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Autore: arangirl    13/07/2017    3 recensioni
Quando Lexa varca per la prima volta la soglia di Hogwarts non ha idea di cosa il futuro avrà in serbo per lei; il mondo magico e i suoi abitanti sono qualcosa di nuovo nella sua vita, ma sorprendentemente tra incantesimi, creature magiche e candele fluttuanti la cosa che Lexa si ritroverà a comprendere meno sarà la sua compagna di corso, Clarke.
Rivali a scuola e nel Quidditch, tra le due streghe potrebbe esserci qualcosa di più della semplice competizione, se solo riuscissero a parlarsi senza litigare...
(Aka la potterverse!AU di cui nessuno sentiva il bisogno, in super ritardo per il concept di maggio del gruppo facebook CLEXA/ELYCIA/LEXARK Gruppo di SUPPORTO italiano)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Clarke Griffin, Lexa, Octavia Blake, Raven Reyes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il Natale del terzo anno fu il primo che Lexa passò ad Hogwarts, visto che Indra era dovuta partire per un viaggio di lavoro che l’avrebbe tenuta fuori casa fino a Gennaio. Sia Raven che Anya le avevano chiesto di passare le vacanze a casa loro, ma Lexa non voleva approfittare della loro gentilezza, e infondo non le dispiaceva avere un po’ di tempo per sé. Voleva bene alle sue amiche, ma passavano ogni giorno insieme e una pausa era quello che le ci voleva.
 
 
 
In più avrebbe avuto tempo in abbondanza per studiare, cosa per cui era più che contenta. Così quando si diresse verso la biblioteca la mattina della vigilia, non c’era nessun desiderio in lei se non quello di passare le ore immersa nei libri, affamata come sempre di conoscenza.
 
 
 
La biblioteca era deserta, come si era aspettata, e Lexa prese posto vicino al suo scaffale preferito, quello dei libri di Incantesimi, e si immerse nella lettura di un saggio sui lupi mannari che avrebbe dovuto riassumere per il nuovo semestre. Mentre intingeva la penna nell’inchiostro pensò a come sarebbe stato più facile scrivere con una delle penne a sfera che possedeva a casa, ma che non toccava ormai da anni; per certe cose la magia era grandiosa, ma a volte Lexa trovava il modo magico leggermente poco pratico. Si era divertita un mondo l’estate prima quando Anya e Raven erano andate a stare da lei per due settimane e, con somma gioia di Lexa, si erano interessate a qualsiasi elettrodomestico babbano che Lexa e Indra avevano in casa. In particolare erano rimaste ammaliate dal telefono, e dal cellulare che Lexa ancora usava qualche volta a casa sua, e Raven era persino riuscita a far esplodere un tostapane.
 
 

Il rumore di passi lungo il corridoio la riportò al presente, e si domandò con una punta di curiosità chi potesse essere ancora a scuola in quel periodo e, soprattutto, chi avesse voglia come lei di passare la vigilia in biblioteca.
 
 

“Oh, ciao Lexa…” Lexa girò la testa verso quella ben nota voce, e cercò di non sussultare nel incrociare gli occhi azzurri di Clarke. Era dal giorno dell’incidente che Lexa e Clarke non interagivano in alcun modo, limitandosi a riconoscere l’esistenza reciproca l’una dell’altra quando s’incrociavano nei corridoi o condividevano le lezioni. Alla fine lo scorso anno Corvonero era riuscita a vincere la coppa di Quidditch nonostante la sconfitta subita, ma Grifondoro si era aggiudicata la coppa delle case e, per il secondo anno di fila, i voti di Clarke erano risultati migliori di quelli di Lexa.
 
 

“Ciao Clarke” Seguì un silenzio imbarazzato mentre Clarke osservava il posto vuoto davanti a Lexa, e la ragazza si ritrovò a indicarglielo con imbarazzo “Siediti pure se vuoi…” Tutta la dannata biblioteca era vuota, ma ovviamente Clarke doveva sedersi proprio davanti a lei. Non che la presenza di Clarke la infastidisse, ma tendeva a trovare l’altra ragazza una distrazione dallo studio, e il ricordo del modo in cui l’aveva trattata dopo la partita riempiva ancora Lexa di vergogna.
 
 

Clarke le sorrise e si sedette davanti a lei, sistemando le sue pergamene e i suoi libri con ordine sul tavolo “Vedo che stai lavorando sulla ricerca per Difesa contro le Arti Oscure… Pensavo di fare la stessa cosa, ma non ho trovato il libro…” Lexa fissò il libro della biblioteca che aveva preso solo qualche giorno prima “Possiamo… possiamo dividerlo se vuoi.”
 

 
Il sorriso di Clarke si allargò mentre Lexa metteva  in mezzo il grosso volume, e rimasero per qualche minuto in silenzio, entrambe chine sulle loro pergamene. A un certo punto Lexa allungò la mano per voltare pagina e incontrò quella di Clarke, che si era allungata per fare lo stesso; si sfiorarono per meno di un attimo, eppure Lexa sentì un calore fortissimo salirle in viso e scostò la mano, ritirandola nel lato sicuro del tavolo. Se Clarke si era accorta di quello scambio, non lo diede a vedere, rimanendo impassibile mentre continuava a scrivere sulla sua pergamena.
 
 

“E’ il primo anno che ti fermi per Natale, vero?” Clarke le aveva parlato senza alzare lo sguardo dal libro, e Lexa la guardò sorpresa: l’aveva notato? “Sì… Indra, mia madre… ha avuto dei problemi sul lavoro ed era meglio per me restare qui. Tu resti tutti gli anni?” Lexa non si era mai posta quella domanda, e rimase sorpresa quando Clarke alzò lo sguardo dal testo, un’espressione vagamente triste in volto “Mia mamma lavora troppo… Fare il Ministro della Magia è abbastanza impegnativo si direbbe.” Clarke cercò di sorridere, ma Lexa capì che la cosa doveva pesarle non poco “Non avrebbe tempo per me nemmeno se fossi a casa. Quindi meglio così.”
 
 

Lexa rimase in silenzio per un attimo, senza saper bene cosa dire, ma Clarke cambiò discorso con un sorriso, ora decisamente più allegra “E’ un’abitudine dei babbani chiamare i propri genitori per nome?” Lexa sorrise mentre scuoteva la testa “No no…  Solo che Indra non è la mia vera madre. Mi ha preso con lei quando avevo circa sei anni… I miei sono morti in un incidente.”
 
 

“Oh…” l’espressione di Clarke si fece improvvisamente triste “Scusami, non dovevo chiedertelo. Mi dispiace tanto per i tuoi genitori.” Lexa l’aveva sentito quella frase almeno un milione di volte, di solito sempre seguita da occhiate imbarazzanti o silenzi che nulla riusciva a colmare, ma nel viso di Clarke Lexa riuscì a leggere solo un sincero dispiacere, misto a quella tristezza che Lexa sembrava riconoscerle sempre addosso.
 
 

“Non preoccuparti” Le sorrise, e ripresero a scrivere in silenzio. Passarono le ore e Lexa si ritrovò a sentirsi sempre più a suo agio in presenza dell’altra ragazza, ridendo quando Clarke faceva qualche commento assurdo sul saggio che stavano leggendo, fermandosi per parlare di cose che non avevano nulla a che fare con lo studio, realizzando per la prima volta che Clarke era effettivamente simpatica oltre ad essere incredibilmente bella e talentuosa.
 
 

“Mi stai guardando come se non mi avessi mai sentito fare una battuta…” Lexa si stupì della capacità di Clarke di leggerla così facilmente “Non penso di averti mai sentito in effetti. Pensavo che fossi piuttosto noiosa…”
 
 
 
 
Clarke fece finta di essersi offesa e continuarono a ridere per qualche altro secondo, mentre Lexa si ritrovò a pensare che forse avrebbe davvero potuto diventare amica di Clarke. “Sai Lexa, non ti ho mai ringraziata per avermi salvato durante la partita…” Lexa si zittì, guardandola negli occhi “Mentre eri svenuta Raven ed Anya mi hanno raccontato quello che era successo ed io… io non so davvero come ringraziarti. Avevi la vittoria in mano, ma hai preferito aiutare me. Non è una cosa da tutti.”
 
 

Lexa arrossì leggermente sotto lo sguardo di Clarke “Bè, alla fine siamo comunque riusciti a battervi…” Clarke rise e il suono della sua risata illuminò nuovamente l’animo di Lexa; avrebbe potuto ascoltarla ridere per sempre “Vedremo quest’anno signorina, vedremo…”
 
 

“Ma davvero, dovreste insegnare a quell’imbecille di Collins a non mirare alla testa, potrebbe essere pericoloso…” Clarke arrossì leggermente a quelle parole e Lexa si domandò il perché “Finn sa davvero essere uno stupido a volte…”
 
 

Ancora una volta Clarke sembrò voler cambiare discorso, perché il suo sguardo luminoso saettò per la stanza, cercando l’orologio “E’ quasi ora di pranzo… ti andrebbe di mangiare con me?” Lexa sapeva che durante le vacanze la sala grande si svuotava, eppure l’invito la colse di sorpresa “Ecco… io credo di…” Il suo sì fu soffocato dall’arrivo di un altro ragazzo, che Lexa riconobbe come il Finn Collins di cui lei e Clarke avevano parlato poco prima.
 
 

Finn era dello stesso anno di Anya e la sua amica le aveva più volte detto che il suo livello d’idiozia in classe era tale e quale a quello che teneva in campo “Ciao principessa!” Finn sorrise a Clarke sistemandosi una ciocca dei lunghi capelli corvini e si sporse verso di lei per baciarla con delicatezza. Per un attimo la mente di Lexa diventò completamente bianca, incapace di comprendere quello che stava succedendo davanti a lei.
 
 

Ora il comportamento di Clarke nel sentir nominare Finn le era molto più chiaro visto che, nonostante Clarke avesse riconosciuto la sconsideratezza del ragazzo, i due sembravano essere una coppia. “Ti ho cercata per tutta la scuola! Cosa ci fai qui con questa sfigata?” Finn la indicò come se lei non fosse nemmeno lì in quel momento e Lexa sentì i pugni chiudersi involontariamente sulla pergamena  davanti a lei “Vieni fuori, io Bellamy e Octavia stiamo organizzando un picnic sotto i portici!”
 
 

Clarke arrossì nel sentire le parole del ragazzo “Veramente Finn io avevo chiesto a Lexa di…” “Lascia stare” Lexa si alzò di scatto e raccolse le sue cose, presa da un sentimento d’irritazione così forte da non riuscire nemmeno a capire chi o cosa l’avesse causato. Fece per andarsene quando Clarke la richiamò con tono appena più basso di quello che aveva usato fino a poco prima, lo sguardo confuso “Lexa… il tuo libro.”
 
 

Lexa alzò le spalle “Puoi tenerlo, tanto ho finito la ricerca.” Se ne andò senza voltarsi indietro, inspiegabilmente ferita dal comportamento di Clarke.


 
  
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