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Autore: orchidee    14/07/2017    1 recensioni
Buongiorno a tutte! È la prima volta che scrivo e vi ringrazio, perché siete state voi ad ispirarmi. Non sarà una storia lunga e i protagonisti sono solo loro, Betty e Armando. Ho pensato di cambiare completamente il finale, facendo iniziare tutto dalla sera in cui Armando dedicò a Betty una canzone. Spero che le mie fantasie vi piacciano. Grazie a chi vorrà dedicare un po' di tempo alla lettura della mia storia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fantasie'
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Capitolo 12 Restarono fermi nelle loro posizioni per un tempo che parve interminabile. Nessuno riusciva ad aprire bocca. Lui era furioso, arrabbiato, non aveva mai provato odio per nessuno se non per se stesso quando aveva buttato alle ortiche l'unica cosa importante della sua vita, ma ora quella donna che amava più di se stesso lo aveva derubato. Gli aveva tolto un figlio e la possibilità di crescerlo. Lei sapeva che tra loro era tutto cambiato, forse era tutto finito. Sicuramente da quel momento lui non l'avrebbe più guardata nello stesso modo. Per lui, lei, si era trasformata in un mostro, ma la cosa peggiore sapeva di meritare tutto il suo disprezzo! Armando si scostò, si sedette sul letto e le chiese di andare via. “Armando, sono... Sono preoccupata per te... Per favore... Io... Cosa farai ora? Io...” “Sei preoccupata per me... Che gentile! Oh stai tranquilla! Non andrò ad ubriacarmi, non andrò a farmi ammazzare da qualche pazzo che aspetta solo un pretesto per picchiare qualcuno. Mi chiedi cosa farò ora? Ecco, andrò nel mio appartamento, mi farò una doccia e dormirò! Domani mattina andrò al lavoro e tutto continuerà come sempre! Come prima del matrimonio di Nicola e Marcella. Tu non sei mai tornata Betty, tu non sei mai esistita! Né tu né tuo figlio! Voi non esistete! Non voglio più vederti dottoressa Beatrice. Quando uscirò da questo posto lei non sarà altro che un ricordo, un ricordo doloroso di ciò che ero. Lei per me non è più niente! E la prego di non cercarmi, di non mettere piede nella mia azienda, di tornarsene a casa sua!” Betty era sconvolta, quelle parole erano delle pietre che le venivano lanciate addosso. “Ti prego Armando...” Disse piangendo “Per favore ora vada via!” “Armando tra qualche tempo forse riuscirai ad accettare che non sono perfetta e che ho fatto tanti sbagli, ma che ora sono qui a giurarti che ti amo... Imparerai ad amare tuo figlio...” “Adesso è “mio figlio”? Ah, davvero? Forse un giorno riuscirò ad accettare suo figlio come... Come mio figlio, forse potrò volergli bene, ma sono sicuro che mai più vorrò avere a che fare con lei! Mi disgusta! Non immagina nemmeno quanto io la odi... Ora, glielo chiedo per l'ultima volta, vada via!” Betty gli si avvicinò sfiorandogli una guancia, lui si scansò. “Ti amo, perdonami” Armando non rispose, senza aspettare che uscisse dalla stanza andò in bagno e chiuse la porta. Betty era sconfitta, distrutta. Passò il resto della notte piangendo e pensando a come rimettere insieme i pezzi del suo cuore. Erano passati alcuni giorni, Betty aveva ripreso una parvenza di tranquillità, aveva passato le giornate con il figlio e si era dedicata a lui con la solita dedizione. Nel frattempo Nicola e Marcella erano tornati dalla luna di miele e, come previsto, Betty aveva trattato di alcuni investimenti con Nicola. “Vedrai che non ti pentirai di questi investimenti. Sono diversificati è molto sicuri.” “Lo so Nicola, mi fido di te e non ho alcun dubbio sulle tue capacità, non ne ho mai avuti!” Rise Betty! “E dimmi Betty, cosa farai ora?” Le chiese Nicola.” “Ora, lascerò Bogotà e tornerò a casa. Riccardo deve riprendere l'asilo, non manca molto alla fine dell'anno scolastico e credo sia giusto tornare alla normalità “ “Betty, noi siamo preoccupati per te...” “Va tutto bene Nicola! Tutto bene” “Non è vero! Perché non vuoi parlare con me?” “Non c'è niente da dire! Lo sai anche tu Nicola! Tu me lo dicesti tante volte che sbagliavo... Non ti ho ascoltato e ora non posso tornare indietro! Ti prego, non mettermi sotto pressione, ho deciso di tornare a Cartagena, la mia vita era lì fino a poche settimane fa, ci sono gli amici di Riccardo, la mia casa e l'unica famiglia che mi sia rimasta, gli zii di Riccardo..” “Come vuoi Betty! Vorrei solo sapere se hai rinunciato a lui... Se credi che tuo figlio non debba sapere nulla!” “Riccardo è piccolo e una volta a casa gli spiegherò tutto. Se ci fosse bisogno mi farò aiutare da una consulente. Gli racconterò che quello che lui credeva e amava come un padre non lo era. E tutto il resto. Ma per farlo devo essere tranquilla e serena e qui non posso esserlo!” “Va bene... Ricordati che noi ci siamo!” “Lo so e ringrazio te e Marcella, ma voi dovete provare a pensare solamente a voi stessi”" Salutò il suo amico di sempre e tornò in albergo. Aveva delle valigie da fare e un aereo da non perdere.
   
 
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