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Autore: Akemichan    26/07/2017    2 recensioni
Franky/Robin - romantico/fluff - varia lunghezza e vario genere
Raccolta di storie dedicate a questa coppia, con il filo conduttore del "ti amo"
#1: Franky è un inventore incompreso dal suo paese, ma la notte di Halloween la sua più grande invenzione prenderà vita, facendogli vedere le cose in modo differente [Coppelia!AU - Halloween fic]
#2: A Franky scappa una dichiarazione improvvisa, nel momento meno opportuno. O in quello migliore? [Fluff]
[Storia partecipante al Contest "Per ogni kanji un pacchetto di sorprese" indetto da Mokochan sul forum di EFP]
#3: La maledizione ha trasformato Robin in un'assassina, ma ci sono persone che non potrebbe mai uccidere [Supernatural!AU Demone!Robin drammatico]
[Storia partecipante al Contes Sky or Abyss indetto da Soulkiller sul forum di EFP]
#4: In un mondo in cui si sogna la vita della propria anima gemella, Franky si annoia. Robin, invece... [Soulmate!AU]
[Soulmate Day organizzato dal Naruto&One Piece Forum]
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franky, Nico Robin | Coppie: Franky/Nico Robin
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sei'
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Non era per niente super.
Questo era quello che pensava Franky dei sogni che aveva la notte, su quella donna misteriosa che di lavoro faceva la professoressa e la ricercatrice.
Non che Franky avesse dei problemi nei confronti di quel tipo di lavoro, o che gli interessasse in qualche modo giudicare la vita degli altri. Però doveva ammettere che quella donna era fin troppo meticolosa e precisa (il suo opposto) ed era decisamente troppo ordinaria. Ogni singolo giorno si alzava alla stessa ora, pranzava nello stesso locale e ordinava sempre le stesse cose.
In mesi in cui la sognava, Franky ricordava pochissime eccezioni alle sue regole e riguardavano comunque viaggi legati al suo lavoro di archeologa che, Franky doveva ammettere, non era così poetico come appariva nei film. Anzi, in genere era una ripetizione differente dei giorni ordinari: alzarsi, scavare, mangiare le stesse cose, scavare di nuovo, prendere appunti.
Insomma, non era per niente super sognare ogni notte la stessa solita, monotona vita.
Franky non si lamentava della sua, che si alternava tra la sua officina “Franky Family”, il suo volontariato all’asilo e le nottate fuori con gli amici, ma doveva ammettere che gli mancava la sregolatezza dei suoi sogni da bambino, completamente folli e senza alcun filo logico, mai banali.
Per questo non riusciva a condividere l’entusiasmo di Kiwi e Mozu, all’idea che una sua anima gemella esistesse, così come diceva la leggenda riguardo ai sogni. Anche se questa donna fosse esistita, Franky non riusciva a credere che potessero essere in qualche modo compatibili.
«Ehi, boss!» lo chiamò Zanbai. «C’è una visita per te!»
Franky alzò la testa dal cofano dell’auto che stava riparando. «Un cliente?»
«Una strafiga.»
Zanbai aveva gli occhi illuminati e be’, Franky non gli poté dare torto una volta che l’ebbe vista. La donna seduta nella poltrona del suo ufficio era decisamente fuori categoria. Super, nulla da dire.
Il problema era un altro. Quella non era una donna qualunque.
Era la donna dei suoi sogni.
Lei si accorse che era entrato nell’ufficio e lo beccò immobile sulla soglia, gli occhi e la bocca spalancati per la sorpresa. Un sorrisetto divertito e soddisfatto si allungò sulle sue labbra, ma lei non disse nulla. Continuò a osservarlo mentre Franky si riprendeva dal colpo.
«Come mi hai trovato?» esalò, alla fine.
Che lui sapesse, ritrovarsi con la persona che si sognava era sempre frutto del caso. Eppure, nella sua mente, aveva già chiaro che non era una casualità che quella donna si trovasse seduta nel suo ufficio, e di certo non aveva bisogno dei suoi servizi come meccanico.
Ancora, lei non disse nulla, ma si limitò a fare un cenno, invitandolo a sedersi di fronte a lei. Franky obbedì, senza toglierle gli occhi di dosso.
«Come mi hai trovato?» ripeté la domanda.
«Non è stato così difficile come pensavo» parlò lei per la prima volta. La sua voce risuonava decisamente differente rispetto a quella dei suoi sogni, ma era piacevole. «I sogni danno molti indizi, se si sa interpretarli.» Sorrise, un sorriso da gatto. «Sai come mi chiamo?»
Lui deglutì. «No, non lo so.»
«Lo immaginavo.» Non c’era condiscendenza nella sua voce. «Quasi nessuno lo sa, quasi nessuno fa attenzione ai piccoli particolari. Eppure ci sono tanti modi per scoprirlo…. Un amico che ti chiama, un post su Facebook, l’abbonamento della metropolitana passato ai tornelli…»
Franky scavò nella memoria per ricordarsi se avesse visto qualcosa di simile. Pensò alle mille volte in cui l’aveva vista apporre la sua firma sui libretti dei suoi studenti, ma non si era mai soffermato a vedere che nome fosse, men che meno ricordarsene al risveglio.
«Il mio come l’hai scoperto?»
«Quando sei stato al Game Stop a prenotare la nuova uscita di quel videogioco. Hai dovuto lasciare il tuo vero nome.»
«Quindi hai fatto una ricerca all’anagrafe per trovarmi?»
«Oh, no, quello sarebbe illegale.» C’era un tono divertito nella sua voce. «Una cosa molto più semplice: Facebook.»
«Non sono iscritto col mio vero nome» la corresse lui, sentendosi improvvisamente in vantaggio.
«No, infatti» acconsentì lei. «Il che ha reso la cosa più divertente.» Contò sulle dita. «Sapevo il tuo nome e la tua professione, cioè il chi e il cosa. Avevo bisogno del dove.»
«L’indirizzo della mia officina o di casa mia.»
«Sono partita da una cosa più semplice: la città. Non che non abbia provato ad avere direttamente l’indirizzo, ma non hai mai ricevuto pacchi nei miei sogni, né inquadrato bene le strade.»
«Come hai trovato la città, allora?»
«Una volta sei stato a un concerto, ma le persone con cui sei andato hanno dormito da te. Ho pensato che il concerto si fosse tenuto nel posto dove abitavi, quindi mi è bastato verificare su internet. Ho avuto fortuna: i Coldplay avevano una tappa sola qui da noi.»
«E dopo?» Franky si ritrovò a chiedere, preso dal racconto.
«Mi sono scaricata una lista di officine, poi sono andata su Google Maps e dalle foto del satellite ho cercato di individuare quella che più assomigliava a quella dei miei sogni.»
«Non ho mai contato il numero di officine qui a Milano, ma devono essere una marea
«Corretto. Ma sono abituata a questo tipo di ricerche, è il mio mestiere.»
«E non hai trovato noioso spulciartele una a una?»
«Per niente. Sapevo che avrei trovato quello che stavo cercando, che è più di quanto possa dire normalmente. E l’ho trovata.» C’era una punta d’orgoglio nella voce e, per la prima volta, gli occhi le brillavano. «Poi ho semplicemente chiamato per informarmi di chi fosse il proprietario, dato che su internet non c’erano notizie, così ho avuto la conferma definitiva.»
«E adesso sei qui.»
Lei scrollò le spalle. «Dopo tutte queste ricerche, pensavo che la degna conclusione fosse vederti di persona» gli spiegò. «Non ho granché interesse in tutta questa leggenda delle anime gemelle che si sognano alla notte, ma avendo avuto questi sogni… almeno ho cercato di renderli stimolanti.»
Franky sbatté le palpebre, incapace di staccare gli occhi da lei. Poi la sua bocca si mosse autonomamente e parlò senza nemmeno accorgersene.
«Mi sono appena innamorato di te.»

***

Akemichan Parla Senza Coerenza:
E' da un pezzo che non aggiorno questa raccolta (che, come sa che mi segue, dovrà essere composta da sei storie), quindi ho approfittato del Soulmate Day organizzato dal Naruto&One Piece Forum per trovare l'ispirazione. Non volevo fare una "semplice" storia di Soulmate, ma allo stesso tempo non avevo tempo di approfondire troppissimo l'AU di riferimento, quindi è venuta fuori questa storia. Nella mia mente suonava molto meglio di come alla fine è stata scritta, ma spero che vi piaccia ugualmente!
Alla prossima!

 
   
 
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