Eccomi
tornata con un nuovo capitolo di Blooming Flowers! Buona
lettura! =)
Breve pausa
Erano le 23:45,
Mikaru si svegliò di soprassalto e non riusciva
più a prendere sonno a causa di un incubo che la tormentava.
Decise di alzarsi
per prendere una boccata d’aria. Camminò
sovrappensiero, giungendo davanti al
campo d’addestramento e, vedendo che le luci erano accese,
decise di
verificarne il motivo. Una volta dentro, vide Yuri e Kei che si stavano
allenando e assistette al loro dialogo.
“Sei un
imbroglione, non hai usato tutta la tua forza contro
Mikaru e ora pretendo di sapere il motivo.”
Yuri
ghignò “In realtà la stavo studiando,
dato che non l’ho mai
vista giocare. Per questo non ho usato tutta la mia forza. Ora che
conosco i
suoi punti deboli e le sue tattiche di gioco, la prossima volta
potrò
sconfiggerla.”
“Le tue
tattiche non funzioneranno con lei, sa essere molto
istintiva.”
Yuri sorrise:
“Non ha importanza: alla fine il cervello vince
sempre, proprio come è accaduto contro di te.”
ghignò.
“Sono molto
migliorato da allora. Fatti sotto, codardo!” disse Kei
irritato.
“Non volevo
sentire altro.” e si misero in posizione.
Ma un beyblade
piombò nel beystadium e i due si voltarono,
scoprendo la presenza di Mikaru: “Sai, mi sento molto offesa,
Yuri. Mi infastidisce
molto il fatto che tu non abbia sfoderato tutta la tua potenza! Mi hai
fatta
arrabbiare, facendomi dimenticare il motivo per cui ero uscita a fare
una
passeggiata. Ho voglia di sfogarmi, ti sfido!” disse
avvicinandosi al
beystadium, vicino a Kei, richiamando Auranix.
“Credo di
aver parlato troppo. Comunque, accetto a una
condizione.”
“Quale
sarebbe?”
“Se vinco
io, dovrai raccontarmi del tempo che hai speso insieme a
Yuriko.”
“Ci sto. Ma
se vinco io, tu dovrai dirmi come l’hai conosciuta.”
“Affare
fatto.” e i due bladers si misero in posizione, mentre Kei
si preparò a fare da arbitro.
I due lanciarono e lo
scontro ebbe inizio; stavolta, entrambi
evocarono il loro bit quasi subito e le due trottole cominciarono ad
attaccarsi
incessantemente. Tuttavia, la rabbia di Mikaru spingeva la fenice ad
essere più
aggressiva nei confronti dell’avversario, che si
trovò in difficoltà. Yuri si
rese conto che aveva fatto male i conti: non aveva considerato le
emozioni
dell’avversaria. Non avendola mai vista all’opera
quando era infuriata, non
aveva una tattica adatta alla situazione, quindi incassava i colpi
senza
riuscire a contrattaccare.
“È
giunto il momento di farla finita! Auranix, vai con Fendente di
ghiaccio!” la fenice eseguì un colpo perfetto che
scagliò fuori il beyblade di
Yuri, decretando la vittoria della bionda.
Il rosso raccolse il
suo bey e andò a sedersi su una panchina.
“Spero che
tu abbia imparato la lezione.” disse lei sedendosi
vicino a lui.
“Ho
afferrato il messaggio. Ora, come promesso, ti racconterò
quello che vuoi sapere.”
Kei si sedette di
fianco a Mikaru e Yuri cominciò a parlare “Ho
conosciuto Yuriko al monastero di Vorkof. Era l’unica persona
di cui potessi
fidarmi là dentro.”
“Come mai
io non l’ho mai incontrata?” si intromise Kei
“Perché
quando tu arrivasti, lei era già stata
allontanata.”
“Che
significa?” chiese la bionda sconcertata.
“Devi
sapere che lei, essendo orfana, è stata accolta nel
monastero affinché diventasse una blader cacciatrice di
bitpower, come noi. Lì
dentro, vigeva una sola regola: vincere. Non c’era spazio per
inutili
sentimentalismi. Tuttavia, essendo una ragazza, per lei era quasi
impossibile
reprimere il suo lato umano: si era messa ad aiutare i bladers, esausti
dai
pesanti allenamenti, e io fui uno di quelli che ricevette le sue
attenzioni. Per
questo, la sua presenza divenne mal tollerata e decisero di spedire
Yuriko in
un orfanotrofio. Più avanti, ho scoperto che era stata
mandata addirittura in
un altro continente, pur di allontanarla dal monastero, e da allora non
l’ho più
rivista. Fino ad oggi.”
“È
proprio nella sua natura, aiutare gli altri.” disse Mikaru
sorridendo “Inoltre, ora ho capito perché voi due
siete dei surgelati.” e si
mise a ridere mentre quelli tacevano.
“Se credi
di essere spiritosa, sappi che non lo sei affatto.”
replicò Kei
“Io,
invece, credo che ve la siate presa perché è la
verità.”
disse ghignando e lui la guardò male “Avevo
ragione.” ribatté soddisfatta. Yuri
in quel momento si alzò “Io vado a dormire. Ci si
vede.” e si incamminò verso
l’uscita, scomparendo nel buio.
“Sai, tra
te e lui non so proprio chi sia più surgelato.”
“Tu invece
sei noiosa.”
“Allora
dimostrami che non ho ragione, con una sfida.”
“Ci
sto.” si alzarono in piedi e si misero in posizione di lancio.
Quando i beyblade
furono sul campo, invece che attaccarsi, si
misero a girare in tondo e, da essi, uscirono i bitpower, che si misero
nuovamente a volare in cerchio.
“Ci
risiamo!” disse la bionda, sedendosi sulla panca.
“Quindi
è per questo che mi hai sfidato.” disse lui,
guardandola.
“In
realtà, volevo davvero battermi ma non ero sicura che anche
la
fenice lo volesse. Per questo, non mi sono recata alla mia postazione.
Inoltre
avevo proprio bisogno di uno spettacolo simile.”
“Uno
spettacolo?” chiese lui, inarcando il sopracciglio sinistro.
“Si:
è bello vederli andare d’accordo, non
trovi?” lui non rispose
e si limitò a sedersi nuovamente di fianco a lei.
“Sai, fino
a ieri pensavo che queste creature servissero solo a
combattere, invece scopro che anche loro hanno una loro
volontà. Che cosa buffa!”
continuò lei.
“Per me,
sono solo stupidaggini.”
“Non sei
felice che la tua Aquila abbia trovato una compagna?”
“Non mi
interessa. Mi consolo con il fatto che la padrona non è
una gallina insopportabile.”
“Che
lusinga! Lo prendo come complimento.”
“Non
illuderti.”
E continuarono a
stuzzicarsi finché Mikaru cominciò a sbadigliare
“Credo di aver finalmente ritrovato il mio sonno. Mi dispiace
Auranix: saluta
il tuo compagno, ce ne stiamo andando” tese la mano destra e
il bey ritornò da
lei. “Buonanotte Kei, ci vediamo domani.” e
cominciò a camminare verso l’uscita.
Lui richiamò Dranzer e fissò la ragazza
“Buonanotte, Mikaru.” lei si voltò e
fece un cenno di saluto, per poi continuare a camminare
finché svanì oltre la
porta. Kei stette un attimo immobile a fissare l’uscio e poi
il suo bey, lo
mise in tasca e si avvio verso il suo alloggio.
Mikaru fu assalita di
nuovo dagli incubi e si svegliò verso le
7:17; decise che ormai era inutile continuare a dormire, quindi si
vestì e andò
a fare colazione al chiosco. Verso le 8, arrivò anche Kei e
quindi si misero a
chiacchierare, indisturbati, fino all’arrivo degli altri.
Dopo colazione,
arrivò il signor Daitenji con una comunicazione:
“Il torneo sarà sospeso per un giorno, a causa dei
danni che hanno riportato i
campi, dopo i duelli dei ragazzi; perciò, oggi, siete
liberi.”
Tutti esultarono e
decisero che avrebbero trascorso la loro
giornata in piscina; così ritornarono alle loro stanze, si
cambiarono in fretta
e furia, per ritornare ad occupare i lettini. Le ragazze arrivarono per
prime
e, mentre aspettavano i ragazzi, si presero da bere, per poi sedersi a
bordo
piscina. Hilary si rivolse a Mikaru: “Dove sei stata ieri
notte?” le ragazze,
sentendo odore di gossip, aguzzarono le orecchie.
“Non
riuscivo a dormire e quindi sono andata ad allenarmi.” Disse,
prendendo un altro sorso di limonata.
“Sei per
caso andata ad un allenamento romantico con Kei?” chiese
la mora, sospettosa.
Mikaru, sentendo
queste parole, rischiò di soffocare e le ragazze
si misero a ridere, notando che era diventata paonazza. Recuperato
fiato,
rispose: “Ma che vi salta in mente? Ci stavamo solo
allenando!”
“Quindi eri
davvero con Kei!” sentenziò Mao, indagatrice.
La bionda si morse la
lingua poiché aveva abbassato la guardia:
“Cosa vi fa credere una cosa del genere?”
“Stamattina
eravate soli soletti e inoltre, ieri sera, sei
ritornata piuttosto tardi.”
A quel punto, Mikaru
doveva giocarsi il tutto per tutto: fece un
respiro profondo e, recuperato l’autocontrollo, si rivolse a
tre di loro: “Se
la mettete in questi termini, allora voglio chiedere a Hilary come va
con
Takao, a Emily con Max e a Mao con Rei.”
Le tre, sentendo quei
nomi, divennero rosse come pomodori: “Non
gliel’avete ancora detto? Ma cosa aspettate?”
Mao, rossa in volto,
replicò: “Io ci ho provato ma non è
andata
esattamente come speravo...”
“Non
dovresti arrenderti così facilmente, lo dico per il tuo
bene!
E voi che mi dite?”
Le due distolsero lo
sguardo: “Siete senza speranza!” e le altre
si misero a ridere.
Ming Ming decise di
cambiare discorso: “Mikaru, come mai non indossi
un costume?” infatti la bionda indossava un paio di short in
jeans e un top
bianco.
“Non mi
piace molto nuotare, preferisco stare a bordo piscina, con
le gambe a mollo.” Lei annuì e si tuffò
in acqua, seguita dalle altre.
Dopo un
po’, arrivarono i ragazzi, che le raggiunsero tuffandosi,
mentre Yuri si sdraiò su un lettino e Kei si
affiancò a Mikaru. Portava una
T-shirt nera e un costume a pantaloncino blu, lungo fino alle ginocchia.
“Sua
maestà non è in vena di farsi una
nuotata?” chiese lei.
“Io detesto
l’acqua e odio la calca. Tu, piuttosto, come mai non
sei a sguazzare con le altre?”
“Neanche a
me fa impazzire nuotare, quindi passo. Comunque perché
lo chiedi? Volevi vedermi in costume?” ghignò lei.
“E se ti
dicessi di si?” la guardò con aria maliziosa e lei
sgranò
gli occhi: l’aveva presa in contropiede e non sapeva come
controbattere;
inoltre l’insinuazione di lui, le aveva causato un groviglio
di farfalle nello
stomaco. Fortunatamente, fu salvata dal ragazzo della reception, che
era giunto
a cercarla per comunicarle di una chiamata. Così, lei si
alzò in piedi, si
asciugò le gambe e fuggì più in fretta
possibile. Arrivata davanti al telefono,
si ricordò che non aveva detto a nessun parente di essere
lì in quel momento,
quindi sollevò la cornetta sospettosa:
“Pronto?”
“Buongiorno,
miss Mikaru.”
“Mark, che
cosa vuoi?”
“È
questo il modo di rivolgersi a una persona più grande di te?
Qualcuno potrebbe mettere in discussione la tua educazione.”
“Risparmiami
la predica e dimmi che cosa vuoi!”
“Ti ho
fatta chiamare per proporti un patto.”
“Non ho
alcuna intenzione di negoziare con te!”
“Se non mi
ascolti, i tuoi amici saranno in pericolo. Non vuoi che
succeda un’altra volta, vero?” lei si
zittì “Brava bambina. Ora, ascolta: tu e
la tua squadra dovrete perdere.”
“Cosa
vorresti dire?”
“Parliamoci
chiaro: è te che voglio. Sei stata una grande perdita
per la mia associazione e, tutt’ora, non ho trovato
nessun’altra per
rimpiazzarti. Quindi se perdessi, e ti consegnassi a me, la vita dei
tuoi amici
sarebbe salva.”
“Te lo puoi
scordare! Noi ti sconfiggeremo e dimostreremo al mondo
i tuoi crimini!”
“Peccato,
sapevo che avresti risposto in questa maniera. Allora
non mi lasci altra scelta ma, se decidessi di ripensarci, sai dove
trovarmi. A
presto, mia cara.” e riattaccò. Lei era nera di
rabbia, poggiò la cornetta e
ritornò in piscina. Ma, prima che potesse varcare la soglia,
una tizia le si
parò davanti: si trattava di Melody Holme, sorella di Larry.
La ragazza aveva
capelli castani che gli arrivavano fino al mento e occhi dello stesso
colore;
portava una maglietta bianca, con una sola spallina, una minigonna in
jeans e
ballerine bianche.
“Ciao,
perdente! Così sei tornata, a quanto vedo! Comunque,
preparati ad essere sconfitta in finale. Sempre che tu ci
arrivi!”
E scoppiò
a ridere. Mikaru le rispose: “Sparisci di qui! Non tempo
da perdere con te.” Melody si infuriò e se ne
andò.
“Non vorrei
essere nei panni di quella gallina.”
La bionda si accorse
della presenza di Kei alle sue spalle e il
suo sguardo divenne disperato: non voleva che lui la vedesse in quelle
condizioni, quindi provò a scappar via. Lui fu
più veloce di lei e, riuscendo a
prenderle il braccio sinistro, la costrinse a voltarsi. Rimase di sasso
vedendo
le lacrime di lei, che avevano cominciato a solcarle il viso. Decise di
trascinarla in un luogo tranquillo e senza telecamere: ovvero la sua
stanza. Lì,
la fece sedere sul letto e la lasciò sfogare, facendosi poi
raccontare
l’accaduto. Vedendo che era esausta a causa del troppo
piangere, la coprì e se
ne andò, dopo essersi assicurato che lei dormisse.
Ritornato dagli
altri, comunicò che Mikaru si era sentita male e
quindi l’aveva accompagnata nella sua stanza.
Il giorno successivo,
le ragazze riuscirono a classificarsi ai
quarti, mentre dei ragazzi riuscirono a passare il turno solo i
Bladebreakers e
i Neoborg. Tutti gli altri si recarono all’ufficio di Mark.
I vincitori si erano
messi di fronte all’ascensore della hall per
aspettare i loro amici. Ma la scena che si presento davanti ai loro
occhi fu
scioccante: Brooklyn, Moses, Mystel, Raul, che si era unito ai Justice
5,
Garland, Michael, Eddy, Steve, Rick, Ralf, Olivier, Andrew, Gianni,
Lai, Gao e
Kikki oltrepassarono i loro amici, senza rivolgergli una parola, e si
diressero
verso le loro stanze, lasciando i loro compagni increduli nella hall.
FINE SETTIMO CAPITOLO
Cosa
sarà successo ai ragazzi che
hanno perso? Lo scopriremo nei prossimi capitoli =)