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Autore: Thominewt    24/08/2017    0 recensioni
Talia è una ‘comune’ ragazza di 18 anni che frequenta l’ultimo anno del liceo. O per lo meno credeva di essere come le altre ragazze, finchè non scopre che le sue capacità la rendono speciale. Forza, equilibrio, furbizia, intelligenza, riflessi sono solo alcune delle caratteristiche che la differenziano dalle altre comuni ragazze, ed è grazie ad esse che diventerà il nuovo membro dei Vendicatori e dovrà affrontare una nuova vita con sfide e avventure che la metteranno alla prova fisicamente e psicologicamente. Da adesso in poi tutto cambierà per lei.
(BuckyxNuovopersonaggio+cast di Civil War)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Final chapter

 
POV BUCKY
*Cinque giorni dopo*

E’ passata quasi una settimana dall’accaduto, e Talia ancora non si è rimessa. Dopo il terribile incidente è stata portata con urgenza in ospedale e trasferita immediatamente in sala operatoria. Le sue condizioni erano gravi, ed è stata sottoposto ad un intervento molto delicato durato tre ore. Tre ore di puro terrore e angoscia, e adesso eccola ancora qui, che giace sul lettino ospedaliero esanime, con le cicatrici ancora evidenti in volto, le apparecchiature elettriche attaccate come ventose al suo corpo che rilevano le sue attività vitali. Il battito è regolare, l’operazione è riuscita e respira tranquillamente senza l’aiuto di meccanismi, ma lei ancora non si è destata. E’ al momento in uno stato di coma causatole dalla ferita riportata. La penetrazione del coltello le ha perforato l’addome provocandole un’ emorragia interna divulgatasi nel resto dell’apparato. Un colpo davvero forte che neanche una persona come lei, dotata di capacità più amplificate, è riuscita ad attutire. Certo, se fosse capitato a chiunque altro essere umano forse esso sarebbe morto nell’arco di pochi minuti, e lei invece non lo è, o per lo meno si spera non accada.                                                                                                                 
Nessuno ancora sa dare conferma di quando potrà risvegliarsi, dicono solo di dare tempo a tempo e pazientare, ma non posso. I giorni sembrano essere infiniti, non passano mai, ed io continuo a rivivere lo strazio ogni fottuto secondo che passa, vivendo nell’incertezza e nella paura di non poterla vedere mai più. Osservarla così priva di vita, incapace di poter intervenire, salvarla. La mancanza del suo sorriso, della sua voce, delle sue parole di conforto; il suo affetto, il suo contatto… tutto questo mi manca, tutto questo ne ho bisogno.                                                                                                              
Cos’è mai il sole senza la luna? Orfano della sua metà; o il cielo notturno senza le stelle? Un’enorme distesa vuota. Ed ecco cosa sono io senza di lei, privo di vita. Il nulla, il nulla assoluto. Io non valgo più niente.
Non mi sono schiodato da questa sedia neanche per un istante, se non solo per andare al bagno o bere un goccio d’acqua. La assisto ogni giorno, le parlo ogni giorno sicuro che lei mi sta ascoltando e nella speranza che percependo la mia voce si possa ben presto destare. Non riesco a dormire, non riesco a mangiare, e a niente serve il conforto dei miei compagni per tirarmi su di morale, non finchè lei continuerà a giacere su quel lettino, ed io continuerò a marcire, se non a morire per lei.                                                       
Ho lo sguardo stralunato, occhiaie che toccano terra, volto chiaramente affaticato ma non ancora stanco di poterla ammirare in tutta la sua purezza, in attesa di un suo sorriso, o un suo cenno, nonostante le condizioni in cui si trova. Eppure riesce a rimanere impeccabile. Lei, il mio angelo. Un sorriso malinconico spunta sul mio volto mentre faccio questo pensiero, ricordando ogni magico momento passato insieme, e tendo una mano per scansarle delicatamente una ciocca cadutale davanti l’occhio, accostandola dietro l’orecchio per poi discendere con il palmo del dito lentamente lungo la guancia e accarezzarne la superficie morbida. Le cingo poi la mano e gliela stringo senza troppa pressione, e un brivido mi percorre nel momento in cui non sento ricambiare la stretta. È come se stessi toccando un corpo morto. A quel punto i miei occhi si colmano di lacrime facendone straripare tutto il dolore accumulatasi da troppo tempo. La stringo adesso con entrambe le mani come fosse la mia unica salvezza, il mio unico appiglio, e vi deposito sopra il mio volto piangente e disperato macchiandola di lacrime.                                                                                                                                                                  –Perché sta succedendo questo….perchè a me, perché a noi. Ti prego Talia, ho bisogno di te- pronuncio in un esile mormorio strozzato.
 
 
 
POV TALIA

Buio, ecco ciò che vedo, o meglio ciò che mi circonda. Dove sono? Chi mi ha portata qui? Perché non riesco a vedere? Eppure sento sempre delle voci, la sua voce, ma non riesco a raggiungerla. Ma adesso basta, sono stufa di stare qui. Io voglio svegliarmi, voglio rivedere i miei amici, voglio rivedere Lui. Mi manca spropositatamente, e sentirlo piangere ogni giorno incolpandosi per non essere riuscito a salvarmi è una sofferenza abominevole. Vorrei tanto poterlo consolare. Ma sapere che non se n’è andato mai dalla sua postazione solo per restare con me, è anche un grande conforto.                                                                                                                
Sento qualcuno aggrapparsi con impellenza alla mia mano e singhiozzare posandovi la fronte sudata, mentre delle gocce bagnate si depositano sul dorso della mia mano. E riconosco la sua voce soffocata in cerca del mio aiuto, della mia presenza.                                                                                                     
Ma eccola, eccola che la vedo, proprio lì, che risuona distintamente come un eco lontano che si propaga come un’onda squillante. E poi bianco, tutto si fa bianco. Un bianco accecante che gradualmente avanza verso la luminosità, fino a che non diventa uno spiraglio luminosa e il suono di voce rimbomba in un trambusto facendo vibrare il mio apparato uditivo. E poi BOOM!, una forte esplosione sembra penetrare nel mio orecchio facendomi sobbalzare, e finalmente riapro gli occhi.

Le mie iridi puntate sul soffitto, le palpebre che si aprono e chiudono rapidamente per mettere a fuoco e riabituarsi alla concretezza. Esamino l’ambiente: attrezzature mediche disposte accanto al mio letto, apparecchiature attaccate al mio corpo, camice da paziente, stanza bianca e spoglia con un grosso comò sul lato destro colmo di mazzi di fiori colorati e una porta con finestre in vetro con le tendine abbassate; sul lato sinistro invece, scorgo la porta del bagno mezza aperta, la finestra con visuale all’aperto che lascia intravedere i raggi del sole filtrare all’interno della stanza, e come ultima cosa il Suo corpo con le mani ben ancorate alla mia e la sua testa distesa sul dorso di essa. La sua schiena che si alza e si abbassa ripetutamente al ritmo del suo singhiozzio. Una scena che mi stringe il cuore. Allora ricambio la stretta, facendolo irrigidire per il gesto inaspettato appena compiuto. Il suo movimento di spalle cessa e lentamente solleva la testa rivelando il suo volto nascosto dalla chioma bagnata, ma che lascia intravedere un’espressione di puro stupore.                                                                                                                                  
–Bucky- riesco a pronunciare il suo nome in un sussurro. 

 
POV BUCKY

E mentre verso le mie lacrime di dolore, inaspettatamente percepisco una stretta alla mano. Mi irrigidisco incredulo pensando che sia solo frutto della mia immaginazione, che sicuramente è un fatto irreale, ma smentisco ben presto non appena lentamente alzo il mio volto per incontrare i suoi occhi aperti, il suo sguardo confuso e disperso puntato su di me, e la sua mano ora stretta alla mia.                                                                   
–Bucky- sussurra affaticata cercando di sollevarsi leggermente con il busto. Movimento troppo affrettato e incapace di compiere nelle sue attuali condizioni, perciò la blocco subito non appena il suo volto assume un’espressione affranta, accompagnandola cautamente sullo schienale.    
–E’ meglio che non compi questi movimenti bruschi per ora- è la prima cosa che riesco a dire, ancora troppo scioccato per poter realizzare. Si lascia accompagnare verso lo schienale e si sdraia nuovamente, tralasciando un lieve sospiro di fiacchezza.                                                                           
–Cosa mi è successo? Da quanto tempo sto così?- domanda ancora in stato di trance                                                                                                                        
–Abram ti ha accoltellata all’ addome, causando una forte emorragia interna. Sei stata portata con urgenza in sala operatoria, sotto i ferri per tre ori- le spiego volgendo lo sguardo sul pavimento, a fissare le mattonelle, per non rimembrare il ricordo di quelle strazianti ore.                                  
–E per quanto tempo sono rimasta incosciente?-                                                                 
-Cinque giorni- rispondo sollevando il volto, penetrando il suo sguardo       
–i cinque giorni più lunghi della mia vita- sottolineo con tono flebile.                                
–Oh, Bucky…- mormora allungando la mano in cerca della mia, che non esito di un secondo a darle.                                                                                               
–Mi dispiace così tanto di averti fatto soffrire. Ma adesso è tutto finito- accerta stringendo la presa della mia mano e mostrando un lieve sorriso di vittoria e liberazione. La guardo e in quel momento mi rianimo. Tutto torna a riavere senso, e un lampo di luce riaffiora dentro di me. La vedo sorridere e ricambio, sereno e finalmente contento di riaverla con me, con la speranza che lentamente risorge.                                                                                                                                                   
–Mi sei mancata tanto Talia-                                                                                      
-Anche tu mi sei mancato tanto Buck-                                                                                   
-Promettimi che non mi rifarai mai più uno scherzo del genere-                                  
-Te lo prometto- conferma con una leggera risata, prima di ritornare a sprofondare ognuno nello sguardo dell altro, a fare l’amore con l’anima.
 
*Tre mesi dopo*

Sono appena uscita dalla doccia dopo una lunga sessione di allenamento intenso, e mi sto per vestire pronta a scendere in veranda in compagnia di tutti gli altri e rinfrescarci con della limonata fresca preparata da Wanda. Una merenda appropriata per una giornata così calda e soleggiante, troppo bella per sprecarla rinchiusi in casa. Sto giusto per indossarmi la canottiera quando frettolosamente, rimettendo in ordine i vestiti gettati sul letto, passo davanti allo specchio. Mi blocco di impatto facendo retro front posizionandomi dinnanzi ad esso, fissandomi. Lentamente, con gesto titubante, conduco la mano verso il bordo della canotta sollevandola fin sotto il seno, osservandone la cicatrice. Quel segno, posto all’altezza dell’intestino, marchiato sulla mia pelle come un simbolo. Conduco l’indice verso lo sfregio, sfiorandone appena il rilievo evidente. Sarei potuta morire per colpa di quella ferita, ma non è accaduto. Io sono ancora qui, sono ancora viva. Vado fiera di quella deturpazione come simbolo della mia sopravvivenza e del mio atto per aver salvato la squadra, e la persona che amo; e sono orgogliosa di aver commesso quel gesto benefico. Immersa nel mio sorriso compiaciuto, pensando a tutti gli eventi vissuti e che continuo a vivere nell’arco di queste avventure travagliate, sobbalzo nel percepire un soffio caldo all’altezza del collo. Rivolgo lo sguardo verso lo specchio e mi accorgo di una seconda mano, maschile, poggiata dolcemente sul mio ventre, proprio sopra la cicatrice, e il suo sguardo premuroso puntato sul mio.                                                                  
–Sei impeccabile anche così, lo sai?- mi sussurra seducente provocandomi un brivido di piacere. Gli rivolgo un sorrisetto carico di sottintesi, mordendomi il labbro. Allora cingendomi per i fianchi, mi costringe a voltarmi verso di lui, e con impeto collega le sue morbide labbra alle mie, baciandomi con passione.                                                                                                       
–Direi che è meglio raggiungere gli altri, prima che si facciano strani pensieri- mormoro smorzando il bacio                                                                               
–Lasciamoli pensare allora- replica troppo impegnato a baciarmi il collo per distaccarsi. E allora lo lascio fare, troppo coinvolta anche io dal momento per poter spezzare l’atmosfera.                                                                      
 –Va bene…- mugolo                                                                                                                  
–La limonata può aspettare-
 
***
-Eccovi! Vi stavamo aspettando. Dove vi eravate cacciati?- esordisce Wanda non appena ci vede scendere in coppia, non aspettando una vera risposta in sé,  dato che è palese dai nostri sguardi. Dunque, ci accomodiamo ed iniziamo a sorseggiare la fresca limonata immersi nel verde della natura circostante e in compagnia di ottime persone. Relax, natura, sole, e amore. Non potrebbe andare meglio di così.

Rimasti a chiacchierare e ridere per lungo tempo, veniamo purtroppo interrotti dall’arrivo del comandante Fury.                                                                         
 –Oh oh, questa non ci voleva- commenta Sam                                                                      
–Quando arriva Fury non è mai nulla di buono-                                                   
-Comandante, cosa la porta qui?- domanda formalmente Steve                                      
–Mi dispiace interrompervi nel bel mezzo della serenità. Se fossi stato al vostro posto avrei ben volentieri bevuto anche io una dolce limonata rinfrescandomi nell’ebbrezza di questa aria estiva. Ma ho un nuovo compito per voi- annuncia senza indugiare, distribuendo sul tavolo tre fascicoli. Io, Nat e Steve siamo i primi a darvi un’occhiata.                                             
–Di cosa si tratta?- domando sfogliando i documenti insieme a Bucky, seduto al mio fianco.                                                                                                                   
–Una nuova associazione segreta ha corrotto alcuni dei nostri agenti tenendoli sotto ostaggio in un luogo al momento irreperibile. Sta a voi rintracciarvi le coordinate e compiere il resto del lavoro. Inoltre stanno svolgendo attività di spionaggio danneggiando i nostri file. Non sappiamo fin dove possono arrivare le loro intelligence, ma di sicuro non si fermeranno qui, e non sono da soli. Conto su di voi Vendicatori- conclude con circoncisione ripercorrendo la via per il ritorno.                                                            
–A proposito- aggiunge volgendosi verso di me                                                   
–Bentornata tra noi- e ci liquida senza aggiungere altro.                                                      
–Allora- prorompo attirando l’attenzione dei miei compagni.                                         
–Quando si inizia?-    
 

Angolo autrice
Ed eccoci qua giunti anche noi alla fine di questo lungo tragitto. In questi pochi anni che sono entrata a contatto con questo mondo, sono fiera dei risultati ottenuti passo dopo passo con questa storia. So per certo che dai primi capitoli fino a questo sono cambiate molte cose, a partire dai miei miglioramenti e dal vostro coinvolgimento. Vorrei ringraziare ognuno di voi singolarmente per aver avuto la pazienza di seguire la mia storia e i miei infiniti aggiornamenti che, scusatemi ancora per l’ennesima volta, hanno tardato di parecchio. Grazie per il vostro sostegno e la costanza con la quale avete letto ogni capitolo, a volte anche con trepidazione per ciò che sarebbe accaduto nel prossimo. Sono davvero molto contenta di aver condiviso questa esperienza con voi. Vi ringrazio di cuore.                                                                                                                     
Ma non è finita qui! Innanzi tutto sto lavorando per modificare tutti quelli precedenti e ripostarli per rendere la mia storia ancor più coinvolgente, inoltre l’idea di un probabile sequel o comunque di un’altra storia è in progettazione. Alla prossima miei Winter Children
   
 
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