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Autore: Mia addams    12/08/2017    0 recensioni
Il mio nome era Lily Potter. La mia vita non poteva definirsi noiosa ma di certo non era all'altezza della vita che aveva vissuto la mia famiglia. Spendevo il mio tempo mettendomi nei guai e progettando schemi di Quidditch, attività che adolescenti scalmanati potevano benissimo portare avanti senza finire un giorno sì e uno no in fin di vita.
Ero nata in una generazione che aveva tutto, che non aveva nulla per cui lottare, nulla in cui sperare. Ovviamente, quando dicevo che avrei voluto una vita più movimentata non intendevo vivere una vita in cui la paura di morire da un momento all'altro o di perdere le persone che ami predominava ma mi sentivo alquanto inutile.
« Sei fortunata! » mi rimbeccava continuamente mia madre. « Vuoi davvero che qualche altra minaccia tenti di seminare il caos e distruggere ciò che abbiamo creato? »
« Nessuna strana minaccia attaccherà il nostro mondo, mamma. Questo è assurdo! »
E da quando in qua io avevo ragione su qualcosa?
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dominique Weasley, Hugo Weasley, Lily Luna Potter, Lysander Scamandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Addio alla decenza.


Il mattino successivo fui svegliata da colpetti piuttosto rumorosi di clacson e mi ritrovai mio fratello Albus particolarmente vicino al mio viso e con un sorrisetto serpeverdesco che, immaginai, aveva tutto a che fare con il segnalatore acustico udito poco prima. Era il giorno dei due addii, celibato e nubilato, e in maniera molto probabile i miei cugini si stavano già organizzando per movimentare la serata, chi in maniera rigorosamente legale e chi, invece, no.
Dal mio canto, avrei movimentato la mattinata in modo piuttosto violento se mio fratello non si fosse allontanato da me.
« Preparati. » disse lui, sporgendosi alla finestra e facendo dei gesti teatrali con le mani, muovendo la bocca senza parlare. « Forza, i nostri cugini ci stanno aspettando in macchina. James si sta preparando, faresti bene a muoverti anche tu. »
Mi misi a sedere con una certa stizza e uno sguardo minaccioso a dir poco. « Io non vengo da nessuna parte con te e James. » sibilai, afferrando con forza il lenzuolo e trascinandomelo addosso.
« Sì, sì, Jamie me ne ha parlato. » disse Al, facendo sparire il sorrisetto e prendendo posto sulla sedia alla scrivania. « Beh, non ci possiamo fare niente, d'accordo? Nostro padre ci ha fatti promettere di non dirti niente sulle condizioni del nostro paese per ragioni a noi sconosciute: era quasi in lacrime. Non essere così severa e non prendertela con noi. Non ci siamo neanche visti con calma, durante le feste questa casa diventa sempre un hotel. »
Scossi il capo anche se in un certo senso aveva ragione. Io e mio fratello Al non avevamo un rapporto in cui si era inclini a raccontarsi faccende, anche se di tanto in tanto qualche confessione tra noi usciva fuori. Quel rapporto non era come quello che avevo con James, al quale tendevo a raccontare moltissimo e viceversa, ma ero comunque offesa dal comportamento di Albus, che aveva preferito tenere celato il tutto.
Ero furibonda con entrambi, anche se James aveva superato il limite.
« Non mi interessa, io non... »
« Ah, eccolo qui: l'amor proprio tipico Grifondoro. » sbuffò Albus, alzando gli occhi al cielo. « Mi stavo giusto chiedendo quando sarebbe uscito fuori. »
« Io non... »
« Sono sincero con te, avevo altre cose più importanti a cui pensare che stare a rimuginare sul fatto di non aver detto a mia sorella in che grosso pericolo si trova il nostro paese. » concluse Albus, in tono definitivo. Lo apprezzai per la schiettezza e per la coerenza; infondo, Al non mi aveva mai riferito nulla di veramente serio se non per dispetto di qualcuno o per suo piacere e divertimento. « L'avresti scoperto da sola, come hai sempre fatto. E poi, di solito chi ha la bocca aperta e tende a raccontarti cose sarebbe James ma anche lui ha avuto da fare. »
« Con Dominique? » sussurrai, irata già dalle prime luci dell'alba.
« Anche. » rispose mio fratello, senza scomporsi minimamente. « Senti, la situazione parla da sola e io continuo ad essere sincero con te dicendoti che li sto aiutando a tutti i costi. Certo, mi piace stuzzicare James ma sta attraversando un periodo difficile. Per questo non abbiamo ritenuto necessario dirti della loro relazione... sapevamo che l'avresti presa di merda, col carattere che ti ritrovi. »
Ah, davvero, un grosso ringraziamento va a voi, fratelli miei.
Sbuffai indispettita e calciai il lenzuolo ai miei piedi. « James fa parte dell'Ordine della Fenice? »
« Sì, da quando ha saputo degli attacchi riguardanti te. E anche io. » rispose mio fratello, con la solita pacatezza che lo discerneva e senza battere ciglio.
« Per quale motivo non venire da me e parlarmi? »
« Per lo stesso motivo per cui i nostri genitori non l'hanno fatto. »
« Quale? »
« Nostro padre... »
« ... vi ha fatto promettere, bla, bla. E allora? Da quando voi state a quel che dice nostro padre? Da quando siete diventati così coscienziosi? Merlino santissimo, mi sembra di parlare con zio Perce. »
« Non mi aspetto che tu capisca le decisioni di nostro padre e non sono qui per rompermi gli aristocratici gioielli con te. » Al si era precipitato accanto al mio armadio, l'aveva aperto e mi aveva gettato addosso un paio di vestiti e un costume, tra i più orribili che avevo. « Ci stanno aspettando, forza, dobbiamo affrontare un matrimonio! E non facciamo discussioni stupide. È quello che vuole il nemico: dividerci a tutti i costi. »
E ci sta riuscendo benissimo. - mi ritrovai a pensare, desolata.
Tenendo rigorosamente il broncio a mio fratello e espellendolo a calci dalla mia camera, mi preparai in fretta e scesi insieme ai due con espressione di chi dichiarava aperto suicidio (o omicidio, era lo stesso). Una volta in cortile, scoprii che Rose aveva preso la patente esattamente come James e la costrinsi a farmi guidare l'auto dello zio Ron, affermando di essere bravissima a farlo. Nessuno mi credette ma un'occhiata di James costrinse praticamente nostra cugina a cedermi l'automobile e arrivai ad un'altra tremenda conclusione: anche Rose sapeva tutto, con la sola differenza che io e lei ci eravamo incontrate raramente, se non mai, ed era più che giustificata.
« Sei... ehm... sicura di riuscire a guidarla? » chiese Rose in tono incerto, schiacciata nei sediolini posteriori tra James e Albus, che si tenevano ai rispettivi manici di lato alla macchina, finendo di tanto in tanto a cozzare le teste contro i finestrini.
Sterzai bruscamente e udii con soddisfazione il rumore di una testa che batteva sui montanti della macchina. « Certo che sono sicura. Sei ancora viva, no? » buttai lì, mentre Hugo, seduto accanto a me coi piedi allungati sul cruscotto, ridacchiava e gioiva ad ogni curva violenta che prendevo giocherellando una gomma giallo vomito dall'aria per niente innocente.
« Questo non è affatto divertente. » esordì Rose, scoccando uno sguardo di rimprovero al fratello e a James, che fece spallucce.
« Decisamente no. » convenne Albus, che aveva assunto in viso una delicata sfumatura di verde.
Guardai nello specchietto laterale e sorpassai un auto assai malconcia. Nello specchietto centrale vidi Rose stringere di parecchio le labbra e dare una gomitata nelle costole di James, che continuava a fissare fuori dal finestrino senza degnarla di uno sguardo.
« Comunque, cosa abbiamo regalato ai due sposini? »
« La luna di miele. » rispose prontamente Rose. « Gira a destra! Andremo a Villa Conchiglia per fare una sorpresa alla cara Victoire. Mi sono offerta - attenta al marciapiede! - di organizzare questo incontro tra noi parenti. Sono tutti molto emozionati! »
« Fred e Rox? » chiesi, meravigliandomi del fatto che non si trovavano con noi.
« Si smaterializzano da - rallenta, cazzo! - casa direttamente da zio Bill. » rispose Rose, mantenendosi il petto con una mano. « Per le mutande di Merlino, non so davvero come diavolo mi sia saltato in mente di venire da voi con la macchina quando si poteva evitare tutto questo panico utilizzando la metropolvere o la smaterializzazione. » e rivolse a James uno sguardo che dichiarava guerra aperta.
Dopo aver fatto pentire Rose per avermi ceduto l'auto e quando ci ritrovammo più volte a camminare sui marciapiedi, urlando scuse ai passanti e ai negozianti dai finestrini e quando riuscii ad investire addirittura un carretto con la frutta in un mercato di un paesino lì vicino, anche James si convinse, probabilmente, che non mi avrebbe concesso il lusso di guidare neanche se avessi conseguito l'esame per la patente Babbana.
Arrivammo, dunque, a Villa Conchiglia in modo piuttosto rapido.
Sostai la macchina con una pericolosa curva nel cortile sabbioso e acciottolato della Villa rischiando quasi di investire Fred, Roxanne e Dominique che ci stavano attendendo lì. In tutto quel caos, mio fratello Albus aveva avuto la prontezza di sterzare con la bacchetta e James, dopo aver trasfigurato in tutta fretta la parte anteriore dell'auto in un cuscino in modo da non farci ammazzare, uscì fuori dall'auto ancora in corsa trascinando con lui Rose. Destati dal rumore, fecero capolino Louis e niente di meno che Lysander in persona che si affrettarono a controllare che non fosse accaduto nulla in giardino. Quest'ultimo, probabilmente invitato su insistenti richieste di Dominique e Rose, prima si mise le mani nei capelli, del tutto sconvolto, poi si aprì in un sorriso piuttosto ansioso e con uno slancio di galanteria corse ad aprirmi la portiera dell'auto.
Ruzzolai impacciata fuori inciampando nei miei stessi piedi, abbastanza rintontita.
« Non sapevo guidassi. » mi accolse il biondino, in saluto.
« Difatti non guida. » rispose Albus piccato, reprimendo il desiderio di vomitare o di uccidermi mentre Rose sputacchiava sabbia e piccole pietruzze fissandomi a sottecchi. « Quello che fa si chiama omicidio assistito! »
« È stato fantastico! » esordì Hugo meravigliato, balzando dalla macchina e saltandomi sulle spalle, ancora del tutto divertito per quello che era appena accaduto. Aveva gli occhi rossi e gonfi dalle lacrime, non riusciva a smettere di ridere. « Ho visto la faccia di Al dallo specchietto, non potete neanche immaginare... »
Roxanne e Fred scoppiarono a ridere; Albus aveva alzato i suoi occhioni verdi al cielo.
« Victoire? » domandai.
« Dentro. » intervenne Dominique, che era stata tutto il tempo immobile ad osservare la scena di poco prima.
Dal mio canto, fissai i miei due cugini e feci un sorrisino alquanto malizioso ignorando completamente Dominique. « Voi due... con me! Ho un'idea per far passare una buona mattinata alla nostra sposa. »




« Che diavolo ci fate lì sopra? »
La voce esasperata e isterica di Rose si udì chiarissima nonostante l'intenso rumore del motoscafo che volava sullo specchio d'acqua come una libellula. Accostai il motoscafo accanto alla riva, poco distante da Villa Conchiglia, e scoppiai a ridere di fronte alle espressioni stupite che i ragazzi mi rivolgevano.
« LILY, PER GLI SLIP CONSUNTI DI MERLINO! » esordì Rose, che in meno di un'ora aveva rischiato più di dieci infarti.
« Poche storie e salite a bordo! » la mise a tacere Hugo, calando una scaletta e facendo l'occhiolino a Victoire e le sue amiche, che stavano sorridendo in maniera del tutto spensierata senza curarsi delle imprecazioni di Rose. « Le madame hanno bisogno di un aiuto da un virile uomo? »
« Sei così carino. » rispose Victoire, accettando la mano di nostro cugino. « Anzi, siete tutti carini. Che bellissima sorpresa! »
« Ohhh. » si inserì immediatamente Fred, fiutando terreno di conquista e ridacchiando alle amiche di Victoire, dimenticandosi completamente della sua fiamma a scuola e dedicandosi solo al presente. Allungò la mano verso le tre donzelle imitando il cugino e fece un breve inchino, accludendo: « Desiderate una mano anche da un altro virile uomo? Due mani sono meglio di una, no? »
Le ragazze scoppiarono vivacemente a ridere e accettarono gli aiuti da parte dei nostri cugini per salire sul motoscafo; Roxanne, dal suo canto, si mise ad urlare come un'impossata quando, in procinto di scivolare, suo fratello Fred l'aveva afferrata per le chiappe e l'aveva messa in salvo. Cosa che non accadde a lui, che ricevette un calcio rotante a mezz'aria dalla sorella e finì in acqua, recuperato in fretta da un apprensivo ma divertito Louis.
Dominique salì con spensieratezza, seguita a ruota da James, il quale non aveva proferito parola: stentavano tutti a riconoscerlo.
« Forza, voi tre! Non abbiamo recuperato questo relitto per nulla! » incitava Hugo impaziente, mentre Albus, Rose e Lysander osservavano con sguardi critici noi (anzi, soprattutto me) e il motoscafo, le stesse occhiate di chi sta pensando quando sarebbe arrivato il giorno in cui ci avrebbero rinchiusi in una cella ad Azkaban.
« L'hai guidato tu? » mi chiese il biondino non proriamente quieto, salendo sul motoscafo abbozzando un sorrisetto.
« Beh, se l'hai guidato come ha fatto con l'automobile allora prevedo che questo motoscafo si tramuterà ben presto in un sommergibile! »
« Silenzio, Rose! » si spazientì Hugo, trascinando sua sorella di sopra con una certa brutalità mentre Victoire gli baciava una guancia. « Se abbiamo recuperato il motoscafo e non il sottomarino deve pur esserci un motivo. Tutto per la nostra bellissima Vicki! »
« Penso che Victoire si sarebbe accontentata anche di un semplice saluto e... »
« Difatti! Da dove sbuca questo coso? Benedetto Salazar, dimmi che non l'hanno rubato. » si era ritrovato a supplicare Albus, congiungendo le mani e alzando gli occhi al cielo in tutto turbamento e preoccupazione. Scossi il capo con un risolino mentre le amiche di Victoire osservavano attentamente il volto concentrato in preghiera di mio fratello e si vedeva lontano un miglio che da un momento all'altro sarebbero scoppiate a ridere. « Nostro padre non vorrebbe che finiamo nei guai il giorno prima del matrimonio di nostra... »
« Silenzio, Al! » sbottai, mettendo violentemente in moto e abbracciando in maniera rapida la sposa. « E comunque, l'abbiamo preso nel porto lì in fondo. Uno speciale applauso a Vicki che domani si sposa con il ragazzo più dolce dell'universo! »
« In che senso? » volle indagare mio fratello, la sua voce che veniva coperta da applausi sinceri per nostra cugina, che arrossì e sorrise a tutti quanti: era davvero bellissima, i denti perfetti e candidi, i capelli argentei e il fisico alto e snello da far invidia a Madre Natura stessa.
« In che senso, Al, secondo te? Tipo un prestito. » rispose Fred, divertito.
« Tipo?! » strepitarono Albus e Rose, contemporaneamente, fissandosi con occhi sbarrati.
Rivolsi ai due un sorrisino piuttosto malandrino. « Tenetevi forte! »
Le uniche cose che si udirono per tutto il tragitto furono le urla poco virili di mio fratello Albus e le imprecazioni di Rose e le sue folli congetture sul fatto che se fosse accaduto qualcosa in quell'oceano lo Statuto Nazionale di Segretezza avrebbe interrogato non solo tutti i genitori ma anche i superstiti mettendo a rischio e pericolo l'intera Comunità Magica e mettendo altresì a repentaglio la reputazione del Ministro della Magia, cosa che, naturalmente, non sarebbe mai accaduta. D'altro canto, il resto dei ragazzi si stavano divertendo un mondo e dopo un paio di minuti diedi il cambio a Fred per divertirmi con loro.
Le due amiche di Victoire erano belle ragazze, non quanto lei, ma avevano un certo fascino. Una era alta, coi capelli nerissimi e una frangia ordinata che le metteva in risalto gli occhi color nocciola: somigliava incredibilmente ad una ex fidanzata di Lysander, probabilmente era il tipo di ragazza che piaceva molto al biondino. L'altra aveva i capelli castani che arrivavano fino alle spalle, non era magrissima ma il suo fisico era comunque bellissimo, coronato da due meloni grossi all'altezza del petto. In tutta convinzione, quello era il tipo di fisico che piaceva molto a tutti quanti.
« ... dovreste vedere il suo abito da sposa, sembra una dea. » concluse la bruna con le noci di cocco al posto dei seni.
« Noi l'abbiamo vista. » disse la ragazza con la frangetta. « Davvero divina. »
Fred, che stava pendendo dalle labbra di entrambe, che sorridevano beatamente e gesticolavano in maniera animata, ricevette dalla sottoscritta uno scappellotto in piena nuca che gli fece pentire di aver sbavato sulle due ragazze. In conclusione, dieci minuti dopo la partenza, eravamo nel bel mezzo dell'oceano e stavo già pensando a come far ribaltare il motoscafo in modo che travolgesse le amiche di mia cugina Victoire.
« Non preoccuparti. » mi fece sobbalzare una voce che mi fece gelare il sangue nelle vene, la voce di Dominique.
Alzai lo sguardo e notai che eravamo rimaste sole sulla barca: erano tutti in acqua e si godevano il mare e il sole di aprile. Il suo sguardo esprimeva il desiderio più puro di parlarmi e starmi vicino e non potetti fare a meno di pensare che anche per me era così, che mi mancava davvero moltissimo Dominique.
« Di cosa? » chiesi, mio malgrado.
« Delle amiche di mia sorella. » mi lesse nel pensiero Domi.
« Sono bellissime ragazze... » mi ritrovai a commentare, non sapendo neanche io il motivo per cui le dicevo quelle cose, le rispondevo, le parlavo.
« Anche tu, Lis! » esordì mia cugina, facendomi un largo sorriso e prendendomi le mani. « Eri incantevole con quell'abito, davvero, il bambolo non faceva che guardarti, probabilmente pensando di togliertelo di dosso. »
Accennai un sorriso.
La solita Dominique.
Mentre la mia mente lavorava frenetica perché, sì, insomma, una dichiarazione del genere non poteva non essere accolta bene dal mio punto di vista, osservavo il biondino seduto comodamente sulle spalle dei miei cugini in modo da formare una sorta di piramide. Notai anche, con una certa rabbia, che i miei cugini stavano sollecitando le due ragazze ad unirsi alla piramide. Il piano di rovesciamento del motoscafo andò in fumo e il panico e l'imbarazzo negli occhi del biondino fu chiaro sia a me sia a Dominique.
Oltre al fatto che furono immediatamente noti i lampi che lanciavano i miei, di occhi.
« Lascia fare a me. » decise Domi, prendendo i comandi del motoscafo con una certa destrezza e mettendolo in moto.
« Che diavolo hai intenzione di fare? » urlai divertita, sovrastando il rumore dei motori mentre Domi guidava il motoscafo lontano dal gruppetto.
« Lasciami fare, Lis: osserva e impara queste tattiche. »
« Sei impazzita?! » strepitai, con le lacrime agli occhi per il divertimento.
Ma mia cugina non mi udì neanche e fece volare la barca nella direzione dei ragazzi a tutta velocità. Per un attimo temetti che facesse strike ma, con una virata alquanto violenta, creò una grossa onda che, travolgendoli, fece crollare la piramide umana che stavano mettenso su e in un baleno si ritrovarono tutti in acqua, il pericolo che le due ragazze potessero posare i loro sederi perfetti sulle spalle di Lysander svaniti e il panico negli occhi di chi, fino ad un momento fa, si stava godendo il mare crebbe.
Ho mai detto che amo immensamente mia cugina?
« VOLEVI AMMAZZARCI! » stava sbraitando Albus, tra le urla generali e sputacchiando acqua sui visi di tutti.
« Sei una stronza, Dominique! » si sentì.
Hugo, divertito e vendicativo allo stesso tempo, salì sul motoscafo, afferrando Dominique e lanciandola prepotentemente in acqua. Sorrisi, mentre Lysander si issava sulla barca rubata aiutandosi con la scaletta; assunsi, naturalmente, uno sguardo più neutrale e meno soddisfatto, lo sguardo di chi non c'entrava assolutamente nulla con quello che era accaduto un attimo prima ma che faceva supporre l'esatto contrario di ciò che volevo far captare.
« Dovrei ringraziarla. » annunciò il biondino, sedendosi accanto a me. « Non avevo alcuna intenzione di lasciarmi spiaccicare da quelle due. »
Nemmeno io volevo ti spiaccicassero ma sei così idiota che non hai fatto nulla per impedirlo.
« Dominique capisce al volo le persone. » riprese lui, e io mi ritrovai a chiedere se si riferisse a me o a se stesso. « Trovo sia una delle persone più buone e disponibili che abbia mai conosciuto. Non la conoscevo bene qualche mese fa, l'ho sempre vista nel modo in cui la vedono tutti: la solita bella ragazza dalla puzza sotto al naso e superbia fin sopra ai capelli che si diverte a spezzare cuori, Serpeverde tipica. Cosa del tutto errata, no? »
« Erratissima. » annuii. « Beh, non vai in acqua? »
« Solo se ci vieni tu. »
« Comincia ad andare. » con un'occhiata che dichiarava morte e distruzione, gettai il ragazzo in acqua con una poderosa spinta e scoppiai a ridere quando, emerso, mi rivolse un'occhiatina del tutto spiazzata e divertita. « Cinque punti in meno a Corvonero per il tuo essere così scemo e credulone, Scamander! Non me l'aspettavo da un Prefetto come te. » conclusi, tenendomi la pancia dalle risate avendo previsto la sua distrazione.
Quello che non avevo per niente previsto, invece, era il fatto che il mio piede ciondolante dalla barca era a portata di mani del biondino e che, proprio un attimo dopo, fu afferrato da lui con gran forza, la stessa forza che mi aveva fatta piombare in acqua. Emersi dall'acqua con una bestemmia che avrebbe fatto rabbrividire William Baston in persona e mi tenni stretta al collo di Lysander per non annegare... a tre centimetri dalle sue labbra.
Forse l'annegamento sarebbe avvenuto lo stesso...




La gita sul motoscafo rubato (sì, io e i miei cugini non avevamo affatto richiesto un prestito per l'affitto) non fu male. Certo, avevo fatto di tutto pur di far ribaltare la barca in modo da far inabissare le due bifolche per una prematura dipartita verso acquatici fondali splendenti e avevo, naturalmente, sperato che Lysander sparisse nelle stesse profondità marine in modo da non dover più guardare il suo faccino fantastico ma, allo stesso tempo, avevo pregato Merlino e tutte le divinità che arrivassimo in fretta a Villa Conchiglia sani e salvi dato che la mia guida spericolata e le trovate criminali fatte coi miei cugini avevano reso la gita alquanto movimentata, per non dire pericolosa.
Per non dire che Rose e Albus stavano rischiando un il cinquantesimo infarto della giornata.
Arrivammo coi piedi in terra come previsto e mi smaterializzai a casa mia, al tramonto. Su grande insistenza di mia madre fui costretta ad indossare uno dei miei abiti da cerimonia, non l'abito rosso che le Delacour avevano comprato per me, ma uno dei tanti che mia madre ci teneva a farmi indossare ad ogni cerimonia: era nero, arrivava sopra al ginocchio, niente di raffinato. Insomma, sembrava indicato per un addio al celibato e al nubilato.
Dannazione, avrei dovuto indossare qualcosa di più pesante. - pensai, uscendo nel giardino addobbato e salutando persone a destra e a manca, tra cui i vecchi compagni di scuola del mio caro fratellastro Ted che mi fecero addirittura il baciamano.
I miei fratelli, cugini, i Paciock e i Scamander erano lì; Dominique, Roxanne e il resto delle ragazze non c'erano: avevano preferito passare il loro tempo prima all'addio al nubilato di Victoire per poi unirsi, probabilmente, a quello di Ted sul tardi. Solo Alice Paciock e Rose si trovavano a casa mia, quest'ultima era accompagnata dal fidanzato Scorpius, osservato in maniera del tutto astiosa da mio zio Ron dall'altro lato del giardino, che si era trasformato in un locale di alta classe.
« Ho deciso di perdonarti per le bravate di stamattina. » annunciò Rose, venendomi incontro con una certa contentezza; Scorpius, accanto a lei, mi aveva salutato con un timido sorriso e aveva inarcato le sopracciglia, chiedendosi cosa avessi combinato quella volta e rimembrando la volta ad Hogwarts in cui gli feci vomitare palle di pelo. E non solo.
« Avevo bisogno di un perdono? » replicai, ridacchiando.
Rose mi fulminò con un'occhiataccia delle sue. « Decisamente sì. Senti, Dominique ha cantato... »
E ti pareva? Anche quando la si mette fuori gioco Dominique canta. Potrebbe formare una band!
« Mi ha raccontato tutto di tutto. E quando intendo tutto intendo davvero tutto, mi capisci? Confido nella tua perspicacia e non mi va neanche di dilungarmi in discorsi complicati sull'amore, la decenza, l'incesto e altri particolari argomenti spinosi. » disse tutto d'un fiato Rose. « per cui mi soffermerò su una cosa in particolare che, sinceramente, ho voglia di risolvere: tu e Scamander siete due stupidi, più di quanto non lo fossimo io e Scorpius. »
« Io penso che nessuno batte te e Scorpius. » ribattei, in fretta. Mi voltai verso il ragazzo in questione e sorrisi innocentemente, alzando le mani. « Senza offesa, biondino, ma ho sviluppato un profondo accanimento per le teste bionde quest'anno ma tu sei stato il primo biondo che ho odiato e il primo odio non si dimentica mai. Giusto? »
« Comprensibile quanto il mio accanimento per le teste rosse fin dal primo anno. » rispose Scorpius asciutto, scoccando uno sguardo alla fidanzata, che sbuffò e successivamente sorrise. « Chi disprezza vuol comprare, rosso malpelo. Lo diceva sempre Al quando parlavo male di tua cugina. »
Ridacchiai nuovamente. « Sei un incoerente, Scorpius, non voglio parlare con te di queste cose! »
Scorpius non potette fare a meno di rivolgermi uno dei suoi odiosi sorrisetti serpeverdeschi, gli stessi che mi rifilava a scuola. « Vi lascio sole, allora. La mia presenza potrebbe non essere di grande aiuto: sono stato davvero incoerente ma alla fine sono contento del risultato. »
Rose arrossì e nascose un sorriso compiaciuto mentre Scorpius ci lasciava sole.
« Ahhh, quasi mi pento di tutti gli scherzi che gli ho fatto. » dichiarai. Poi ci pensai su, scuotendo il capo e scoppiando a ridere in faccia a mia cugina. « No, aspetta, niente affatto! Non potrei mai pentirmene, sono stati tremendamente belli, hanno fatto la sto... »
« Senti, bando alle ciance. » mi interruppe Rose, riprendendo il tono serio e ponendo fine ai miei dolcissimi ricordi sull'inferno che avevo fatto vivere al suo attuale fidanzato. « Vogliamo solo aiutarti! Sappiamo benissimo che Scamander ti ha dato alla testa, che cosa ti costa ammetterlo? E sono sicura che anche lui ha perso la testa per te anche se, insomma, chi deciderebbe di stare con te se non fosse davvero innamorato? »
« Non suona affatto come complimento, Rosie. »
« Infatti non lo era. » rispose schiettamente lei, acconciandosi le balze del vestitino dopo una folata di vento. « Mi piacete insieme, siete fatti l'uno per l'altro e Dominique sarebbe onorata di vederti col ragazzo che ami. Non fare quella faccia, non essere sciocca: l'abbiamo capito tutti! »
I soliti impiccioni. - pensai, arrivando alla conclusione che in famiglia nessuno era capace di farsi i propri affari e che io stessa non ne ero capace e che mio padre, mia madre e i miei zii erano stati primi a non esserne stati capaci, il che a gene trasmesso diventava una cosa tremendamente divertente e frustrante allo stesso tempo.
Eravamo fatti con lo stampino in questo senso, marchiati non solo dai capelli.
« Rose, ce la faccio benissimo da sola a gestire i miei sentimenti. Grazie. » sbottai, piazzandomi con la mani sui fianchi e dimostrando l'esatto contrario.
« Senti, te ne dico un'altra: secondo te per quale motivo Ted e Vicki si stanno sposando? »
Stavo per rispondere nella mia solita maniera antipatica e rabbiosa che, diavolo, si sposavano perché ne avevano dannatamente voglia ma seppi la vera risposta prima di sputare la cazzata: il paese era minacciato dai vecchi seguaci di Lord Voldemort e tutto era piombato di nuovo nel caos più totale. Non era stata solo una scelta prematura come aveva giustificato Ted ma una scelta condizionata, un: "se finisse il mondo voglio che siamo uniti in eterno.". Immaginai che era anche per quel motivo che Rose, Albus e James fossero particolarmente su di giri.
Cosa dovevo fare? Confessare il mio amore al biondino prima che fosse troppo tardi? O aspettare che...
« Salve. »
Fui richiamata dalla solita voce pacata e dall'alito di menta presente nell'aria e non dovetti neanche voltarmi per capire chi aveva parlato. Lysander si era avvicinato a noi insieme a mio fratello James e mi sorrideva, acconciandosi il ciuffo ribelle dei suoi capelli. Ricambiai il sorriso con un certo compiacimento: ero contenta che fosse venuto da me, non faceva altro che starmi vicino in quei giorni e tutte le occasioni erano buone per affiancarmi. Non avrei potuto essere più soddisfatta vedendo che il ragazzo che amavo nutriva il desiderio di ricercare costantemente la mia compagnia.
« Al sta parlando con Lorcan, se te lo stai chiedendo. » lesse nel pensiero James, rivolto a mia cugina. « E c'è anche il resto della banda. »
« Il mio fratellino cresce, noto. » fu il commento di Rose, che osservava attentamente il fratello e Alice Paciock e captando qualcosa. « Da quando lui e Alice sono così in confidenza? »
Tossicchiai. « Da quando Dominique ha pensato bene di intromettersi, immagino. »
Sorrisi a mio fratello James, dimenticando l'accaduto del giorno precedente. Anzi, dimenticando tutto di tutto: in quel momento, non mi importava nulla del rapporto nocivo dei due. Sentivo tanto amore nell'aria, sentivo che nessuna barriera poteva annientare un sentimento forte, non mi importava neanche che esso fosse di natura deleteria. Dovevo crescere e imparare a comprendere di più l'amore, solo in quel modo avrei compreso James e Domi. E in quel momento necessitavo con tutta me stessa di comprenderli.
James parve riprendersi e si aprì in uno dei sorrisi più veri di quel periodo nero che stava vivendo. « Conosciamo bene com'è fatta, no? »
« Noi più di tutti. » annuii, e James mi diede una lieve pacca che somigliava ad una carezza sulla spalla.
Sentivo che non avrei sbagliato, che quella sera avrei compiuto la magia. E non parlavo della tipica magia che riuscivo a compiere solitamente ma di una decisamente più forte, la più forte di tutte quante e che non avevo mai compiuto a causa del mio essere particolarmente immatura: era la mia sera, quella, e mi sentivo pronta.
O almeno così credevo...
« Vieni a ballare? » incalzai sfrontata, rivolta verso il biondino, che ebbe un sussulto.
« Ehm... non ne sono capace, davvero... » fu la sua risposta; James aveva portato i suoi occhi al cielo, e così Rose.
« Quante storie! »
Sbuffai, delusa, e mi incamminai verso il tavolo delle bibite, servendomi un buon bicchiere di Burrobirra. Solo un attimo dopo mi resi conto di quel che avevo fatto ma era davvero tardi per tornare indietro: avevo iniziato a cantare lodi alla luna con così tanta enfasi che vidi chiaramente il sopracciglio inarcato di mio padre e i suoi occhi squadrarmi. E non ero neanche l'unica che aveva cominciato a dare di matto. Parecchi invitati alla cerimonia si unirono a me e quelli che non avevano alzato il gomito ci guardavano come se fossimo dei mostri.
« Sei impazzita? » si udì forte e chiara la voce adirata a dir poco di Rose.
« Qualcuno ha messo la pozione sbronzante nella Burrobirra. » ridacchiai, mentre tante facce mi fissano sbalordite. « Ah, sono stata io. » conclusi, scoppiando a ridere e crollando a terra.
« È... ubriaca? »
A causa tua, biondino dei miei stivali!
« Puoi dirlo forte! » fu la conferma di Frank Paciock, che stava analizzandomi a fondo.
Hugo non potette fare a meno di unirsi alle mie risate nonostante fosse perfettamente capace di intendere e di volere e Fred era così divertito che cominciò a lacrimare tutti i fiumi del mondo tanto che non riusciva a fermarsi. Un'occhiataccia da parte di Rose li mise a tacere e le esclamazioni disperate di Albus misero in chiaro una cosa: quello non doveva affatto succedere.
Nel frattempo, ero sorretta da James e Lysander, che non mi staccava gli occhi di dosso.
« Ha dimenticato di aver messo insieme a noi la pozione della Burrobirra! » ululava mio cugino, aggrappandosi al braccio di Fred per cercare di darsi una calmata in modo da non destare alcun sospetto da parte degli invitati sobri nonostante a questi ultimi fosse ben chiaro chi ci fosse dietro quel disastro.
« Volete piantarla? » strepitava Rose, più nervosa del solito. « Vi ha dato di volta il cervello? A tutti e due! Anzi, tutti e tre! Vi rendete conto che avete fatto ubriacare quasi tutti gli invitati? E, per le mutande di Merlino, non mi sembra una cosa carina da fare! »
« Non ho mai visto mio padre ballare la danza dei Nargilli con mia madre! » annunciò Lorcan, avvicinandosi a noi con uno strano sguardo stranito e osservando con occhio critico le mie condizioni a dir poco mostruose. « C'entrate qualcosa in questa storia, vero? »
« Secondo te? » rispose Alice Paciock, anche lei piuttosto divertita.
« Si tratta di pozione sbronzante, finisce in un quarto d'ora. » intervenne James, che stranamente non sembrava affatto divertito dalla situazione.
Hugo annuì ridacchiando mentre Lorcan spalancava la bocca. « Miss Idiozia ha dimenticato di aver avvelenato la Burrobirra insieme a noi e l'ha bevuta. »
« Benedetto Salazar! » esclamava imperterrito Albus, agitando le mani come una femminuccia e calpestando l'erba con tutti e due i piedi. « E adesso chi diavolo lo dice alla mamma? Anzi, chi lo dice a nostro padre? Diventeranno due belve, vedete come ve lo dico! E io resto fuori dalle vostre diavolerie, sia chiaro. »
« Rilassati, Al, lo sanno com'è fatta tua sorella. »
« Ci tengo alla pelle, Scorpius. »
« Smaterializziamoci a Villa Conchiglia. » propose Lysander frettoloso, ignorando le lamentele di mio fratello e scambiandosi uno sguardo con James. « Lasciamo che l'alcool faccia effetto. Non mi sembra affatto il caso di farci vedere in giro con lei in questo stato... potrebbe succedere quello che teme Albus. »
« Difatti! » convenne Al, riprendendosi dal trauma. « Smaterializziamoci subito! »
James fece un rutto come per assentire e ci smaterializzammo, i Paciock e Lorcan Scamander compreso. Fummo a Villa Conchiglia in un secondo e i visi di Dominique e Roxanne furono immediatamente nel mio confuso campo visivo.
« Cosa succede? » esordì Domi, preoccupata.
Mi resi conto che ce l'aveva con James, che rispose in tono del tutto serio: « Pozione sbronzante. »
« Ha dimenticato di aver corretto la Burrobirra insieme a me e Fred! » ci tenne a ripetere per la decima volta di fila mio cugino, ricominciando a ridere.
« Miss Idiozia! » fece eco Fred, le fragorose risate che si sarebbero potute udire fino in Transilvania.
« State scherzando? » si inserì Roxanne.
« Hanno sbronzato i maledetti invitati! » proruppe Albus, irritato. Alice non potette fare a meno di trattenersi e neanche Roxanne, a giudicare dalla forza con cui premeva la sua mano contro la bocca. « Cantavano tutti, erano completamenti andati a farsi un giro nel mondo arcobaleno delle loro bacate menti! E Rolf Scamander ballava la danza dei Nargilli con sua moglie, dannazione, deve essere stato orribile! »
Dominique, invece, si trattenne con un certo decoro dallo scoppiarmi a ridere in faccia. « Puoi occuparti di lei, Lysander, per favore? »
Voltai la testa verso l'ombra scura che mi aveva appena afferrata da sotto le gambe, issandomi sulle sue spalle, e sospirai sentendomi tutto tranne che Miss Idiozia. Una volta che io e il mio mulo da carico fummo lontani dal gruppetto, lui mi fece stendere sulla sabbia fresca, sedendosi accanto a me e scostandomi un ciuffetto di capelli dalla fronte sudaccia. Sorrisi al suo lieve rossore e allungai una mano per toccare i suoi morbidi e profumati capelli.
« Quanto sei carino... »
Non riuscivo a trattenermi, sentivo che avrei sputato tutto lì e subito.
« Non sai quel che dici. »
« Sono solo un pochino ubriaca. » lo rimbeccai, toccando con un dito la punta del suo naso dritto e sprofondando nei suoi occhi intensi. « Io ti piaccio, vero? Per quale motivo ti piaccio così tanto? » acclusi, stendendo il capo sulle sue gambe snelle e sorridendo in modi che avrebbero confermato il mio nuovo appellativo di Miss Idiozia.
Lysander arrossì, cominciando a balbettare per l'imbarazzo. « Sei ubriaca marcia, domattina ti pentirai di queste domande... anche se probabilmente non le ricorderai. »
« Un buon motivo per rispondervi. » insistetti. « Allora? Se non rispondi vuol dire che non ti piaccio... »
« Cosa vuoi che ti dica? C'è davvero una risposta alle tue domande? Io non so il motivo per cui mi piaci così tanto, per cui sono innamorato di te. Mi susciti qualcosa dentro, Lily, fin da bambini ti ho sempre vista in modo diverso ma da quell'estate passata insieme ho capito tutto. Sei così bella nella tua stranezza, nel tuo essere incredibilmente folle e perfino il tuo modo di infuriarti mi affascina e mi inquieta allo stesso tempo... »
Lo osservavo rapita, imbambolata dalla sua confessione: aveva confessato... non riuscivo a crederci. Ed io ero ubriaca!
« Di' qualcosa, per favore, mi sento così stupido. » disse Lysander in un sussurro, mentre alzavo la testa dalle sue cosce.
« Io... » borbottai, qualcosa che si muoveva nel mio stomaco in modo pericoloso mentre mi avvicinavo a lui con l'intenzione di baciarlo. « Io potrei... »
Vomitare.
« Oh, porca puttana! » lo udii urlare mentre vomitavo anche l'anima sui suoi pantaloni, la speranza del bacio mai avvenuto che spariva esattamente come l'alcool spariva dal mio stomaco.
Addio al celibato o al nubilato? No, addio alla decenza.




Quello che avevo fatto un'oretta prima non era affatto una cosa che avrebbe fatto una persona ubriaca ma una cosa che avrebbe fatto una vera e propria psicopatica o, come immaginai ci tenessero a sottolineare i miei cugini, una Miss Idiozia come si deve. Dopo aver rigettato il ben del mondo sui pantaloni di Lysander, persi conoscenza e non seppi più nulla di quella sera. Probabilmente qualcuno mi aveva riportato a casa perché quando aprii gli occhi mi ritrovavo in un letto molto morbido che somigliava tanto al mio.
« Lis? » fece la voce inconfondibile di Dominique.
Sobbalzai rumorosamente per la sorpresa. « Dominique? » chiesi, stupefatta e confusa allo stesso tempo. Alzai il capo dal cuscino e vidi mia cugina distesa accanto a me, la luce della luna che illuminava il suo volto divertito. « Che ci fai nel mio letto? »
« Mi devi una cazzo di statua d'oro, ecco cosa ci faccio nel tuo letto. » rispose lei, naturalmente stizzita. « Non hai idea di cosa ho dovuto fare per salvarti quel culo moscio che hai! »
Sì, va bene, non essere così carina con me adesso, potrei arrossire per l'imbarazzo.
Non potetti fare a meno di ridacchiare mentre incitavo mia cugina a raccontarmi tutto.
« Ho dovuto trovare una scusa per distrarre i tuoi genitori in modo che non vedessero il bambolo riportarti in camera ubriaca. Sì, ci siamo smaterializzati e ti ha portata in camera: sembrava un cavaliere, avresti dovuto vederlo! Da Victoire dormono alcune amiche così ho accettato l'invito dello zio ed eccomi qui. »
« Sì, Dominique, tutto molto interessante... posso sapere cos'è accaduto quando sono svenuta? »
« Oh, James ha ceduto la stanza a Hugie e Alice dato che li abbiamo trovati addormentati sul suo letto. Sì, hai capito, Lis? Renditi conto! Mi devono delle cazzo di spiegazioni, non possono lasciarmi con questi dubbi. Ah, e c'è anche il bombolo qui. Dorme con James e Albus, mentre Ted si trova a Grimmauld Place. »
« Cosa? » esclamai, drizzandomi a sedere e rischiando di gettare mia cugina dal letto. « Lui si trova qui? In casa mia? »
« Certo che si trova qui, tuo padre ha accolto tutti i senza tetto. »
Mi sentii particolarmente eccitata per quella nuova scoperta e il cuore cominciò a battermi così velocemente che temetti potesse balzare fuori dal petto. Era così vicino, avrei potuto anche insinuarmi nella stanza dei miei fratelli per spiarlo, per essere certa che quello che diceva Dominique non fosse solo frutto della sua fervida immaginazione. Poi il pensiero della confessione del ragazzo giunse a me, come un dolce pensiero che ti culla prima di dormire, e sorrisi in maniera del tutto trasognata.
« Mi ha confessato il suo amore per me, Domi, mentre eravamo sulla spiaggia fuori casa tua. » sussurrai, suscitando stupore da parte di mia cugina, che rimase con bocca e occhi spalancati dall'incredulità della mia dichiarazione. « Sì, non ti ho detto una stronzata. Volevi fossi la prima a saperlo, ti meriti di saperlo per prima. »
Dominique fu così felice che per cinque buonissimi minuti non fece che mormorarmi complimenti e abbracciarmi come se le avessi appena confessato di essere diventata la nuova regina di Inghilterra. Sembrava come se tra noi nulla fosse successo e probabilmente era così: cosa avevo da demonizzare a mia cugina? Non aveva ucciso nessuno, anzi, era riuscita per la prima volta in vita sua a lasciarsi amare non solo per il suo essere bellissima ma anche per quello che aveva dentro e che nessuno teneva a scoprire.
Mi sentivo molto bene anch'io.
« E tu, dimmi, cosa hai fatto? »
Ah. Beh, insomma, speravo che questa domanda si potesse evitare.
« Gli ho vomitato addosso. » risposi, non riuscendo a trattenermi dallo sfoggiare una gran dose di sincerità.
Mia cugina smise di abbracciarmi rifilandomi un'occhiata nauseata a dir poco. « Sei impazzita?! » inveì contro di me, con voce roca e spaventosa, ritornando ad essere la Dominique schizzata di sempre.
« Non l'ho fatto di proposito! » mi giustificai.
« Potevi prevederlo! »
« No che non potevo, ero ubriaca! »
« Come hai fatto ad ubriacarti con qualcosa che hai corretto tu stessa? »
« Ero su di giri, Dominique, cosa vuoi che ti dica? »
« Dichiarati anche tu. »
Sbuffai e mi allontanai da mia cugina, stendendomi dall'altro lato del letto e dandole le chiappe ancora fasciate nell'abito da cerimonia nero. Avevo preso in considerazione l'idea di confessarmi da prima che lo facesse lui anche se, per il biondino, io avevo dimenticato tutto quello che mi aveva detto a causa della sbronza. La verità era che il ragazzo non sapeva che con la pozione sbronzante non avrei dimenticato nulla della serata che avevo passato da ubriaca e, dall'alto della mia idiozia e totale confusione, non seppi se quello fosse un bene o un male.
« Forse, ma non adesso. Devo... »
« Fare una doccia? Sì, puzzi in modi che neanche riesco a descrivere. Ti aspetto qui e ne riparliamo. »
Annuii con una risatina e mi affrettai a lasciare la camera, facendo una ridicola corsetta verso il bagno situato accanto alla mia camera. Mi lavai i denti per ben due minuti e decisi di fare un bagno rilassante, dato che solo in quel modo mi sarei disintossicata dal vomito che avevo prodotto quella sera. Ero così stanca che mi ci addormentai e mi ridestai solo quando udii un rumore sordo.
« Merda, merda, merda! »
Aprii gli occhi di scatto, udendo quella voce fin troppo familiare che sembrava non appartenere affatto al mondo dei sogni, e spalancai gli occhi alla vista di un Lysander alquanto malconcio, che con una mano copriva i suoi occhi e con l'altra si teneva un piede mentre saltellava in modo assurdo. Era mezzo nudo, in boxer, e cercai con tutta me stessa di non soffermarmi a guardare la protuberanza ben nota sul davanti.
« E tu che diavolo ci fai qui? » sbottai, ritraendomi nella vasca fino al mento, quasi come a nascondermi, e tenendo sempre d'occhio il panorama che prepotentemente si era insinuata nel mio campo visivo.
« Abbassa la voce, per favore, non volevo assolutamente disturbarti! » Lysander gesticolava con una mano come in cerca di un ripiano per tenersi stabile, avanzando a tentoni. « La prossima volta chiuditi a chiave, santo cielo, mi hai fatto prendere un colpo. »
« Ah, io? » risposi, con abbondante sarcasmo.
Fino a prova contraria sono nel cesso di casa mia.
« Puoi aprire gli occhi, se ti infastidisce essere cieco. »
Lui ubbidì e mi mise a fuoco con un certo rossore che gli pervadeva le guance. Stavolta, non lasciarsi beccare ad osservarlo in boxer appariva una mission impossible ma cercai di fare il possibile per non dargli a vedere che ero interessata a lui.
« Grazie! E no, non ho spiato tra le tue grazie in bella vista, se te lo stai chiedendo. » disse il ragazzo, alla svelta. « In bella vista nel senso che, insomma, appena ho intravisto qualcosa ho chiuso gli occhi e sono inciampato. »
« Sei mezzo nudo. » osservai, per nulla imbarazzata.
Lui aveva abbassato la testa, cominciando a parlarmi in maniera veloce e andando avanti e indietro come in cerca di qualcosa. Di vestiti, probabilmente. « Sì, beh, volevo fare una doccia rinfrescante. Non ti avevo vista lì dentro, mi sono avvicinato e ti ho vista, sembravi mezza morta... mi sono spaventato e sono scivolato sul tuo maledetto vestito! »
Ridacchiai, non potendo farne a meno. « È sempre stato immobile lì per terra. »
« Davvero divertente. »
« Continui ad essere mezzo nudo. » continuai ad insistere, senza riuscire a smettere a ridere.
« Sì, che cazzo, non trovo neanche i miei di vestiti tra tutto questo caos! Sei così disordinata! »
« Qui ci sono gli accappatoi. Prendi quello di James, lui non ci tiene. » indicai un accappatoio sopra la mia testa e il ragazzo dovette alzare il capo per guardare il punto da me indicato. Inutile dire che arrossì nuovamente, facendo di tutto pur di non osservare le mie gambe che fuoriuscivano dalla vasca. « Non fare storie e avvicinati! E datti una mossa, Lysander, non desidero stare in questa vasca un minuto di più. »
Lui ubbidì, avvicinandosi con un certo timore, come se fosse spaventato all'idea di sapermi nuda lì dentro, e non riuscì neanche a sfiorarmi con lo sguardo mentre stendeva una mano verso l'accappatoio.
Ti sei appena dichiarato a me e hai timore se sono immersa nella schiuma della mia vasca?
« Ehm... come ti senti? » chiese lui, una volta avvolto nella stoffa e del tutto tranquillo che i suoi preziosi attrezzi fossero al sicuro lì dentro. « Ti senti bene? »
« Sto bene. Domi mi ha detto che mi hai riportata in stanza. »
« Sì, dopo che tu... » arrossì. « beh, tu eri ubriaca e... »
Si interruppe in fretta: qualcuno aveva bussato alla porta e avevo ben in mente chi fosse quel qualcuno.
« Lis, posso entrare? »
« No, Domi, non puoi assolutamente entrare! » urlai, rischiando di destare l'intera casa mentre il biondino gesticolava in maniera frenetica dinanzi ai miei occhi. « Non farlo, Dominique, non entrare assolutamente qui dentro! » poi, rivolta a Scamander e abbassando di molto la voce: « Dovevi sparire, dannazione! »
« Ah, io vengo scambiato per un maniaco e tu dai di matto... giustissimo. »
« Va bene, non entro. » si udì la voce divertita di Dominique da fuori. « Tanto lo so che sei in dolce compagnia. Che dire... buonanotte ad entrambi! »
Ci voltammo per guardarci con occhi spalancati e fu all'unisono che esclamammo per la seconda volta nella nostra vita: « NON È COME SEMBRA! »
   
 
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