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Autore: Nina Ninetta    19/05/2017    3 recensioni
Lord Voldemort ha vinto, i suoi nemici sono costretti a vivere nell'ombra. Harry è scomparso, Ron è stato fatto prigioniero a Hogwarts, Hermione è sotto tortura a Villa Malfoy. Tuttavia, Draco e i suoi non se la passano meglio. L'unica speranza - per tutti - è allearsi con i "vecchi" nemici.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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12.

 
Vennero scortati da una folta schiera di Mangiamorte fino alla Sala Grande. Su tutti capeggiava Bellatrix Lestrange, un ghigno sul viso che Hermione e Molly le avrebbero cancellato volentieri a suon di pugni! Nella mano destra la sorella di Narcissa stringeva le quattro bacchette che aveva sequestrato agli intrusi.
La Sala Grande era praticamente priva di mobili, fatta eccezione per il trono costituito da ossa sul quale se ne stava appollaiato Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Sul soffitto non risplendevano candele, ma teschi illuminati da una fiammella posta all'interno del cranio glabro. I Mangiamorte li circondarono, sulle loro teste presero ad aleggiare i Dissennatori e il gelo calò nella stanza. Hermione fu scossa da un tremito di freddo e Molly perse tutta la sua verve agonistica.
«Mio Signore, abbiamo trovato degli intrusi nei sotterranei» Bellatrix fu l'unica ad avvicinarsi al trono e ad inginocchiarsi, ma Voldemort sembrò non sentirla neanche, stava torturando un esserino in una gabbia ai suoi piedi - forse un elfo domestico - e si divertiva un mondo «Si tratta di Arthur e Molly Weasley, Draco Malfoy ed Hermione Granger» ancora niente «L'amica di Harry Potter».
A quel nome Voldemort scattò sull'attenti, sporgendosi in avanti:
«Come hai detto?»
«Hermione Granger, l'amica fidata di Harry Potter»
«Bene!» il Signore Oscuro si alzò, un ghignò gli attraversò il volto rendendolo se possibile ancora più spaventoso «Dov'è questa fanciulla? Chi è?» avanzò verso i prigionieri, il mantello accompagnava sinuoso ogni suo passo «Avanti signorina Granger, non sia timida».
Hermione trattenne il respiro, teneva le mani legate dietro la schiena, fece per muoversi e sentì Draco sussurrarle un no, Granger, ma era inutile nascondersi. Sapeva che non l'avrebbe uccisa fin quando non avesse avuto il Sopravvissuto fra le mani.
«Oh, eccoti qua! Suvvia, suvvia, cosa sono queste catene, siamo tra amici, no?» Voldemort liberò la ragazza dall'incanto Incarceramus con un impercettibile movimento del polso, la sua potenza magica strabordava come un fiume in piena, quindi con un gesto invitò i suoi scagnozzi a fare lo stesso con gli altri prigionieri.
Draco sentì la bacchetta di Goyle quasi bruciare contro la pelle dell'addome, lì dove l'aveva nascosta. Si guardò attorno, chiedendosi dove diavolo fossero finiti gli altri e in particolare se Harry Potter fosse nella Sala in quel momento.
«Signorina Granger, come ha detto che si chiama?»
«Hermione»
«Hermione certo, Hermione. Posso darle del tu?» la Grifondoro non rispose, si limitò a fissarlo negli occhi che era già un grande sforzo «Bene, bene. Dunque, tu sei l'amichetta del cuore di Harry Potter, saresti così gentile da dirmi dove si nasconde?»
«No-non lo so» mentì lei
«Bene, bene» Voldemort sembrò riflettere, andava a destra e a sinistra senza fermarsi «Non lo sai. Sei sicura, vuoi qualche minuto per pensarci?»
«Non so dove si trovi Harry Potter»
«Mmm, capisco capisco» fece un gesto ai Mangiamorte e due di questi afferrarono Ron e Draco per le spalle e li costrinsero ad avanzare fra spinte e strattoni.
Hermione sentì il germe della paura crescere a dismisura dentro di lei. Voldemort l'attirò a sé, costringendola a guardare i due ragazzi, Ron era terrorizzato, Draco impassibile. La guancia del Signore Oscuro quasi sfiorava la sua, la presa sulle braccia era salda ed Hermione provò disgusto per quelle dita sottili e grigiastre che la trattenevano, le ricordavano le zampe di un ragno.
«Loro sono tuoi amici, giusto Hermione?» nessuna risposta «Da quanti anni li conosci?» la Grifondoro si rese conto che conosceva entrambi dall'età di undici anni. Voldemort la scosse con violenza:
«RISPONDI!» urlò
«Quasi dieci» biascicò lei chiudendo le palpebre, una lacrima scivolò giù.
«E provi affetto per loro, immagino» Hermione sentì la presa farsi ancora più salda quando tentennò nel rispondere.
«Si» sibilò, mentre alcuni Dissennatori scendevano in particolare su Ron, la ragazza vide il poco colorito sparire dal viso dell'amico «Ti prego» disse poi «Io non lo so dov'è Harry»
«Sei proprio sicura?» continuò con voce quasi suadente Lord Voldemort.
 
Ron Weasley si chinò su sé stesso, i Dissennatori ormai lo sfioravano, più in là Molly stava gridando qualcosa in lacrime, supplicando di risparmiare suo figlio.
«Per favore, non so niente» continuava a recitare Hermione, come una poesia. Il Signore Oscuro fece un altro cenno agli esseri raccapriccianti di Azkaban, i quali spostarono la loro attenzione su Draco. La Granger provò una morsa di puro terrore.
«NOOOOO!» si ritrovò a gridare in preda al panico, se Voldemort non l'avesse trattenuta sarebbe corsa dal giovane Malfoy.
«Oh, ecco il tuo punto debole, Signorina Granger. Il figlio di Lucius...» lasciò la presa e la ragazza si accasciò sul pavimento, l'aria si riempì di risolini dei Mangiamorte.
Voldemort si avvicinò a Draco, sfiorandogli il viso con i polpastrelli, avevano lo stesso tocco viscido dei rettili «Posso capire perché tu lo preferisca a quello di Arthur Weasley» sfoderò la bacchetta puntandola contro il petto di Draco stremato dalla presenza dei Dissennatori, proprio all'altezza del cuore.
«Te lo chiedo un'ultima volta, Hermione» ripeté Voldemort, scandendo il nome della ragazza «Dove si trova Harry Potter?»
 
Hermione oramai piangeva disperata, raggomitolata su sé stessa. Come lei Narcissa aveva nascosto il viso nel petto del marito. Il silenzio era calato nella Sala Grande di Hogwarts. Senza sapere bene cosa stava facendo, né le conseguenze che ne sarebbero scaturite, la studentessa della Casa di Godric Grifondoro buttò indietro il collo, le palpebre strizzate, il viso bagnato dalle lacrime, e urlò il suo nome:
«Harry, per favore! Harryyy!»
Poco lontano Harry Potter si tolse il mantello dal capo, rivelandosi nello sgomento generale, teneva la bacchetta puntata contro Lord Voldemort, il cui viso si illuminò in un guizzo di gioia insana. Harry non era solo, al suo fianco c'erano Ginny Weasley e Neville Paciok, inginocchiato perché più alto dei suoi compagni, in braccio teneva il gatto nero che Hermione aveva visto nei sotterranei di Hogwarts e nella notte a Hogsmeade.  
Ne conseguì un gigantesco trambusto.
 
Voldemort senza troppe cerimonie lanciò una Cruciatus verso Harry, il gatto nero balzò dalle braccia di Neville e si trasformò in Minerva McGranitt.
«Protego Maxima!» un muro trasparente si innalzò a difendere la professoressa e i suoi ex studenti, mentre una pioggia di incantesimi si scagliava contro i Mangiamorte: l'Esercito di Silente apparve ad ogni angolo della Grande Sala, l'entrata di quest'ultima era stata blindata da Bill, George, Lee e Fleur. Scoppiò una feroce battaglia.
Il Signore Oscuro lanciò un urlo di rabbia, ordinò ai Dissennatori sopra la sua testa di finire Draco con il Bacio e poi di procedere con il figlio di Arthur Weasley, quindi s'incamminò verso Harry Potter, senza staccargli un attimo gli occhi di dosso, facendosi strada a suon di incantesimi. La professoressa McGranitt provò a fermarlo, ma fu Schiantata. Harry gridò a Ginny e Neville di aiutarla e di dare una mano agli altri. Lord Voldemort era affar suo e nessuno si sarebbe dovuto intromettere. Gli corse incontro, parando ogni suo attacco, si afferrò al polso del nemico e con lui si Smaterializzò.
  
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