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Autore: Prince Lev Swann    12/07/2017    0 recensioni
La storia di quattro ragazzi di Hogwarts che trovano la propria vita noiosa nonostante la magia, si ritroveranno coinvolti in qualcosa di molto più grande di loro! Questa non è solo una storia, è il racconto che indaga l'origine di tutti gli altri, non perdetevelo!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Minerva McGranitt
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Racconto dei racconti'
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Claire 
 
"Un ballo?" 
"Cosa??"
"Io ballo solo se mettono il duetto Tiziano Ferro e Carmen Consoli." (Andrew).
"Per me va bene, all'ultima festa a cui sono stato mi hanno fatto ballare il tuca tuca con una cicciona". (Matt).
"Io e Nicko bruciamo gente. Va bene, Nicko?" (Michael).
"No capo, io non ci vengo."
"Oh sì che ci vieni." (Zoe).
 
 
Queste furono solo alcune delle prime reazioni all'annuncio che aveva fatto Nick, quella mattina in Sala Grande.
Claire era incuriosita non tanto dal ballo in sé, quanto dalle dinamiche che questo avrebbe messo in atto. Quell'esaltato di Nick lo aveva annunciato con tanta tranquillità (seppur il suo entusiasmo fosse palpabile, come sempre prima di queste occasioni), eppure Claire non sapeva se lui si rendesse conto dello tsunami inaspettato di agitazione che aveva calato su tutti loro.
Perché il ballo prevedeva la "bruciante" presenza di Michael, quella impagabile di Matt come anche di Blurry, Andy e, ovviamente, la sua. Per non parlare dell'organizzazione, affidata come ci si poteva aspettare a Charlotte, per le bevande, a Zoe, per le decorazioni e il resto, e ovviamente allo stesso Nick, che "coordinava il tutto eccetera eccetera".
Cosa ne pensava Claire?
In tutta franchezza Claire aveva altro a cui pensare. Lo studio occupava la sua mente per la maggior parte del tempo. In compenso, doveva ammettere che il tempo restante lo passava a meditare a proposito del Ballo del Dragone (nome ridicolo, e ovviamente era un'idea di Nick). Comunque 10 punti a Nick, bravo, pensava Claire; non era facile coinvolgerla emotivamente.
Comunque, insomma, a parte le sue preoccupazioni, a questa festa di capodanno sarebbero venuti proprio tutti. 
Alcuni di loro avevano mostrato un certo scetticismo, nel sapere che la grande festa sarebbe stata a capodanno. Va bene che i tempi fossero cambiati, e che la McGranitt permetteva loro di tutto, ma restava alquanto improbabile che in molti avessero voglia di recarsi a scuola l'ultimo dell'anno, dovunque e con chiunque fossero a passare il resto delle vacanze. Tuttavia, sempre meglio capodanno che San Valentino; su questo erano tutti d'accordo.
"Ma se lo organizziam noi è molto facile che vengano invece" le aveva risposto Charlie, "siamo famosi; i Pottered e persino la gente intelligente ci ammira."
"Verranno" aveva concordato Matt. "Se ci sono io vengono tutte le ragazze della scuola" ("Semmai il contrario" aveva sbuffato Claire).
"Semmai vengono per me" aveva replicato Michael. "Ma io ho occhi solo per Claire."
A quel punto Matt era impallidito. "Cosa? Claire è mia."
"Claire, verrai con me al ballo, è scontato, no?" aveva insistito Michael.
Ecco, questa era la situazione che più di tutto il resto divertiva Claire.
"Matt, tu ci devi andare con Kat" aveva risposto lentamente lei. Poi si era rivolta a Michael, sorridendo e parlando con aria ironicamente disinvolta. "Certo tesoro, ovvio che vengo con mio marito."
"Tanto poi te la frego."
Quella storia andava avanti da giorni. Comunque, a parte il sofferto triangolo stile Hunger Games di cui faceva parte Claire, i più coinvolti erano sicuramente gli stessi organizzatori.
Per Nick non c'erano mai stati dubbi. Era evidentemente nervoso, nonostante l'entusiasmo, probabilmente perché non sapeva davvero come si sarebbe comportato quella sera o cosa gli altri si aspettassero da lui; isomma, le solite storie.
Charlotte l'aveva subito detto a Fabian, il suo flirt. Fabian era un ragazzo dell'età di Nick e Michael, solo che diversamente da loro non era tornato a scuola dopo il conseguimento dei G.U.F.O.
"Come può lavorare, così giovane?" aveva chiesto Blurry, ansioso di lasciare Hogwarts.
"Be', teoricamente puoi. Il G.U.F.O. di per sé è già un titolo consistente, al giorno d'oggi" gli aveva spiegato Charlie. "Anche se quasi tutti arrivano al M.A.G.O. Ma il mio Fabian non è come tutti gli altri, per questo mi piace" aveva aggiunto con aria ironicamente altezzosa. 
"Sì, e comunque i folletti non prenderebbero mai te, Boniface" aveva aggiunto Nicko. 
"Già, essendo alto come loro ti vedrebbero come uno che cerca di fregarli e ti manderebbero via" aveva scherzato Nick, per poi avvicinare affettuosamente Blurry con un braccio. "Scherzo, ti amiamo tutti." 
"Paraculo." (Claire. Tono tagliente.)
"Ma quindi lavora alla Gringott? Cos'è che fa di preciso?" aveva chiesto Michael, rivolto a Charlotte.
"Guarda, perlopiù viaggia. È anche pericoloso il suo lavoro, ma lui dice che non farebbe nient'altro al mondo. E niente, lo amo."
A questo punto Charlotte si era mesa una mani sul cuore, guardando verso il cielo con espressione beatamente lieta, per poi mettersi a ridere. "No, davvero, è stra fiero di quello che fa nella vita. Mi piace anche per questo."
"Ma l'hai già incontrato? Chi è questo? Digli che sono io il tuo ragazzo."
Questa volta si era trattato ovviamente di Matt. Da questo punto in poi è facile immaginare come fosse proseguita la conversazione (battute sceme, commenti sarcastici e allusioni ambigue su Charlotte e Fabian, più che altro.)
Comunque Claire sapeva che Charlotte non aveva mai incontrato Fabian, semplicemente perché entrambi lavoravano e non era affatto semplice trovare il momento adatto. Tra loro non c'era niente di ufficiale, da quel che ne sapeva Claire, ma si tenevano in contatti tutti i giorni, e Charlie ne sembrava davvero invaghita. Claire non conosceva davvero quel ragazzo, che tra l'altro non aveva frequentato Hogwarts (aveva studiato e conseguito gli esami privatamente) quindi, più che ascoltare e supportare Charlotte nello sviluppo del rapporto tra i due, non c'era granché da fare. Sarebbe stato più chiaro in seguito, pensava, e comunque non erano fatti suoi. Invece Nick, da parte sua, aveva in un primo momento espresso la sua disapprovazione nei confronti di Fabian, ma poi aveva messo da parte l'ossessivo istinto di protezione fraterna che riservava a Charlotte - e che non mostrava in alcun modo nei confronti delle sue vere sorelle - e aveva approvato Fabian. 
 
Per quanto riguarda Zoe... Be', Claire non conosceva bene Zoe come per gli altri, ma sapeva che la giovane stilista era affine a Nick quanto alla correlazione tra ansia ed entusiasmo. Probabilmente, come Nick, si chiedeva se era valida anche per lei la consuetudine ricorrente in occasioni simili di essere "accompagnata" al ballo. Aveva sentito parlare Nick e lei di andarci insieme, ma a quanto pareva lei voleva convincere Nicko a venire e quindi forse sarebbe andata con lui... In ogni caso, se fosse stata Claire a organizzare, non si sarebbe preoccupata di andarci con qualcuno. A dire il vero, nonostante avesse deciso di andare con Michael, non se ne preoccupava in ogni caso.
Il caso più particolare, e un po' irritante, era proprio quello di Nicko, che per qualche motivo sembrava più arrabbiato del solito.
"Io non ci vengo" si ostinava a ripetere.
"Ma tu devi venire. Dobbiamo bruciare la gente, è un modo perfetto per accumularli tutti!" insisteva Michael. In una di quelle occasioni, anche Blurry aveva provato a convincerlo. "E poi scusa, hai detto che non vai nemmeno a casa, per le vacanze. Quindi cosa vuoi fare? Stare in dormitorio? Dài, perfino io ci vengo, anche se non potrei... Ahahah!"
"Sì. Resto in dormitorio e mi butto dalla finestra."
"Nicko..."
"Tu ci vieni. Vieni con me". Anche Zoe, che durante quelle ultime settimane si era avvicinata molto a Nicko e Michael, era molto determinata. 
"Con te?"
"Con tutti noi."
 
Per il resto, si era parlato molto di certe persone, su chi far venire e chi no. Sicuramente, a Hogwarts ci sarebbe stato un minestrone di gente diversa, il 31 dicembre di quell'anno. 
James Potter non sarebbe mancato, e c'era persino la possibilità che i suoi genitori passassero a salutare nella loro vecchia scuola. In ogni caso, quello che stavano organizzando era un evento prestigioso a dire poco; ormai da ogni parte, nella comunità magica, non si parlava d'altro del Ballo del Dragone. 
"10 punti Nick, va bene, ma non di più" pensò Claire, osservando m il suo amico, occupato a litigare con un baccello. Claire non faceva quasi nulla nelle ore di Erbologia, materia che riteneva perlopiù inutile, se non si considerano le lunghe meditazioni, tipo quella appena descritta, e le accurate analisi (lunghe occhiate) a cui sottoponeva il loro insegnante, Neville Paciock. 
"Claire..."
Fu proprio l'irritante e ricorrente voce di Nick a rompere una di queste meditazioni.
"Non rompere."
"Che simpatica. Perché mi tratti sempre male?"
"Perché te lo meriti."
"Ah."
"Comunque, oggi cercherò di non mostrare tutto il mio odio. Che cosa volevi da me?"
"Non ti riesce bene. In ogni caso, non ti ho ancora detto che ho quasi finito la terza stagione di Doctor Who. Oggi che non ho da fare devo vedere tutta la quarta, così poi posso dedicare tutto il tempo a organizzare il ballo."
"Interessante."
"Uffa."
"Che vuoi ancora?" domandò Claire, esasperata.
"Ma gli Angeli Piangenti si vedranno ancora?"
A questo punto Claire si tradì e per la prima volta in quell'inutile conversazione esitò, premeditando un modo per non mostrare neanche minimamente a Nick il suo lato emotivo. 
"Sì" rispose semplicemente e con tono distaccato. 
"Perché mi chiedi degli Angeli?"
Chiederlo ad alta voce le fece tornare tutto alla mente. Ma in questo caso, quello di Claire, il dramma di New York (quello personale, non quello relativo alle vicende dei Pond) le era sfuggito. Lei NON l'aveva dimenticato. Nick invece era stato obliviato e salvato da Charlotte con una improvvisa e miracolosa intuizione. Nessuno di loro, a parte la vittima, aveva dimenticato.
Ma nessuno di loro, neanche Claire - che quasi si diede uno schiaffo - era stato così impavido nella propria immaginazione da preoccuparsi seriamente delle scenate folli di Nick, iniziate verso la fine del precedente anno scolastico. "Lupocattivo", "Angeli assassini" e nessuno, nessuno di loro, aveva capito. O meglio, tutti l'avevano pensato, ma nessuno aveva considerato seriamente la cosa. 
Dal punto di vista di un Babbano sarebbe stato forse più facile da capire, ma quando vivi in un mondo che è pieno di magia, e fai parte di quella piccola percentuale che ne è consapevole (nonché protagonista), concepire realtà diverse è un'idea che non ti sfiora nemmeno. "Già è difficile accettare la mia di realtà, figurati altro" Claire disse a sé stessa. Eppure...
"Tu guarda OUAT" disse Nick, tornando al suo baccello. 
"Non m'ispira. Poi ho da fare."
"Ma che noia."
"Quegli Angeli ti dicono qualcosa?"
"No... Be', la puntata era carina. Gli Angeli... In effetti, gli Angeli mi hanno ricordato qualcosa. Non è che esistono creature magiche simili?"
"No, non mi risulta. Ho da poco riletto tutto il manuale di Scamander. L'unico modo in cui potresti vederli è con un molliccio."
"Strizzateli bene!" esclamò Neville, incitando i suoi studenti.
"Già."
"Sai, l'idea che sbattere le palpebre sia letale è terribilmente ansiogena."
"Neanche tanto."
Claire ci pensò per tutta l'ora. Doveva parlare con Charlotte.
Appena fu reso possibile, si allontanò dagli altri, diretta alla statua della strega orba e, da lì, a Hogsmeade. 
Tutti, salvo la preside, erano consapevoli di un'importante fatto storico. Dopo la battaglia di Hogwarts, con la ricostruzione del Castello, quasi tutti i sette passaggi segreti erano stati ripristinati e riaperti. Claire e gli altri li usavano in continuazione. 
Affrettata e coperta da un mantello nero che l'avvolgeva dalla testa ai piedi, Claire sorse da una botola nel magazzino di Mielandia, percorse il negozio, a quell'ora quasi vuoto, uscì e si mise a camminare a rapidi passi nella via principale del villaggio innevato. Quasi incrociò due o tre persone che conosceva, evitandole accuratamente, e finalmente raggiunse il locale.
I Tre manici di scopa non era mai cambiato, era un posto caldo e accogliente ai tempi di Harry Potter e lo era anche ora. 
Per fortuna, a quell'ora non era troppo affollato. Charlotte era nella stanza dietro al bancone, intenta a riempire una tanica con qualcosa.
"Claire! Che sorpresa!" sorrise quando la vide. "Cominciavo a preparare la burrobirra da portare al ballo. Ne vuoi un po'?"
Claire ci pensò un momento. Non ne aveva granché voglia, ma bere qualcosa avrebbe infastidito di meno eventuali clienti in attesa. 
"Certo, grazie."
"Come mai qui a quest'ora? Mica hai lezione?" rise Charlie.
"Abbiamo un problema. Problema... Cioè, più che altro è una sensazione. Nick sta ricordando."
 
Charlotte quasi fece cadere la tanica di burrobirra a terra. Un'espressione preoccupata sostituì il sorriso. 
"Non può. Se ricorda... Potrebbe stare male di nuovo."
Claire si illuminò. "Come Donna!"
"Eh? Lo stress di quel periodo..."
 "Ecco" la interruppe Claire. "Per l'appunto... Non credo sia così semplice come pensavamo. Non è stato lo stress, non è stato l'abuso di magia e tecnologia, come ha detto la McGranitt, a procurargli quei collassi."
Charlotte sembrava confusa. "E cosa credi che sia stato?"
Claire si morse un labbro.
"Doctor Who."
"Cosa? In che senso? Buonasera!" 
Qualcuno era entrato.
"In che modo posso servirla?"
Il mago anziano raggiunse il bancone e fece la sua richiesta.
"Ecco la sua acquaviola. Buona serata."
Charlotte aspettò per qualche secondo che il vecchietto pagasse w si allontanasse, poi si rivolse di nuovo a Claire. "Dicevi?"
"Ci sono troppe coincidenze. La crepa nel muro, "lupo cattivo", e poi l'angelo..."
"Ti ha ricordato Doctor Who, lo so. È lo stesso per me. Per un po' ho pensato che Nick ci tenesse nascosto di averla già guardata."
"Ma non è possibile. La sta guardando ora e si vede che è la prima volta, da quello che dice."
"Infatti, per questo ho escluso che si trattasse si Doctor Who. Insomma, se hai delle visioni capita che rappresentino cose che conosci e che magari ti hanno colpito emotivamente. Ma non è questo il caso."
"Esatto. Per questo è strano."
"E comunque... È una serie tv. È fantasia."
"Be', su questo punto mi soffermerei un attimo" fece Claire. "Anche la magia... anche noi, per altri, siamo fantasia. Come fai a essere sicura che anche altre cose non siano reali? Voglio dire, il fatto che esistano... Il fatto che qualcuno le concepisca..."
"Che intendi?"
"Forse basta credere in qualcosa per renderlo reale."
"Da quando sei così profonda e positiva?"
Abbandonando per due secondi l'aria meditabonda, Claire si lasciò andare in una sonora risata.
"Non lo so. Però, se ci pensi, non sarebbe una cosa necessariamente positiva. Voglio dire.. Sai che confusione? Va bene, la smetto. Mi sembro Nick."
"Claire," fece Charlotte, guardandola negli occhi attraverso il bancone. "Di cosa pensi che si tratti?"
"Io... Non lo so."
Claire si guardò intorno, agitata. 
"Non possiamo chiedergli di interrompere la serie, vero?" disse quindi.
"Sai come me com'è Nicholas. Se glielo impedissimo per motivi non convincenti o sospetti, sarebbe solo più determinato a continuare."
Per un po' Claire stette in silenzio, mentre Charlie faceva levitare delle pinte di burrobirra per il locale per poi farle atterrare delicatamente sul tavolo vicino alla finestra. I maghi lì seduti, rossi e allegri, le dedicarono un rumoroso applauso. Claire contemplò quello spettacolo con aria assente.
"Ascolta" riprese Charlotte, "l'unica cosa che possiamo fare è tenere d'occhio Nick, mentre finisce la serie. Se dovesse stare male, lo oblivierò affinché si dimentichi completamente dell'esistenza di Doctor Who."
Claire annuì. 
"Non sei convinta, eh?"
"Charlie, che cosa sta succedendo?"
"Possiamo solo sperare che sia qualcosa di pericoloso" rise la bionda. Claire sorrise. "Be', in effetti ultimamente è tutto un po' monotono."
"Quindi per il ballo hai deciso? Verrai con Michael?"
Il drastico cambio di argomento scosse Claire.
"Si, credo..."
"Ma... Tu e lui...?"
"No, AHAHAH!"
"E non c'è nessuno che...?"
"No. Ma più che altro, in questo periodo non m'interessa."
"Sì, lo so. Ora dovresti correre a cena, prima che qualcuno noti la tua assenza."
"Hai ragione. Vado... Ci vediamo domani."
"Sì."
Si scambiarono un bacio sulla guancia, poi Claire si rimise il cappuccio e uscì nella sera.
Circa mezz'ora dopo era in Sala Grande. Tutti parlavano del ballo. Qualcuno, qualcuno a caso, notò che lei era più taciturna del solito.
"Stai bene?" le chiese Nick, servendosi una terza porzione di patate arrosto.
"Io... Sì, tutto a posto."
"Io sono triste. Mi manca Ouat. La nuova stagione..."
"E a me?" lo interruppe. "Silenci.."
Stava per zittirlo con un incantesimo, come faceva di solito quando era annoiata dal blaterare continuo di Nick, quando un'idea semplicissima le venne in mente, e si fermò.
"Nick, visto che sono magnanima ed è quasi Natale voglio farti un regalo. Se vuoi guardo Once Upon a Time."
"Cosa? Aaaw."
"A una condizione. Devi guardarlo con me."
 
Lanciato.
 
"Dovrei continuare Doctor Who ma... va bene. Vorrà dire che lo interromperò per un po'."
 
 
Colpito.

 
   
 
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