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Autore: Jiuliee    28/08/2017    6 recensioni
Nessun gene magico riuscirebbe mai a sopravvivere al lato Dursley della famiglia, ma che dire invece del lato Evans?
Eppure... Possibile che suo figlio?
No, era solo una coincidenza come diceva sua moglie, Garrett era un ragazzo furbo e fortunato, gli piaceva stare al centro dell'attenzione e lui si stava solo facendo suggestionare.
Sì, però Penny non era di sicuro caduta nella teca di una boa constrinctor quando aveva undici anni.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dudley Dursley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'L’eredità '
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La mattina del primo settembre era piuttosto soleggiata, ma il vento freddo pungeva la pelle e gli abitanti di Londra già si stringevano in cappotti autunnali. Alla stazione di King's Cross il caos regnava sovrano, fiumi di persone si affrettavano a raggiungere i binari, in preda ad una strana frenesia, urtandosi gli uni gli altri con carrelli colmi di pesanti bauli e grosse gabbie. I gufi all'interno stridevano irritati, e i passanti sobbalzavano chiedendosi quando mai sarebbe finita quella strana moda di tenere delle civette come animali domestici.

“Muoviti, papà!” il ragazzo corse avanti, agitato, mentre continuava a guardarsi attorno
“Arrivo, arrivo!” gli rispose, spingendo il pesante carrello verso i binari nove e dieci “Eccoci, credo.”

Dudley guardò preoccupato i binari, cercando di immaginare dove mai potesse trovarsi il tanto famigerato nove e tre quarti. Non si era mai preso la briga di chiedere a suo cugino come era riuscito a prendere il treno, ai tempi della scuola.

“Dudley, magari dovremmo chiedere a qualcuno” disse Penelope, prendendo il marito sottobraccio
“Non credo sarebbe una buona idea” le rispose
“Ma sono quasi le undici e...”
Un forte sbuffo infastidito attirò la loro attenzione. 

“Tutti gli anni la stessa storia, pieno zeppo di babbani! Forza ragazzi, verso la barriera. Vai prima tu James, Edvige sta attirando troppo l'attenzione” disse una signora dai folti capelli rossi, rivolta ad uno dei tre figli. Come per risposta, la grossa civetta bianca che un ragazzo teneva nella gabbia sopra il baule emise uno strillo spazientito, mentre questo prendeva la rincorsa e spariva tra i binari nove e dieci. Poi fu il turno del secondo ragazzo, che sparì esattamente come il fratello.

“Papà! È sparito!” urlò Garrett, tirando la manica del padre.La signora dai capelli rossi e il marito sobbalzarono, e si voltarono verso di loro. Dudley rimase impietrito, lo sguardo fisso sull'uomo dai capelli corvini, leggermente brizzolati. Due paia di occhi verdi lo fissavano di rimando, da dietro gli occhiali tondi. L'uomo fece un cenno di saluto e abbozzò un sorriso. Dudley si accorse di tenere ancora la bocca aperta e si affrettò a richiuderla, mentre spingeva il carrello verso di loro.

“C-ciao” disse, tendendo titubante la mano al cugino, che la strinse senza esitare “Come..?”
“Come raggiungere il binario?” si intromise la donna dai capelli rossi, guardando Garrett con un sorriso dolce “E' facile, vieni. Devi stringere forte il carrello ed andare dritto verso la barriera che separa i binari nove e dieci: non avere paura e non fermarti, non andrai a sbatterci contro, ma è meglio correre se si è un po' nervosi. Vai, prima di Lily” disse, facendo cenno alla ragazzina che era rimasta a fianco a lei. 

Il ragazzo annuì nervoso, voltandosi verso i genitori per gli ultimi saluti. Ricevette una pacca vigorosa sulla spalla da suo padre, e un abbraccio stritolante da sua madre, poi si voltò e iniziò a camminare e poi a correre in direzione della barriera, che si avvicinava sempre di più. Chiuse gli occhi, pronto ad andare a sbatterci contro, ma l'urto non avvenne. 

Quando aprì gli occhi una locomotiva scarlatta si stagliava davanti a lui, offuscata dal fumo denso e bianco che emetteva. Un cartello in ferro battuto, alla sua destra, recitava:

Hogwarts Express
Binario 9 ¾

Garrett spinse il suo carrello lungo il binario, gremito di ragazzi e famigliari intenti a scambiarsi gli ultimi saluti prima della partenza, e si fece largo tra la folla e le gabbie di gufi fino a trovare una carrozza libera, verso la coda del treno. Sollevò a fatica il baule per farlo entrare nello scompartimento, e si mise a sedere. Da quando aveva ricevuto la lettera gli sembrava di essere stato catapultato in un mondo parallelo, e non riusciva a capacitarsene: era una situazione così irreale che sentiva che da un momento all'altro si sarebbe svegliato nella sua camera a Privet Drive, e si sarebbe reso conto che era tutto un sogno dovuto ad una brutta indigestione.

Il treno fischiò forte, e gli ultimi ragazzi sulla banchina si affrettarono a salire, poi partì con uno strattone, e Gary guardò la stazione allontanarsi sempre di più, mentre le persone salutavano dal binario con la mano. Erano passati poco più di due minuti quando la porta dello scompartimento si aprì, rivelando la ragazzina dai capelli rossi che aveva incontrato al binario. Con lei un ragazzo paffutello e pieno di lentiggini, con folti capelli ricci, anche lui rossi.

“Ciao, possiamo sederci?” chiese lei “Gli altri vagoni sono tutti occupati.” 
Garrett annuì, mentre i due prendevano posto e sistemavano i bauli sulla rastrelliera. 
“Io sono Lily comunque, Lily Luna. Non ci siamo presentati, prima. E lui è mio cugino Hugo” l'altro ragazzo abbozzò un sorriso e fece un cenno con la mano “E tu sei..?” 
“Io sono Garrett. Garrett Dursley” rispose lui.

Calò il silenzio, tutti e tre i ragazzi guardavano fuori dal finestrino, mentre il treno sfrecciava e al paesaggio cittadino si sostituiva la campagna.

“In che casata vorresti essere smistato?” chiese Hugo dopo un po', per spezzare il silenzio “Io Grifondoro, tutta la mia famiglia c'è stata e papà ha detto che mi disereda se finisco da un'altra parte.” Garrett strabuzzò gli occhi e il ragazzo aggiunse “Ma penso che non dicesse sul serio, gli piace scherzare.” 
L'altro parve tranquillizzarsi leggermente, mentre Lily ridacchiava
“Cosa sarebbe Grifondoro? E cos'è una casata?” chiese poi Garrett, e fu il turno di Hugo e Lily di rimanere stupiti, mentre si lanciavano in una accurata descrizione di Hogwarts e delle sue case, per poi passare a raccontare del Quidditch e delle partite che improvvisavano in estate assieme ai loro cugini. 
Il tempo passò veloce in compagnia di quei due ragazzini rossi che gli raccontavano storie ed avventure incredibili e Garrett iniziò a pensare che forse era davvero tutto reale, perché nemmeno nei suoi sogni più sfrenati sarebbe stato capace di immaginare qualcosa di così magico.











Di nuovo, un grazie immenso a Monica, a cui dedico questa storia.
Un grazie a tutti voi, che avete letto.
Grazie a chi ha recensito e a tutti quelli che hanno seguito questa mia piccola avventura.

Spero di essere stata all'altezza dei personaggi che tutti amiamo, e che un giorno non troppo lontano potremo rivederci con un'altra storia.

Giulia
  
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