Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Eliatheas    17/06/2009    13 recensioni
A quel tempo avevo ancora quindici anni, ero convinta che Albus fosse una frana a consolare, che Scorpius sarebbe stato per sempre il mio migliore amico, che avrei voluto sempre bene a tutta la mia famiglia, che Lucas Ryan Steeval sarebbe stato l’uomo della mia vita, che James e Dominique sarebbero andati d’accordo solo se il mondo avesse incominciato a girare al contrario e che avrei vissuto per sempre felice e contenta.
Dovevo ancora fare i conti con la realtà, evidentemente.
E la realtà, a volte, arriva quando meno te lo aspetti.
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 11 –  Dichiarazione(i) in carta bollata

Caro Lucas,
sto scrivendo una lettera perché so che se ti guardassi, dimenticherei ogni cosa e questo non deve accadere, perché anche tu hai diritto ad una spiegazione.
Non riuscirei a parlare con te, perché non potrei guardare i tuoi occhi ed essere ancora coerente. Sono una ragazzina, dopotutto. Che cosa puoi aspettarti da una come me?
Forse dovrei spiegarti cosa mi è successo, perché non voglio più parlarti, ma credo che sia chiaro. Credo che tu abbia capito che ti sto evitando.
Sì, per quello che è successo un paio di settimane fa, ad Hogsmeade. So che mi stai cercando, Dominique e Lucy me lo dicono di continuo, ma non me la sento di vederti, Lucas. Non riuscirei a dirti nulla di quello che dovrei dirti.
Sono una ragazzina, Lucas. Una bambina di colpo uscita dall’infanzia e catapultata qui, in un mondo di adulti. Tutti quelli che mi circondano dicono che io sono più matura della mia età, che sembro un’adulta nel corpo di una quindicenne.
La verità, Lucas, è che io non rischio. Non mi butto, perché ho paura di cadere. Per questo vengo considerata più matura, perché mi comporto come un’ adulta. Non c’è nulla di bello, in questo. Lo sai?
Eppure, sono una ragazzina. Non so cosa voglia dire l’infelicità, il sentirsi male ogni giorno. Non so cosa significhi la parola dolore.
Ora faccio finta di non saperlo, Lucas, perché ho avuto un assaggio di quello che è il dolore. Faccio finta perché è più facile fingere di stare bene, che vedere quegli sguardi preoccupati e impietositi su di te. Non trovi?

«Sai che sono bravissima a fare finta di niente? Faccio finta che non esista il dolore, che sia tutto a posto. E ci riesco».
«Così non affronti nulla».
«Sempre meglio che rannicchiarsi e aspettare che tutto passi».


Perché sì, mi sono rannicchiata su me stessa, con la testa poggiata sulle ginocchia, ad aspettare che il dolore passasse, ma non è mai successo. E allora ho fatto come mi ha detto Melinda. Ho fatto finta di nulla. All’inizio è stato difficile, sai? Ma poi è tornato tutto a posto, lentamente. Certo, a volte fa male, è una ferita che si riapre. Ma almeno non vengo considerata una bisognosa di pietà.

«Rose, non funziona così. Dovresti parlare con Lucas».
«Quale parte del suo netto rifiuto farebbe bene alla mia autostima?»
«Farebbe bene al tuo cuore. Smettila di soffocarlo».

Perché io soffoco il mio cuore, perché non voglio ascoltarlo.
Mi ha portato solo al dolore, perché dovrei ascoltarlo, Lucas?
Mi piaci, Lucas, mi piaci tantissimo. Credo che potrei fare di tutto per te, ma che senso avrebbe dirtelo se tu non potrai fare altro che fissarmi con il tuo sguardo dispiaciuto?
Mi dispiace aver rovinato la nostra amicizia, Lucas. Mi dispiace davvero.
Spero che per te questo non conti, che quelle parole siano state qualcosa da dimenticare subito.
Ti prometto che proverò a parlarti, Lucas. Te lo prometto. Torneremo amici, davvero.
Ma non ora.


«Rose, onestamente, non lo sopporto. Ha ai piedi stuoli di corteggiatrici, è vanitoso senza misura ed è stupido. Non farebbe per te in qualunque caso» .
«Geloso, Scorpius?»

Rose Weasley

 

Guardo la lettera con aria scettica e sospiro. Sono tre giorni che cerco di scrivere qualcosa di decente, perché Lucas capisca che ho bisogno di tempo per tornare a parlargli, ma non riesco a cavare nulla dal mio cervello idiota.
Sarà la decima lettera che scrivo nel giro di un’ora e fa schifo come tutte le altre. Getterò anche questa nel fuoco, come le altre. Magari la Sala Comune si incendierà per colpa delle mie lettere ed io morirò qui, tra le fiamme e le parole che non riesco a dire.
Ottimista, vero? Sto solo pensando positivo.
«Rosie, come va?»
Lucy e Dominique mi guardano con il solito cipiglio preoccupato. Non so come Lucy abbia fatto ad entrare in Sala Comune, ma conoscendo Dominique, mi azzardo a dire che con lei tutto è possibile.
«Sto bene» mormoro tra i denti, incenerendole con lo sguardo. Ho la sensazione che mi abbiano presa per una matta bisognosa d’aiuto. Non ho bisogno del loro aiuto, me la cavo benissimo.
Seh, basta leggere la mia lettera. Sembra quella di una pazza.
«Come mai sei sepolta di pergamene? Hai in mente di suicidarti ingoiando carta?» chiede Lucy, sedendosi sulla poltrona accanto alla mia. Dominique la imita, appoggiandosi con estrema grazia sul bracciolo della poltrona di mia cugina.
«No, ma grazie per avermi suggerito quest’idea. La metterò in pratica, prima o poi»borbotto, raccattando tutti i fogli che ho disperso sul mio copro e per terra, accartocciandoli. Li getto con rabbia nel camino, mentre le fiamme scoppiettano allegre.  Le mille parole che ho scritto scintillano tra le fiamme rosse e poi scompaiono, trasformandosi in cenere.
«Complimenti, Lucy. Questo è il tuo piano ‘ tiriamola su di morale’?» chiede Dominique, voltandosi verso l’altra con un sopracciglio inarcato. Faccio finta di non sentire e torno a sedermi, guardando il fuoco. Merlino, sono davvero irritanti tutti quanti. Al e Scorpius fanno da guardia del corpo venticinque ore su ventiquattro, Dominique e Lucy fanno gli orsetti del cuore – altresì dette ‘migliori amiche che ogni adolescente (tranne Rose Weasley) vorrebbe – , Lily ogni tanto mi passa liste di ragazzi che secondo lei sono più carini di Lucas e anche meno idioti e Hugo che aggiunge i suoi commenti, dicendo che questo non va bene perché gioca male a Quidditch e quell’altro ,no, ma stai scherzando? tifa per i Tornados, non va proprio bene, Rosie.
Non pensavo l’avrei mai detto, ma preferirei trascorrere il mio tempo con Melinda Zabini, piuttosto che continuare ad essere circondata dal comitato del buonumore. Almeno lei sa che non deve per forza cercare di rallegrarmi. Formiamo una bella compagnia, tutte e due depresse.
Pensa positivo, Rosie.
«Scusa. Non sono capace di tirar su di morale le persone. Te ne sei accorta? »
«L’ho notato, genio».
«Ha parlato l’allegria in persona. Di’ un po’, Cappellaio Matto,  da quando tu sai tirar su di morale la gente? Non è che ti abbia sempre visto col sorriso stampato sulle labbra, Dominique».
Peccato, perché quando parla di James inizia a ridere come un’adolescente scema. L’amore è davvero una brutta bestia.
«Se non rido come una stupida non significa che non so essere felice e, di conseguenza, rallegrare la gente».
«Ma per favore! Tu sei una depressa ambulante, tu …»
Peccato che le orecchie non si possano scollegare, risparmierei un bel po’dei miei timpani se non sentissi questi stupidi litigi.
«Okay, basta» mormoro, alzandomi e dirigendomi verso l’uscita della Sala Comune. Loro continuano a litigare ed io sospiro, rassegnata.
Meno male che dovevano tirarmi su di morale.
Cammino più veloce che posso, ma senza correre. Cerco un posto dove stare, lontana dagli sguardi del comitato buonumore. Entro in biblioteca senza neanche pensarci, tanto sono sicura che Al e Scorpius non avranno il coraggio di mettere piede qui senza essere trascinati da me. Il che, diciamocelo, è il massimo, perché in questo momento voglio stare da sola. Senza che ogni tanto mi venga a chiedere ‘come stai?’. Giuro che potrei uccidere.
«Rose, sei qui! Come stai? »
Alzo lo sguardo dal libro che ho preso e ringhio, pronta a divorare con i miei denti chiunque abbia intenzione di disturbarmi e … rimango a bocca aperta.
Scorpius è entrato in biblioteca. Scorpius. E’. Entrato. In. Biblioteca.
Cose dell’altro mondo, davvero. Queste settimane sono davvero impossibili: prima inizio a frequentare Melinda Zabini, poi inizio a scrivere lettere assurde, i miei amici sorridono sempre, persino Dominique ed ora Scorpius Hyperion Malfoy, sì, quello Scorpius Hyperion Malfoy, mette piede in biblioteca senza essere costretto da me.
No, dai. E’ impossibile.
«Cosa ci fai tu qui? » chiedo, troppo stupita per provare a dire qualcos’altro. Lui ridacchia e si siede al tavolo, accanto a me, sbirciando la copertina del mio libro.
«Merlino, Rosie, qualcosa di più leggero? » chiede, storcendo il naso. Faccio un sorriso forzato e lui esulta, dicendo finalmente che è riuscito a farmi sorridere. Senza sapere perché, inizio a ridere e non mi fermo.
Per questo Scorpius è il mio migliore amico, perché sa cosa fare, benché le idee geniali gli vengono una volta ogni secolo. Perché, anche senza sapere, mi fa stare meglio.
«Dai, Jane Austen è più leggera di quello che immagini» dico, sorridendogli, mentre Madama Cope ci fissa male. “Davvero, prova a leggerlo».
Gli porgo la copia di Ragione e Sentimento che ho ripescato dallo scaffale di letteratura Babbana, ma lui scuote la testa e allontana il libro con una smorfia schifata. Forse pensa che leggere un libro faccia male alla totale ignoranza dei suoi neuroni.
«Come va? »
Uno schifo, Scorpius.
«Come dovrebbe andare? Bene, se non fosse per te e il comitato del buonumore che cerca di tirarmi su col morale, con l’unico risultato di deprimermi ancora di più».
Scorpius ridacchia ed io lo fulmino con lo sguardo, tornando a leggere il mio adorato libro e cercando di dimenticare tutto ciò che mi circonda.
«Lucas ti sta cercando, lo sai? » dice il mio migliore amico, dopo un po’. Resto fossilizzata per un secondo, poi decido che quest’informazione non mi fa caldo né freddo e torno a leggere il mio libro. «E smettila di far finta di non aver sentito».
Mi volto verso di lui con un sopracciglio inarcato e faccio una faccia scettica.
«Dovrebbe interessarmi? » chiedo, con il mio miglior tono da ‘non me ne frega niente’. Il guaio è che quella è anche il mio peggior tono da ‘non me ne frega niente’, perché si capisce che sì, me ne frega. E anche parecchio.
«Credo proprio di sì, Rose»  borbotta lui, storcendo il suo aristocratico e nobile naso. È palesemente infastidito. E non riesco a levarmi dalla testa la parola gelosia.  «Lucas mi ha detto, no, mi ha implorato, di dirti che lui ha bisogno di vederti. Non è quello che sembra, ha detto».
«Stupido Incantesimo del Lago»bofonchio, senza guardare Scorpius.
«Eh? » chiede, voltandosi a guardare il Lago Nero fuori dalla finestra ed io soffoco una risatina.
«Niente»  mi affretto a chiarire, sventolando con noncuranza una mano. «Comunque, non ho intenzione di parlargli»
«Rose, onestamente …» si blocca e mi guarda con i suoi occhioni verdi che farebbero capitolare chiunque. «Dovresti dargli la possibilità di spiegarsi. Tu sai che non lo sopporto, ma … Rosie, non mi piace vederti così».
«Così come? » chiedo, in un sussurro, senza riuscire a staccare il mio sguardo dal suo. Roba che pensavo potesse accadere solo in un romanzo Harmony.
«Spenta. E vuota» risponde, un tono di voce quasi impercettibile. Mette una mano sulla mia, ma io sono ancora fissa nei suoi occhi. «Rose, tu sai quello che io sento per te e non mi va di vederti ridotta così» Mi drizzo e lo guardo, allibita.
Sta scherzando, vero? Per favore, fa’ che stia scherzando. Non sono affatto pronta per questo, io non voglio che accada, non lo amo e non so se mai lo amerò, lui è il mio migliore amico e Lucas sarà l’uomo della mia vita, io …
«Rose, io …»
Lo fisso, incapace di parlare. Non posso credere che stia davvero accadendo. Melinda aveva ragione. Lucas aveva ragione. Canale Fai Schifo aveva ragione.
Tutti avevano ragione, tranne io.
«Tu? » mi esce, in un sussurro.
«Io … io ti …» No, no, no! Per favore, no! Scorpius, ti prego, non rovinare tutto! «Io ti voglio bene, ecco. E non mi va di vederti ridotta così uno schifo»
Bang.
Questo era il tutto? Ci vuole tanto a confessare un affetto da migliore amico?
E poi mi vengono in mente i suoi balbettii confusi, quel io ti che non riusciva a pronunciare. E penso che forse le parole hanno cambiato strada. No, non può essere vero, sono io che ho una fervida immaginazione.
Vero?
Cosa volevi dire, Scorpius?
«Io non sono ridotta uno schifo» è l’unica cosa che riesco a dire, perché le altre mille cose che mi affollano la mente non hanno minimamente senso.
«Okay, basta crederci” sussurra, guardando il tavolo e seguendo linee immaginarie con le sue dita cadaveriche. «Però, Rosie …» Alza lo sguardo verso di me ed io mi volto a guardare il libro. Non credo di poter reggere quello sguardo. Credo che potrei anche non rispondere più di me. «Dagli una possibilità. Dagli il tempo di spiegarsi».
«Okay. Okay» mormoro, tornando alla lettura del mio libro. Scorpius sospira e torna a fissare il tavolo, poi si volta nuovamente verso di me.
«Ti va di venire a vedere i nostri allenamenti? Potresti parlare con lui» propone, cauto. Io sospiro e lo fisso con un sopracciglio inarcato.
Dannazione, cosa stai facendo, Scorpius?
«Okay» sospiro, mordicchiandomi il labbro inferiore e guardando il mio migliore amico con aria rassegnata. «Metto a posto la mia roba e ti seguo»
Scorpius sorride a centocinquanta denti e mi stritola in un abbraccio che credevo esclusiva proprietà dei Weasley. Sembra che mi stia abbracciando nonna Molly, non Scorpius Malfoy.
«Grazie» dice, ma io non ho il fiato né per rispondergli né per dirgli di smetterla di stritolarmi. Poi lui mi lascia andare e mi sorride, euforico, prima di correre fuori dalla biblioteca.
Credo sia diventato pazzo.

~

 

Dieci minuti dopo, sono ancora scossa dalle parole di Scorpius. No, non quelle che ha pronunciato, no. Le parole che non ha detto, quelle mi hanno scossa. Quelle bruciano – come fiamme – sul mio cuore, impresse a fuoco sulla pelle.
Cosa volevi dire?
Scorpius, approfittando del mio momento di shock, mi ha trascinata al campo di Quidditch, mentre lui è filato a cambiarsi. Melinda e Al mi raggiungono immediatamente, dopo aver posato le loro scope ed  essersi cambiati.
«Come mai ora vuoi vedere Lucas? » chiede Al, mentre Mel si siede accanto a me. Scrollo le spalle.
«Scorpius mi ha convinta» biascico, ancora troppo stupita.
Cosa volevi dire?
«Chissà come» ridacchia mio cugino. Sono troppo presa a pensare a cosa poteva dirmi Scorpius per prestare attenzione  a quello che dice quello stupido. Se solo lo facessi, mi renderei conto che c’è un’altra persona che crede che Scorpius provi qualcosa per me.
Meglio che non l’abbia fatto.
«Rose, sembri alquanto shockata. Va tutto bene? »chiede Melinda, guardandomi con un sopracciglio inarcato.
No, non va niente bene. Cavolo, il mio migliore amico poteva finire una frase in un modo diverso e avrebbe cambiato tutta la mia vita. Una sola, singola frase avrebbe distrutto tutto.
Merda.
Ed ecco che Scorpius e Lucas fanno il loro trionfante ingresso nel campo, a cavallo delle loro scope. Scorpius si volta verso di me e mi sorride e mi sento imbarazzata, poi Lucas segue la direzione del suo sguardo e mi guarda, sorpreso e il mio stomaco si attorciglia su se stesso.
E la cosa terribile è che non so perché si è attorcigliato.
Al e Melinda iniziano a borbottare di condizioni del tempo e di venti che soffiano da qualche parte, ma io non li ascolto. La mia mente è concentrata su Scorpius e Lucas, che si rincorrono per il campo da Quidditch. Non capisco nulla di questo maledettissimo sport e li vedo volare qui e lì, senza mai capire cosa stanno facendo. Mi limito a guardarli, stringendomi nelle spalle e cercando di fare chiarezza nel mio cuore.
E’ la cosa più difficile che io abbia mai fatto. Fino a quando si tratta di temi, di compiti in classe e di esami, Rose Weasley non si preoccupa di niente, ma appena bisogna parlare di sentimenti Rose Weasley scappa via, perché i sentimenti sono la cosa più difficile da gestire. No?
«Ehi, Rosie, Lucas sta venendo verso di te»mi sussurra Al, dandomi una gomitata nelle costole. Solo grazie a mio cugino mi rendo conto che l’allenamento è stato improvvisamente interrotto e Lucas, sulla sua velocissima scopa non-so- quale- modello, si dirige verso di me. Mi spaventa quasi, riesco a scorgere il suo sguardo determinato.
«Ehi, fa’ in fretta, almeno» urla uno dei giocatori, rassegnato. E’ strano che Lucas abbandoni l’allenamento, Merlino, lui è il capitano.
Frena improvvisamente sugli spalti e capitombola giù con poca grazia, ma continua a fissarmi con sguardo risoluto. E’ come se tutto il resto del mondo non esistesse, come se tutto si concentrasse nei suoi occhi neri che mi fissano.
«Ehi, Lucas» biascico, con un tono finto allegro che non convince né me né lui. Che idiota che sono, proprio una gigantesca, immensa idiota.
Ma lui non dice nulla. Sta lì a fissarmi con sguardo torvo, come se gli avessi fatto un torto pronunciando quelle due stupidissime parole. Mi fissa come se pretendesse le mie scuse in questo istante, ma tanto io non lo farò. Nel senso che forse lo farò dopo, ma ora voglio sapere cosa vuole da me.
E di certo non mi aspettavo questo.
Lucas mi prende per le spalle e mi bacia. In quest’ordine.
Okay, la mia descrizione non trasuda romanticismo da tutti i pori e forse è colpa mia, forse non sono una persona romantica come Lily o zuccherosa come Melinda, ma questo è quello che è successo e non vedo cos’altro dovrei dire.
Non so esattamente poi cosa stia succedendo. Credo che la sua scopa sia volata da qualche parte non ben definita e che al e Melinda stiano guardando con il loro collaudati sguardi allibiti, ma non ne sono sicura. Non capisco più nulla, in effetti.
Lucas si scosta da me e mi sorride, euforico,.
«A dopo»sussurra, prendendo il mio volto tra le mani e posando un altro bacio sulle mie labbra,poi riprende la sua scopa – che Al ha afferrato in un momento di euforia totale, evidentemente – e parte alla volta del campo, lasciandomi ancora in piedi e ancora con un’espressione da completa idiota sul volto. E ancora troppo scossa.
Mi volto verso gli allenamenti, dove tutti ridacchiano, allegri, e danno pacche sulle spalle a Lucas. Tutti, tranne Scorpius. Mi fissa con gli occhi privi di espressione, quasi indifferenti. Quando si accorge che lo sto fissando abbozza un sorrisetto e torna a giocare, mentre io mi sto ancora chiedendo cosa diavolo sia successo al mondo, oggi.

~

«Cosa diavolo ti è passato per la testa? »
Lucas atterra con grazia accanto a me e mi fissa con un sopracciglio bruno inarcato in un’espressione di puro sconcerto.
«A cosa ti riferisci? » chiede, confuso. Lo prenderei a schiaffi se non fossi così cotta di lui da far pena.
«Mah, non so. Forse al bacio di prima, sai» dico, velenosa, incrociando le braccia. Lui arrossisce un po’ e mi guarda, imbarazzato, mentre io perdo immediatamente la mia rabbia e sospiro, rassegnata.
Non sono capace di arrabbiarmi con lui, è impossibile.
«Scusa» mormora, impacciato e si siede accanto a me, con espressione imbarazzata. Prende le mie mani fra le sue e le stringe forte, forse in modo che io non possa fuggire. « Ma era l’unico modo per fermarti. Di sicuro avresti voluto una spiegazione e non avevo torto, visto? ».
Uno, due …
«Ma sei scemo o cosa? »
… e tre. Dovrei contare fino a dieci prima di strillare stupidaggini.
Lucas sobbalza al suono delle mie parole e mi guarda con espressione stupita, mentre riprendo fiato e torno a sedermi, scossa e irritata.
Mi ha baciata per obbligarmi a restare, l’idiota. Non mi ha baciata perché mi voleva baciare, no. Troppo complicato per Lucas Steeval, signori e signore.
Dite che potrei prenderlo a schiaffi?
«Scusa» ripete, sinceramente dispiaciuto ed io vorrei dirgli che ora non basta scusarsi, idiota. Che puoi sventolare le tue ciglia con gli occhioni neri quanto ti pare e piace, Lucas Steeval, questa volta non capitolerò come una scema.
O forse invece sì, tanto per non perdere le vecchie abitudini.
Sospiro, rassegnata.
«Rosie, senti, non so cosa sia successo in queste due dannatissime settimane. Sembrava che tu mi stessi evitando …»
«Non sei abbastanza intelligente da pensare che era così? »domando, velenosa, fissandolo male. Lui non abbassa lo sguardo e continua a fissarmi, con quegli occhi indecifrabili.
«Ho pensato che tu fossi abbastanza intelligente da capire che evitarmi non è la cosa giusta da fare»ribatte lui, con il mio stesso tono acido.
«Evidentemente ti sei fatto un’idea sbagliata della mia intelligenza» sbotto, incrociando le braccia e guardando a terra. Sospiro, sento che lui apre la bocca, ma non dice nulla. «Senti, Lucas, so cosa stai per dire. So che sono una bambinetta per te, una specie di fastidiosa spina nel fianco e mi sta bene, okay. Ma non voglio sentirtelo dire, per favore. So che tu hai tante bambinette che ti muoiono dietro, quasi come un divo di Hollywood, e, okay, mi sta bene. Ma, per favore, non dirlo, ti prego» inizio a farneticare su qualcosa di non ben preciso. Lucas mi ascolta in silenzio, inarcando un sopracciglio di tanto in tanto. All’improvviso, mentre parlo, non so più cosa voglio dire e non riesco più a pronunciare una parola e scoppio a piangere, tenendomi il viso tra le mani.
«Finito? » chiede Lucas, mentre io mi asciugo le lacrime che mi solcano il viso. Sembro proprio una scema.
«Sì» singhiozzo, disperata. Lui sospira e prende il mio volto tra le mani, per asciugarmi le lacrime e mi bacia. Di nuovo.
E non credo sia per non farmi fuggire, questa volta.
Inizio a prendere a pugni le sue spalle nel vano tentativo di liberarmi della sua presa e, misteriosamente, ci riesco. Lui lascia il mio volto e si scosta da me, fissandomi con sguardo interrogativo.
«Cosa c’è, ora? » chiede, irritato. Io sbuffo e lo fisso male.
«Ti pare che io voglia essere baciata? » strepito, ancora, senza neanche fare finta di contare fino a dieci. Tanto non serve, urlo sempre prima di finire i numeri.
«Non ti piaccio più? »
Questa situazione deve durare ancora per molto? No, perché dopo vorrei sotterrarmi, sapete.
«Certo che mi piaci» bofonchio, diventando rossa da fare invidia a mia cugina Lily. Inizio a torturarmi le mani e mi mordicchio il labbro inferiore, tesa ed imbarazzata. Mi sento decisamente una stupida.
«E allora? »
Lucas inarca un sopracciglio, scettico. Lo fisso senza capire e lui sbuffa, prendendo nuovamente il mio volto fra le sue mani. Cerco di liberarmi dalla sua presa, ma lui non me lo permette e mi fissa con i suoi occhi neri che mi fanno girare la testa.
«Cosa diavolo vuoi dire? » chiedo, tra i denti, irritata a morte. Lui sbuffa ancora e mi fissa come se avesse una scema davanti a lui.
«Merlino, Rose, vuoi una dichiarazione in carta bollata? » domanda, esasperato, ed io non capisco ancora niente, ma il mio cuore è diventato più leggerlo. Apro la bocca per parlare, ma lui mi blocca, emettendo le cinque parole che mi fanno definitivamente svolazzare. «Dannazione, mi piaci Rose Weasley».
E mi bacia di nuovo.
Ed io mi stringo a lui, felice come non mai, dopo aver ricevuto quattro baci da capogiro ed una dichiarazione da favola.
«Ehi, aspetta, cosa è un dito di Bollywood? » chiede, scostandosi un po’ da me. Io lo fisso con un sopracciglio inarcato e scoppio a ridere.
«Lascia perdere»sussurro.
E torno  a baciarlo.

Angolo Autrice

Sono imperdonabile. Non aggiorno da secoli e lo so. Ma questo capitolo proprio non usciva fuori e credo che sia venuto anche uno schifo, ma ho deciso di pubblicarlo lo stesso, perché almeno è qualcosa di senso compiuto.
Perdonatemi ç__ç Vi prometto che per il prossimo capitolo non attenderete molto, deve solo essere perfezionato ^^

A presto,
El.

   
 
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Eliatheas