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Autore: hogvwartss    12/07/2017    1 recensioni
"Per qualche secondo, prima che l'altro se ne rendesse conto, Scorpius si fermò a guardare Albus. Ormai lo aveva capito, anzi probabilmente l'aveva sempre saputo: Scorpius Malfoy era innamorato di Albus Potter."
Albus Potter e Scorpius Malfoy, entrambi Serpeverde, sono al loro ultimo anno ad Hogwarts e finalmente Scorpius decide di rivelare il suo più grande segreto al suo migliore amico.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Scorpius osservò la porta sbattere e il suo cuore rimbalzò. Si rese conto solo in quel momento di tutta la rabbia che aveva messo in quelle parole. Avrebbe dovuto – decisamente – reagire in modo diverso, parlare in modo diverso e non confessare il suo più grande segreto al suo migliore amico nonchè attuale cotta nell'esatto momento in cui lui aveva scoperto che la sua – ora ex – ragazza era probabilmente bisessuale.

Quella sera Albus non tornò in dormitorio e quando Scorpius si svegliò la mattina dopo il suo letto era ancora vuoto. Con fatica, il ragazzo si vestì e scese nella Sala Comune di Serpeverde sperando di trovare là Albus ma non c'era traccia di lui. Mandy Mason però era seduta sul sofà scarlatto insieme a Julie Tompson. Scorpius si avvicinò alle due ragazze sorridendo e sedendosi nella poltrona vicino. Mandy, appena si accorse della sua presenza, lasciò le mani di Julie.

"Ciao Scorpius, come va?" chiese lei con fin troppa dolcezza nella voce.

"So quello che è successo e sono venuto a dirti che sono felice che tu abbia trovato una persona che ti fa stare bene. Non dico che ciò che è successo tra te e Al sia stato giusto e non è neanche affar mio, ma sono felice che in tutto questo mondo pieno di odio tu sia riuscita a trovare la felicità." le parole gli uscirono tutte d'un fiato e, dopo aver sorriso alle due ragazze, le quali avevano uno sguardo interrogativo e confuso in volto, si alzò e si diresse verso la Sala Grande. Scendeva ogni gradino piano, senza fretta. Dentro di sè c'era più calma, percepiva che la sua anima era più leggera, meno costernata dal segreto che da anni si portava dietro. Al tempo stesso, sentiva l'ansia e la preoccupazione nel petto: cosa avrebbe fatto Albus quando l'avrebbe visto di nuovo? Si sarebbero parlati e avrebbero chiarito? Oppure la loro amicizia era finita per sempre? Avrebbero ricominciato a essere dei nemici – amici come durante il primo anno? Tutta la situazione era spaventosa e sapeva che doveva trovare Albus e chiarire: non avrebbe mai potuto sopravvivere a quell'ultimo anno senza il suo migliore amico.

Entrato nella Sala Grande c'erano ancora pochi studenti e nel tavolo più a sinistra, quello dei Serpeverde, c'era Albus, seduto immobile a fissare il piatto vuoto di fronte a lui. Qualcosa gli diceva che se l'amico l'avesse visto si sarebbe alzato e se ne sarebbe andato, ma non fu così. Scorpius si avvicinò piano alla tavolata e poi verso Albus, il quale, quando notò la presenza dell'altro non si mosse, alzò lo sguardo per osservarlo qualche secondo e poi i suoi occhi tornarono sul piatto argentato.

"Posso sedermi?" chiese Scorpius senza però ricevere alcuna risposta. Così, si sedette comunque. Albus sembrava desolato e arrabbiato contemporaneamente. Sicuramente non voleva parlare dell'accaduto ma Scorpius ne sentiva un bisogno fisico: doveva spiegare all'amico perchè aveva tenuto nascosto questo segreto, perchè non glielo aveva mai rivelato e che niente sarebbe mai cambiato. Avrebbe voluto spiegargli che questa era ciò che era, non era una malattia che poteva essere curata con un moviemento di bacchetta. Queste parole, così ordinate e concrete nella sua mente non volevano uscire dalla sua bocca. Tutto ciò che riuscì a dire furono delle mere scuse.

"Non posso accettare le tue scuse." disse dopo qualche secondo di silenzio Albus.
Una fitta al cuore aveva colpito Scorpius. Era certo adesso che la loro amicizia era finita, niente sarebbe mai stato come prima: avrebbe dovuto passare le sue giornate da solo, con sè stesso, con la sua mente che spesso faceva dei ragionamenti contorti e sbagliati.

Albus si alzò dalla tavola senza proferire altre parole e Scorpius rimase lì a guardare il suo piatto finchè la tavolata si riempì, il chiacchiericcio iniziò a farsi più forte e lui non potè far altro che alzarsi perchè il dolore era diventato troppo reale.

 

Le lezioni di quella giornata sembravano inutili come la scuola in generale. La scuola dovrebbe insegnarti come sopravvivere alla vita reale, come superare situazioni come queste. Non poteva parlare con nessuno della sua situazione per paura di essere ancora più giudicato. Aveva pensato di parlare con Mandy, a non sarebbe stato totalmente strano? Parlare con la ex del proprio migliore amico?

Entrando nella Sala Comune di Serpeverde si sentì ancora più vuoto: tutti i presenti erano in gruppi e chiaccheravano tra di loro e sentì dentro di sè la mancanza della sua amicizia con Albus. Gli mancava Albus. Non importava che fosse anche innamorato di lui, gli mancava il suo essere migliori amici, di parlare insieme di cose stupide, di studiare insieme nel loro dormitorio e semplicemente ridere con lui, sentire la sua risata.
Scorpius salì velocemente le scale, aprì lentamente la porta del dormitorio, ma dentro non c'era nessuno. Solo Scorpius, il suo segreto e i suoi ricordi.

"Tutto okay?" disse una voce dall'uscio della porta. Appena il ragazzo si girò vide che Mandy Mason teneva in mano un libro e si stava sedendo sul letto di Albus. Scorpius avrebbe voluto dirle di non sedersi, quasi come se quel letto fosse sacro, perchè conteneva tutti i ricordi di Albus che ora sarebbero diventati ricordi passati. "Ti ho visto correre qui velocemente e.." Mandy si fermò e cercò gli occhi del ragazzo, tristi e malinconici. "quello che mi – beh ci – hai detto stamattina è stato stupendo. Dopo che io e Julie abbiamo iniziato a frequentarci, lei mi ha regalato questo libro e vorrei dartelo."

Mandy appoggiò il libro sul letto, ma Scorpius non lo guardò neanche. Era troppo impegnato a giocare con un filo della sua divisa e a pensare a quanto insensate fosse quelle parole adesso.

"Non so cosa sia successo tra te e Albus, ma so che qualcosa è successo. Suppongo tu glielo abbia finalmente detto."

Solo in quel momento Scorpius alzò lo sguardo e incrociò gli occhi della ragazza, blu come il mare, e nel suo viso c'era un sorriso dolce.

"Detto cosa?" chiese il ragazzo, sapendo però che era una domanda retorica.

"Non fare il finto tonto. Lo so benissimo che sei innamorato di Albus, l'ho notato." Mandy si alzò dal letto e si diresse verso Scorpius e gli prese la mano continuando a guardarlo. "E penso che anche lui provi lo stesso, solo che non lo sa."

Scorpius scoppiò in una risata. Avrebbe voluto che lei ci fosse stata la sera precedente, quando tutto era stato rivelato, quando tutto il suo mondo era crollato.

"Lui ama te, Mandy e questo è sempre stato abbastanza palese."

"Anche io l'ho amato e credevo che non mi sarebbe mai piaciuta una ragazza, eppure eccomi qui. Finalmente sono felice con me stessa." Mandy lasciò le mani di Scorpius e prese in mano il libro che aveva appoggiato sul letto di Albus. "Questo libro ha davvero poche copie e quando Julie ha rivelato ai suoi genitori di essere lesbica, loro glielo hanno regalato. Penso che farebbe bene anche a te leggerlo. Capirai che non sei solo."

Mandy consegnò il libro nelle mani di Scorpius e se ne uscì dalla stanza salutandolo. Il ragazzo osservò la copertina blu del libro che aveva come titolo "Famosi omosessuali nel mondo magico" scritto da Theodore McLagen. Scorpius lo sfogliò e vide alcuni nomi famigliari come Albus Silente. C'erano due pagine intere dedicate a lui: secondo il fratello Aberforth, Albus e Gellert Grindelwald avevano avuto una relazione amorosa. La cosa lo sorprese: l'ex preside di Hogwarts, lo stesso preside di quando il padre frequentava la scuola, era omosessuale? Era come lui? La stessa persona da cui il suo Albus prendeva nome?
Un leggero sorriso si formò sul volto di Scorpius, ma subito si ruppe quando dalla porta entrò Albus, lo sguardo portato verso il basso. Buttò il suo zaino sul letto e si tolse la divisa e si iniziò a cambiare in vestiti più comodi senza dire alcuna parola. C'erano, però, tante parole che aleggiavano nella mente di Scorpius, troppe parole ed emozioni.

"Vado a cena, vuoi venire?" chiese Scorpius, chiudendo il libro e posandolo sul proprio letto. Albus non alzò nemmeno lo sguardo, continuava a fare le sue cose come se l'altro fosse invisibile e non esistesse.

Scorpius uscì dalla porta con il cuore in gola. Per la prima volta in cinque anni, stava andando in Sala Grande da solo, senza il suo migliore amico.

 

Mentre i giorni passavano e c'era silenzio tra i due, Scorpius decise che l'unica cosa che poteva fare, siccome le parole non gli uscivano dalla bocca, ma voleva terribilmente spiegare tutto ad Albus. Decise di scrivergli una lettera e in essa allegare il libro che gli aveva dato Mandy, che lui aveva ormai letto più di una volta. La ragazza aveva ragione: la lettura di quel libro lo aveva fatto sentire più normale, appartenente a una comunità più grande; sapeva che c'erano grandi maghi e streghe come lui e che per la loro sessualità non erano trattati in modo diverso.

Così, un giovedì sera Scorpius si recò in biblioteca, si scelse un tavolo vuoto dove potesse stare da solo e si mise a scrivere.

"Caro Albus.."

Doveva riordinare le idee, pensare a cosa dire, alle cose più importanti. Posò un secondo la penna e tirò fuori il libro. C'era una frase che aveva trovato che lo aveva risolevvato dalla tristezza che quella situazione aveva creato.

 

"Caro Albus,

Albus Silente una volta disse che la felicità può essere trovata anche nei tempi più oscuri se solo ci si ricorda di accendere la luce ed è proprio quello che ho fatto io quella sera, quando ti ho detto la verità. Dentro di me c'è sempre stato quel segreto, che per anni ho voluto rivelarti ma avevo paura. Di un tuo giudizio negativo, del tuo allontanamento da me. E quando tutte le mie paure si sono avverate sono di nuovo ricaduto nell'oscurità. Poi però mi è stato donato questo libro e ho ritrovato la mia luce, la stessa che credevo di aver perso.

Non pretendo che tu capisca totalmente ciò che provo, ciò che sono, ma voglio che tu comprenda che è qualcosa che non si può cambiare. Non mi troverai mai a baciare una ragazza. Mi dispiace di averti mentito, Albus, ma ero spaventato e ora lo sono ancora di più. Nel mio momento più buio avrei voluto avere il mio migliore amico al mio fianco, non vederlo allontanarsi nell'ombra e non rivolgermi più la parola.

Sono lo stesso Scorpius che hai conosciuto quel primo settembre, lo stesso a cui hai chiesto di sederti e lo stesso con cui hai condiviso esperienze ed emozioni negli ultimi sei anni.

Spero che capirai che mi manchi e che il fatto che io sia gay non cambia per niente le cose tra di noi.

Ti voglio bene,

Scorpius."

 

Finite di scrivere quelle parole, Scorpius alzò lo sguardo e si accorse che stava piangendo. Si asciugò le lacrime, piegò in quattro il foglio di carta e si diresse verso il dormitorio dove poi avrebbe posato il libro sul letto di Albus e ci avrebbe appoggiato sopra la lettera.

 

Scorpius si svegliò quando qualcuno gli stava urlando in un orecchio di svegliarsi. Subito lui si resse in piedi, seduto sul letto e si accorse che chi lo aveva chiamato era stato Albus. Aveva in mano la lettera e il libro e nei suoi occhi c'era una leggera lucentezza. Aveva pianto? Stava piangendo anche in quel momento?

"Che succede?" chiese instintivamente Scorpius all'amico.

"Questo succede! Cosa credi di star facendo, Scorpius? Vuoi convertirmi?" nella sua voce c'era la stessa rabbia, delusione e tristezza della prima volta in cui ne avevano parlato. Solo che il suo viso tradiva la sua voce. Le lacrime eravano ancora evidenti sulle sue guance arrossate e gli occhi avevano le pupille arrossate.

"Convertirti? Ma di cosa stai parlando? Non ho mai voluto questo, voglio solo che tu mi capisca, Albus!"

"Non posso capire questo! Io non sono questo, non voglio essere questo. Non posso esserlo."

Qualcosa era cambiato. Le sue parole erano dure e rivolte a sè stesso e non più a Scorpius.

"E' colpa tua se sto avendo questi sogni! Solo colpa tua!" urlò Albus puntando un dito contro Scorpius.

"Non so di cosa stai parlando, Albus. Calmati e spiegami."

Albus respirava velocemente e buttò il libro a terra. Iniziò a singhiozzare e piano di sedette sul suo letto coprendosi il viso con le mani. Scorpius non riusciva a muoversi, aveva paura che se anche solo si fosse avvicinato ad Albus lui gli avrebbe fatto del male, lo avrebbe mandato via o chissà cos'altro. Sapeva che doveva lasciarlo stare, doveva far uscire tutto il suo dolore finchè esso non fosse esaurito. Dopo qualche minuto, Albus si asciugò il viso con la manica della divisa e osservò Scorpius con gli occhi ancora rossi e le ultime lacrime che scendevano sulle guance. C'era silenzio ora, nessuno dei due osava parlare ma nella mente di Scorpius ronzavano mille domande. La paura però lo fece stare in silenzio. Finchè Albus iniziò a parlare, piano, quasi in un sospiro.

"Ho fatto sogni strani su noi due." sembrava che quelle parole uscissero a fatica. "E penso che mi piacessero, più di quanto dovrebbero."

"Che tipo di sogni?" chiese Scorpius quando finalmente trovò il coraggio di parlare. Poteva immaginare che sogni fossero, probabilmente simili a quelli fatti da egli stesso in tutti quegli anni.

"Dove noi due.." si fermò. Aveva paura a dire quelle parole e Scorpius comprendeva questa insicurezza. Nemmeno lui sapeva dove aveva trovato la forza e il coraggio per digli che era gay. "in rapporti intimi. Mentre ci baciavamo o peggio."

"Non c'è niente di male, sono solo sogni."

"Non sono come te." Quell'ultima parola fu pronunciata diversamente, sottolineandone il significato. "A me piacciono le ragazze, mi piace baciare loro, fare sesso con loro."

"D'accordo."

Era stanco di quella conversazione senza fine. Scorpius si buttò di nuovo a letto, tirò su le coperte e chiuse gli occhi. Sperava che tutto questo fosse stato un sogno, ma al tempo stesso sperava che non lo fosse. Albus gli aveva confessato di aver sognato loro due in situazioni amorose, ma aveva anche fatto esplicitamente capire che lui non era così, che lui era eterosessuale, normale. Era – ovviamente – Scorpius quello sbaglio, non Albus, che reprimeva il suo essere. Avrebbe voluto dirgli di andare a parlare con Mandy, probabilmente si sarebbero capiti. Albus aveva un'attrazione per entrambi i sessi e la cosa era normale, lo dovrebbe essere anche per Albus stesso. Avrebbe dovuto accettarsi, accettare anche quella parte di sè stesso, altrimenti non sarebbe mai stato felice. Ovviamente, non è un processo facile, Scorpius stesso ci aveva messo anni per accettarsi, per capire che non era sbagliato. Probabilmente l'imput finale era stato dato dal libro datogli da Mandy, quando aveva capito di non essere solo. Anche Albus avrebbe dovuto capire che non era solo, che era normale e che se si fosse accettato sarebbe stato felice.

Scorpius aveva chiuso gli occhi da qualche minuto quando sentì che anche Albus si era messo a letto e stava piangendo in silenzio. Dopo quasi mezz'ora sentì dei moviementi dal letto dell'amico. Scorpius stesso non riusciva a dormire e sentì la presenza di Albus più vicina. Aveva paura che qualcosa di brutto sarebbe successo, ma prima che potesse aprire gli occhi sentì delle labbra calde che premevano sopra le sue.

  
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