Legilimanzia da sua madre? Sostò davanti alla sua adorata amica e le chiese di perdonarlo, poi Ginny gli passò un braccio sulle spalle e insieme salirono di sopra. La porta della loro camera rimbombò nel silenzio della casa.
 
L'espressione di Hermione era indecifrabile, sentiva il cuore andare a mille.
«Gli hai detto di mia madre, ti avevo chiesto di startene zitta» esordì Draco, mettendosi a sedere e dandole la schiena, si passò una mano sul viso e tra i capelli scompigliati, cosa avrebbe dato per qualche ora di sonno.
«Mi-mi dispiace, è stato alla Stramberga Strillante, sotto Verisaterum»
«Si si, ok» la testa gli faceva un male cane, non aveva più voglia di parlare, di litigare o anche solo di pensare.
«Davvero, io non-»
«Ho detto che va bene, dannazione!» il ragazzo balzò in piedi e ridusse la distanza fra loro con grandi falcate «Cosa vuoi? Un documento firmato?»
«Perché ce l'hai a morte con me, adesso?»
«Non ora Granger, non ora» l'afferrò per un braccio e la buttò fuori dalla cucina «Dormi bene»
«Draco Malfoy non ti permetto di-» la porta le si chiuse in faccia con un gran tonfo. Hermione rimase qualche secondo a fissare il legno scuro, vi mollò contro un pugno, poi non udendo più alcun rumore tornò al piano superiore, più infuriata che mai.
  
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