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Autore: Vera_D_Winters    26/06/2017    1 recensioni
Questa fan fiction è una one shot creata appositamente per un solo lettore che me l'ha espressamente chiesta. Se avete lo stomaco debole (?) lasciate stare.
Si è una TeachxBigMom.
Si è una pazzia.
Se proprio volete leggerla fatelo per pranzo (?)
EEEEEEEEE ho aggiunto una parte 2. Fat Love versione AU così giusto perchè al trash non c'è mai fine. Ma prometto non ci saranno altre storie su questi due
Genere: Demenziale, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barba nera, Big Mom, Charlotte Linlin 'Big Mom'
Note: Nonsense | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Non ho mai capito perchè a certa gente piacciano tanto queste gare. Io le trovo aberranti e disgustose."
Disse la giornalista storcendo il naso mentre il suo direttore le passava l'indirizzo e le altre informazioni sulla Gara di Abbuffata di cui la donna avrebbe dovuto scrivere un articolo. Quella era una punizione in piena regola e lei avrebbe preferito essere in qualsiasi altra parte del mondo, tuttavia prese le sue cose e armandosi di coraggio andò a fare il suo lavoro.

{...}

Gli spalti erano gremiti.
"Che schifo..."
Bofonchiò la giornalista avvicinandosi ai concorrenti che era tenuta ad intervistare.
Il primo si chiamava Teach ed era un uomo enorme, dai capelli che parevano essere stati pucciati direttamente nell'olio di cottura delle schifezze che lo avevano fatto ingrassare come una montagna, e a cui mancava persino qualche dente.
Aveva una risata a dir poco fastidiosa, e il suo alito sapeva di spezie e alcool.
Armandosi non solo di coraggio ma anche di santa pazienza, la giornalista si fece avanti per porre la prima domanda, ma venne interrotta da una seconda concorrente.
La donnona era corpulenta al pari di Teach, o forse era un poco più alta, sembrava un po' più vecchia di qualche anno, e aveva una capigliatura alquanto discutibile: ricci rosa che sembravano crespi e ingovernabili.
- Perlomeno questa i denti li ha tutti... -
Pensò un po' acidamente la giornalista, mentre si sforzava di sorridere in maniera professionale.
"Lin lin, amore..."
La salutò Teach, facendo strabuzzare gli occhi all'intervistatrice.
Di solito riusciva a restare impassibile, ma... ma...stavano insieme? A giudicare dal bacio con tanto di schiocco sulle labbra che si erano dati, si. Ma... come facevano a stare insieme? Non rimbalzavano uno contro l'altra? Come facevano a baciarsi seriamente con quei pancioni enormi che impedivano loro di avvicinarsi a sufficienza?
E non appena nella sua testa cominciarono a piovere immagini di quei due che cercavano di fare sesso le venne un conato di vomito e cercò immediatamente di cancellare quelle idee malsane. Ma era impossibile. Tornò a fissarli mentre si guardavano con la stessa intensità con cui guardavano cosciotti di pollo e patate fritte e si ritrovò impossibilitata a distogliere lo sguardo. Come quando si guarda un incidente che per quanto raccapricciante ti tiene incollato lì, con quella macabra curiosità che è tipica dell'animo umano anche più integro e retto.
"Ahm scusate... voi due siete...?"
"Fidanzati!"
Trillò Lin Lin tutta allegra, mentre faceva scivolare le dita tozze tra quelle del suo uomo.
"E..."
No niente non le veniva nessuna domanda. Lo shock era troppo.
"Vuole sapere come ci siamo conosciuto?"
Intervenne Teach, mentre la fidanzata ridacchiava e la giornalista annuiva.
"Ci siamo conosciuti ad una gara come questa, io ero il campione indiscusso, ma Lin Lin mi ha stracciato, ed è stato amore a prima vista."
- A prima vista? Vi servono degli occhiali temo... -
Ecco cosa voleva commentare la giornalista, ma si trattene mordendosi la lingua ancora una volta, continuando a mostrare quell'espressione educata e cordiale che le avevano insegnato in redazione.
"Capisco..."
"E' in imbarazzo?"
"Mh?"
"E' in imbarazzo?" Chiese una seconda volta la donna dai capelli rosa, facendo arrossire leggermente la sua interlocutrice.
-Professionale... cerca di essere professionale. -
"Assolutamente no! E' che mi aspettavo più competizione come in una gara qualsiasi."
Mentì spudoratamente e riuscì a suonare convincente persino alle sue stesse orecchie.
Allora Teach sfoderò un sorriso che doveva sembrare probabilmente malizioso, ma che non riusciva affatto bene con la sua faccia, e fece segno alla giornalista di seguirlo.
Riluttante lei lo fece e insieme raggiunsero la tavola imbandita, dove la prima batteria di abbuffatori seriali si stava dando battaglia: uomini e donne che trangugiavano cibo a una velocità spaventosa, senza nemmeno riuscire a godersi le pietanze che ingerivano, le maglie sudice di olio, salsa, spezie, le bocche stracolme, come se fossero criceti fuori misura.
"E' disgustoso non trova?"
Domandò ancora l'omone, mentre la sua fidanza li seguiva da breve distanza, gli occhi porcini accesi d'improvvisa curiosità.
"Non sono qui per dare giudizi."
Rispose prontamente, ma la risata sgangherata dell'uomo le fece arricciare il naso con diffidenza.
"Tutti giudicano signorina, anche quelli sugli spalti che fanno il tifo. Ci incitano, ma in realtà ci trovano rivoltanti. Tutti qui lo pensano... eppure eccoli a guardarci come fenomeni da baracconi. Tra di noi invece..."
E indicò se stesso, la sua compagna, e altri concorrenti li vicino.
"C'è semplice accettazione. E certo che siamo qui per vincere, sa quanti soldi ci danno solo per aver partecipato? Ma vincere non significa che dobbiamo massacrarci a vicenda per forza, soprattutto non fuori da qui. O forse lei non si innamorerebbe di un suo collega, anche se di una testata giornalistica differente dalla sua, o in competizione?"
"Il mio lavoro viene prima di tutto... quindi temo che la risposta sia no."
"Allora la compatisco."
Teach scrollò semplicemente le spalle e si allontanò con la sua risata fastidiosa, seguito a ruota dalla fidanzata, che sembrava davvero gelosa, come se avesse paura che qualcuno glie lo potesse portare via.
La giornalista intanto era rimasta particolarmente piccata dalle parole che le erano state rivolte.
Come osava? Lui la compativa? Lui? Ma si era guardato allo specchio?
Con un gesto di stizza la donna si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, e tornò ad osservare i concorrenti che stavano terminando la loro manche. Doveva intervistarne altri per l'articolo, ma i suoi occhi continuavano inevitabilmente a finire sulla coppia di poco prima, ora intenta a giocherellare con quelle dita a forma di salsicciotti che avevano. Lei ridacchiava facendo il suono di un maialino, lui la guardava come se fosse una sirena. E ancora una volta le venne in mente l'analogia con un incidente stradale. Sai che le due auto stanno per scontrarsi, sai che sarà orribile, ma stai li a guardare fino all'avvenuto impatto.
Passò così tutto il resto della gara, anche quando i due si esibirono nel loro divorante amore, staccando pezzi di carne da povere ossa inermi, ingoiando pannocchie con foga, schiacciando poveri hamburger da cui uscivano chili di salsa che faceva ingrassare solo a guardarla.
E la folla urlava entusiasta...
No non avrebbe mai capito, però decise che avrebbe impostato tutto il suo articolo proprio su quella storia d'amore paradossale a cui aveva assistito. 
Alla fine la gara venne vinta proprio da Lin Lin: la donnona alzò l'assegno al cielo con fare vittorioso e subito dopo corse, se correre si poteva utilizzare come termine, verso il suo compagno a cui regalò la coppa a forma di cucchiaio di legno, assieme a un bacio con tanto di quindici metri di lingua.
"Gesù..."
Sospirò la giornalista distogliendo lo sguardo, anche se i rumori umidi e di risucchio si sentivano ugualmente.
Prese ancora un paio di appunti, poi ripose il suo blocchetto e la penna nella tracolla, pronta ad allontanarsi per andarsene. In quel momento le passò accanto la coppia cinguettante, e fu così che udì le loro parole con le quali annunciavano che con l'assegno si sarebbero comprati un letto nuovo, più resistente di quello che avevano rotto proprio la sera prima.
Oh no era troppo.
Sotto le loro risate, la giornalista se ne andò a passo svelto, stringendo convulsamente la tracolla al petto.
Aveva comunque ancora intenzione di scrivere il suo articolo su di loro, ma ormai cominciava a temere che quella notte avrebbe avuto decisamente gli incubi. Incubi fatti di corpi che si rotolavano in piscine di spaghetti, e altre schifezze simili.
Ah, ma il suo redattore quella glie l'avrebbe pagata. Assolutamente.
   
 
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