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Autore: Mary Evans    09/07/2017    2 recensioni
Terzo anno. Metis, Harry e Gideon, insieme alla neo ritrovata cugina Evelyn e alla madre di quest' ultima, nonchè madrina di Gideon, Marlene Black, ricevono la sconcertante notizia che Sirius Black è scappato da Azkaban. A differenza di provare quel terrore che molti hanno avuto, tuttavia, loro ne sono stati felici. Perchè? Cosa nasconde il nostro gruppetto? Cosa è successo da quando Evelyn Black ha iniziato il suo primo anno? E perchè Marlene McKinnon in tutti questi anni ha continuato a farsi chiamare con il cognome da sposata affibbiandolo anche alla figlia e incurante del disonore che avrebbe portato loro?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'Metis Potter'
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Pov Gideon
Erano mesi che non riuscivo a dormire bene, piú precisamente da quando avevo litigato con Metis.
Non riuscivo proprio a capire la sua avversione nei confronti di Evelyn.
Era vero che da quando avevo scoperto di avere una cugina l’avevo un po’ trascurata, e che mi ero maledetto mille volte per quello dal momento che era stato a causa di questa mia disattenzione e di quella di Harry che lei era stata posseduta da Voldemort, ma le avevo chiesto scusa.
La sua testardaggine nel non volermi ancora perdonare era stoica.
Ero arrivato persino a pregarla, perché non potevo davvero immaginare la mia vita senza lei ed Harry, ma non era servito a nulla.
Neanche dopo che Harry le aveva parlato si era risolto qualcosa.
Poi dopo che Evelyn aveva fatto sgamare che era un animagus naturale la situazione era degenerata.
Metis si era intestardita nel volerlo diventare anche lei e tanto aveva fatto che era arrivata a coinvolgere anche gli altri malandrini.
La cosa che mi aveva sorpreso era stato senza dubbio scoprire che gli animali in cui ci trasformavamo erano uguali, e che secondo i libri che avevo letto sulla trasformazione animagus se due persone che si conoscevano avevano la stessa forma di animagus era perché erano destinate a stare insieme, come le loro controparti animali che si completavano.
Era un discorso che mi imbarazzava enormemente, anche perché non avevo mai visto Metis sotto quell’aspetto, tuttavia avevo deciso di non pensarci e cercare semplicemente di riconquistare la sua fiducia.
Avevo appena fatto questa considerazione quando sentii il rumore del camino che si attivava e mia zia affrettarsi a controllare chi fosse arrivato.
Incuriosito, decisi di uscire dalla mia stanza, ma quando fui sull’uscio del salotto mi impietrii davanti al camino per la scena che mi si presentò.
Harry stringeva tra le braccia una Metis piangente, mentre spiegava a zia Marlene il motivo per cui erano stati costretti a scappare da casa Dursley.
Appena entrai nella stanza Metis voltò il suo sguardo verso di me e, oltre ai suoi occhi verdi lucidi per le lacrime, potei vedere distintamente la sua guancia sinistra tumefatta.
In quel momento, mi sembrò che il tempo si fosse fermato.
E non mi importava piú di nulla, né dei nostri litigi, né della sua testardaggine o del mio orgoglio.
Harry si fece da parte, capendo le mie intenzioni, ed io non persi un secondo per stringere a me quello scricciolo dai capelli rossi che, dopo qualche secondo di resistenza, si abbandonò tra le mie braccia piangendo tutte le sue lacrime.
In un attimo colsi lo sguardo indurito di Harry e lo ricambiai, stringendo Metis più forte.
Quei Dursley l’avrebbero pagata cara.
Nessuno poteva fare del male a Metis senza ripercussioni.
Nemmeno io.

 

Pov Metis
Era passata una settimana da quando io e Harry eravamo piombati in casa Black, e per fortuna Marlene ci aveva ospitati senza porre troppe domande.
Mi era stata anche molto vicina, come la mamma della quale non avevo mai potuto sperimentare l’affetto, dopo che aveva scoperto che avevo avuto il mio primo ciclo mestruale.
Zia Petunia non mi aveva mai detto niente, ed io non avevo mai chiesto nulla, quindi tutto quel sangue mi aveva spaventata.
Non sapevo come comportarmi e cosa fare, quindi appena entrata in una delle camere di casa Black per la notte, dopo aver iniziato a sporcare i miei vestiti e le lenzuola ero stata presa dal panico e mi ero chiusa dentro fino alla sera del giorno dopo, facendo preoccupare a morte mio fratello.
Per fortuna, alla fine Marlene era riuscita a convincermi a lasciarla entrare e mi aveva rassicurata che non era successo niente di male e che a tutto c’era una soluzione.
Con un colpo di bacchetta aveva fatto evanescere tutto il sangue e poi mi aveva fatto il tipico discorso donna a donna accarezzandomi i capelli come solo una mamma poteva fare.
I giorni successivi avevo iniziato ad uscire di più dalla stanza, ma a causa degli ormoni e dei dolori forti per non far capire agli altri della mia condizione parlavo solo con Marlene, e svincolavo quando i ragazzi mi proponevano qualche attività.
Harry e Gideon cercavano di capire cosa non andasse in me, e solo Evelyn che sembrava aver capito qualcosa sorprendentemente mi aiutava nel cambiare discorso.
Un giorno, il mio quarto giorno di ciclo per la precisione, me la vidi piombare in camera mentre ero trasformata in lupo e restammo a fissarci per qualche secondo prima che lei si decidesse a parlare.
«Credo di sapere perché tu ce l’abbia con me, ma sappi che fra me e Gideon non c’é nulla. Stiamo cercando semplicemente di cucire un rapporto tra cugini, e sappi che non c’é stato giorno da quando vi siete litigati che lui non mi parlava di te chiedendomi consigli su come comportarsi. Io non voglio prendere il tuo posto o portartelo via, voglio semplicemente stringere un rapporto con mio cugino. E a mio cugino piacerebbe che noi due andassimo d’accordo quindi se a te sta bene io seppellirei l’ascia di guerra.»
Il giorno dopo avevo iniziato a parlare sempre piú tempo con Evelyn, scoprendo alla fine che non era poi tanto male come avevo pensato all’inizio.
Con Gideon, invece, le cose erano cambiate di poco.
Continuavo ad essere fredda con lui, e praticamente era l’unico della casa con cui non parlavo normalmente e liberamente.
Sapevo che ci era rimasto male, perché dopo il nostro abbraccio e dopo avermi vista andare più d’accordo con Evelyn doveva aver pensato che tra di noi le cose si fossero sistemate, ma la verità era che non ero ancora pronta a perdonarlo per avermi messa da parte tanto facilmente.
Il giorno del compleanno mio e di Harry ricevemmo la visita del mio padrino, con un regalo straordinario da parte sua e di Sirius Black, il padrino di Harry, nonché padre di Evelyn e zio di Gideon: i loro permessi firmati per le visite ad Hogsmeade.
Ovviamente ricevemmo anche dei veri regali, ma sorprendentemente Remus ci disse solo di aprirli sul treno, e che ci sarebbero stati utili.
Marlene ci aveva fatto una torta, e Gideon aveva regalato ad Harry un boccino per fare pratica e a me una collanina a forma di cuore. Eravamo arrossiti entrambi, ma quel gesto mi fece piacere e fu solo per quello che decisi di cambiare il mio atteggiamento nei suoi confronti, anche se non del tutto.
Verso i primi di agosto andammo tutti a Diagon Alley per comprare i libri per la scuola, e lí io, Harry e Gideon ci incantammo davanti alla vetrina per gli articoli del Quidditch per guardare la nuova Firebolt.
Incontrammo anche Hermione, che aveva deciso di comprarsi un gatto come regalo di compleanno, e Ron, che si era comprato una nuova bacchetta visto che la precedente si era spezzata a causa del nostro scontro col platano picchiatore.
Riavere i Malandrini riuniti fu un toccasana per me, e per la prima volta i miei pensieri non volavano a Voldemort e alla sua possessione.
Ero stata davvero una stupida, una debole ragazzina, e quella cosa sarebbe dovuta cambiare quest’anno.
A qualunque costo.

 



 

  
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