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Autore: Helena Hufflepuff    13/06/2017    1 recensioni
Ginny e Luna decidono di rendere indimenticabili le vacanze dopo i M.A.G.O., prima che le loro strade si separino. Ma quello che non sanno è che molte sorprese le attendono dietro l'angolo...
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Luna Lovegood, Rolf Scamandro | Coppie: Hannah/Neville, Harry/Ginny, Luna/Rolf, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 3

Hogwarts finì, Ginny superò il trauma post-diploma, e una sera di inizio luglio una Tana insolitamente silenziosa era costellata di due voci femminili che si rincorrevano lungo la tromba delle scale.

“Ginny, tesoro, le hai prese le scarpe?”

“Sì, mamma, te l’ho già detto dieci minuti fa!”

“E i calzini, sonno appaiati?”

“Non per offenderti, ma li ho tutti uguali; e comunque sì, sono tutti felicemente appaiati”.

“E i maglioni pesanti? Sciarpa e berretto? Il mantello di lana?”

“Mamma, con tutto il rispetto, ma penso che a luglio e agosto in Grecia non ci sia propriamente un clima polare… comunque ho un maglioncino e una giacca a vento contro la pioggia e l’aria fredda”.

“Sei sicura di non avere problemi? Mi sembra che tu abbia preso poco…” Molly guardò con apprensione lo zaino da trekking stipato all’inverosimile in mezzo alla camera di Ginny.

“Mamma, non preoccuparti: sono con Luna, suo padre e tante altre persone, maschi e femmine. Starò bene, ma se vuoi ti mando un gufo ogni giorno, o anche di più… basta dirmelo”.

Molly guardò la sua piccola con uno sguardo umido di commozione.

“N-no… c-certo che no, non dire fesserie… devi vivere la tua vita, sei giovane e non devi correre dietro alla tua mamma ansiosa; è solo che se ti capitasse qualcosa non potrei mai, mai…”

Ginny la abbracciò per calmarla: da quando era morto Fred sua madre era molto più apprensiva, e ogni distacco dai figli la faceva andare in ansia. Tutti i ragazzi la chiamavano via Metropolvere tutte le sere, e le mandavano un gufo nel caso fossero fuori casa. L’idea era nata spontaneamente, grazie alla solenne promessa di Ginny di lanciar loro una Fattura Orcovolante particolarmente micidiale in caso contrario – Harry glielo diceva sempre, che la diplomazia non era propriamente il suo lato migliore.

Proprio in quel momento il campanello all’ingresso cominciò a dare il meglio di sé, esibendosi in una scampanata come nella notte di Natale. Ginny corse giù per aprire.

“Ciao Ginny, sei pronta?” Luna la salutò con un enorme sorriso, indossando una tunica verde acido che offendeva la vista e i suoi orecchini-rapanello.

“Be’, sì… ma non dovremmo partire per le sette di domani?”

“Già, ecco… papà ha deciso di partire un po’ prima per evitare di portare con noi i Vampiruli Pigmei… sai, potrebbero creare discordia col loro terribile morso. Anche per questo mio papà ha preparato un infuso speciale per aumentare la nostra apertura all’ignoto, e m’ha caldamente raccomandato di fartela bere subito” concluse, piazzandole sotto il naso una tazza sbeccata, contenente un intruglio che aveva la consistenza, il colore e l’odore della gomma bruciata. Ginny represse il moto di disgusto e le sorrise, invitandola a sedersi in cucina, dove le liberò una sedia ingombra di magliette da stirare.

“Ginny, chi era? Ah, ciao, Luna cara… qualcosa non va per il viaggio?” Molly s’era abituata a vedere Luna alla Tana dalla fine della scuola, e una parte di sé sperava chiaramente ogni volta  che venisse ad annunciare la cancellazione della spedizione.

“Oh, no, signora Weasley” rispose lei, con gli occhi più sgranati del solito guardando Molly (Ginny approfittò della distrazione dell’amica per buttare l’infuso nel lavandino), “sono venuta a dire a Ginny che partiamo un po’ prima, e le ho portato un infuso propiziatorio fatto da papà… ha gli occhi molto rossi, lo sa? Non deve preoccuparsi: io e mio papà baderemo a Ginny, così come mia mamma bada a Fred”. Lo disse con una tale sicurezza e con un tono di sconfinata fiducia, come se stesse parlando di una cosa ovvia, e Molly scoppiò in una serie di buffi singhiozzi, come se non sapesse se piangere o ridere. Luna, per tutta risposta, chiese a Ginny se poteva prendere una fetta di torta.

“Ehm… Luna, quando hai detto che saremmo partiti «prima», quanto intendevi?”

“Oh, in realtà dobbiamo partire tra cinque minuti da casa mia… sai, abbiamo organizzato una Passaporta” rispose Luna, con la bocca piena di dolce.

“Luna, per arrivare a casa tua ci vogliono almeno dieci minuti, e sia casa mia che casa tua sono protette da incantesimi anti-materializzazione”

“Oh, hai ragione!” esclamò Luna; così estrasse la bacchetta e una lepre argentea balzò fuori dalla finestra, volando in direzione di casa Lovegood. “Ci incontreremo a metà strada, dovremmo farcela”.

Ginny annuì e Appellò lo zaino; non appena atterrò dolcemente accanto alla porta d’ingresso si avvicinò a sua madre, che stava asciugandosi gli occhi con un angolo del grembiule a fiori.

“Avrei preferito salutarti domattina. Non mi piace l’idea di lasciarti sola di notte, ma sono certa che…”

Proprio in quel momento la pendola appesa in cucina indicò che Arthur era in viaggio per tornare a casa.

“Ginny cara, papà sta tornando. Non preoccuparti, io starò bene” concluse Molly, abbracciando la sua unica figlia femmina.

“Ti scriverò non appena ci saremo sistemati. Tu non farti problemi ad informarmi di qualsiasi novità: Cassandra è un portento, mi troverà facilmente” la rassicurò Ginny, accennando alla piccola civetta bruna che Harry le aveva regalato per la maggiore età. Le diede un bacio sulla guancia, si caricò lo zaino in spalla e, con un cenno della mano, chiuse la porta della Tana dietro di sé.

Non ebbe bisogno di chiedere a Luna dove avrebbero trovato la Passaporta: quattro persone erano con un indice su una vecchia copia del Cavillo appena al di fuori del raggio d'azione degli schermi protettivi, e quando erano a pochi metri, quella si illuminò di blu.

Ginny, con uno scatto degno di un Cercatore, si tuffò in avanti e toccò la Passaporta appena in tempo. Si sentì strattonata all’ombelico, con qualcosa o qualcuno attaccato alla caviglia – probabilmente, Luna – e tutto divenne buio.

* * *

Quando finalmente Ginny sentì di nuovo il solido terreno sotto di sé, l’odore di acqua salmastra le invase i polmoni. Erano arrivati in una caletta ghiaiosa, e il sordo rombo del mare la avvolse, carico di promesse.

“Voi siete la delegazione inglese, immagino… benvenuti alla spedizione magizoologica internazionale” rispose una voce maschile a meno di un metro da lei. Ginny si rassettò alla meglio, e riconobbe il loro ospite non appena gli si parò davanti, prima ancora che lui si presentasse con un sorriso timido.

“Scusate, salto sempre le presentazioni…  Piacere, Newt Scamander”.

*

NdA: ta-da! Avevo progettato di pubblicare ieri, ma quando mi sono addormentata sulla tastiera ho pensato che fosse meglio rinviarlo a stamattina (la puntualità nelle consegne non è il mio forte).
La maggior parte del capitolo è incentrato su un lato di Ginny che viene presentato poco, ma ritengo importante: la figlia. Immagino che dalla morte di Fred (avvenuta poco più di un anno prima) Molly sia diventata ancora più apprensiva con i figli, nel timore di perderli; Ginny quindi decide di affrontare comunque questa esperienza, ma facendo capire alla madre che non è un abbandono.

Il finale ci trasporta finalmente nelle azioni, e Newt è fondamentale come personaggio, per cui... ocio!

Grazie a chi ha già commentato, e a chi vorrà farlo anche con questo capitolo! Ciao!

   
 
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