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Autore: Mary P_Stark    24/05/2017    5 recensioni
Inghilterra - 1823
Elizabeth Kathleen Spencer, figlia di Christofer e Kathleen Spencer, si appresta ad affrontare la sua prima Stagione a Londra e se, per lei, questa è un'avventura in piena regola, per il padre appare come un incubo a occhi aperti.
Lizzie - come Elizabeth viene affettuosamente chiamata in famiglia - è ben decisa a divertirsi nella caotica Londra, in compagnia della sua adorata amica Charlotte, e non ha certo in mente di trovarsi subito un marito.
Al pari suo, Alexander Chadwick, secondogenito del duca Maxwell Chadwick, non ha interesse ad accontentare le mire paterne, che lo vorrebbero accasato e con figli, al pari del primogenito.
Per Alexander, le damigelle londinesi non hanno alcuna attrattiva, troppo impegnate a mostrarsi come oggetti di scena, per capire quanto poco, a lui, interessino simili comportamenti.
L'atteggiamento anticonformista di Elizabeth, quindi, lo coglie di sorpresa, attirandolo verso di lei in una spirale sempre più veloce, che li vedrà avvicinarsi fino a sfiorarsi, sotto un cielo di stelle, mentre il Fato sembra cospirare contro di loro. - Seguito di UNA PENNELLATA DI FELICITA'
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Serie Legacy'
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Epilogo
 
 
 
York – 2 ottobre 1823
 
Il sole si stava levando a est, illuminando le fronde del bosco che avvolgeva Green Manor, ora ingiallite dall’autunno.

Tutt’intorno il silenzio regnava sovrano, e anche l’enorme villa era tranquilla.

La natura sembrava sonnacchiosa, non ancora pronta a svegliarsi per quell’ennesimo giorno.

Ammirando quel paesaggio a lei così familiare, Elizabeth si chiese se avrebbe imparato ad apprezzare allo stesso modo anche lo scorcio visibile dalla casa di Alexander.

Lui gliel’aveva tratteggiata con parole ispirate, dipingendole un luogo tranquillo, circondato da un piccolo boschetto, a poca distanza dal mare e isolato dalla città portuale.

Non una reggia come Green Manor, ma qualcosa di più intimo, con due ampie scalinate all’ingresso, ampie verande disposte su tre lati dell’abitato e un giardino che si estendeva tutt’attorno.

Due braccia calde e protettive la avvolsero da dietro, mentre il torace nudo di Alexander si andava a poggiare contro il velluto blu della sua vestaglia.

“Come mai così mattiniera, moglie? Il letto ti pare così scomodo?”

Sorridendo a mezzo, lei volse il capo per guardarlo, e Alexander ne approfittò per baciarla con una certa passione.

Lo aveva fatto spesso, la notte precedente, dopo i festeggiamenti per il loro matrimonio.

York aveva praticamente smesso di lavorare, per essere presente al loro matrimonio, che si era svolto nella cattedrale posta nel centro della città.

Quando le carrozze avevano lasciato la chiesa, la cittadina si era quasi svuotata.

Green Manor non era mai stata così colma di invitati, e i balli si erano dilungati fino a notte fonda.

Persino ai bambini era stato permesso di parteciparvi, con gran delizia dei figli di Clarisse e Wilford, così come di quelli di Myriam e Anthony.

Elizabeth e Alexander avevano danzato spesso, intervallando balli tra di loro a danze con i loro parenti più stretti.

Il tutto, accompagnato da una musica allegra e, a volte, divertiti da giocolieri e ballerini gitani.

Sia Lizzie che Alexander avevano voluto gioia e spensieratezza, al loro matrimonio, e Maxwell e Christofer si erano prodigati fino in fondo, per questo.

Solo verso le due del mattino, era stato permesso alla coppia di allontanarsi dalla sala e, a quel punto, Elizabeth aveva sperimentato quello che, la madre, le aveva detto trattarsi di qualcosa di unico. Speciale.

Alexander l’aveva raggiunta nella sua stanza, impacciato e nervoso come mai lo aveva visto e, con un sorriso timido, le aveva consegnato una rosa.

Lei, allora, si era allungata in punta di piedi per baciarlo e, lentamente, le mani di Alexander l’avevano liberata della vestaglia, scoprendola nuda sotto di essa.

Aveva preferito di gran lunga evitare inutili camice da notte o quant’altro.

Era stata più che certa che se, in quel momento, avesse perso tempo nel denudarsi, avrebbe accumulato dentro di sé troppa paura.

Così facendo, invece, Alexander aveva raggiunto subito il fulcro della sua ricerca e, con un sorriso, aveva lasciato che lei facesse lo stesso.

Timida al punto giusto, Elizabeth l’aveva osservato con una sorpresa sempre crescente e Alexander, nel depositarle un bacio sulle labbra, le aveva sussurrato tutto il suo amore.

Certo, non aveva potuto impedirle un certo dolore, durante il loro primo amplesso, ma lui era stato così bravo da stemperarlo il più possibile.

E, per Elizabeth, era parso scontato riprovare subito, giusto per essere sicura di non aver sbagliato nulla.

Le avrebbe dato un fastidio immenso se, per Alexander, quel momento non fosse risultato splendido come lei aveva sperato per il marito.

A nulla era valso rassicurarla, così il giovane si era prestato ben più che volentieri a farla ritentare. E ritentare.

Quando infine Alexander si scostò dalle labbra della moglie, sussurrò: “Pensavo avessi bisogno di dormire. Non abbiamo riposato molto, stanotte.”

“Per la verità, scalerei una montagna, al momento. Mi sento così… soddisfatta” sorrise per contro lei, volgendosi per stringerlo alla vita. “Grazie, per stanotte.”

“Sono io a ringraziare te, mia dolcissima Silfide. Mi hai regalato una notte di nozze meravigliosa, che ricorderò finché avrò vita” replicò lui, baciandole il naso.

Lei sorrise compiaciuta, prima di notare un particolare interessante.

Piegandosi verso il basso, e notando finalmente che il marito era completamente nudo, sorrise maliziosa e disse: “Uhm, pare che qualcuno abbia voglia di un po’ di ginnastica mattutina.”

“Niente affatto. Potrà dire quel che vuole, ma non verrà soddisfatto. Tu, ora, devi fare un bel bagno ristoratore e vestirti per la colazione. Non sia mai che io approfitti ancora di te, dopo gli straordinari di stanotte” scosse il capo lui, scostandosi dalla moglie per andarsi a mettere una vestaglia.

Elizabeth fissò con desiderio quel corpo asservito al suo guardo, quei fianchi stretti e muscolari, quelle ampie spalle e…

Beh, era suo, dopotutto?

Con un risolino, raggiunse in fretta il marito e, con una spinta improvvisa, lo fece cadere lungo riverso sul letto, imprigionandolo poi sotto di sé con aria trionfante.

Alexander, sorpreso, se la ritrovò sopra a cavalcioni e, con un sorriso divertito, celiò: “La mia signora vuole fare ginnastica… bastava dirlo, invece di incolpare me.”

“Non essere bugiardo. E’ più che evidente che la pensiamo tutti e due alla stessa maniera” replicò lei, indicando l’oggetto del contendere.

Alexander, allora, scoppiò a ridere, ribaltò la situazione e, aprendole con un gesto elegante e malizioso la vestaglia, le sussurrò sulle labbra: “Su questo argomento in particolare, penso che avremo sempre la stessa opinione.”

Elizabeth sospirò di puro piacere l’attimo seguente e, con un sorriso sornione, si disse che, a colazione, sarebbero arrivati molto tardi.

Se non altro, avrebbe avuto un’ottima scusa, stavolta, per rimanere a letto fino a tarda ora.







Note: E qui si conclude (per ora) la storia di Lizzie e Alex, che troveremo comunque anche nelle storie di Andrew e Maximilian, non temete.
La settimana prossima ripartiremo con Andrew e le sue "beghe" amorose, perchè tali sono, visto che il ragazzo ama arrovellarsi anche quando forse potrebbe evitare ^_^
A ogni buon conto, molte delle vostre domande su di lui avranno una risposta, finalmente, e avremo modo di conoscere non solo Andrew molto meglio, ma faremo la conoscenza anche con una nuova squadra di personaggi e con la donna che Andrew tanto ama, e per cui si strugge.
Vi aspetto, quindi, e grazie ancora per avermi seguita fino a qui, tra crinoline e merletti! :)

 
  
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