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Autore: thankyouzayn    08/08/2017    0 recensioni
"Zayn era sempre lo stesso, forse solamente un po’ più uomo e con un po’ più barba sulle guance. Ma era bello ed affascinante ed Irene si ricordò perfettamente del perché avesse messo da parte gli appunti della signorina Thompson per dedicarsi a lui, per prestargli l’attenzione che si meritava."
© thankyouzayn | 2016
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

16

«Fate un fischio quando siete pronti per ordinare. Io o uno dei ragazzi arriveremo in poco tempo.»
Tom, l'uomo che li aveva accolti e che si era presentato così ad Irene, si allontanò, lasciandoli soli.
La ragazza, allora, prese un profondo respiro e si concesse per qualche istante di guardarsi attorno: per certi versi era ancora un po' imbarazzante.
«Ragazzina», la richiamò poi Zayn.
Irene si morse il labbro inferiore, stupidamente convinta che non si sarebbe mai annoiata di sentirla chiamare in quel modo che per molti sarebbe potuto essere strano. I suoi occhi chiari saettarono dalla coppia di signori anziani che aveva furtivamente osservato fino a quel momento, poi alla figura proprio davanti a sé.
Zayn aveva appoggiato gli avambracci sul tavolo, doveva aver passato almeno un paio di volte le mani tra i capelli in quel breve lasso di tempo che era stata distratta e doveva averla osservata posare gli occhi un po' ovunque da come le sorrideva. Ma era bello, tremendamente affascinante e terribilmente disponibile. Ed era interessato a lei.
Irene arricciò le labbra.
«Tutto bene?»
La ragazza annuì, mostrandosi grata di quella domanda e ricambiando, allora, l'espressione felice.
Era contenta di essere lì, con Zayn e di lasciarsi andare ad un po' di divertimento che, di certo, non avrebbe mai fatto male a nessuno. Ed era ancora più consapevole che dopo tutta quella cena sarebbero arrivati altri momenti come quello in macchina di poco prima. Irene stessa si ritrovò impaziente, sperando che il tempo prendesse a scorrere più velocemente per andarsi a nascondere nell'auto di Zayn.
Avrebbe potuto passarci l'intera serata, là dentro.
«Mi piace questo posto», si sentì uscire dalle sue labbra. C'erano volte che le parole le uscivano di bocca senza che lei ci riflettesse su abbastanza o che meditasse se fosse il momento giusto o, per lo meno, quello più opportuno. Ecco, quello era una di quelle occasioni.
Zayn sollevò le labbra in quello che aveva tutta l'aria di essere un ghigno ed annuì, consapevole di tutto.
«Lo so», disse di fatti. «Mi sono fidato del mio istinto ed ha funzionato ancora una volta», aggiunse anche battendo un dito sulla sua tempia.
Irene lo osservò, con gli occhi appena sgranati ed il divertimento a colmarli. Con Zayn non c'era mai troppo spazio per la noia o l'imbarazzo: era in grado di metterti a tuo agio in poco tempo, scherzare su qualsiasi cosa ed ascoltarti con una dedizione tale da sembrare assorbito da ogni parola pronunciata.
Era un miscuglio strano, nuovo per Irene ma di certo non meno affascinante, anzi.
Nessuno, prima di incontrare Zayn, le riservava tali attenzioni da sentirsi così apprezzata. Non che avesse di certo bisogno di una presenza maschile nella propria vita per sentirsi tale ma, andiamo, tutti vorrebbero qualcuno che ci trattasse come più meritiamo.
La ragazza si spostò i capelli sulla spalla, poggiò anche lei gli avambracci sul tavolo e si sporse appena per essere più vicina al suo accompagnatore. Gli occhi di quest'ultimo saettarono velocemente dagli occhi di Irene alle labbra, per poi immergersi di nuovo in meritato e meraviglioso contatto visivo.
Sì, le piaceva decisamente quell'appuntamento con Zayn.
«Vuoi sapere una cosa?» Sussurrò allora lei, con un vago sorriso sulle labbra ed il tono della voce divertito.
Il ragazzo arricciò il naso, rimase in silenzio ad osserva per qualche altro istante e poi annuì, sporgendosi in avanti.
Tra i loro volti rimanevano poco più di dieci centimetri.
Decisamente troppi, pensò la ragazza.
«Ero un po' nervosa per questo appuntamento.»
E rivelarlo a qualcuno che non fosse la sua migliore amica ma il diretto interessato di tale stato d'animo era un gran passo in avanti ed un traguardo che significava solo tanta fiducia.
Irene scrollò le spalle quando Zayn aggrottò le sopracciglia. I capelli le scivolarono nuovamente sulla schiena.
«E adesso non lo sei?» Domandò allora il ragazzo, soffiando quelle parole dalla bocca con delicatezza.
La ragazza scosse la testa, mordendosi l'interno guancia. No, non al momento. Finalmente, ci sarebbe stato da aggiungere, stava bene, era calma e la sua unica preoccupazione era quella di godersi ogni instante di quella cena benché, come già accennato, non vedesse l'ora di tornare nell'auto e riprendere da dove si erano interrotti.
Non si ricordava quale fosse stata l'ultima volta che si fosse stressata ed agiata tanto per un appuntamento.
Certo, quel velo di preoccupazione, timore e nervosismo c'era ogni volta ma era qualcosa di diverso, non paragonabile a ciò che le era capitato di provare quella sera.
Gli appuntamenti, i ragazzi che la passavano a prendere, i baci non erano cose nuove per lei che, con i suoi diciannove anni, aveva vissuto le esperienze di una qualsiasi ragazza.
Aveva avuto il suo primo fidanzato, il suo primo bacio in un parchetto vicino a casa sua all'età di tredici anni e poi tutto era stato in salita. Alla prima cotta era poi subentrato il primo amore, un deficiente colossale a pensarci bene, le prime esperienze sessuali e a sedici anni, perché prima pensava fosse davvero troppo presto, aveva trovato il coraggio di andare sino in fondo con quello che era ormai il suo secondo vero ragazzo e quello che poi si era rivelato un altro coglione che per la testa aveva solamente tanta segatura.
Non era sempre stato facile rialzarsi dalle delusioni amorose, riprendere il controllo della propria vita, rendendosi conto che alla persona a cui hai donato un pezzo del tuo cuore non è mai fregato un accidenti di te.
Se non del tuo corpo, ovviamente.
In quei momenti Irene ricordava perfettamente che le uniche persone che potevano sollevarle l'umore erano la sua fidata e sempre presente amica Allie e i sorrisi di sua madre che non si lasciava scoraggiare dai brontolii della propria figlia e la coinvolgeva in qualsiasi attività bella o noiosa che fosse.
Erano stati momenti in cui madre e figlia si erano dedicate ad una bella pulizia della casa, soprattutto della camera di Irene per eliminare tutto quello che decisamente non era più gradito all'interno e cancellare ogni traccia dell'amore finito.
Irene aveva il coraggio di ammettere che non erano stati momenti semplici ma le due presenze femminili avevano reso tutto un poco più accettabile.
Forse, alla fine di tutto, Zayn valeva davvero la pena di tutto quello stress e di infinite preoccupazioni.
«Mi piace la tua sincerità e mi piace ancora di più il fatto che tu fossi tanto agitata. L'avevo notato. Ma eri carina.»
Irene, leggermente indispettita e molto probabilmente divertita, sollevò un sopracciglio, allontanandosi appena per poterlo vedere meglio in volto.
Un sorriso furbo si aprì sulle labbra meravigliosamente morbide al tatto di Zayn e i suoi occhi brillarono di divertimento e consapevolezza di piacere. Irene quasi arrossì davanti a quello sguardo.
La ragazza sospirò, o meglio sbuffò, prima di riprendere la vicinanza precedentemente persa. Avrebbe voluto colpirlo perché lui si era accorto del suo nervosismo. E lei che aveva cercato di mascherarlo nel migliore dei modi e credeva di esserci riuscita anche abbastanza bene.
Maledetto bastardo.
«Lo sapevi?» Chiede quindi.
Zayn semplicemente annuì, portandosi una mano sotto il mento con quel poco di barba che gli donava fin troppo.
«Tutte le tue riflessioni silenziose ti facevano assumere un'espressione troppo tenera. Non volevo disturbarti o intrometterti.»
Irene si portò entrambe le mani sul viso prima di borbottare un «Oh mio Dio», attutito da queste ultime e facendo sghignazzare il ragazzo.
Sghignazzare, santo cielo!
«Non ero tenera, ero ridicola», brontolò anche, ma evidentemente l'altro non doveva pensarlo nello stesso modo. Alzando gli occhi verso il soffitto, Irene lo vide perché si era creata delle fessure con le dita, le tolse le mani dal volto senza alcuna intenzione di smettere di sorridere.
«Accidenti, questo sì che è imbarazzante», pigolò poi, con voce bassa ma udibile per Zayn che non smise un istante di osservarla.
«Ehi, non fraintendermi, mi ha fatto piacere vederti così per me.»
La ragazza, con ancora i polsi stretti tra le mani dell'altro, arrossì violentemente prima di arricciare il naso ed assottigliare gli occhi.
«Ho sempre saputo saputo di piacerti. Mi serviva solo una conferma.»
Con un sorriso trionfante sulle labbra, Zayn, si lasciò scappare una piccola risata prima che Irene espirasse, non proprio delicatamente, l'aria dal naso: comportamento tipico di una ragazza beneducata.
«Cretino», si lasciò poi andare la ragazza, provando a trattenere il sorriso che minacciava di nascere, mordendosi il labbro inferiore. Non fu facile e non fu per niente convinta di esserci riuscita completamente.
Zayn, però, non diede cenno di aver notato nulla: Irene gliene fu grata.
Anzi, lasciò che i suoi occhi rimasero per qualche altro istante fissi sul volto della ragazza prima di lasciar andare, con sommo dispiacere e con tremenda lentezza, i polsi di Irene. La sua pelle così morbida al contatto e così chiara era forse l'afrodisiaco per eccellenza.
Aprì il menù e si costrinse a smettere di osservare quegli occhi chiari così accattivanti.
«Smettila di fissarmi, ragazzina. Mi distrai», disse poi, continuando, nonostante tutto, a sentire quello sguardo magnetico addosso.
Irene ridacchiò, proprio come poteva fare una ragazzina di tredici anni, si lasciò andare completamente contro lo schienale e permise che sul suo volto aleggiasse un'espressione vagamente divertita e pienamente consapevole di ogni cosa stesse facendo.
«Il menù», ripeté, nuovamente, Zayn. La ragazza recuperò l'oggetto in questione dal tavolo ed osservò con la coda dell'occhio l'altro scuotendo appena la testa.

Non fu una cena semplice e nessuno dei due negherebbe questa affermazione.
All'arrivo di Tom, che Irene non aveva ancora compreso bene come facesse a conoscere Zayn, il ragazzo si era perso in una chiacchierata divertita mentre l'uomo non mancava di coinvolgere Irene in racconti che effettivamente erano spiritosi. Zayn si limitava a scuotere la testa senza assentire o negare le parole dette. Era stato piacevole sapere qualcosa in più sul ragazzo, come per esempio che si recava al Blue quasi tutte le domeniche a cena con sua madre. Ed era piacevole sapere anche che fosse una delle prime ragazze a portare in quel ristorante.
Irene lo osservò di sottecchi a quell'affermazione e, con suo sommo stupore, poté ammirare Zayn Malik arrossire.
Arrossire, accidenti!
Non aveva detto niente però, preferendo mordersi il labbro inferiore e soffocare quello che sapeva sarebbe stato un sorriso ridicolo.
Tom se ne era andato poco dopo quella preziosa ed importantissima confessione.
Zayn a quel punto si era schiarito la voce, aveva osservato brevemente la bottiglia d'acqua e quella di vino, poste l'una accanto all'altra, e poi aveva sollevato lo sguardo su Irene che, con i suoi occhi chiari, non si stava perdendo una sola mossa del ragazzo.
Avevano entrambi sorriso, accompagnando, poi, quel l'espressione felice con una risata spensierata.
Forse era l'aria di tranquillità che si respirava al Blue, forse la sintonia che c'era tra loro due, forse era la piacevole musica o forse ancora la soffusa luce ma tutto ad Irene piaceva tanto. Quella sera, in qualunque modo sarebbero andate le cose in futuro, era perfettamente perfetta.
Dopo solamente un paio di bicchieri di vino rosso avevano preso a flirtare più di quello che stavano già facendo, finendo per non riuscire a non toccarsi a vicenda. Irene sfiorava la mano di Zayn ed a quel punto il ragazzo ricambiava poggiando la sua sul ginocchio di Irene. Era un gioco, divertente e malizioso, al quale nessuno dei due voleva sottrarsi. I loro sguardi erano alla ricerca continua, le loro pelli bramavano qualche contatto in più e di certo le loro bocche avrebbero voluto farsi compagnia.
Era un'atmosfera nuova, per un certo verso, qualcosa che si deve ancora scoprire a fondo, da conoscere fino alla fine ma, al tempo stesso, tanto piacevole da poterla decretare famigliare.
Irene si era inumidita le labbra numerose volte, più di quanto era necessario, e ogni volta gioiva nel constatare di come gli occhi di Zayn si soffermassero su di esse, interrompendo così ogni gesto che stava compiendo
Non era una situazione che metteva a disagio nessuno dei due, anzi, si divertivano anche se non lo avrebbero mai ammesso.
Per questo non fu una cena affatto facile. Quando, infatti, Zayn chiese il conto, Irene sospirò soddisfatta di essere riuscita in quella che sembrava un'impresa impossibile. Se non altro nessuno dei due aveva scavalcato il tavolo per baciare l'altro in modo decisamente inappropriato dal momento che si trovavano in un ristorante.
Tom, con uno sguardo di chi la sapeva lunga, osservò di sfuggita le loro mani unite prima di sorridere ai due ragazzi.
«Vi aspetto la settimana prossima. Non deludetemi.»
Irene sghignazzò, imbarazzata, e si strinse nelle spalle, godendosi il calore provocato dal braccio di Zayn che stava andando ad avvolgerle le spalle, come per proteggerla ulteriormente dall'aria fredda che avrebbero affrontato in pochi minuti.
Quest'ultimo, con gli occhi chiusi ed il capo chino, scosse la testa, arreso alle parole dell'uomo.
Nessuno dei due, inoltre, l'avrebbe mai ammesso ma era bello sentir parlare al plurale.
Zayn salutò Tom con un'ultima stretta di mano, una finta occhiataccia ed un sorriso sulle labbra prima che si decidesse ad uscire definitivamente dal ristorante.
Fuori le temperature si erano abbassate rispetto a quando erano arrivati. Nell'aria c'era perfino odore di neve.
Irene, le cui guance arrossate suggerivano che, forse, i bicchieri di vino che aveva bevuto avessero avuto l'effetto che sperava, si strinse nella sua sciarpa, rigorosamente nera, e si ritrovò ad imprecare silenziosamente per aver scelto un cappotto decisamente troppo leggero per quel tipo di clima.
Ora, a distanza di qualche ora e di un po' di alcool, poteva vantare di una certa scioltezza e calma di cui prima era sprovvista e di ciò volle approfittarne. Stringendosi maggiormente al corpo di Zayn, infilò una mano nella tasca del cappotto di quest'ultimo per incamerare quanto più calore possibile. Il ragazzo strinse tra loro le labbra e la lasciò fare, approfittando della vicinanza per lasciarle un bacio tra i capelli che Irene accolse con stupore e beatitudine. Era ancora abbastanza lucida per capire cosa accadesse attorno a lei. Sollevando, allora, il capo sufficientemente per incontrare lo sguardo di Zayn ed il suo ghigno sempre presente, lo osservò.
Si soffermarono, entrambi, a guardarsi, a scrutarsi e a cercare di capire tante cose che le parole non lasciavano trapelare. Permisero ai loro occhi, curiosi ed insaziabili, di prendere nota di ogni particolare sul viso dell'altro: i tratti definiti di Zayn così in antitesi con quelli più delicati di Irene, i loro occhi di colori così distanti eppure tanto belli da creare un colore unico ed inimitabile, le labbra rosee e gonfie per il freddo della ragazza così diverse da quelle del medesimo colore ma più sottili del ragazzo e molto altro ancora che le solo loro pupille riuscirono a catturare.
Incertezza e insicurezza galleggiavano nelle iridi chiare della ragazza mentre in quelle scure del ragazzo si potevano leggere chiaramente decisione e sicurezza. Un mix fatale e tremendamente accattivante che lo rendeva ancora più attraente agli occhi di Irene.
Quel rimanere fermi, increduli davanti a quello che stavano facendo era un po' come abbattere l'ennesima barriera.
C'è qualcosa di tremendamente intimo e decisamente troppo sottovalutato nell'osservare una persona negli occhi e cercare di capirci qualcosa.
Forse il passo prima del contatto fisico, del sesso o di qualsiasi preliminare spinto.
È qualcosa di decisamente più personale dello spogliarsi davanti a qualcuno. Innumerevoli persone, ogni giorno ed in ogni parte del mondo, si privano si ogni loro vestito per qualcuno a cui magari non sono legati da nessun sentimento, facendolo per il solo puro gusto di sentirsi vivi, apprezzati nel poco tempo speso in quella fuga fatta di lenzuola sgualcite, baci che non hanno il sapore di amore ma di banale, anche se appagante, sesso e corpi che si muovo senza la sincronia di cui ci sarebbe il bisogno. Spogliarsi può essere un gesto meccanico, sentire un corpo nudo sopra il proprio può essere piacevole e sicuramente l'orgasmo lascerà la sua impronta su di noi ma niente sarà mai paragonabile a quello in cui due persone amate si lasciano andare. Ed il guardarsi negli occhi e scoprire qualcosa di nuovo può essere un ottimo punto di partenza per non finire nel letto di qualcuno di cui non se ne ha cura o nemmeno si conosce.
Dopo, ovviamente, ad ognuno spetta la propria scelta.
Solo innumerevoli istanti dopo essersi lasciati trascinare in un modo loro, in un luogo lontano anni luce da quello in cui si trovavano, invece, in quel momento, Zayn fece scivolare lo sguardo sulle labbra di Irene che, a sua volta, fece svolazzare le lunghe ciglia, coperte da un leggero strato di mascara pur senza mai interrompere realmente quel prezioso contatto visivo.
Zayn era il ragazzo che, forse, dentro di sé, Irene, aveva sempre cercato. Non possedeva quel lato immaturo che prima o poi si manifestava sempre nei ragazzi della sua età, non era ingenuo o stupidamente superficiale come quelli che le era capitato di incontrare e di sicuro i suoi problemi non riguardavano il post-sbronza della domenica o una partita alla PlayStation interrotta per colpa di una chiamata o peggio, a detta loro, di un mucchio di studio da non poter tralasciare. Forse, effettivamente pensandosi, qualche piccola responsabilità se la assumevano pure loro. Certo, doveva essere difficile chiudere una partita nel bel mezzo di un conflitto a fuoco in GTA ed allontanarsi, volontariamente, da qualsiasi tipo di videogioco. Davvero ammirevole da parte loro.
Zayn era quello che aveva sperato di incontrare, un giorno. Era sicuro di sé ma per niente arrogante, la metteva in imbarazzo, certe volte, ma Irene sospettava lo facesse di proposito per vederla arrossire o sorridere imbarazzata. Era consapevole dell'assurdità di quell'ipotesi e di quanto l'avesse avanzata senza avere, effettivamente, alcuna prova ma le piaceva pensare che ci fosse qualcuno, al di fuori della sua famiglia e dei suoi amici più stretti, che sarebbe stato disposto a fare sciocchezze simili per lei. Zayn era dolce, premuroso e dannatamente adatto ad una come lei. I suoi modi di fare, il ghigno presente sempre sulle sue labbra e la sua risata cristallina si erano rivelate caratteristiche che non solo le protagoniste dei tipici e quasi banali romanzi rosa riuscivano a trovare e quello, decisamente, era un punto a suo favore. Era stato difficile, un po' impegnativo, ma con un pizzico di fortuna e col destino che, incredibilmente, aveva deciso di stare dalla sua parte, credeva di aver trovato anche lei quel qualcuno che avrebbe potuto significare molto.
Coerentemente ai suoi mille pensieri, alla sua voglia di vivere attimo per attimo, in compagnia di Zayn, prese la sua decisone migliore della serata, forse anche quella della sua intera vita, prima che la razionalità decidesse di fare nuovamente capolino e fermarla da quello che avrebbe voluto fare. 
Alzandosi sulle punte e schiacciando il suo corpo contro quello del ragazzo, Irene, osservò di sfuggita le sopracciglia di quest'ultimo aggrottarsi ed il suo corpo voltarsi completamente in direzione della ragazza prima che lei lo baciasse.
Se Zayn ne fu sorpreso non lo diede a vedere. Le sue mani calde, il cui tocco bollente attraversò gli stati di vestiti di Irene, si posarono sui fianchi della ragazza, giusto qualche istante prima che le sue labbra prendessero a muoversi sicure ed esperte come sempre, senza alcun timore, cullati ormai dall’abitudine di quel gesto.
Era bello lasciarsi andare, gettarsi a capofitto in qualcosa di cui non si aveva il pieno controllo: in balia del piacere, della naturalezza dettata dal gesto, della spensieratezza che non si poteva non provare.
Irene sospirò, non potendo fare a meno di sorridere e sentirsi sollevata e grata che Zayn la tenesse così stretta, così vicina a sé da non lasciare il minimo spazio tra i loro corpi, come se tutto dipendesse dalla loro vicinanza. Lui le accarezzò con la lingua il labbro inferiore e ciò che fece in quel momento, quasi fosse una risposta al gesto del ragazzo, fu gemere. Un gemito quasi impercettibile, leggero e soffice come una nuvola, poco udibile a chiunque non fosse Zayn che, invece, lo udì forte e chiaro. La sua mano destra, allora, si spostò alla base della schiena di Irene, spingendo il bacino della ragazza contro il suo, e portando le labbra sul collo dell’altra che, senza pensarci troppo, gettò la testa all’indietro, lasciandosi cadere nella beatitudine di quei tocchi eccezionalmente sensuali.
Le dita magre della ragazza finirono tra i capelli di Zayn e tutto quello che seppe fare lui fu grugnire per niente dispiaciuto del gesto.
«Dannazione», imprecò poi quest'ultimo prima di lanciarsi nuovamente sulle labbra di Irene.
Era un bacio caotico, confusionario e di certo non lento come quelli che c’erano stati prima di quello. La mancanza della solita delicatezza, della dolcezza e dell’accortezza di Zayn per ogni sua mossa venivano completamente a mancare questa volta in favore, invece, di denti che si scontravano, bocche affamate e saliva. Ma era tutto troppo bello, troppo naturale e dannatamente perfetto anche nella sua imperfezione.
Quando entrambi si separarono, ormai a corto di fiato e con le labbra piacevolmente arrossate e gonfie, si persero nuovamente ad osservarsi fino a che la situazione non divenne buffa. Allora le labbra di Zayn si aprirono in un sorriso soddisfatto ed Irene rise piano, scuotendo il capo e lasciandosi abbracciare dalla sensazione di avere il ragazzo accanto a sé, dal tepore che il suo corpo sapeva regalarle.
Tuttavia, poco dopo, l'attenzione della ragazza venne catturata da un taxi fermatosi a pochi metri da loro.
Irene aggrottò le sopracciglia e Zayn, in risposta alla sua espressione confusa, ridacchiò un poco prima di invitarla a salire con un cenno del capo.
«Avanti ragazzina, si gela qui fuori.»
Lei, che ancora non riusciva a capire cosa significasse quello, rimase immobile per qualche altro istante, osservando alternativamente l’auto, che adesso aveva una portiera aperta, e la figura del ragazzo che stava ad aspettare.
«Ti posso assicurare che non mordo», disse anche Zayn, come ulteriore rassicurazione.
Irene, gli lasciò un'ultima occhiata prima di lasciarsi convincere dalla voce ruvida e roca del ragazzo e guardandolo muovere il capo in un movimento che implicava di infilarsi in auto decise di accontentarlo definitivamente, più per il fatto che anche per lei il freddo non fosse un grande amico.
Con uno sbuffo sollevato, accettò di buon grado il tempore dentro il piccolo abitacolo e con un sorriso imbarazzato salutò l'uomo alla guida che pareva osservarli con aria stanca ed annoiata.
Ma, Irene, ebbe davvero poco tempo per preoccuparsi di ciò. Solo pochi istanti dopo, infatti, Zayn si sedette al suo fianco ed avvolgendole un braccio attorno alle spalle si sporse appena quello che bastava per dare l'indirizzo dell'appartamento della ragazza.
Questa, con i suoi occhi chiari fissi sul volto di Zayn lo ascoltò parlare con quel suo accento non di Birmingham mentre le sue dita arrotolavano distrattamente ciocche lunghe e bionde. Irene trattenne il fiato per qualche secondo al gesto così inusuale ed inaspettato ma si godette la sensazione di leggerezza e spensieratezza che era riuscita a guadagnare grazie a Zayn. La sua cute pizzicava per le piccole ma importanti attenzioni che i suoi capelli stavano guadagnando e, se non fosse stata impegnata a studiare il modo armonico in cui la mandibola incontrava il collo del ragazzo, forse lo avrebbe baciato, avrebbe sorriso o avrebbe fatto una delle altre sciocchezze simili che si fanno quando si è felici.
La barba appena accennata che ricopriva le guance di Zayn sembrò particolarmente piacevole al tatto ed Irene si godette il modo in cui il suo respiro si fermò per qualche millesimo di secondo al contatto. Irene avrebbe voluto ridere per la sua reazione, avrebbe in qual modo voluto fare qualcosa anche questa volta ma l'unico gesto che le sembrò particolarmente giusto da fare fu posare le sue labbra sulla guancia del ragazzo. Tutto il corpo di Zayn si tese nell'esatto istante in cui la bocca di Irene sfiorò delicatamente la sua pelle olivastra.
In fin dei conti si trattava di attesa, giusto il tempo che uno dei due facesse la prima mossa.
Da quando si erano separati, fuori dal taxi, sapevano bene entrambi che sarebbe successo qualcosa anche dentro l'auto.
Lo sguardo di Zayn si spostò sul viso di Irene, sulle sue guance arrossate, nei suoi occhi chiari, che in quel momento erano più blu notte, sino ad arrivare alle sue labbra, piacevolmente tormentate dai denti. Rimasero entrambi in silenzio, come se ormai non ci fosse più nulla da dire, come se ormai fosse tutto troppo superfluo, come se di parole adatte a quel momento non ce ne fossero. Rimasero semplicemente a guardarsi, a scrutarsi per l'ennesima volta ed a cercare di capire cosa volevano entrambi veramente.
Zayn sospirò, sconfitto su tutti i fronti ed ormai consapevole della dura verità: avrebbe fatto tutto quello che Irene avrebbe voluto, non sarebbe riuscito a fare altrimenti. La ragazza, dal canto suo, permise ai suoi denti di lasciare stare le sue labbra, forse un poco martoriate, e si impresse su di esse un sorriso trionfante, quasi vittorioso: come se fosse a conoscenza della debolezza dell'altro. Il loro strano gioco continuava e, per il momento, nessuno aveva intenzione di arrendersi e dichiararsi sconfitto. Con l'indice Irene tracciò il contorno delle labbra del ragazzo e poi scese, fino a percorrere il collo, salire vicino all'orecchio e per poi, infine, intrufolare la mano nei suoi capelli. Ed era maledettamente bello e fin troppo perfetto avere la pelle di Zayn sotto il proprio tocco, bearsi dei suoi sguardi e dei suoi occhi colmi di quella che si potrebbe definire solo lussuria. E quando lui fece avvicinare il corpo di Irene al proprio, in un gesto di pura passione, ad entrambi era ormai chiaro che non si sarebbero voluti separare, non quella sera, non in quel momento.
Il viso della ragazza si voltò in direzione della strada per qualche secondo, per tentare di capire dove mai fossero finiti più che per altro, e poi riportò nuovamente i suoi occhi, chiari e colmi di intenzioni opportunamente velate, sul volto di Zayn.
E per quando magari la scelta potesse essere sbagliata agli occhi molti o decisamente prematura per altri, il ragazzo, con la sua voce richiamò l'attenzione dell'uomo alla guida, chiedendogli di invertire il senso di marchia e di dimenticare la destinazione da lui detta precedentemente.

Irene trattenne il fiato qualche secondo e lasciò che per poco tempo il dubbio avesse la meglio su di lei prima di notare la mano di Zayn poggiata sulla sua gamba ed il proprietario di questa con la schiena comodamente poggiata allo schienale del sedile, un sorriso pigro sulle labbra, i capelli un poco spettinati ed i suoi occhi incredibilmente scuri su di lei: una sensazione talmente inebriante da farle scordare tutto quello che non fosse in quella macchina e nel ristretto spazio che divideva il suo corpo da quello del ragazzo.



Note autore:
Non dico che è passato un mese dall'ultima volta ma poco ci manca. L'estate ha risucchiato tutta la mia attenzione. Tra giornate spese ad oziare, altre a vagabondare come una disperata tra piscina e casa per cercare di frenare, in qualunque modo, il caldo afoso che si sta scatenando come non mai e la mia perenne stanchezza, sul serio non penso possa esistere persona più pigra di me in questo mondo, riuscivo a trovare poco tempo per proseguire con la scrittura. Nonostante tutto continuo a godermi la mia estate, nonché la stagione che preferisco, benché sia ancora così bianca da sembrare uno spettro. Sabato, inoltre, partirò anche per il mare e tutta la mia felicità si sta concentrando su questo piccolo traguardo che sembra sempre più vicino. Dopo mesi passati sui libri, stress da ogni parte mi merito di andarmi a disperdere su qualche spiaggia della Sardegna e dimenticarmi ogni cosa che non sia il bellissimo mare, il sole caldo e la sabbia. Saranno quindici giorni di puro e bellissimo relax. Non preoccupatevi, però, ho intenzione di trovare anche il tempo per continuare a scrivere.
Spero, in ogni caso, che anche le vostre vacanze proseguano nel migliore dei modi e che vi stiate divertendo come non mai. Godetevi il tempo libero che avete a disposizione.
Ma ora, se mi permettete, vorrei passare a parlare del capitolo.
Nell'ultimo periodo, di nuovo aggiungerei, il famoso blocco dello scrittore ha avuto la meglio su di me e scrivere è diventato difficile se non infattibile. Non riuscivo proprio ad immaginare cosa sarebbe potuto succedere e con le parole non riuscivo a trasmettere quello che avrei voluto. È frustrante quando ciò accade perché non sai da che parte prendere, la fantasia sembra essersi volatilizzata e benché si abbia voglia di prendere in mano la situazione il tuo inconscio rende tutto più infattibile. Quindi, ragazze mie, è per questo che anche la scrittura è stata rallentata. L'altra sera, però, è successo l'incredibile. Dopo essermi dedicata un po' a me stessa, con questo intendo viziarmi e coccolarmi un poco, ed essermi immersa nella lettura di un bellissimo libro, ho aperto di nuovo il file di I'll Show You My Heart e le parole sono uscite spontaneamente, senza alcun problema e, di fatti, il poco tempo sono riuscita a concludere il capitolo.
Sicuramente avrete notato che è più lungo degli altri. A causa del fatto che scrivo volta per volta non riesco ad organizzare a pieno i capitoli e non potevo assolutamente pubblicare solamente la prima parte e separarla così dalla seconda. Ho voluto, inoltre, "concludere", per così dire, la prima fase dell'appuntamento. Certo quello che succederà dopo sarà il proseguimento della serata e sono certa che molte di voi avranno anche già immaginato in che modo andrà a finire ma vi chiedo la cortesia di non fare di tutta l'erba un fascio. La mia fantasia corre come un treno da mesi per quanto riguarda questo pezzo della storia e ci saranno davvero numerosi colpi di scena a riguardo.
Sicuramente la prima parte del capitolo è la mia preferita. Irene è così sincera e vulnerabile che riesco perfettamente ad immedesimarmi in lei. Non è una di quelle protagoniste sempre sicure di se stesse, senza alcun timore e pronte a vivere ogni esperienza della propria vita con il giusto spirito. Irene è una ragazza che in passato è stata ferita, come capita a molte altre, una persona vera che se da una parte non vuole rischiare che il suo cuore venga spezzato l'ennesima volta, ma non vuole privarsi nemmeno di quei sogni ad occhi aperti che un po' tutti facciamo. Sono completamente entusiasta del fatto che sia riuscita a confessare la sua agitazione e tutte le sue preoccupazione per quell'appuntamento a Zayn. E importante fidarsi di una persona e soprattutto potergli confidare cose simili. Non sono sciocchezze, i timori non fanno di noi persone meno interessanti. Anzi, io stessa credo fermamente nella libertà di espressione. Ognuno deve avere l'opportunità di dire quello che più vuole, senza alcuna costrizione e senza alcuna preoccupazione e non avere la terribile paura di essere giudicati. Irene è una ragazza come molte di noi che vuole cercarsi di godersi il momento ma al tempo stesso è tanto agitata da dover fingere che tutto sia ok.
Zayn, davvero, è un amore. L'arroganza non è una caratteristica che gli appartiene e ci tengo che questo venga sottolineato perché non vorrei che qualcuno creda questo. Si è accorto perfettamente di ciò che non va nella ragazza ma credo che la sua premura, per farla sentire a proprio agio e rassicurarla per quanto gli è possibile, parli molto già da sé.
Una persona ha bisogno dei propri spazi, di non sentirsi soffocata e soprattutto di sentirsi apprezzata a sufficienza.
Trovo che Irene e Zayn siano un'accoppiata perfetta, che si completino a vicenda. Sono perfetti l'uno per l'altra e davvero non credo che qualcuno possa smentire questa mia ultima affermazione.
È bello come si fidino l'uno dell'altro, come si lascino andare quando sono insieme e come siano felici.
La seconda parte è quella un po' più lunga ed un po' più complessa nella lettura ma decisamente anche la più intensa. Il discorso del guardarsi, dell'osservasi a lungo negli occhi mi è piaciuto parecchio scriverlo. Le parole sono uscite naturalmente, senza alcuna costrizione ed in davvero poco tempo. Non dico un'assurdità ma ho davvero impiegato meno tempo a scrivere la seconda parte rispetto alla prima.
Il contatto visivo, secondo me, è davvero qualcosa di decisamente sottovalutato. È difficile guardare negli occhi una persona e mettere a nudo ogni propria preoccupazione, sentimento o timore che trapelano chiaramente dalle nostre iridi.
Eppure loro ce la fanno. Mi piacciono anche per questo. Sono così naturali ed adorabili che mi scoppia il cuore di felicità nel raccontare la loro storia. Nel bene o nel male quando si scrive si finisce sempre e volentieri per affezionarsi ai protagonisti.
Ovviamente mi mancano Harry, Niall ed Allie ma presto ritorneranno anche loro e sono lieta di annunciarvi che è sempre più vicina l'entrata in scena dei miei Lilo.
A proposito di loro non so se avete avuto occasione di ascoltare Back To You. Beh, se non l'avete ancora fatto è il caso che rimediate al più presto. È davvero una perla come canzone e sono contenta e molto orgogliosa del mio pulcino. L'altra sera lui e Bebe Rexha si sono anche esibiti live per la prima volta ed è stato meraviglioso. Louis è stato bravissimo e non posso spiegare la felicità nel vedere la sua confidenza aumentare minuto dopo minuto. Il mio piccolo tesorino merita di essere protetto in ogni momento e da ogni male possibile.
Da fine Agosto, inoltre, potremo anche ammirare Harry sul grande schermo. Mi sono già organizzata con la mia bff per andare a vederlo. Lei, diversamente da me, non condivide la mia passione ma in quanto mia cara amica e preziossisima persona ha deciso di accontentarmi per farmi felice. Cosa potevo desiderare di meglio?
Bene, mie belle fanciulle, anche per oggi credo di aver blaterato abbastanza. Le mie note autore sono sempre lunghe in modo imbarazzante. Detto questo mi dileguo. Vi dico solamente che per leggere tutto quello che ho pubblicato negli anni precedenti basta che clicchiate
qui. Spero davvero che passiate del bellissimo tempo in compagnia delle persone che preferite e che riusciate a godervi quest'estate che sta quasi giungendo alla fine.
Vi lascio un grande abbraccio e non posso che dirvi alla prossima!
Ah, mi scuso per eventuali errori ortografici che provvederò a correggere il prima possibile.
All the love. xx
-Micol :)

  
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