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Autore: valevre    13/06/2009    3 recensioni
Promettimelo!-disse un bambino dai denti bianchi e lucenti e gli occhi penetranti. Te lo prometto! Non mi dimenticherò di te.-dissi io quando avevo solo 10 anni. Ero piccola quando lo incontrai. E lui forse più piccolo di me. Ormai avevo ventidue anni e non potevo continuare a rimuginarci e sperare di ri-incotrarlo.
Genere: Romantico, Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo Capitolo - Solo l'inizio

Promettimelo!-disse un bambino dai denti bianchi e lucenti e gli occhi penetranti.

Te lo prometto! Non mi dimenticherò di te.-dissi io quando avevo solo 10 anni.

Ero piccola quando lo incontrai. E lui forse più piccolo di me.

Ormai avevo ventidue anni e non potevo continuare a rimuginarci e sperare di ri-incotrarlo.

Era questo l'unico pensiero mentre io mi recavo a passo svelto verso di lui, enrico. Enrico era il tipico ragazzo bello palestrato con la carnagione scura tutto l'anno, gli occhi neri ed i capelli biondi. Mi chiedevo spesso e me lo chiedo tutt'ora come sia possibile che io, quella che non segue proprio gli schemi e che ama cantare fuori dal coro, mi fossi innamorata di un ragazzo come lui, così di moda.

Una raffica di vento freddo mi costrinse a rintanarmi ancora di più nel mio cappotto nero. Lui mi squadrava da capo a piedi. Era una giornata di sole ma comunque molto fredda. Mi ero azzardata ad indossare gli occhiali da sole con le gocce a specchio. Lui non avrebbe visto i miei occhi nel momento in cui...

  • ei tesoro- disse lui tentando di baciarmi speranza vana.

  • Ma che hai?!- azzardò la domanda. Io sorrisi.

  • Mmmm. Nulla di particolare.

  • Che ne dici se vai a posare a casa la tracolla con i libri e andiamo a pranzo insieme?!ti accompagno io a casa.-

fa anche il galante!” pensai “lurido verme”

  • mi dispiace ma preferisco declinare l'invito a favore di una ragazza che preferirai di gran lunga. È bionda e si chiama Lucilla. Hai presente quella ragazza con cui sei uscito l'altro ieri e ieri e che hai baciato davanti al bar stamattina. - continuai sorridendo. Mi faceva ridere metterlo in difficoltà. Lo amavo si, questo è vero ma lui mi ha trattata male, molto male e con me non si fa! E poi all'inizio con lui il rapporto era solo per il mio lavoro. Bè, chiamalo lavoro...

aspettavo una sua risposta che tardava ad arrivare.

  • sei un essere meschino. Io con te ho chiuso.- dissi con la voce seria e fredda che lui conosceva bene. Quella di quando qualcuno mi deludeva profondamente.

  • Addio.

Lui continuava a tacere. Io mi voltai e rivolsi il mio sguardo verso la fontana , verso la quale mi incamminai. La fontana era al centro di una rotonda molto trafficata. Dovevo percorrere molta strada per raggiungere il luogo in cui lavoravo. Lavoro era una parola strana. Affiancavo allo studio alla facoltà di giornalismo un lavoro molto pericoloso. Ero una spia, ci mancava solo mia sorella. Mio padre e mia madre lo erano proprio come me. Come si dice un lavoro di famiglia quasi. Mentre riflettevo sulla nuova possibile missione e sulla strada lunghissima che avrei dovuto percorrere qualcuno mi chiamò.

Io mi girai molto lentamente. Odiavo voltarmi quando non ero io la vera interessata del richiamo. Davanti ai miei occhi c'era un ragazzo con una moto favolosa enorme blu elettrico. Il ragazzo aveva il casco, ma erano visibili gli occhi profondi e penetranti di un verde brillante quasi. Mi mostrò ad una velocità fulminea il documento di identificazione della mia agenzia. Vidi solo il simbolo senza riuscire a leggere il nome. Mi porse un casco senza dire una parola. Io mi strinsi a lui e guardai dietro verso Enrico che era ancora lì a guardarmi. Sospirai ricordando i bei momenti. Non avrei mai immaginato che mi potesse tradire. “siamo solo ragazzi...”pensai.

Io all'inizio non lo amavo e non credevo che lo avrei mai amato. Lui era la mia missione e per sapere il più possibile mi fidanzai con lui, nulla di ufficiale, era roba da ragazzi. La sua era una famiglia potente che voleva un diamante contenuto in un prestigioso museo a tutti i costi e io dovevo sabotare il loro piano. Tutto questo fu molto facile e dopo la missione non demorsi e rimasi con lui perchè la sua dolcezza e i suoi modi cortesi mi avevano catturato. Ero sempre più deliziata dalla sua presenza. E poi la fiaba si infranse. Non lo avevo mai visto dal vivo con questa Lucilla, ma ricordiamo che i miei erano spie quindi facevano ricerche continue e dopo una notte in lacrime ero pronta all'addio. Non mi ero resa conto,persa com'ero nei miei pensieri, che il misterioso ragazzo correva in maniera pazzesca e sgusciava con rapidità tra una macchina e l'altra. Dopo pochi minuti fummo fuori dal palazzo. Era un palazzo bellissimo di vetro. Lui parcheggio la sua moto all'esterno mantenendo il casco in testa. Ci incamminammo nella comoda hall dove una donna sui trent'anni ci diede il benvenuto. Era bassa e magra con capelli dolcemente acconciati dietro il capo di un coloro rosso vivo. Entrammo in un ascensore a riconoscimento vocale.

  • Se solo fosse vero.- la mia password che consentiva di aprire il mio guardaroba al contempo oltre che a scendere nell'ufficio.

  • Nulla è impossibile.- la sua.

Lo guardai un secondo prima di perdermi nel mio tubo. Un tubo enorme e accogliente nel quale i miei vestiti vennero cambiati.

Il cappotto con la maglia dolcevita blu si smateriallizzarono e su di me comparve una maglia nera dolcevita, i jeans lasciarono il posto a pantaloni neri attillati e le converse blu a stivali alti di vernice nera con tacco. Sembravo cat woman ma era la mia divisa. Uscita dal tubo vidi il ragazzo....


  
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