Pov
Gideon
Erano mesi che non riuscivo a dormire
bene, piú precisamente da quando avevo litigato con Metis.
Non riuscivo proprio a capire la sua
avversione nei confronti di Evelyn.
Era vero che da quando avevo scoperto di
avere una cugina l’avevo un po’ trascurata, e che
mi ero maledetto mille volte
per quello dal momento che era stato a causa di questa mia
disattenzione e di
quella di Harry che lei era stata posseduta da Voldemort, ma le avevo
chiesto
scusa.
La sua testardaggine nel non volermi
ancora perdonare era stoica.
Ero arrivato persino a pregarla, perché
non potevo davvero immaginare la mia vita senza lei ed Harry, ma non
era
servito a nulla.
Neanche dopo che Harry le aveva parlato si
era risolto qualcosa.
Poi dopo che Evelyn aveva fatto sgamare
che era un animagus naturale la situazione era degenerata.
Metis si era intestardita nel volerlo
diventare anche lei e tanto aveva fatto che era arrivata a coinvolgere
anche
gli altri malandrini.
La cosa che mi aveva sorpreso era stato
senza dubbio scoprire che gli animali in cui ci trasformavamo erano
uguali, e
che secondo i libri che avevo letto sulla trasformazione animagus se
due
persone che si conoscevano avevano la stessa forma di animagus era
perché erano
destinate a stare insieme, come le loro controparti animali che si
completavano.
Era un discorso che mi imbarazzava
enormemente, anche perché non avevo mai visto Metis sotto
quell’aspetto,
tuttavia avevo deciso di non pensarci e cercare semplicemente di
riconquistare
la sua fiducia.
Avevo appena fatto questa considerazione
quando sentii il rumore del camino che si attivava e mia zia
affrettarsi a
controllare chi fosse arrivato.
Incuriosito, decisi di uscire dalla mia
stanza, ma quando fui sull’uscio del salotto mi impietrii
davanti al camino per
la scena che mi si presentò.
Harry stringeva tra le braccia una Metis
piangente, mentre spiegava a zia Marlene il motivo per cui erano stati
costretti a scappare da casa Dursley.
Appena entrai nella stanza Metis voltò il
suo sguardo verso di me e, oltre ai suoi occhi verdi lucidi per le
lacrime,
potei vedere distintamente la sua guancia sinistra tumefatta.
In quel momento, mi sembrò che il tempo si
fosse fermato.
E non mi importava piú di nulla, né dei
nostri litigi, né della sua testardaggine o del mio orgoglio.
Harry si fece da parte, capendo le mie
intenzioni, ed io non persi un secondo per stringere a me quello
scricciolo dai
capelli rossi che, dopo qualche secondo di resistenza, si
abbandonò tra le mie
braccia piangendo tutte le sue lacrime.
In un attimo colsi lo sguardo indurito di
Harry e lo ricambiai, stringendo Metis più forte.
Quei Dursley l’avrebbero pagata cara.
Nessuno poteva fare del male a Metis senza
ripercussioni.
Nemmeno io.
Pov
Metis
Era passata una settimana da quando io e
Harry eravamo piombati in casa Black, e per fortuna Marlene ci aveva
ospitati
senza porre troppe domande.
Mi era stata anche molto vicina, come la
mamma della quale non avevo mai potuto sperimentare
l’affetto, dopo che aveva
scoperto che avevo avuto il mio primo ciclo mestruale.
Zia Petunia non mi aveva mai detto niente,
ed io non avevo mai chiesto nulla, quindi tutto quel sangue mi aveva
spaventata.
Non sapevo come comportarmi e cosa fare,
quindi appena entrata in una delle camere di casa Black per la notte,
dopo aver
iniziato a sporcare i miei vestiti e le lenzuola ero stata presa dal
panico e
mi ero chiusa dentro fino alla sera del giorno dopo, facendo
preoccupare a
morte mio fratello.
Per fortuna, alla fine Marlene era riuscita
a convincermi a lasciarla entrare e mi aveva rassicurata che non era
successo
niente di male e che a tutto c’era una soluzione.
Con un colpo di bacchetta aveva fatto
evanescere tutto il sangue e poi mi aveva fatto il tipico discorso
donna a donna
accarezzandomi i capelli come solo una mamma poteva fare.
I giorni successivi avevo iniziato ad
uscire di più dalla stanza, ma a causa degli ormoni e dei
dolori forti per non
far capire agli altri della mia condizione parlavo solo con Marlene, e
svincolavo
quando i ragazzi mi proponevano qualche attività.
Harry e Gideon cercavano di capire cosa
non andasse in me, e solo Evelyn che sembrava aver capito qualcosa
sorprendentemente mi aiutava nel cambiare discorso.
Un giorno, il mio quarto giorno di ciclo per
la precisione, me la vidi piombare in camera mentre ero trasformata in
lupo e
restammo a fissarci per qualche secondo prima che lei si decidesse a
parlare.
«Credo di sapere perché tu ce l’abbia
con
me, ma sappi che fra me e Gideon non c’é nulla.
Stiamo cercando semplicemente
di cucire un rapporto tra cugini, e sappi che non
c’é stato giorno da quando vi
siete litigati che lui non mi parlava di te chiedendomi consigli su
come
comportarsi. Io non voglio prendere il tuo posto o portartelo via,
voglio semplicemente
stringere un rapporto con mio cugino. E a mio cugino piacerebbe che noi
due
andassimo d’accordo quindi se a te sta bene io seppellirei
l’ascia di guerra.»
Il giorno dopo avevo iniziato a parlare
sempre piú tempo con Evelyn, scoprendo alla fine che non era
poi tanto male
come avevo pensato all’inizio.
Con Gideon, invece, le cose erano cambiate
di poco.
Continuavo ad essere fredda con lui, e
praticamente era l’unico della casa con cui non parlavo
normalmente e
liberamente.
Sapevo che ci era rimasto male, perché
dopo il nostro abbraccio e dopo avermi vista andare più
d’accordo con Evelyn
doveva aver pensato che tra di noi le cose si fossero sistemate, ma la
verità
era che non ero ancora pronta a perdonarlo per avermi messa da parte
tanto
facilmente.
Il giorno del compleanno mio e di Harry
ricevemmo la visita del mio padrino, con un regalo straordinario da
parte sua e
di Sirius Black, il padrino di Harry, nonché padre di Evelyn
e zio di Gideon: i
loro permessi firmati per le visite ad Hogsmeade.
Ovviamente ricevemmo anche dei veri
regali, ma sorprendentemente Remus ci disse solo di aprirli sul treno,
e che ci
sarebbero stati utili.
Marlene ci aveva fatto una torta, e Gideon
aveva regalato ad Harry un boccino per fare pratica e a me una
collanina a
forma di cuore. Eravamo arrossiti entrambi, ma quel gesto mi fece
piacere e fu
solo per quello che decisi di cambiare il mio atteggiamento nei suoi
confronti,
anche se non del tutto.
Verso i primi di agosto andammo tutti a
Diagon Alley per comprare i libri per la scuola, e lí io,
Harry e Gideon ci
incantammo davanti alla vetrina per gli articoli del Quidditch per
guardare la
nuova Firebolt.
Incontrammo anche Hermione, che aveva
deciso di comprarsi un gatto come regalo di compleanno, e Ron, che si
era
comprato una nuova bacchetta visto che la precedente si era spezzata a
causa
del nostro scontro col platano picchiatore.
Riavere i Malandrini riuniti fu un
toccasana per me, e per la prima volta i miei pensieri non volavano a
Voldemort
e alla sua possessione.
Ero stata davvero una stupida, una debole
ragazzina, e quella cosa sarebbe dovuta cambiare quest’anno.
A qualunque costo.