Solo
un arrivederci
“Ma cosa diavolo mi
è saltato in mente?”
Era
mezzanotte e la vecchia casa era completamente buia, Ginger era seduta
sul grande
letto matrimoniale e continuava a fissare quei 3 biglietti che
rappresentavano
la causa dell’immensa tristezza che l’attanagliava
dal momento in cui era
uscita dal negozio. Sospirò rassegnata e si alzò
dal letto, senza nemmeno
accendere le luci scese al piano inferiore e cominciò a
sistemare le ultime
cose nella valigia.
“ È doloroso ma necessario”
continuava a ripetersi come una litania.
Quando ebbe finito portò il bagaglio in soggiorno e poi
tornò al piano
superiore, in camera da letto. Un senso di impotenza
l’assalì: Demetri se ne
sarebbe andato e lei ne era completamente responsabile. Si
sdraiò sul letto e
si accoccolò stringendo il cuscino del marito al petto,
aspirando la fragranza
di pino che emanava, un odore fresco e selvaggio allo stesso tempo, un
odore
che amava e che le faceva girare la testa. Chiuse gli occhi e
ripensò a tutti i
momenti passati con suo marito. Era
sul punto di addormentarsi quando il rumore della serratura della porta
d’ingresso la fece ridestare del tutto. Era arrivato il
momento di affrontare il
marito. Lentamente si alzò dal letto e con passo strascicato
scese nuovamente
al piano di sotto. Demetri era in cucina, in piedi davanti al tavolo e
stava
togliendo i cappottini ai figli.
“Adesso
togliamo i vestitini e poi andiamo tutti a fare la nanna”
sussurrò il vampiro,
Sergey emise un piccolo sbuffo in segno di protesta
“Puoi lamentarti quanto ti pare ma andiamo a fare la nanna lo
stesso”
sorrise il vampiro dando un bacio sulla testa del figlio
“Demetri
dobbiamo parlare” disse Ginger avvicinandosi lentamente al
marito, aspettandosi
da un momento all’altro che Demetri si girasse per ascoltare
quanto lei avesse
da dirgli ma lui non lo fece, anzi continuò quello che stava
facendo come se
non avesse neppure sentito quello che la moglie gli aveva detto.
“Deme..” cominciò Ginger
sfiorando un braccio al marito
“STAMMI LONTANA” ringhiò di
rimando il vampiro fissandola con astio, Ginger indietreggiò
spaventata; mai,da
quando l’aveva incontrato, Demetri aveva alzato la voce; la
donna sentì
qualcosa dentro di lei incrinarsi e un dolore assalirla. Stettero entrambi immobili
per qualche
minuto, fissandosi a vicenda e Ginger in
quel poco tempo credette di trovarsi di fronte ad un
perfetto estraneo:
gli occhi del vampiro erano di un nero talmente scuro da far paura, le
occhiaie
non erano mai state così scure e profonde, gli abiti erano
spiegazzati e imbrattati
da grandi macchie di sangue rappreso, i muscoli di tutto il suo corpo
erano
tesi e persino il suo odore era diverso non era più
quell’ odore pungente e
selvaggio da cui era attratta e che caratterizzava il suo vampirone ma
un’insopportabile puzza di sangue, sangue e morte.
“
Demetri, che hai fatto? Amore va tutto bene?” Ginger
cercò nuovamente di
avvicinarsi al marito ma lui indietreggiò di qualche passo
“Gin ti prego, non rendermi
le cose più difficili di quanto non siano” disse
senza
guardarla negli occhi mentre cercava di far calmare i bambini che dopo
aver
sentito il padre urlare si erano messi a piangere.
“Lascia
fare a me” sospirò rassegnata prendendo in braccio
Igor e Sergey cominciando a
cullarli, in poco tempo i piccoli si calmarono e poi si addormentarono
tranquillamente. Con la scusa di rimettere i figli nei loro seggiolini
Ginger
si avvicinò a Demetri e senza darlo a vedere lo
osservò di sottecchi, non l’aveva
mai visto ridotto in quello stato e questo le faceva male.
“Devo
parlarti” sussurrò avvicinandosi a lui e poggiando
le mani sul suo torace, un
fremito scosse il vampiro che chiuse gli occhi e smise immediatamente
di
respirare
“Parla, ma fa presto” concesse lui
“Da domani non dovrai più sopportare questo
supplizio” rispose
risoluta.
Demetri aprì lentamente gli occhi e
fissò la donna per qualche breve
istante con fare interdetto prima di domandarle
“Prego?
“
“Hai
capito perfettamente, da domani non sarai più costretto ad
evitarmi perché te
ne vai”
“Credo di non
aver compreso bene la situazione!” ribattè Demetri
sulla difensiva incrociando
le braccia al petto
“Allora
te la faccio più semplice” rispose acida Ginger,
odiava quando si comportava in
quel modo infantile!
“Tu domani prendere valigia, andare aeroporto e far sparire
il tuo bel
sederino da Russia per un mesetto” sibilò lei
cercando di essere perentoria e convincente
ma come già sapeva quel tentativo
non valse a nulla
“Ma nemmeno per sogno, io non mi muovo da qui! E comunque
sia, dov’altro
potrei andare? Sotto i ponti” frecciò il vampiro
allontanandosi un poco dalla
moglie
“Punto
primo, tu salirai sull’aereo domani pomeriggio, punto secondo
non andrai a
stare sotto i ponti ma te ne torni un po’ a Volterra e ci
resti finchè non ti
sei schiarito le idee punto terzo smettila di fare il grande uomo e
cercare di
evitare l’inevitabile perché mi fai stare solo
peggio” concluse tremando
“Sai che nemmeno a me piace questa situazione, ma
è necessario. Si
tratta solo di un mesetto in fondo” cercò di
rassicurarlo ma dal suo tono si
capiva che non credeva nemmeno lei alle sue parole.
“Volterra… sono anni che non ci vado.
Chissà che combina Fix”
“Ecco
vedi? Hai già trovato qualcosa da fare e poi quella
è stata la tua casa un
tempo” constatò lei abbracciando il marito
“Gin staccati,
potrei farti male” ringhiò stringendo i pugni fino
a farsi male
“Smettila di fare il vampirone giudizioso e
abbracciami” lo sgridò lei
accoccolandosi meglio sul suo petto
Un ringhio sordo risuonò nella stanza, poi
Ginger sentì due braccia
forti e gelide avvolgerla nella loro morsa ferrea. Stettero a lungo in
quella
posizione, Demetri piano piano si era abituato all’odore del
sangue, si era
rilassato e aveva cominciato ad accarezzare la schiena della ragazza
“Lo
vedi che ho ragione a dire che sei un vampirone coccoloso”
sorrise la
licantropa dandogli un bacio sul collo, come risposta Demetri emise uno
sbuffo di
disapprovazione
“Dem, visto che ci siamo che ne dici di sfidare la
sorte??” soffiò
Ginger. Demetri abbassò lo sguardo su di lei incuriosito.
“Che ne dici di darmi un bacino?”
azzardò lei carezzando la nuca
dell’uomo nel tentativo di addolcirlo
“E
tu che ne dici se andassi a comprare una bella camicia di forza e te la
mettessi?” le rispose
“Adesso
te ne accorgi che sono pazza? Però Demmy devo dire che sei
perspicace” lo prese
in giro lei
“Non era una battuta la mia”
“Demmy ti prego, uno solo”
lo implorò con una vocina da bambina
Il
vampiro si chinò sulla donna e sfiorò le sue
labbra per un secondo, si
fissarono per un istante negli occhi leggendo
ognuno il desiderio di vicinanza
dell’altro prima di cominciare a baciarsi appassionatamente.
Il cuore di Ginger
prese a battere all’impazzata e una sensazione gradevole le
avvolse il petto:
era felice, felice di poter baciare di nuovo quelle labbra morbide e
ghiacciate,
felice di poter abbracciare l’uomo che amava.
“Contenta adesso?”soffiò Demetri sul
collo
della donna cominciando a darle dei rapidi baci
“Tantissimo”
sospirò reclinando la testa di lato, piccoli brividi freddi
le percorrevano la
pelle laddove il vampiro poggiava le sue labbra; improvvisamente
Demetri si fermò
e Ginger capì subito che c’era qualcosa che non
andava! Per primo Demetri
l’aveva stretta a se con troppa forza e
in modo brusco, secondo sentiva tutti i muscoli del vampiro tesi e come
ultima
cosa avvertì i due canini premerle sul collo in
corrispondenza della giugulare,
irritandole la pelle. La pressione dei canini sulla pelle
aumentò
/Almeno
morirò tra le sue braccia/ pensò stringendosi
forte a lui mentre una lacrima
solitaria le solcava una guancia
“Scappa
stupida” ringhiò il vampiro stringendo ancora di
più la donna contro il suo
corpo, Ginger rimase perfettamente immobile poi, improvvisamente,
avvertì un
intenso dolore allo stomaco e qualche secondo dopo andò a
sbattere contro la
parete della cucina che si trovava a circa 3 metri dal tavolo,
frantumandola.
L’aria era
piena di polvere e il pavimento ricoperto di pezzi di mattoni. Ginger
tentò di
alzarsi, avvertì un dolore lancinante alla schiena; con
un’immensa fatica si
mise a sedere e barcollando si alzò in piedi
“Credo
che tu abbia ragione, sarà meglio per tutti che io me ne
vada” Era stato più
che un sussurro ma Ginger lo udì distintamente e pochi
istanti dopo si
sentì strattonare e poi si ritrovò
sdraiata sul letto
“Dove ti fa male?” una voce aspra e
astiosa le giunse da qualche parte
ma lei non riuscì a capire da dove. Si guardò
intorno e sulla sua destra vide
inizialmente un’ombra poi una sagoma umana e poco dopo
riuscì a distinguere i
tratti del marito
“Ti
ho chiesto dove ti fa male!” ripeté il vampiro
spazientito
“La
testa, rimbomba tutto” piagnucolò “e poi
la schiena” aggiunse
“Chiamo
un dottore” soffiò irritato afferrando il
cellulare da sopra il comodino
“Non
chiamare nessuno” replicò lei cercando di alzarsi
ma Demetri l’afferrò per un
braccio e la ributtò di forza sul materasso
“Adesso
facciamo quello che dico io! Ti sei divertita a sfidare la sorte?
Dovevi
aspettarti che sarebbe potuto succedere” ringhiò
il vampiro componendo
velocemente il numero
“Oh certo, chiama pure un
medico. E cosa gli racconterai di preciso? Che un vampiro ha lanciato
un
licantropo contro una parete? E che il licantropo ha mal di
schiena”
Demetri la
fissò interdetto poi buttò il telefono sul
comodino e si sedette sul letto
appoggiando le braccia sulle gambe e tenendo la testa reclinata verso
il basso
“Cosa
devo fare con te Gin?” sospirò il vampiro
“Non
è stata colpa tua amore”
“No
certo, hai frantumato un’intera parete per
divertimento” frecciò acido lui
“Non
preoccuparti, non mi sono fatta nulla e il dolore tra poco
passerà” rispose
Ginger ansante a causa del male
“Avevo
giurato che non ti avrei mai messa in pericolo e
invece…”
“Diventi noioso quando t’impunti su
qualcosa”
Un
sorriso amaro increspò le labbra del vampiro
“La mia piccola lupacchiotta” pensò
divertito
“Ti ho già preparato la valigia, è di
sotto in soggiorno”
“Da quanto tempo hai
prenotato il volo?” Demetri si girò verso la
moglie e lei si accorse subito che
il suo volto si era incupito
“Ho
comprato i biglietti sta mattina, ho visto in vetrina una locandina in
cui
c’era l’immagine del Colosseo e diceva che
c’era un’ampia disponibilità di voli
e quindi sono entrata. Visto Demmy? Ho imparato a leggere senza che tu
mi aiuti.
E sta mattina sono riuscita a leggere il tuo bigliettino senza
incartarmi”esultò
“Io
te l’ho sempre detto che alla fine ci saresti riuscita.
È per questo che ti ho
lasciato quel messaggio” sorrise accarezzando la guancia alla
licantropa
“Come
va?”
“Meglio.
E se non respiro va ancora meglio”
“Vieni qui” sorrise abbraciandolo, facendolo
sdraiare sulla sua pancia e
accarezzandogli i corti capelli neri
"Sai che sei
davvero sexy con i capelli corti? Hai fatto bene a tagliarli”
constatò lei
“Lo
so!” rispose beffardo
“Pallone
gonfiato. Quando li hai tagliati?”
“Ieri
sera, prima di andare a caccia”
“
Ti stanno davvero bene, adesso sembri un bel
soldatino”ridacchiò, seguì qualche
minuto di silenzio
“Mi
mancherai, sarà un incubo il prossimo mese”
mormorò il vampiro
“
Mi mancherai anche tu, e mancherai tanto ai tuoi figli. Però
è meglio così per
tutti, in questo modo eviteremo altri “piccoli
incidenti” come quello di poco
fa e poi Volterra è la tua seconda casa, rivedrai i tuoi
vecchi amici, non sarà
poi così brutto. ” lo consolò
stringendolo più forte a se
“Vuoi
che porti i bambini con me?”
“No, preferisco tenerli io! E poi che vacanza sarebbe con 3
bambini? Non
ti darebbero il tempo di respirare e poi non credo che agli altri
piacerebbe
avere 3 pesti che piangono e hanno bisogno di essere cambiate ogni 3
per 2”
“Cosa
molto vera” constatò il vampiro perdendosi nei
ricordi. Seguì un altro lungo
silenzio
“Ti
telefonerò tutti i giorni”esclamò
improvvisamente Demetri
“È
una minaccia?” scherzò Ginger sogghignando
“Assolutamente
sì” rispose sollevandosi e gattonando fino a
riuscire a guardare la licantropa
dritta negli occhi; lentamente si chinò sulle labbra della
donna e cominciò a
darle dei brevi e dolci baci
“Adesso a chi serve la camicia di forza?” gli
rispose fintamente
indignata
“A te!”
“Perché
a me? Sei stato tu a cominciare” piagnucolò
mettendo un finto broncio e
buttando il marito nella sua parte di letto.
“Perché
sei tu che mi tenti” rispose riavvicinandosi alla donna
“Va meglio?”
“Cerco
di non pensarci. Coraggio vieni qui” la esortò
allargando le braccia, Ginger
era incerta sul da farsi ma poi si fece coraggio e si
rifugiò tra le forti
braccia del marito.
“Sei più freddo del solito”
“Mi
dispiace” mormorò allontanandola da se
“No
fermo, che fai? Mi piace” mormorò stringendosi
nuovamente a lui
“Ok,
ma adesso cerca di dormire” sussurrò cullandola
dolcemente “Hai bisogno di
riposo”
“Ti
amo Dem” sospirò la donna prima di scivolare
in un sonno profondo
“Anche
io piccola” disse lui freddamente, stringendo i pugni tanto
che le nocche
assunsero un colorito bianco. La prima volta le aveva mentito, la
seconda aveva
eluso la domanda: non andava per niente meglio, anzi.
L’arsura era più
insostenibile che mai e sentiva sempre in bocca il sapore del veleno,
sarebbe
impazzito di li a poco. Anche se detestava ammetterlo quella partenza
era una
manna dal cielo. Sospirò rassegnato, avrebbe passato tutto
il resto della notte
al fianco della sua lupacchiotta, l’avrebbe trattata da
regina quelle poche ore
che avrebbero passato insieme la mattina e alle 3 sarebbe salito
sull’aereo,
sarebbe tornata a casa esattamente un mese dopo e le cose da quel
momento in
poi sarebbero ritornate alla normalità. Quella era una
sfida, la più ardua che
gli fosse mai capitata in vita sua e come tutte le sfide che aveva
affrontato
l’avrebbe superata. Almeno questo è quello che
sperava di riuscire a fare
L’aeroporto
di
Novosibirsk era gremito di gente,
migliaia di persone cariche di bagagli che si affrettavano
per non
perdere l’aereo.
“Scommetto
che ti sentirai in paradiso qui. Vero
Demmy?”scherzò Ginger
“In
effetti ho solo l’imbarazzo della scelta” le diede
corda “ A te chi piace
piccolino?” chiese il vampiro al figlio che teneva in
braccio, Andrey fissò il
padre negli occhi per poi gettargli le piccole braccine al collo e
stringere il
colletto della camicia nelle sue piccole manine.
“Gli
piaci tu” disse Ginger accarezzando la testolina al figlio
Il tempo antecedente l’imbarco sembrò volare e
senza che nemmeno se ne
fossero accorti arrivò l’ora di partire.
“Allora Demmy, questo è
il biglietto per Mosca, poi questo è per Roma e infine
quello che da Roma ti
porterà a Volterra…. Oh cielo ma dove
l’ho messo” esclamò frugando
disperatamente nella borsa, dopo aver rovistato a lungo lo
trovò
“Ecco
il biglietto, mi raccomando, mettili nel portafogli e non
perderli.”
“Grazie mamma”
“Bè,
credo che questo sia tutto. Ora è meglio che tu
vada”
“
Niente scenetta strappa lacrime? Nessun tentativo di convincermi a
restare?”
“Te ne vai o no?” sbuffò Ginger
“Va
bene, capisco quando non sono desiderato” disse in tono
fintamente offeso “Mi
mancherete tantissimo” sospirò abbracciando Ginger
“Mancherai
anche a noi”
“Ciao piccolini, papà deve andare ma
tornerò presto e vi porterò tante
belle cose” promise accarezzando le guanciotte paffute dei
figli.
“Sicura che non vuoi che li porti con
me?”
“Non ti preoccupare, va e pensa solo a
divertirti. Ci penso io a questi
tre porcellini” disse prendendo Andrey dalle braccia del padre
“Allora arrivederci”
sospirò baciando la donna sulle labbra e
cominciando
a incamminarsi verso l’aereo
“DEMETRI, aspetta un attimo” urlò Ginger
ricordandosi improvvisamente di
una cosa, il vampiro si fermò all’istante e
tornò indietro
“Mi ero
scordata di darti questi” sussurrò con fare
cospiratorio estraendo dalla borsa
una piccola borsa frigo nera
“Nel
caso ne avessi bisogno”
“Cos’è?
“ domandò Demetri
aprendo la cerniera e
scrutando all’interno
“Dove
l’hai preso tutto questo sangue?” chiese senza
staccare gli occhi dalle
bottigliette colme di quel liquido vermiglio contenuto della borsa
“Non è
umano, e non è nemmeno tanto fresco! Però
è meglio di niente, no?”
“Sei
un angelo Ginny” rise dando un bacio sulla fronte alla ragazza
“ È
il minimo, adesso però vai prima che partano senza di
te” gli sorrise
“ Ti chiamo quando arrivo” promise prima di sparire
tra la folla
“Ok, abbi cura
di te mi raccomando” sussurrò Ginger sapendo che
il vampiro, seppur molto
lontano, l’avrebbe sentita. Rimase all’aeroporto
fino a quando vide l’aereo
decollare, dopodiché con passo lento si avviò
fuori e proprio mentre usciva
cominciò a piovere, facendo in modo che le lacrime della
donna si mescolassero alle
gocce di pioggia nascondendo l’immenso dolore che si era
impossessato di lei.
Aggiornamento record! Scusate ma sono di frettissima! Grazie a tutti quelli che hanno letto, recensito e aggiunto ai preferiti o alle seguite.