Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: MalessereBlu    22/07/2017    5 recensioni
L'inverno è arrivato e Sansa governa il Nord insieme al nuovo Re, Jon.
Il Mastino giunge a Grande Inverno dopo mesi di solitudine.
Sandor e Sansa si rincontrano, più arrabbiati, più consapevoli. Più forti.
SanSan ambientata dopo la Sesta Stagione.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo VI

Il Trono di Spade non era mai interessato a Jon.
I re e le regine si erano succeduti con rapida monotonia così come i primi cavalieri e i nobili membri del concilio ristretto.
Il Trono di Spade non era un suo problema.
“Jon, non puoi continuare ad ignorare tutto questo.” Sansa intervenne dopo una breve pausa dovuta alla discrepanza di opinioni.
Ser Davor sospirò afflitto mentre Brienne sostenne con un cenno il pensiero di Sansa, Tormund invece se ne stava in silenzio, scuro in volto dopo aver ribadito più volte la sua.
“Non abbiamo abbastanza uomini per muovere un attacco su entrambi i fronti, Sansa.” suonò stanco.
“Cercei ha tanti nemici, non avrai difficoltà nel trovare nuovi alleati.”
“Non ho intenzione di combattere una guerra contro i Lannister!” si alzò con uno scatto.
“Che farai quando arriverà?” Sansa cercò di moderare i toni.
“La Lunga Notte sarà già piombata su di noi prima che possa accadere.”
“Jon, io...”
“Basta così.” la interruppe. “Ser Davos, convoca i nostri uomini: nessuno di noi andrà a Sud.”
Li abbandonò senza voltarsi.

Quel giorno Sandor si sarebbe occupato dell'addestramento delle reclute insieme a Jon e Brienne: aveva accettato la richiesta di Sansa di essere lasciata in pace solo dopo aver affrontato il suo sguardo gelido dopo l'incontro con i loro consiglieri.
Camminava con funerea lentezza sui bastioni di Grande Inverno lanciando di tanto in tanto uno sguardo verso la calca dell'allenamento.
Quando imbracciavano le armi sembravano tutti così concentrati sulle loro mani da dimenticare il resto del mondo.
Ecco perché i guerrieri perdevano sempre.
“Credi che mi possa avvicinare o il tuo cane cercherà di sbranarmi?”
Evitava sempre di guardarlo,sapeva quando quell'indifferenza lo infastidisse.
“Un cane può mordere, una donna può fare a pezzi il vostro cuore con uno sguardo.”
“Non ti ho mai sottovalutata, Sansa.”
Non era vero. Continuava a considerarla una debole, in fondo.
“Sansa.” le prese una mano con delicatezza “nessuno di loro vede quello che vedo io. Non riescono a scrutare la tua anima.”
Osservò con trattenuto disgusto le loro mani congiunte.
“Lord Baelish, a volte sono gli uomini che meno ci somigliano a capirci meglio di quanto potremmo mai immaginare.”
Le strinse il palmo con maggiore pressione. “E sono gli uomini che più ci somigliano a capire quanto farebbe male perdere queste persone.”
Alzò finalmente lo sguardo su di lui.
“Le tue minacce non hanno più il vigore di un tempo.” ritirò la mano prima di avvicinarsi a lui quanto più possibile “Hai paura di perdere, Petyr?”
Ditocorto rimase in silenzio più di quanto avrebbe voluto.
“Non ti farò del male, Sansa.”
“Alcune parole suonano così vuote nella tua bocca.”
“Lady Stark.” il timbro rauco e rognoso del Mastino sopraggiunse dalle scale che congiungevano il cortile dell'armeria alla prima pedana dei bastioni interni. “Vostro fratello chiede di voi.” Le si affiancò con goffa compostezza.
“Mastino, felice di godere nuovamente della vostra casuale presenza.” abbassò il capo in saluto.
“Sansa.” si chinò a baciarle la mano che poco prima aveva stretto con celata possessività. “È stato un piacere.”
Si congedò.
“Non è necessario che tu intervenga ogni volta.” si voltò verso Sandor.
“No, non è necessario, ma non mi piace.” borbottò.
“Perché lo fai?”
La guardò. Stava facendo figura del coglione.
La lupa aveva la lingua tagliente e lo sguardo di ghiaccio, era armata più di quanto potesse dare a vedere e se ne doveva fare una ragione.
Gli piaceva anche così. Soprattutto così.
Continuò a muovere gli occhi su di lei, incurante del suo sguardo indagatore.
La verità è che Sansa Stark era bella, bella da morire e così forte da far male.
Non aveva bisogno di lui, era vero: era lui ad aver bisogno di lei.
“Cazzo.”
“Eloquente.”
Risero. Il sorriso di Sansa era genuino, non era certo un'abitudine trovarsi in un momento di leggerezza tale da farle dimenticare anche per un solo e splendido attimo il turbine che le sconquassava la mente. Per Sandor il sorriso non era mai stato un'abitudine. Stava sorridendo perché lei sembrava felice.
Come il cane che si morde la coda per divertire la padrona.
Era bello, però.
Avrebbe voluto intagliare quel momento nelle arrugginite pareti del suo cuore: il cuore che aveva sempre pensato di non avere, il cuore che in gioventù batteva forte e leggero e pieno di aspettative, il cuore che si era spento insieme alle fiamme.
L'ennesimo punto di rottura di quella che avrebbe tranquillamente definito una vita di merda si era incarnato nella dipendenza, nel trasformarsi nel cane fedele di qualcuno: un male così interiorizzato da essere diventato la sua essenza.
Se ne andava perennemente in giro sbraitando per essere lasciato in pace, quando invece si ritrovava sempre in prossimità di qualcuno, per dovere quando si trattava di ringhiare ai nemici del re o per volere quando scalpitava per correre a leccare le ferite dell'uccelletto.
Sandor Clegane si sentiva un cane, era un cane e lo sarebbe sempre stato.
Un cane dipendente, assuefatto, innamorato.
Non si sentì un idiota pensando ai propri sentimenti, era un fatalista: se le cose stavano così non se ne poteva fare nulla.
Si maledì per quei momenti di debolezza: tutti avrebbero letto i suoi occhi, Sansa per prima.
Non gli importava del rifiuto che lei gli avrebbe sputato in faccia ancora una volta o dell'indifferenza che avrebbe mostrato nei suoi confronti, no. Aveva paura che qualcuno potesse ferirla in virtù delle attenzioni ricevute da una bestia.
Non sperava Sandor, non più.
Non era un lord, non era un cazzo si Ser, non era l'uomo giusto per lei: un cane non avrebbe mai potuto conquistare una lupa.
“È meglio che torniate ai vostri doveri.” suggerì con una certa tenerezza Sansa.
Ne rimase sorpreso, almeno prima di ricordare quanto dolci fossero i modi delle lady per sfanculare gli uomini.
“Capito.” si voltò per tornare dai suoi uomini.
“Sandor.” lo richiamò con un sussurro. “Grazie.”
“Va bene così, uccelletto.”

Nessuno la accettava per quello che era diventata, talvolta nemmeno Jon.
Sansa era fredda, astuta, inclemente, sola. Capiva che la parte peggiore del governare insieme a Jon era l'immagine che tutti avevano di lei: quella brutale, quella malvagia.
Non era una persona per loro. Non era nulla.
Nessuno amava Sansa Stark, solo Jon.
E il Mastino.
Non c'era stato bisogno di parole, solo di occhi: iridi brillanti e pupille dilatate.
Questo era il problema.
Le parole potevano nascondere mille e mille bugie, gli occhi no. Avrebbe riconosciuto il crudo desiderio se ne fosse brillata anche una sola scintilla: non l'aveva vista.
Era piuttosto affondata in una profondità di sentimento tale che mai avrebbe avuto il coraggio di associare a sé stessa.
Immobile sulle assi di legno scricchiolante fissava Sandor Clegane fendere l'aria come il peggior quadro che avesse mai avuto la possibilità di vedere: sudore gelido tra le piaghe di un volto deturpato e ricoperto da una barba incolta atta ad ospitare le smorfie di labbra concentrare e doloranti.
Talvolta la riguardava di rimando.
Avrebbe voluto che non fosse stato così onesto, sarebbe stato tutto più facile.
Eppure la mostruosità di Sandor sembrava combaciare così bene l'orrore nella sua testa.


Non so come salutarvi, sto pubblicando alle 3 di notte quindi immagino che un “Buongiorno!” possa andare bene.
Sto un secondino morendo di sonno quindi in primis chiedo clemenza per eventuali erroracci e mando un enorme ringraziamento alle persone che hanno lasciato una recensione e che, come sempre, mi regalano sempre alcuni dei migliori sorrisi della giornata [ x_LucyW, leila91 e Stellina1990 ]. Un bacione va ovviamente anche a tutti coloro che hanno inserito la storia tra preferite/ricordate/seguite.
Vado a morire, 'notte <3
Malessere
P.S. Domani probabilmente pubblicherò due o tre capitoli: come ho già accennato precedentemente, l'ispirazione vige su di me e vorrei cercare di concludere la storia in pochi giorni, prima di partire e di abbandonarla a sé stessa c:

  
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