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Autore: LaRagazzaDelleMargherite    15/06/2009    2 recensioni
Severus Piton, tutti i momenti di dolore dopo la perdita di Lily. Da viva. E da morta.
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ringraziamenti speciali a:
dirkfelpy89 grazie per i complimenti, ho cercato di esprimerlo al meglio xD
Celine_Falilith si, l’ho trovato straziante anche io,sebbene lo abbia immaginato proprio io. Volevo far capire ciò che ho pensato provasse. Grazie dei complimenti^^
Pervinca Potter 97 grazie cara, sono felcie ti sia piaciuta *-* E sarai una bimba d’età ma non nel modo di scrivere, assolutamente fantastico!

Secondo Capitolo: Quando spariscono le farfalle.

Severus Piton guardava fuori dalla finestra della biblioteca buia. Erano le nove di sera, e il parco era deserto e silenzioso. Erano passati due anni quel giorno, da quando Lily lo aveva lasciato. Due lunghissimi anni di dolore e tristezza.
Non sapeva come aveva resistito, non riusciva davvero a capirlo.
Non si poteva dire che aveva sconfitto quel dolore, ma per lo meno ci si era abituato. E non è proprio così facile abituarsi ad un dolore del genere, ma Severus ce l’aveva fatta, era sempre stata una persona forte. Fin da quando era bambino, aveva sopportato di tutto, dalle urla dei genitori alle botte del padre.

Aveva sopportato che Lily lo avesse lasciato per sempre.

Ma la sua forza consisteva anche in questo. Sopportare e vivere per lei. Non poteva in nessun modo ferirla, non poteva morire, né per lei, né per altro.
E non era questione di debolezza o di un qualche tipo di orgoglio maschile. Vivere per lei era tutto quello che gli rimaneva, e non poteva perdere quell’unico piccolo frammento di vita che gli restava. Era fuori discussione. Così, per quanto facesse male, per quanto soffrisse come se gli si fosse stata versata lava nel petto, per quanto le lacrime gli bruciavano il viso, Severus era sopravvissuto al dolore, ed aveva imparato a conviverci. Certo, molte volte Avery lo aveva beccato nel bagno del dormitorio a piangere, ma non aveva mai chiesto spiegazioni, forse si divertiva così, o, forse, non gli importava niente di lui.

Quella sera la luna era tagliata a metà, come una torta divisa in due. Somigliava al suo sorriso.
Che pensieri sdolcinati.
Da alcuni giorni meditava sul fatto di tornare a scusarsi da Lily. Sapeva che lei lo avrebbe mandato via, ma tentar non nuoce. Se si fosse opposta avrebbe sempre potuto usare la Legilimanzia al contrario e proiettare il suo dolore nella sua mente.
No, ma cosa dici? Faresti peggio.
Allora si lanciò in un fantasticare frenetico su tutti i modi e le inflessioni con cui avrebbe potuto scusarsi.
Ma coi secondi l’entusiasmo cominciò a scemare.

No, non è possibile.
Era da stupidi. Avventato. No. Non si poteva.
E poi, anche se lo avesse voluto, era già troppo tardi. 

***

Udii i primi passi venire dal lago. Il suo ottimo udito visualizzò in due secondi a chi appartenevano. Lily Evans stava camminando nel parco. Il suo andamento era ormai impresso nella mente del vecchio amico, non poteva sbagliarsi Severus.
E infatti dopo pochi istanti, eccola. Era bellissima, indossava la normale divisa, ma il suo viso era splendido, aveva le gote rosse, i capelli raccolti e ordinati, un sorriso che poteva superare la luna. Era là, bella come non mai, e Severus la guardava rapito.
Ma ad un tratto, udì una risata e un ragazzo dai capelli neri scompigliati apparve dietro di lei. James Potter le teneva la mano, e la faceva ridere. Camminavano tranquilli per il parco, parlando di cose belle che li accomunava e, forse, di qualcosa di più.
Dicono che la morte arriva indolore, che non te ne accorgi, che è un lampo, che ormai non hai più il tempo di dimenarti e dire che non vuoi.

 

[E allora perché quel dolore atroce pulsava nel suo cuore?]

 

A  Severus Piton mancarono le forze, le ginocchia non lo reggevano più, il sangue gli si congelò nelle vene. Non poteva crederci, non poteva essere vero. Non riusciva ad accettare tutto quel dolore.
Gli sfuggì un gemito straziato, loro non lo udirono.
Severus cominciò a piangere, a piangere, ma non bastavano tutte le lacrime del mondo. Nessun mondo avrebbe mai compreso il dolore che lo lacerava dentro. 
Nessuna persona l’avrebbe mai capito, perché se tutto era finito era solo per colpa sua. Sua sua e di nessun altro. E questo faceva male più di ogni altra cosa.
Riprese a spiarli, e si domandò perché lei lo stesse facendo.
Insomma, James Potter? Quell’arrogante egocentrico ed egoista con Lily, una ragazza dal cuore così puro? 

“Lily, a te piace parlare con Potter”.
“Sev, ma cosa dici? Quell’arrogante? Non potrei mai! Ti sembra? Odio la gente piena di sé, e lui sembra un gallo quando si tocca quegli stupidi capelli!”
“Lily…io sono così? Pieno di me?”
“No, Sev. Tu non sei nemmeno l’ombra di Potter. Sei molto meglio di lui. Ecco, ti giuro che non mi farò mai e poi mai piacere James Potter! Cascasse il mondo! Non farti più venire idee del genere…Potter, bah!”

 
Ed eccola lì, Lily. Mano nella mano con la persona che aveva giurato di non farsi piacere mai. Cascasse il mondo. Lei però era caduta nel tranello del ragazzo. Piton non credeva che lui l’amasse, era uno dei suoi soliti passatempi.
Una farfalla fuori ora volò davanti al naso di Severus, volò e oltrepassò gli alberi per sparire nel buoi.
Anche la sua farfalla era sparita. La sua farfalla che aveva promesso di stare sempre con lui era sparita tra la risata di quel nemico, un tempo comune.
Cascasse il mondo, Severus.
E non passò molto tempo prima che cominciasse a cascare,
il mondo, per gli uomini e per Severus.

 

[Farà male, ma cosa non fa male? E il dolore è forse un male?]

[I più grandi dolori sono quelli di cui noi stessi siamo la causa.]

   
 
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