Capitolo 7
-No!
L’assassino si portò le mani alla schiena e
cominciò a fare qualche passo irrequieto.
Quante volte l’aveva detto in quei due minuti? Forse dodici.
-Maestro...non potete!
L’assassino alzò il volto speranzoso e disperato
alla ricerca dello sguardo di un anziano che stava seduto ad una grande
scrivania ricoperta da carte di qualunque tipo.
Egli aveva una lunga tunica nera adornata da ghirigori dorati e tutto,
dal suo vestiario al suo comportamento e tono di voce, indicava una
grande autorità. Però l’assassino non
era affatto intimorito da lui, dato che era stato enormemente sconvolto
dalle sue decisioni.
-Ragionate un attimo!
Lo sussurrò, quasi come se fosse una preghiera. E nel mentre
analizzava il suo scuro volto scarno contornato da barba e capelli
bianchi e corti e i suoi occhi neri. Lui, ascoltando le parole
dell’uomo, lo guardò per un attimo negli occhi.
Era incredulo della sua grande preoccupazione, ma in qualche modo lo
riuscì a comprendere. Comunque distolse subito lo sguardo,
non voleva farsi impietosire oltre e magari farsi convincere: la
decisione era già stata presa.
-Khai, lo sai anche tu che è giunta l’ora ormai.
Abbiamo già aspettato troppo.
-Ma non è ancora pronta!
-Khai...
Questa volta posò la piuma sul tavolo e si alzò
dalla sua sedia per poterglisi avvicinare un poco.
-...l’hai notato anche tu, no? La sua è una grande
abilità, ma che deve maturare.
Khai cominciò a torturarsi il mento con la mano destra e si
allontanò di qualche passo verso la porta opposta.
Non poteva, no. E la cosa peggiore era che il Maestro aveva ragione.
Quante volte era rimasto sorpreso dalle sue abilità in quei
pochissimi giorni? Anche troppe, a dir la verità. In
quell’anno Kores aveva fatto dei miglioramenti sorprendenti,
oltre le sue più rosee previsioni.
-Almeno non quell’uomo. Non quel bersaglio!
L’anziano Maestro sospirò e si avvicinò
per mettere una mano sulla spalla al più giovane.
-È suo dovere occuparsene.
-Non è un suo dovere!
Sbraitò Khai in preda alla disperazione.
Cosa si deve
fare per fare ragionare questo vecchiaccio?!?
Il Maestro
ritirò la mano dalla sua spalla e cominciò a fare
qualche passo verso la scrivania situata dietro di lui.
-Khai, tutte le altre persone che provengono dalla sua situazione hanno
fatto la loro scelta, e fra di esse abbiamo allevato alcuni dei
migliori assassini della nostra fortezza.
Il Maestro fece una breve pausa per guardarlo negli occhi.
-Lei ha fatto la sua scelta, è voluta divenire
un’assassina. Adesso deve adempiere alle sue mansioni.
-Maestro, tutto ciò che dite è vero,
però vi è una piccola differenza fra Kores e gli
altri. Lei non sa nulla, è diventata assassina ignara di
tutto! Non potete paragonarla agli altri! E quando lo
scoprirà in un momento non adatto, secondo voi quale
sarà la sua reazione?
L’assassino non volle rispondere, perchè quelle
poche parole gli scatenavano dentro una grandissima paura per la
ragazza: la mente di Kores era ancora ristretta, era vittima degli
impulsi e se avrebbe dato ascolto loro, sarebbe stata la sua fine.
-Khai...va bene.
L’assassino lo guardò negli occhi incredulo e
felice sopra ogni dire.
-Prima o poi dovrà occuparsi di lui, ma
l’assassinio verrà posticipato. Per adesso le
affibbierò una missione di supporto.
Scrisse qualcosa su una pergamena e subito dopo ne cercò
un’altra.
-Domani andrà a Damasco, supporterà Nabih.
Khai indietreggiò interdetto e sorpreso.
-Nabih? È diventato un assassino?!?
-No, è divenuto un ottimo assassino.
-Ma...ma lui...
-Basta con questi tuoi sciocchi pregiudizi, Khai.
-Ma non sono semplici pregiudizi!
-Ho detto basta. Adesso va dalla tua allieva e annunciale la sua
imminente missione. Addio Khai.
L’assassino non potè dire più nulla, il
suo tono seccato e autoritario gli fece capire che non accettava
repliche. Quindi si inchinò e dopo aver sussurrato
– Addio Maestro- fece quei pochi passi che lo distanziavano
dalla porta.
Durante la sua assenza molto era accaduto e, in questo modo, tutto gli
era sfuggito di mano.
Scosse la testa e sbuffò, la situazione si era complicata
più del previsto e il vecchio pazzo si era fatto
più impenetrabile che mai.
Restai
ancora immobile a pensare. Quando devo fare qualcosa di
importante muovermi mi sconcentra.
Però, da quanto tempo Feisal se ne era andato? Da parecchi
minuti ormai...
Mi portai la mano alla testa e cominciai a grattare, quello fu il mio
primo vero movimento.
Allora mi girai verso la porta e cominciai a camminare.
Cosa dovevo fare? Ci avevo pensato a lungo e l’unica cosa un
poco sensata che mi era uscita dalla testa era quella di spennare quel
maledetto pennuto.
E cosa mi
invento ora?
Domanda da un milione
di denari.
E mentre cercavo di farmi venire una buona idea, sorpassai una porta di
grandezza media senza guardarla realmente.
Stop. Feci qualche passo indietro e girai la testa solo per guardare i
decori della porta e subito dopo sbuffai.
-Sempre meglio di niente.
Sussurrai.
Almeno
così passerò del tempo utilmente.
Varcai la soglia e mi
ritrovai in una distesa immensa di libri e tavoli, con qualche
assassino dal cappuccio grigio chino su un tomo. Velocemente andai
nella sezione più grande della biblioteca e appena arrivai
mi si contorcé lo stomaco.
Perchè ogni volta che entro lì ho così
tanta voglia di scappare? Eheh...veramente la risposta ce
l’avrei...ma comunque!
Presi velocemente e con malavoglia due tomi impolverati e andai nella
parte centrale della biblioteca per registrarmi. Appena arrivata
un’anziana signora mi travolse con il suo decrepito sorriso:
c’era qualcosa di inquietante in lei, e non era la sua
età a dargli quell’aspetto...
Senza darmi il tempo di salutarla, mi strappò i libri di
mano e annotò i loro nomi in un libro che poteva avere
più o meno la sua stessa età, e me lo porse
immediatamente dopo.
Mentre cercavo di riprendermi un pò, firmai la pagina e
mentre stavo scrivendo l’ultima lettera del mio nome, mi
diede di scatto i libri che avevo preso e ritirò il suo.
La guardai per un istante sconvolta, ma mi allontanai velocemente
mormorando una specie di “Buongiorno”, che non era
affatto riconoscibile.
Ecco spiegato perchè odiavo così tanto prendere
libri in prestito, ma non era colpa mia, anzi se fosse stato per me li
avrei bruciati proprio quei libri! Li prendevo perchè ero
obbligata dopotutto, “un buon assassino è agile di
corpo quanto agile di mente”, mi dicevano sempre.
Feci un sospiro appena uscita dalla stanza e ritornai alla piccionaia.
Appena entrata guardai in cagnesco Siham, che fra l’altro lo
contraccambiò con un grido parecchio acuto, e mi
andai a sedere su una panca posta sotto una finestra.
Prima di aprire i libri allungai il braccio, ma non ci speravo tanto
infatti non mi misi nemmeno il guanto.
-Siham, vieni qui!
E lei, come risposta, volò su una trave un pò
più alta. Sospirai guadandola rassegnata.
-Se non vuoi venire adesso da me, starò qui tutto il tempo!
Ti stancherai così tanto di me che alla fine cederai!
Per quello mi ero portata i libri. Almeno utilizzavo quel tempo per
finire la parte teorica del mio addestramento.
Comunque esattamente cinque secondi dopo, alzai meccanicamente il
braccio sopra la testa. Poi lo abbassai e vidi che un uccello mi aveva
fatto la cacca sul tessuto che mi ricopriva il braccio.
Non era stata Siham, ma il tempismo era stato ottimo.
Sbuffai lasciando perdere quel proposito e subito dopo aver posato il
libro più grosso alla mia destra sulla panca, osservai
l’altro.
Questo libro era provvisto di una copertina rigida ma non troppo spessa
di cuoio, e questo era sicuramente molto più piccolo
dell’altro. Girai la copertina e sulla prima pagina vidi
scritto il titolo: “La parte teorica della lama”.
In questo tomo vi erano descritte le varie tecniche di ogni singola
arma a disposizione di un assassino. Era leggero come testo e, se devo
essere sincera, in alcune parti anche interessante...in effetti la mia
bravura con i pugnali da lancio la devo in parte ad esso.
Sfogliai velocemente le pagine fino ad arrivare alla 476°. Da
lì cominciai a leggere e dopo un’ora e mezza circa
lessi tutte le restanti 132 pagine.
Quando finii di leggerlo, lo richiusi rumorosamente e lo misi sulla
panca, alla mia sinistra. Guardai il tomo che si trovava alla mia
destra e sbuffai sonoramente mentre distoglievo lo sguardo.
No, no! Non
voglio!
Ancora oggi mi chiedo
dove abbia trovato la forza di leggerlo tutto. Era enorme, vi erano
3738 pagine ed era ancora da aggiornare! Chiusi gli occhi e quando li
riaprii posai lo sguardo sulle travi facendo appena in tempo a vedere
Siham spiccare il volo. L’aquila scese e si sedette sul
pavimento pieno di paglia. Mi sorpresi vedendole fare quel gesto, che
l’avessi incuriosita almeno un poco? In effetti mi stava
fissando, non c’erano dubbi, ma appena mi alzai lei
spiccò il volo un’altra volta verso
l’alto, fino a quando non uscì completamente dalla
piccionaia dalla grande apertura sul tetto.
Sicuramente
è andata a caccia...
Ma mi smentii subito
dopo vedendola ritornare nella torre. La fissai volteggiare con le sue
grandi
ali fra le travi, facendosi beffa della goffaggine degli altri uccelli
lì presenti. Dopo qualche momento si andò ad
appoggiare in una panca di pietra graffiandola. Questa era esattamente
nella parte opposta della piccola torre: evidentemente mi voleva
studiare un pò più da vicino.
Soddisfatta di questo minuscolo primissimo passo, presi
l’enorme libro e sfogliai la prima pagina e cominciando a
leggerne il contenuto.
Dopo chissà quanto tempo chiusi rumorosamente il tomo
facendo svolazzare qualche pennuto impaurito.
Diedi un’occhiata alla panca dove prima si era appollaiata
Siham e notai che ora era vuota.
Basta, non ce
la faccio più!
Scagliai il libro sul
pavimento con forza ma dopo qualche secondo ci ripensai amaramente e
andai a controllare che non si fosse fatto nemmeno un graffio. Sospirai
vedendolo incolume e lo appoggiai sulla panca delicatamente. E chi
glielo andava a dire alla vecchia mummia se gli rovinavo quel suo
prezioso mattone?!?
Mentre ero ancora chinata sulla panca per accertarmi ancora delle
condizioni del libro, sentii un breve cigolio.
Voltai un poco la testa e vidi quella di Salim spuntare fuori dalla
porta.
-Ehi, ma...che fai?!?
-Ehm...non lo vedi? Leggo!
E alzai il libro.
Però,
non è male come peso...potrei utilizzarlo per gli
addestramenti, oppure...
In quel momento intuii
che la mia prossima vendetta su Salim sarebbe consistita nel
buttarglielo in testa. Però ci sarei dovuta andare piano,
avrei
potuto anche ucciderlo con quello...
-E quello è un libro? Non un’arma?!?
-Invece di startene lì come un idiota vieni qui e dimmi che
ci fai qui a quest’ora.
-Ehm...sai che ore sono, vero?
In tutta risposta mi voltai verso la finestra e vidi che qualche
assassino rientrava dalla fortezza in cortile, sicuramente avevano
già finito di pranzare da un bel pezzo...
COSA?!?
-Hanno già
chiuso la mensa?
-Si però...
Ok, non era un grandissimo problema se saltavo un pasto
però, come dire...ormai era una routine e...e...si avevo
fame, problemi? Specialmente con tutto quello che avevo mangiato la
sera prima, senza contare che non avevo fatto colazione...ok, quella
era una situazione disperata, anche perchè non ero
un’amante della frutta mezza marcia che mettevano a
disposizione a tutti gli assassini negli orari fuori pasto.
Oppure potevo tentare di rubare qualcosa dalla cucina,
chissà magari la nuova cuoca era più gentile di
quella di prima...
-Ehi, mi sentiiiii?
-Che vuoi?
Non mi ero accorta che il moccioso mi si era avvicinato e mi aveva
messo un piatto e del pane sotto il naso.
-...ah.
-Sempre a farti problemi tu! Tanto ci sono io che te li risolvo sempre!
-Statti zitto tu.
Dissi mentre gli prendevo il cibo e mi andavo a sedere sulla solita
panca.
-E poi non so di cosa stai parlando...
Presi le posate e cominciai a mangiare la carne.
-Ha ha, hai la memoria corta?
Misi in bocca il primo freddo pezzo di carne e forse arrossii un poco
mentre l’altro si sedeva accanto a me.
-Eppure è successo pochissimo tempo fa...
Gli schiacciai il piede con il mio per zittirlo: la via del dolore
funziona sempre.
-Ahiaaaaaaaaa. Tu mi ucciderai prima o poi. Quante volte te
l’avrò detto in questo periodo?
-Due.
-Appunto! Tu...
Salim continuò ancora per un bel pezzo a blaterare
inutilmente dato che non l'ascoltavo. Invece io ero concentrata su
Siham, che si era appollaiata nuovamente sopra la panca di prima, forse
incuriosita da tutto quel baccano.
La guardai meglio e mi resi conto che guardava qualcosa in
particolare...allora tagliai un pezzo di carne e glielo lanciai.
Quando la carne toccò terra, Siham si alzò in
volo e, dopo aver fatto qualche giro su di essa, si posò a
terra.
-Ehi, io ti porto da mangiare e tu lo dai a un uccello?
-Non capisci niente.
-Eh, cosa dovrei capire?
Ignorai la sua domanda e continuai a controllare le reazioni di Siham:
all'inizio diede qualche zampettata alla carne, ma dopo qualche attimo
di incertezza, cominciò a mangiarla con foga.
Sorrisi nel vedere che in un qualche modo stava imparando almeno a
sopportarmi un pò. O almeno speravo.
Dopo che finii il mio pranzo mi alzai per fare qualche passo fuori da
quella ormai troppo puzzolente torre.
-Ops...ho dimenticato di dirti che Khai ti cercava.
-Il maestro? Sai cosa voleva?
-No, però mi sembrava che avesse una certa urgenza
di parlarti.
-E non me lo potevi dire prima?!?
Dissi mentre uscivo di corsa dalla torre, seguita a ruota dal moccioso.
-Scusa, l'ho dimenticato.
-Sei sempre il solito idiota.
Cosa voleva il maestro? Mi vennero in mente diverse cose, ma nessuna
così importante come aveva detto Salim.
-Ma almeno sai dov'è?
-Ehm...- Mormorò mentre si grattava la testa.
-Ma allora sei proprio inutile!
Dopo un attimo di esitazione, mi diressi verso un piccolo balcone poco
distante e, quando arrivai, controllai il territorio circostante.
Non è al portone principale, non è nemmeno dai
cavalli...ah, eccolo.
-Salim, io vado.
-L'hai trovato?
-Si, è all'arena.
-Allora andiamo!
Cominciò a camminare verso il corridoio ma subito dopo si
voltò verso di me con fare forse un pò seccato.
-Vieni o no?!?
-Si, si.... io vado...
-E allora cosa aspetti?
Valutai tutto, non c'era alcun pericolo, e poi dovevo abituarmi a fare
cose un pò più pericolose. In missione,
chissà, magari non avrei potuto scegliere.
-Nulla.
Misi un piede sulla balconata di pietra.
-Tu non mi seguire.
-Ma lo so fare anche io quello.
Misi anche l'altro piede e mi sistemai meglio.
-Lo so che non ti rompi un braccio in questo modo...
L'unica deficiente che ha difficoltà con questo tipo di cose
sono io...non è giusto!
-...è solo che non voglio che ascolti!
Presi il momento d'indecisione del ragazzo mi buttai giù.
La caduta fu veramente mooolto breve, però era veramente
bello saper fare cose del genere senza rischiare di romperti qualche
osso.
Quando atterrai, lo feci con le gambe piegate un pò verso i
lati e con le punte della mano destra che toccavano terra.
Mi alzai di fretta ed andai verso il mio maestro che mi guardava
già. Appena lo raggiunsi si girò a guardare il
duello fra due assassini di alto rango e io lo imitai.
-Complimenti, ma dovresti stare attenta...ti serviranno tutte e due le
gambe domani.
-Cosa devo fare domani di tanto urgente?
-Una missione, supporterai un assassino di un rango più
elevato del tuo.
-E mi hai chiamata così
per una missione?!?
E io che mi ero
preoccupata...
Vidi che il maestro esitò nel parlare mentre analizzava le
mosse di due assassiniche si stavano scontrando all'interno del piccolo
recinto di legno.
Allora, mentre aspettavo che si decidesse a dirmi cosa lo turbava
tanto, guardai il duello: erano due assassini dalle vesti candide, non
li guardai in volto però, per me erano delle fugaci ombre
bianche che si scontravano.
Comunque il duello durò molto poco e fu clamorosamente
impari: l'assassino che stava vincendo era più forte
fisicamente del suo avversario ed egli utilizzava questa sua
particolarità, infatti, dava forti e potanti colpi con la
spada, mirati a sfinire l'avversario. Alla fine ci riuscì,
l'altro assassino, che durante tutto il duello era riuscito in qualche
modo a parare i colpi dell'avversario, sbsgliò una parata e
quel colpo lo ferì alla gamba sinistra.
Egli quindi lasciò immediatamente la presa sulla sua spada e
si accasciò a terra urlante, poi si mise le mani sulla
ferita, come se cercasse di interrompere il flusso del sangue che
macchiò la sua tunica e formò una considerevole
pozza a terra.
-Deve sempre esagerare...
Si lamentò il maestro, quindi era qualcuno che conosceva.
Poi sentii una voce roca ridere davanti quel terribile spettacolo e
capii chi era quell'assassino. Ma perchè più si
cerca di evitare una persona e più la si incontra?
L'assassino saltò la staccionata e ci si parò
davanti.
-Ehi, se i venuto a vedermi, Khai? E hai portato anche la tua allieva
a...
-Si si Dhakir, ma quante volte ti devo ripetere di non fare idiozie
come queste? Prima o poi ne pagherai le conseguenze.
-Oh, non ti preoccupare. - Disse facendo un cenno con la mano come per
sminuire la situazione.- Piuttosto...
-Oh, ma certo. Prima ferisci gravemente un tuo compagno e poi lo lasci
agonizzante a terra?
-Va bene, va bene. Uff, con te non si può fare mai nulla.
Disse mentre si allontanava.
Non fare nulla? Ma se a
poco muore dissanguato quel poveretto!
Comunque Dhakir prese il malcapitato e lo portò verso
l'infermieria lamentandosi della sua incapacità e
chiedendosi come aveva fatto a diventare assassino.
Certo oltre la ferita
adesso anche gli insulti ci volevano...io mi chiedo come gli abbiano
dato la carica di priore.
-Ma come hanno fatto a farlo diventare un assassino?
Mi lamentai guardando la pozza di sangue.
-Ecco...Dhakir è un ottimo assassino, e me l'ha dimostrato
molte volte però la motivazione per cui combatte mi fa
rabbrividire.
Mi girai e vidi che mi stava guardando negli occhi.
-Lui non combatte per la fede o per il Maestro, anzi li disprezza
entrambi. Non combatte neppure per obbligo o vendetta. Lo fa
semplicemente perchè si diverte. Ama uccidere e vedere il
sangue sgorgare dalle ferite altrui, è l'unica cosa che lo
appaga veramente.
-Ma...ma è un mostro!
-No, no. -Scosse la testa e nel mentre sorrise- Oltre che le sue
abilità, mi ha dimostrato di avere un cuore, è un
vero amico, però si deve conoscerlo, così
è impossibile capirlo veramente.
In effetti non ci stavo capendo più niente. Quelle parole
avevano trasformato la mia iniziale antipatia in completo
ripugno.
E poi come
può il maestro fidarsi di una persona del genere?
Lasciai perdere la questione vedendo il volto del maestro nuovamente
preoccupato.
-Maestro...
-Kores, domattina all'alba partirai per la tua missione, le
informazioni te le daranno durante il viaggio però...devi
farmi un favore.
Mi prese un braccio e mi guardò intensamente.
-Stai attenta.
Lo guardai interdetta per qualche istante: non era un stai attenta alle
guardie e non farti ammazzare o stai attenta a non farti scoprire o
qualcos'altro. Era di più.
Comunque non riuscii a fargli dire di più per tutto il
giorno.
Ah, il maestro
è più complicato di quanto ricordassi...
Allora, ciao a tutti!
Altro capitolo di passaggio,
ma comunque con la missione farò accadere qualcosa,
finalmente!
Poi per il pezzo iniziale...non so come mi è venuto,
all'inizio non l'avevo programmto, ma pi ho pensato che se non scrivevo
una cosa lì, non l'avrei più scritta, quindi...
Passiamo comunque ai ringraziamenti dei miei tre recnsori che adesso li
posso considerare miei lettori costanti (wow ! *-*)
Elika95: la tua recensione mi ha impazzire dalla gioia ancora una volta, grazie!!! Però mi è venuto nuovamente il dubbio se non ti confondevi con un'altra fanfiction... Per l'aquila...si mi piace darle quel carattere e comunque in questo cap ancora Kores non ha conquistato la sua fiducia, ma le si avvicina soltanto per capire se è pazza o meno...XD Ah, e in bocca al lupo per gli esami!
Saphira87: grazie per la bellissima recensione! Si questi sono due capitoli di passaggio, però...devo dire che alla fine imparo delle cose dalle tue recensioni. è strano, ma quando scrivo lo faccio con naturalezza, non ci penso poi così tanto, quindi le tue considerazioni sull'ironia di Kores, me l'hanno fatta conoscere meglio...strano, vero? o.O Comunque sono contenta che la storia continui a piacerti e che non ti sia annoiata in parti che mi sembravano completamente da buttare!XD
goku94: grazie per la recensione e non ti preoccupare per il irtardo, non me la prendo per queste cose, anzi ti cpaisco dato che non ho potuto mettere il capitolo prima per lo stasso motivo (ah che bello, oggi la scuola è finitaaaaa!!!!! Quanto sono contenta!!!!) Per le aquile...sinceramente non lo so, però dovevo giustificare il suo caratterino in qualche modo e l'idea mi era piaciuta. Anche per me l'aquila è il mio animale preferito e se posso darti un consiglio...vai per il drago!^^ Comunque sono contenta che l'aquila stia riscuotendo successi...sisi, insomma significa che li caratterizzo decentemente!XD Per la scazzottata ci avevo pensato però poi forse mi avrebbe scombinato la storia...non lo so, ci avrei dovuto riflettere meglio T_T
Vero, Nabih significa acuto.
Allora, grazie mille quindi a
tutti quelli che hanno mantenuto la mia storia nelle preferite e nelle
seguite!
Ci sentiamo al possimo capitolo, un bacio da Phantom G!