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Autore: Hurter    22/05/2017    0 recensioni
Una giovane ragazza di 18 anni, capelli un po' mossi sul castano chiaro non tanto alta ma con un fisico da invidiare, si trasferisce in un posto di campagna molto tranquillo e soleggiato. Ha cambiato casa perchè sua madre è molto malata e deve passare il resto dei suoi giorni in un posticino tranquillo senza rumori di macchine, smog e confusione. E’ li che Evangeline conosce Robert, un ragazzo di 20 anni che abita ‘’3 case più in là’’… Quel paesino di campagna sembra tanto innocuo ma lì Evangeline passerà le avventure più belle della sua vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai di soprassalto. Guardai l'orologio: erano le 9:30 di mattina. Mi vestii velocemente camicetta bianca e pantaloncini di jeans, e scesi giù in cucina. Mentre scendevo le scale sentii il profumo del caffè appena fatto e questo mi fece venire un po' di nostalgia di casa.
Buongiorno Evangeline! Ho preparato la colazione” disse mia madre con un sorriso a trentatrè denti. La tavola, sulla quale si poggiava una tovaglia color ciliegia, era colma di pane con la marmellata, succo di frutta, latte, caffè e brioches al cioccolato e alla crema appena sfornate che emanavano un profumo delizioso.

“Buongiorno mamma… ma hai fatto la colazione per un esercito?” Mentre glielo chiedevo sentii bussare alla porta. Mia madre andò ad aprire e...
“Buongiorno signora Lucia” disse Mark “Salve signora” salutarono Antony e Ylenia.
“Buongiorno ragazzi accomodatevi pure” disse mia madre chiudendo la porta “Siete arrivati giusto in tempo, Evangeline si è appena svegliata.” Ylenia e Antony mi salutarono con un sorriso un po' timido ma Mark non mi rivolse la parola. Appena mia madre uscì per andare a chiacchierare con i vicini, ci sedemmo e iniziammo a mangiare quelle prelibatezze che aveva preparato (chissà a che ora si era alzata). Inizialmente facemmo fatica ad intrattenere una conversazione anche se cercavamo di parlare di più cose ci venissero in mente. Alla fine il clima tra noi divenne più rilassato e iniziammo a ridere e scherzare veramente.
A un certo punto spostai velocemente lo sguardo su Mark che aveva aperto bocca a malapena. Aveva gli occhi spenti come se gli fosse successo qualcosa di brutto. Spostai di nuovo lo sguardo e ricomincia a parlare con Antony e Ylenia facendo finta di nulla. “Scusate un attimo” Ylenia si alzò e andò a rispondere al cellulare. “Allora, come è andata ieri la vostra uscita pomeridiana? Ti piace il posto Evangeline?” chiese Antony. “Oh sì, tantissimo” risposi velocemente ricominciando a mangiare la mia brioches “Dove siete stati?” continuò Antony “Al lago.” rispose Mark secco. Antony sembrava un po' confuso dalle nostre reazioni e mentre stava per rispondere arrivò Ylenia di corsa “Antony dobbiamo andare, nostra madre ha bisogno di aiuto col nonno. Dice che non vuole alzarsi dal letto perchè non riesce a muoversi” disse Ylenia un po' preoccupata. “Ragazzi scusate ma dobbiamo andare, ringrazia tua madre per la colazione era squisita” disse Antony alzandosi. “Grazie davvero e a presto” Ylenia fece un cenno con la mano per salutarci e chiuse la porta.
Rimanemmo io e Antony. Dopo 3 minuti di silenzio di tomba dissi “Sono io che dovrei essere arrabbiata, non tu.” Mark si alzò e pensai che se ne volesse andare. Invece, con molta calma, aprì l'acqua del lavandino, si lavò le mani per poi sistemarsi i capelli dorati con le mani ancora bagnate. Si girò e mi guardò dritto negli occhi. Il suo sguardo mi trapassò tutto il corpo, sembrava che desiderasse qualcosa. Continuò a guardarmi per molto tempo senza dire nulla fino a che mosse le labbra... ma non disse niente. Finalmente dopo aver fatto un sospiro mi parlò “Non sono arrabbiato ma non sono il ragazzo che tu pensi che sia.” “Non ti conosco.” risposi con tono deciso. “Appunto e perchè hai pensato quelle cose ieri sera? Davvero pensi che mi sia fatto tutto il villaggio?” “Bè... io... hai salutato tutte le ragazze del villagio e l'hai visto anche te in che modo ti guardavano.” Mi alzai di scatto e mi avvicinai “Ti mangiavano con gli occhi.” “Sembri gelosa” disse con un mezzo sorriso. “Come faccio ad essere gelosa di uno sconociuto” dissi ma non troppa convinta. “Lo vedo, sei gelosa.” “Te lo ripeto, non sono gelosa non ti conosco. Non so come ti sia venuto in mente di volermi baciare.” dissi mentre sparecchiavo la tavola. “Perchè sono stato benissimo ieri con te, non ho mai parlato per così tanto con una ragazza. Sei diversa, Evangeline.” Per poco non mi caddero le tazze che avevo in mano. “Stai dicendo sul serio?” la mia voce si era leggermente addolcita. “Sì. Sto dicendo sul serio.” disse Mark guardandomi di nuovo dritto negli occhi. “Le ragazze con cui sono uscito cercavano solo quello... sesso, sesso, sesso. Nessuna mi aveva mai parlato in quel modo come hai fatto tu.” Continuava a guardarmi e anch'io lo guardavo. A un certo punto, cominciò ad avvicinarsi lentamente. Contai i passi 'uno, due, tre, quattro' … al quarto passo i suoi occhi azzurri erano vicini ai miei color nocciola. “Mark...io...” “Non dire niente, Eva.”  

  
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