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Autore: Zappa    13/09/2017    7 recensioni
Tutti hanno la loro versione su come sia e come si comporti Vegeta.
Pochi hanno osato deriderlo e prenderlo in giro: ora è giunto il momento.
Vi proporrò una serie qualità di Vegeta e vi spiegherò il perché di quelle qualità.
Lettura sconsigliata alle persone serie e a tutti quelli che mi conoscono.
I personaggi presentati e le citazioni cui faccio riferimento non mi appartengono e non ne detengo alcun diritto.
# 1. Egocentrico
# 2. Sensibile
# 3. Innamorato
# 4. Ponderato
# 5. Tecnologico
# 6. Filosofo
# 7. Esasperante
# 8. Tata
# 9. Imperatore
# 10. Strano
# 11. Destinato
# 12. Casalingo - Fanfiction vincitrice del primo posto al contest “Piangere è difficile, ma ridere lo è ancora di più: il contest della risata” indetto da eleCorti sul forum di Efp
# 13. Festaiolo
# 14. Cupido
# 15. Coinquilino
# 16. Neopatentato
# 17. Genitore
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, Nonsense, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo dell’autrice

Questa storia sarà lunga.

Mi ero ripromessa di non scrivere storie lunghe ma, ehi, chi se ne frega del buonsenso, no?

In ogni caso, questa disgrazia di storia è divisa in tre parti, cosicché voi possiate leggere a parti, senza uccidervi per arrivare in fondo tutt’assieme.

Ringrazio tutti quelli che leggono, anche i lettori silenziosi e taciti che non hanno il coraggio di dirmi quanto le mie storie facciano SCHIFO, quelli che recensiscono e gli altri che mi seguono, che hanno messo la raccolta nei preferiti, nelle “da ricordare”, nelle “da dimenticare” e nelle “passatemi un accendino che brucio il pc, questa raccolta è tremenda”.

Spero vi piaccia e se volete lasciatemi una recensioncina, che quella fa bene alla salute – alla mia, mentale; anche se non so se la ho più – che mi farebbe piacere.

Uh, sto chiacchierando un sacco.

Vi lascio alla storia.

Grazie a tutti!


Fanfiction vincitrice del primo posto contest “Piangere è difficile, ma ridere lo è ancora di più: il contest della risata” indetto da eleCorti sul forum di efp


La nostra storia inizia in una bella mattinata di sole e di nuvole cremose e bianche nel cielo e, precisamente, di lunedì.

Perché, si sa, tutte le grandi storie iniziano di lunedì. Poteva essere anche un martedì, ma ‘sta volta iniziamo di lunedì.

E precisamente, siamo in casa Brief.

Che novità, direte voi. Ma voi statevene zitti e ascoltatemi.


Ahhh.

C'è un buon profumo in casa Brief.

Un profumo che, nell'aria, si espande per tutti i corridoi e arriva fino in camera tua, insidiandosi tra l'effluvio pacato di lenzuola, per arrivare al tuo naso e svegliarti. Apri gli occhi e metti lentamente a fuoco la stanza, mentre un sorriso inizia ad incresparti le labbra.

No, Vegeta, non è il profumo di cadaveri in decomposizione, qualora tu te lo stia chiedendo, nascosto come sei sotto la pila di lenzuola del letto, e non sono neanche le mutandine di tua moglie-

Oh, piantala!

Per favore, vedi di alzarti da quel letto e di non sogghignare al ricordo di quello che avete combinato tu e tua moglie stanotte, altrimenti mi tocca alzare il rating della storia e non possiamo continuare.

*Sigh*

Bene, ora che ti sei alzato, che hai stropicciato per bene le lenzuola in fondo al letto e che ti gratti un poi la zazzera improbabile di capelli che hai in testa, possiamo continua-


Che c'è?


Non ti piace la mia metafora sui tuoi capelli?


Be', potevo fare molto peggio e lo sai benissimo.

Non sei convinto?

Potevo, che so, chiamarti Sonic, visto che sei piccolo, blu e molto veloce;

oppure potevo chiamarti Taz, come il Diavoletto della Tas-


D'accordo, d'accordo, ti sei offeso.

Dai, non fare quella faccia.

Cacchio, abbiamo appena iniziato e tu già inizi con quella faccia…

Sorridi un po'.


Oh, Dio.

Cos'è quella roba.

S-stai sorridendo?

OH DIO, NO, TI PREGO! SMETTILA! AHHH!


Sei terribile quando vuoi.

D'accordo, torniamo alla storia.


Dunque.


È sempre mattina in casa Brief e tu ti stai avviando pacificamente giù dalle scale, per raggiungere la cucina, quando-


Scusa, potresti evitarlo?

No, dico, potresti evitare di farti le unghie nell'intonaco del corridoio mentre scendi? Stai rovinando tutto il colore.

Eh, grazie.

Molto gentile.

Cristo.


Dicevamo, mentre scendi giù dalle scale per raggiungere la cucina, solo et pensoso i più deserti campi – ho citato Petrarca, non fare quella smorfia schifata – ti trovi improvvisamente a fronteggiare una cucina che è un campo di battaglia.


Sì, questa scena l’ho già descritta in un’altra storia, non mi criticare, ma ci serve per continuare.

Sta’ zitto e fammi raccontare.


Dicevo, ti ritrovi a fronteggiare un campo di battaglia.

No, non sei tornato sulla base di Freezer – perché lì le unghie te le saresti fatto eccome lungo i muri – ma sei solo in cucina.

Per tua grande sorpresa, sul pavimento della cucina giace, infatti, un'ecatombe di uova, pancetta, frittelle e cereali che, invece di trovarsi nel tuo piatto – quello che ti prepara sempre la tua dolce paperella Bulma – stanno agonizzanti a terra.

Aguzzi la vista e ahh, c'è qualcosa di strano.

Vedi, in effetti, tua moglie che regge tra le mani il tuo piatto e, come se fosse lava fusa, lo lascia cadere dalle mani.

Quando la osservi portarsi le mani nei capelli, con tanto di uova strapazzate tra le dita, e la vedi iniziare a muoversi convulsamente e agitarsi come un'anguilla, hai come la sensazione che ci sia qualcosa che puzza, nell'aria, e non sono le uova di prima.

Ti guarda come se fosse la prima volta che ti vede, con occhi sbarrati e boccheggiante come un pesce fuor d'acqua. E così, capisci che c’è qualcosa veramente che non va.

Spettacolare, Sherlock, come hai fatto a capirlo?

Quindi, azzardi una parola, una semplice, << Ehi... >>

Lei alza lo sguardo dalla sua autocommiserazione e tu ti accorgi di aver risvegliato un demone che non doveva risvegliarsi.

Sta per... piangere.

O forse no.

Sta per vomitare.

No, il suo colorito dovrebbe farsi più pallido del solito.

Sta per urlare?

No, ha appena richiuso la bocca.

Sta per sputare un alien?

Uh, sarebbe fighissimo, non c'è dub- ma non è questo il punto.

Non sai gestire manco le tue, di emozioni, figurarsi quelle altrui.

Dannazione alla tua ignoranza in fatto di emozioni terrestri.

Non hai la minima idea di quale crisi stia per avere tua moglie.


Improvvisamente, però, riacquisisce coscienza dei suoi muscoli facciali, sorride, e ti intrappola, con il suo corpo, sul muro accanto alla frigorifero, dove sostavi fino a quel momento, bloccandoti ogni via di fuga chiudendoti tra le sue braccia.

Situazione imbarazzante, visto che sei tu, spesso, il macho di turno e che sei tu, spesso, che intrappoli lei sul muro accanto al frigorifero.

Inizi a sudare freddo e non è solo perché sei praticamente col culo nel frigorifero, ma perché lei non pare placarsi.

Ti sorride ancora malvagiamente e ti sussurra con voce infernale: << Mi è appena venuto il ciclo. >>

Sbarri gli occhi, tramortito.

<< Non ho tempo di badare a nessuno, qui dentro, né a te, né ai nostri piccoli mostri. >>

Sibila malvagiamente nell’orecchio, << Oggi vedi di non scherzare con me, perché sto morendo dissanguata, e farò morire TE, dissanguato, è chiaro, caro il mio Super Satana? >>


Ehm, Bulma, scusa il disturbo.

Però ti ho detto di seguire bene le battute della storia.

Come vedi, non è Satana....

No, non è neanche Gianni Morandi...

È Saiyan.

Ecco, bom, non confondiamo i ruoli che sennò si offendono.

No, non mi offendo io, si offende Satana.

Non credo voglia essere paragonato a Vegeta.

Bom.

Va be'...

Salutiamo Gianni Morandi, ciao, ciao!


<< Oggi vedi di non scherzare con me, perché sto morendo dissanguata, e farò morire TE, dissanguato, è chiaro, caro il mio Super Saiyan? >> continuava a rimbombare il cervello di Vegeta.

Il suo sguardo di ghiaccio ti penetra nelle profondità dell'animo, ti pare sentirlo lambire la tua anima e carpirla, per portarla lontano, negli abissi della disperazione dove i morti aleggiano come fantasmi senza pace.

Spalanchi gli occhi, forse perché sai che stai per tirare le cuoia.

La tua faccia è una maschera apatica, fino a quando arrossisci brutalmente.

<< Ti adoro quando fai così! >>

Ti rivolge un improvviso sguardo innamorato, perdutamente persa di te, come lo sei anche tu, in questo momento, nei suoi occhi. I vostri nasi si sfiorano, le labbra si cercano e, prima di stamparti un bel bacio, ti sussurra tutto il suo amore.

<< Vai tu al supermercato, vero, tesoro? >>

Cooooooooosa?

Ma era solo un inganno allora! E lei, davvero, ti vuole uccidere!

Ti ritiri dal bacio, indignato, mostrando tutta la tua indignazione iniziando a battere i piedi indignati a terra, in maniera indignata, e a lagnarti, indignato.

<< No, no, no e no! >>

Ti fissa, arrabbiata.

<< Invece sì! >>

<< Invece no! >>

<< Ho detto di sì, e non si discute! E smettila di lagnarti come un bambino piccolo! >>

<< Io mi lagno come un uomo grande e grosso e non ci andrò al supermercato, parola del Principe dei Saiyan! >>

Tua moglie boccheggia incredula al tuo tanto ardire e ti squadra decisa, negli occhi.

<< Tu ci andrai. >>

<< Altrimenti?! >>


Parte prima, l’inizio della tragedia.


Un quarto d'ora dopo, ti ritrovi in macchina a guidare verso il supermercato.

Ha vinto lei.

Ma in fondo, qui era questione di forza maggiore: e l'unica forza maggiore che hai, è tua moglie.

Ti volti, così, verso il sedile del passeggero.

In macchina, Bulma ha caricato anche Trunks, dopo averlo divelto dal letto e buttato sul sedile anteriore mezzo addormentato e ancora in pigiama, e la piccola Bra che pisola ancora, legata al suo seggiolino, e abbracciata a Mr. Saiyan, il suo peluche preferito.

La fissi intenerito guardandola dallo specchietto retrovisore.

Con Mr. Saiyan in braccio è più cucciola di quanto non sia già.

Mr. Saiyan è l’unico giocattolo che tu le abbia mai regalato.

Infatti, prima la piccola girava sempre con una fastidiosa bambolina rosa, regalatale da quella bisbetica di tua moglie, e a te dava così tanto fastidio vederla continuamente abbracciarsi a Rosita che, un giorno, mentre eravate in viaggio in macchina per il mare, gliela avevi tolta dalle mani all’improvviso e gettata giù dal cavalcavia.

Inutile tentare di placare le urla ultrasoniche della bimba e della moglie, eri stato costretto a tornare a quel ponte a cercare Rosita per tutta l'ansa del fiume.

Ma la preziosa bambola aveva fatto la fine di Giona nella balena ed era stato impossibile recuperarla.

O, almeno, questo fu quello che dicesti a moglie e figlia, per evitare di dire che, in realtà, la bambola l'avevi bruciata nel falò per arrostire la balena di Giona che avevi pescato.

Così, eri arrivato a comprarle un nuovo peluche, una bella scimmietta con il papillon, rinominata Mr. Saiyan, un po’ per scusarti, un po’ perché le vuoi troppo bene.


Sospiri ancora a pensare al suo bellissimo sorriso con una finestrella nel mezzo, quando le consegnasti la scimmietta.

Il tuo piccolo, adorabile, mostriciattolo, ibrido.

Non come lo stoccafisso qui davanti, pensi, guardando quell'inutile di tuo figlio mentre dorme della grossa sul sedile accanto al tuo.

Scuoti la testa, afferrando più saldamente il volante e incrinandolo leggermente.

Inutile, mocciolo, petul–

Gulp!

Quella è bava?!

Trunks sta sbavando sui sedili nuovi di tua moglie!

Ma porca putt–

Pesti d’improvviso il pedale del freno, inchiodi le macchina, e appena un centinaio di macchine dietro di te che si mescolano assieme come un mazzo di carte e, poi, riprosegui tranquillamente la marcia.

Trunks si sfracella sul parabrezza, svegliandosi definitivamente e si sveglia anche la piccola Bra che, spaesata, si guarda attorno, riscoprendosi in auto.

Quello sfaticato di tuo figlio stacca finalmente la faccia dal parabrezza, dopo aver lasciato lì mezzi connotati e mezzi denti, e ti guarda, incredulo.

Sorridi bonariamente ad entrambi.

<< Buongiorno, mie piccole piaghe! >>

Trunks ti guarda ancora con un aria traumatizzata e pensi che, dall'espressione poco vispa che ha in faccia, debba avere battuto la testa più forte di quanto pensassi.

<< Questa mattina, >> non badi molto al trauma cranico di tuo figlio, << andiamo al supermercato con papà >>

Una lamentela risentita echeggia nel piccolo abitacolo perché i figli, giustamente, a tale notizia si lagnano.

<< Noo, ma come è possibile? >> alza gli occhi al cielo il primo, << perché dobbiamo andare al supermercato proprio di lunedì mattina, pochi giorni prima che inizi la scuola, per di più? >>

<< Esatto! >> gli fa eco la più piccola, << perché? Io non ho mai fatto nulla di sbagliato nella mia vita! >>

<< Lo so, e ti amo per questo, >> le rispondi serio, fissando i suoi occhioni preganti dallo specchietto retrovisore, << solo che vostra madre ha deciso così, e quando vostra madre decide una cosa… >>

<< Bisogna obbedire... >> concludono per te i bambini. Si riaccomodano sui loro sedili, con un'espressione poco convinta e seccata sui loro adorabili faccini.

<< Esatto >> sospiri e ti abbandoni all’evidenza che tua moglie sarà sempre più forte di te e sbuffi, inforcando gli occhiali da sole per continuare il tragitto.

Già, quando la moglie decide, decide.


Non che Vegeta abbia potere decisionale in casa Brief, ovviamente.

Prima decide Bulma.

Poi Bra,

poi i genitori di Bulma,

poi Trunks,

il gatto nero

e infine Vegeta.


La strada, purtroppo per voi, è ancora lunga per il supermercato e, per di più, andare in macchina l'allunga ancora di più. Nel piccolo abitacolo cala, perciò, un tenue silenzio.

Trunks sospira.

<< Posso almeno accendere la radio? >> chiede, ad una certa, con la mano già verso i pulsanti.

<< Se lo fai, l'unica musica che sentirai saranno le tue grida di dolore quando ti avrò spezzato il polso per averci provato. >>

Si vede che non apprezzi molto la musica terrestre.

Il piccolo ti fissa contrariato e si rimette composto sul sedile, sbuffando sonoramente e strozzando qualche insulto tra le labbra.

Il suo tono non ti sfugge e lo squadri con la coda dell'occhio.

Dove avrà preso questa barbara attitudine?

La madre, di sicuro. Piena di difetti quella donna...


Eh, appunto.

È lei quella orgogliosa, antipatica, ribelle, scontrosa, acida, guerrafondaia, testard-

Che c'è?

Non guardarmi con quella faccia e continua a guidare.

Dicevo, quella testarda, cocciuta, musona, irriverent-

Va bene, va bene, la smetto.

Non si può dire niente, però, qui dentro.


Dopo, quindi, aver mandato a 'fanculo un paio di automobilisti, rischiato di investire qualche ciclista e aver provocato l'arresto cardiaco a due vecchiette che stavano attraversando le strisce, passate davanti al parco cittadino, il quartiere prima del superstore e ti prepari alla battaglia del parcheggio. Sarà dura scansare tutte le auto per l’unico parcheggio all’ombra che vuoi tu, sospiri, quando, improvvisamente, vedi tuo figlio illuminarsi in un bellissimo sorriso.

<< Guardate, un gattino! >>

Indica, raggiante, un piccolo gattino che si è appena posato sull'asfalto del marciapiede, dopo essere sbucato da un'aiuola.

Tempo cinque secondi e, SPLAT!

Trunks e Bra sbarrano gli occhi.

<< Non lo hai visto il gattino? >>

<< Non l’ho fatto apposta! >>

Trunks gesticola, impazzito: << Era sul ciglio della strada! >>

<< Ma lo sai come sono fatti i gatti, all'ultimo momento, TRACK, ti attraversano e non fai in tempo a frenare! >> sottolinei l'ovvio.

<< Ma tu bastava che andavi dritto e non lo prendevi! >> Urla invece Bra.

<< Ho capito, ma io pensavo che attraversasse, lui, deficiente, è rimasto fermo, è colpa mia? >>

Affermi, scocciato dall'insistenza dei due.

<< Cioè, un gatto anomalo, è colpa mia? >>

I due ti fissano ammutoliti.

<< Porca miseria, il gattino... da che era vivo, track, morto! >>

Il bimbo fissa la strada, stralunato. Stai per ridire sul suo linguaggio poco corretto, quando, << Guarda, un dalmata! >>

SPLAT!

I bimbi ti perforano nuovamente con lo sguardo mentre, tranquillo, continui a guidare, e, quando ti giri, li vedi sull’orlo delle lacrime.

<< MA QUESTO ERA UN DALMATA! >>

<< Eh, ho capito, >> sbotti anche tu, << ma era lì, nella ghiaietta chiaro-scuro, si mimetizza!

Mi sono accorto quando ha fatto IIKKKK! Cioè, un cane intelligente si mimetizza? >>


Avrei da ridire su chi è davvero l’intelligente, qui, ma non dico niente.


Allucinati, i ragazzi scuotono mestamente la testa, davanti al padre che, a bordo di una normale utilitaria, ha sterminato la fauna del parco pubblico nel giro di cinque minuti.

<< Porca miseria…. >>

<< Trunks, dannazione, chi cazzo ti ha insegnato questo linguaggio? >> lo fulmini con gli occhi, << Modera i termini. >>

Un’altra lamentela si sparge nell’auto e anche qualche invito ad andare a quel paese, fino a che non arrivate al parcheggio del supermercato.

<< Toh, guarda, ridendo e scherzando, siamo arrivati al supermercato! >>

<< Eh, ridendo e scherzando, ridendo e sterminando! >> puntualizza Bra, stringendosi corrucciata al suo peluche. 1

<< Poche storie, pulci, fuori! >>

Parcheggi con grazia nell’unico posto rimasto libero ed esci dall’auto, sbattendo con veemenza la portiera e i bambini ti seguono a ruota. Trunks ancora mesto, che rimpiange gli unici animali domestici che avesse mai visto crescere – nel senso che li ha visti da lontano, mano a mano che si avvicinavano sono cresciuti, e poi sono morti – e Bra che giù dal seggiolone e abbracciata a Mr. Saiyan, finisce direttamente tra le tue braccia.

Tempo di fare due passi che, dall’entrata del parcheggio, entra la macchina della polizia a sirene spiegate e lampeggianti in uso che accosta vicino alla vostra auto e vi blocca il passaggio per il supermercato.


Oh, il tutore della legge.

Ma tu sei un ribelle per la vita, non cederai al suo interrogatorio.

Assottigli lo sguardo e squadri male il poliziotto che è appena sceso dalla volante e che si avvicina circospetto.

<< Buongiorno, signore, >> si approccia con estrema cortesia, togliendosi gli occhiali da sole che ripone nel taschino, accanto alla stella da sceriffo.


Wow, ci si potrebbe lavare i denti davanti a quella stellina da quanto brilla.

Guarda che bella che è, con le punte ricurve e lo stemma della città al centro.

No, Vegeta, meglio che non gliela rubi e no, non resisterebbe ad un tuo morso.

Perché diamine tu abbia questi pensieri ancora mi sfugge.


<< Senta, >> continua il poliziotto ma poi sbianca improvvisamente.

<< V-Vegeta? >> indietreggia d’improvviso Krillin, non aspettandosi la famosa famiglia Brief, in pigiama, al supermercato. Talmente preso ad inseguire il deficiente che stava decimando la fauna del parco pubblico, non si era concentrato sull’aura, tristemente conosciuta, del guidatore della monovolume.

Speriamo solo di non morire in servizio, eh Krillin?, non sarebbe un buon inizio di giornata...

<< Ciao Krillin! >> lo salutano, invece, allegramente i piccoli, facendoti aggrottare ancor di più le sopracciglia.
Che vuole, adesso, il pidocchio?

<< Per qualsiasi problema, agente, >> inizi, facendogli inarcare un sopracciglio e vedendo tutto il suo scontento per il modo canzonatorio in cui hai pronunciato il suo titolo, << parli con lui. >>

Spingi qualche passo avanti Trunks, che inizia a protestare.

<< Ehi, ma che c’entro io? >>

<< Volevi qualche responsabilità in più ed essere trattato come un adulto? Eccoti accontentato! >> lo squadri con severità.

<< Ma io non ho fatto niente! >>

<< Non continuare a lamentarti! Prenditi tutta la responsabilità che devi e anche la mia, già che ci sei, che ti fa bene. >>

Spingi tuo figlio ancora verso Krillin, che vi guarda rassegnato e che si passa una mano sugli occhi.

<< Vegeta, >> inizia ad irritarsi, << la responsabilità, qui, è solo tua, visto che guidavi l’auto. Hai commesso un bel po’ di infrazioni, mentre guidavi: eccesso di velocità, invasione della carreggiata opposta, mancato rispetto dei cartelli stradali di divieto di sorpasso, senso vietato, divieto di suonare il clacson in quanto zona residenziale, mancato rispetto delle precedenze, guida pericolosa, mancato rispetto delle strisce pedonali, tentato omicidio stradale, distruzione della fauna urbana e, infine, parcheggio abusivo, nel posto dei disabili. >> conclude, gettando un occhio al cartello stradale gentilmente parcheggiato vicino alla vostra macchina.


Ahh, ecco perché era l’unico rimasto vuoto.

Certo che potrebbero inserire un parcheggio solo per te, con su scritto “Riservato al Grande Principe dei Saiyan”.

Sfaticati di terrestri che non sanno fare i parcheggi a dovere.


<< Tutte queste infrazioni al codice della strada ti costerebbero almeno un centinaio di anni di reclusione ma, visto che so già che tu non mi seguiresti gentilmente alla centrale, né collaboreresti, >> continua, facendoti sbuffare di fastidio, << ti sanzionerò con delle multe, dato che la vostra famiglia si può permettere di sostenere qualche spesa in più per contribuire al mio stipendio e basta per risanare un intero stato come il Burundi… >>

Ritorni sulla terra all'ultimo secondo, perso com’eri a contemplare l'idea del parcheggio abusivo dedicato e sparso di fiori solo per te, e ti devi sforzare per sistemarti la faccia che, per l’indignazione, ti si era contratta tutta in una smorfia indicibile.

Riacquistata, finalmente, la facoltà di muovere i muscoli facciali correttamente, vedi il poliziotto che, stizzito, passa frettolosamente la penna sugli ultimi documenti, e che ti consegna un plico di fogli di multe, iniziato a redigere ad inizio discorso.

Osservi impassibile i foglietti e sospiri nuovamente mentre i bimbi ti guardano in attesa, ma trovi facilmente una soluzione.

<< No, agente, ho l’autorizzazione >>

Consegni frettolosamente un biglietto a Krillin che lo osserva per qualche secondo, sorpreso. Pare aver risolto ogni dubbio. O forse, no.

<< Ma… Vegeta! Qui c’è scritto “Faccio quello che voglio”! VEGETA! >>

Ma, quando rialza lo sguardo, siete già scomparsi dentro il supermercato.


Parte seconda, la tragedia inizia.


Appena arrivati all’entrata, mandi il figlio in missione a prendere il carrello della spesa mentre, bimba alla mano, ti trascini dentro il supermercato, facendoti investire dall’aria condizionata che va a manetta e che fa gioire l’orso polare che è in te.

Tornato il tuo piccolo Marty McFly con un abbondante carrello, vi avviate per gli scaffali alla ricerca della tanto famigerata spesa da fare.

<< Hai rubato il carrello? >> chiedi, sovrappensiero al bimbo, mentre cerchi nella tasca dei pantaloni del pigiama il bigliettino che Bulma ha accuratamente redatto e che ti ha accuratamente ficcato su per il naso, quando ancora ti rifiutavi prenderlo in mano e di mettere piede in macchina.

<< No, l’ho preso normalmente, con la monetina. >>

Fermi il carrello in mezzo alla corsia.

<< Non l’hai rubato? >>

Trunks ti guarda come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

<< No >>

Alzi gli occhi al cielo.

<< Non è possibile... che ho fatto per meritarmi dei figli del genere? Non ammazzate nessuno, non fate del male a nessuno, non vi comportate in maniera disonesta e non rubate neanche i carrelli della spesa! >>

Tutta colpa di tua moglie e dei suoi “valori umani”.


Ai tuoi tempi mica era così…

Ai tuoi tempi per prendere il cibo si andava a cacciare a mani nude nei boschi e si sgozzavano le galline del vicino…

Questi giovani d’oggi, tutti per bene… dove andremo a finire, dico io?

Mannaggia alle buone maniere e all’educazione!

Eh, sì, annuisci, triste, non ti diverti più come una volta. Bulma te li ha proprio rovinati.


Ringhi di disappunto. << Almeno rendetevi utili e andate a prendere quello che vi leggo! >>

Almeno, li potrai sfruttare come facchini.

<< Allora, bestioline… andate a prendere il papan… >>

<< Il pane? >>

<< Sì, ci stavo arrivando! >> fulmini con lo sguardo Trunks che, come sempre, ti ha interrotto.

<< Poi serve l’iinzinzaa… >>

<< Fammi indovinare, l’insalata? >>

Il piccolo si avvia sbuffando un’altra volta sotto il tuo sguardo sofferente, quando Bra ti fissa, dubbiosa, dal suo seggiolino sul carrello.

<< Papà… >>

<< Dimmi, gioia, che c’è? >> rispondi sovrappensiero, cercando di tradurre c’è scritto sulla lista della spesa.

Tua moglie scrive proprio da cani. Ha il Premio Nobel per la Fisica ma l’ortografia non la sa.

<< Papà… non sei più andato alle lezioni per imparare a leggere in terrestre, vero? >> la piccola coglie nel segno.

<< Tappati la bocca, ne sono benissimo capace, invece! Ricordati che sono un principe! >>

Trunks, intanto, è ritornato con l’insalata.

<< Allora, poi… qui c’è scritto aal- alb- alberi! >>

I bimbi paiono incerti e Bra, prima che tu possa protestare, ti ruba dalle mani la lista della spesa e inizia a leggere.

<< Trunks, vai a prendere le albicocche, i meloni, le arance... >> e continua.

Dopo circa un quarto d’ora, avete recuperato quasi tutta la frutta e la verdura della lista e altre cose che non elenco perché non è importante ai fini della storia, ma la spesa continua ancora e, nonostante le tue proteste di andare a casa perché ti stai annoiando, i bambini si dirigono verso gli altri scaffali per completare al più presto la lista.

Perché, per loro, in fin dei conti è anche divertente: senza la stretta sorveglianza a carattere militare della madre, possono benissimo comprarsi le più svariate schifezze, spruzzarsi la panna direttamente in bocca, stare tutto il tempo in pigiama e rubare i gratta e vinci dagli scaffali espositivi, vicino alla cassa, per fare un enorme falò nel reparto frigorifero, battendo le regole della fisica.

Passando vicino all’ennesimo scaffale il tuo piccolo primogenito viene attirato da un baldacchino in particolare e spalanca gli occhi.

<< Papà! >> attira la tua attenzione, << Venti dollari per il piercing al sopracciglio? >>

I tuoi occhi neri incrociano subito i suoi cristallini e, per un attimo, rimani immobile, squadrandolo, severo.

<< Prima di tutto voglio chiederti una cosa, figliolo. >> inizi gravemente. Qui ci vuole un discorso importante e da bravo padre di famiglia.

<< Sei pronto a prenderti la responsabilità di un gesto che ti renderà assolutamente e decisamente irresistibile? >>

Trunks si inginocchia e, a occhi lucidi, nella solennità della promessa, pronuncia il suo giuramento.

<< Sì, padre, sono pronto! >>

<< Allora prendi questi venti dollari, e che la tua risolutezza guidi il tuo cammino! >>

Una signora profanatrice del momento che, accanto a voi, ha assistito suo malgrado alla scena, vi interrompe.

<< Davvero lei permetterebbe a suo figlio di farsi il piercing sul sopracciglio? >>

<< Giusto! >>

La ieratica sapienza nei tuoi occhi.

<< Prendine quaranta e fattelo su tutti e due! >>

Trunks se ne va saltellante, con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia, mentre la signora pare non aver abbandonato il suo cipiglio scuro.

La vedi scuotere la testa, incredula e gracchiare: << Lei si ritiene un padre responsabile? >>


Esatto, Vegeta, ti ritieni un padre responsabile?

Non guardare me, sei tu qui, il padre, mica io.

Pensa, anni e anni di convivenza sulla terra e questa domanda così semplice ma spiazzante sembra improvvisamente far vacillare tutto.

Sei davvero un genitore responsabile?

Curi davvero la salute e il benessere dei tuoi figli?

Vuoi educarli come adulti coscienziosi e cittadini del mondo per creare un futuro migliore?


Sorridi e la risposta ti viene naturale come naturale è il tuo genuino rispetto per quella signora tanto assennata e presentabile.

<< No! >> e te ne vai, saltellando e mandandola a ‘fanculo.


Poco più tardi, dopo aver comprato dello scotch e un martello per Bra e aver testato la resistenza e l’efficienza di entrambi su circa una ventina di piatti di porcellana, siete avvicinati da paio di commessi che vi invitano a smetterla e che ragionevolmente, vi chiedono di pagare tutti i danni. Una volta scocciati anche loro – nel senso che hai preferito tappare loro la bocca con dello scotch e poi farli stramazzare al suolo a suon di martellate, perché, chi se ne frega – vi raggiunge nuovamente Trunks che, da bravo schiavo, era andato a prendere anche le cacat

No, non catarratte, ma carote.


<< E i due piecing? >> gli domanda Bra.

<< Ho preferito fare iniezioni antirughe. >> si mostra contento il piccolo principe e presto ti aggreghi anche tu alla piccola comitiva.

<< Mi sto nuovamente annoiando, rientriamo. >>

<< Scusa, ma dobbiamo finire la spesa! >>

Sbuffi un attimo e ti guardi intorno. Ti avvicini ad un paio di scaffali e inizi a buttare nel cestello robe a caso, giusto per far numero, poi ti avvicini tranquillamente ai carrelli degli altri clienti, per rubacchiare dell’altro cibo e andartene.

Se i primi non se ne accorgono, alla terza signora a cui rubi i fagioli in scatola, suo marito ti becca, pungente.

<< Ehi, quella è la mia spesa! >>

<< Perché, l’ha già pagata? >>

<< Ehm, no... >>

<< Allora non è sua >>

L’ultima cosa che i due signori vedono è il tuo culetto sculettante che gira l’angolo e che scompare.


Finalmente, davanti ad un carrello stracolmo di tutte le cose che non erano nella lista, come, per esempio, una poltrona, –

Chi cacchio è che l’ha comprata la poltrona?

Va be’, non sia mai rimaniate in piedi a fare la fila alla cassa – decidete che è tempo di finire qui l’Odissea del supermercato.

Però, << Manca il pollo >> puntualizza nuovamente Bra.


Piccola rompipalle, e tu che volevi andare via.

<< Trunks, vallo a prendere. >>

<< Ancora? >> si permette, irriverente, probabilmente anche lui stufo che la cosa stia andando così per le lunghe.

Ecco perché Bulma vi voleva fuori dalle scatole, così poteva avere tutta la mattinata per sé.

<< Perché non vai tu? >>

<< Perché sono tuo padre, muoviti. >>

<< Sì, o potente Darth Vader >> ti canzona, dirigendosi verso il banco dei refrigerati e, tra la sfilza di prodotti, riesce ad individuare il pollo in offerta.

Allo stesso momento in cui, però, allunga la mano per prendere il pollo, dall’altra parte, una vecchietta poggia la mano sullo stesso pollo scontato.

<< Oh, mi scusi, non pensavo interessasse anche a lei >> si ritira gentilmente, porgendogli docilmente il pollo e delle accorate scuse.

Ma tu non pari d’accordo. << Credo che tu l’abbia preso per primo, Trunks. >>

<< Ma, papà, è solo una vecchietta… >> sussurra, imbarazzato.

Te ne freghi della vecchietta, tuo figlio non perderà di fronte ad un’insulsa terrestre.

<< E quella vecchietta non avrà il nostro pollo... >> ringhi, mentre la vecchietta fa altrettanto.

<< Il pollo è mio! >>

La vecchina inizia a battere il suo bastone di mogano sulla testa dura di tuo figlio, cercando di allontanarlo.

<< Ehi, OUCH! >> piange, il piccolo, cercando di ripararsi dai suoi colpi alla meglio.

<< OUCH, OUCH, OUCH! B-basta, mi sta picchiandooooo, PAPÀÀÀ! >>

Te ne freghi delle lamentele di tuo figlio e insisti per la vittoria.

<< Prendi. Il. Pollo. Trunks. >>

<< Avanti, moccioso, prova a rubarmelo! >> incalza ancora la nonnina.

<< MIOOOO >>

In una lotta all’ultimo sconto, Trunks riesce, infine, a rubare dalle mani della vecchietta il pollo tanto che la povera signora, per l’onda d’urto, finisce, con un tonfo, dentro il bancone dei surgelati.

<< Bel lavoro, Trunks! >> esclama entusiasta Bra, quando la vecchietta si rialza d’un tratto in piedi.

<< AHAHAHA, prendetevi il pollo, perdenti, io ho preso il salmone a metà prezzo! >>

Davanti ai vostri occhi allucinati, la nonna mostra orgogliosa il suo pesce e fugge, alla rinfusa, abbracciata al suo bastone e al suo salmone.

<< Trunks… >>

Il piccolo Saiyan si sente già male.

<< Vai a prendere quel salmone. >> 2


Così, tu, la tua adorabile bimba, sempre sgambettante sul carrello della spesa, Mr. Saiyan, che erano rimasto fino a questo momento abbracciato alla bambina, e Trunks che si è guadagnato lo stampo del salmone in faccia, vi dirigete alle casse. Con sufficienza sganci al povero commesso che hai minacciato di morte qualche soldo, dopo averli fatti accuratamente contare da Bra, e vi avviate all’uscita per tornare alla macchina.

Una volta caricate le innumerevoli borse della spesa, rese ancora più innumerevoli dall’enorme quantità di cibo che non era stato segnato nella lista e, ricordiamoci, dalla poltroncina in vimini aggiunta a caso sopra le mozzarelle, ti accorgi che manca qualcosa.

Trunks sbianca, e prega di non dover tornare nel supermercato, e Bra si augura e prega che, Cristo, tu non abbia perso le chiavi della macchina dentro il supermercato.

Ma poco male per quelle, tu sei un tipo più diretto: sfondi il finestrino e colleghi i fili sotto il cruscotto, per poi partire. Sistemate la spesa nel baule e vi preparate per tornare indietro.

Il dubbio eppure ti assale nuovamente. << Qui manca qualcosa… >> e non è semplicemente la visibilità del vetro anteriore, oscurato da una serie di multe fastidiose, lasciate precedentemente da Krillin sui tergicristalli.

C’è un vuoto cosmico all’interno di una borsa, come se fosse sparito qualcosa. Si voltano anche i tuoi due bimbi per controllare.

<< Sì, pare che… >>

Oh, no.

<< MANCA IL SALMONE! >>

<< La vecchietta! >> esclamate tutti assieme.



Terza parte, la tragedia si conclude.


Eh, sì, perché mentre stavamo tutti intenti a pagare alla cassa e a fare attenzione che Vegeta non sbranasse il povero commesso, la vecchina di prima, che era finita dentro il banco dei surgelati per chi non si ricordasse, era riuscita, piano piano, con l’agilità di una tartaruga, ad allungare il bastone all’interno della borsa che conteneva il salmone e a rubarlo da sotto il naso dei tre Saiyan, a dirigersi all’altra cassa, a pagare e a uscire dalle porte posteriori del market per non dare troppo nell’occhio.


Arrivata finalmente ai parcheggi, nonna è soddisfatta della sua ruberia e ride, pensando a tutte le gustose ricette che potrà preparare con i suoi cinquecento grammi di salmone norvegese. Sogghigna pensando a quando preparerà i rotolini di salmone norvegese con fragole di stagione, oppure, il suo salmone norvegese ripieno di mozzarella con spruzzata di pesto al basilico, e, perché no, dei gustosi voul-au-vent di salmone, qualsiasi cosa siano. Ad un tratto, nonnina s'accorge di aver fatto un passo falso.

L'aria inizia a mancare, come se non volesse interrompere il momento di tensione che si accumula d'improvviso in quel piccolo metro quadro di parcheggio del supermercato.

La signora stringe i denti e assottiglia lo sguardo: i bastardi sono arrivati, finalmente.

Il filo di un sorriso malinconico le imperla le labbra mentre pensa al povero salmone che rischia di venire preso dai banditi e mangiato come la carcassa di un cavallo abbandonato nel deserto della fottuta California.

Un cumulo di polvere passa sulle righe del parcheggio ma il suo sguardo non si stacca dagli occhi furenti dei tre, che l'hanno squadrata fino a quel momento.

Brilla l'argento del suo bastone, pronto a far fuoco, stringe la borsetta e la spesa a sè. Il sole cocente di mezzogiorno vedrà un altro cadavere.

<< Sei alla resa dei conti, nonnina! >>

Sputa per terra il più nero dei tre, dal basso del suo metro e sessantacinque, Sentenza, il cattivo della situazione.

<< Papà, non pensi di stare esagerando? >>

Cerca una mediazione allo scontro l'altro, Tuco, il brutto, ma neanche Joe, il buono, coi i suoi occhi e capelli azzurri pare trovare una soluzione che non includa una pallottola nel cuore e un cumulo di cemento sopra.

Il buono, il brutto e il cattivo appostati alla macchina non sganciano un solo istante gli occhi dalla vecchia. 3

Occhi neri come il fumo delle ciminiere, occhi azzurri come un ruscello sgorgato nel deserto, e occhi di vetro come il fondo di una schifosa bottiglia di whiskey si squadrano, pronti a reagire al minimo movimento dell'avversario.

<< Ridacci il salmone, vecchia, e nessuno si farà male >>

Il secondo avvertimento del Cattivo infrange il silenzio di tensione.

Nonnina ringhia, stringendo più forte a sé la borsetta. Bisogna lottare per la libertà.

Bisogna lottare per i gustosi voul-au-vent di salmone. Qualsiasi cosa siano.

<< MAI! >>

Urla, scatenata, e inizia l'incontro. Trunks e Bra le si buttano addosso in contemporanea, ma la vecchina è più reattiva; con una mossa da ninja bastona nuovamente Trunks sulla testa e sulle mani, rimproverandolo per la maleducazione, e afferra Bra per il colletto, pronta a gettarla lontano.

Bra, in mano sua, si sente d’improvviso piccolissima davanti al suo sguardo di fuoco: nonna ringhia, pronta a tirarla stile lancio del giavellotto. Gli occhi azzurri di Bra si riempiono di lacrime e la piccola inizia a temere il peggio, ma nonnina, ad un tratto, si blocca e la riappoggia a terra. La piccola apre gli occhi, sorpresa, e vede la vecchina che le sorride, benevola, e che le accarezza la testolina. Nonna pare ravvedersi sulla pericolosità della bimba: << In fondo – rammenta – mi ricordi proprio le mie nipotine! >> e le allunga una caramella, una di quelle caramelle del Paleolitico stagionate in borsetta per secoli, che le vecchiette hanno sempre con sé e guai se non si accettano. Bra, sorride, sotto le carezze della dolce signora e i suoi occhi brillano di contentezza.

Tempo due secondi, Bra trascina la vecchietta a terra con una sforbiciata alle gambe e le ruba il salmone dalla borsetta, iniziando a scappare.

<< Ahahaha! >> ride, malvagia, lei, piccolo spruzzo di sole, ma nuovamente il salmone le viene rubato dalle mani da nonna che, con un salto mortale, si riappropria della preda e scappa anche lei.

Trunks appare d’improvviso e la placca alle gambe: entrambi strisciano la faccia per terra e nuovamente il salmone vola lontano, finendo sul parabrezza di una macchina.

Nonna e Trunks spalancano gli occhi e iniziano nuovamente a correre: il giovane Saiyan riceve più volte in faccia i tacchi della vecchia che scalpita come un cavallo imbizzarrito per prendere il pesce.

Nonna afferra al volo la scatola e Trunks spiattella la faccia sul parabrezza; nonna scassina la macchina per scappare, Trunks le corre dietro ritrovandosi la portiera nei denti; con quattro colpi precisi, nonnina gli chiude la testa tra la portiera e la carrozzeria: il piccolo Saiyan viene così abbandonato, svenuto, con la testa incastrata sotto il sedile.

La vecchina, però, d’improvviso s’accorge di non avere vie di fuga. Dopo aver steso il ragazzino con i capelli da inacidato e aver incastrato la mocciosa nell’armadietto dell’idrante, ora, si ritrova ad affrontare l’energumeno coi capelli di fulmine.

<< Fatti sotto, nonna! >>

Sibili con poco rispetto, ma nonnina non pare farsi intimorire. Afferra saldamente il salmone e lo ficca nuovamente in borsetta e ti squadra da dietro i suoi occhiali appannati.

<< Fatti sotto tu, delinquente… >> rincara la nonnina.

Ululi di rabbia alle sue, devo dire, fin troppo vere parole – Chichi me ne renderà merito, questi Super Saiyan sono tutti dei delinquenti. Povera donna.

Come due pistoleri pronti ad affrontarsi, non lasciate che nulla all’interno del parcheggio vi distragga dal vostro gioco di sguardi; occhi neri pece si specchiano nuovamente in paio di occhietti verdi e vispi, ingigantiti da un occhialetto spesso cinque centimetri e coperto da ditate insostenibili nel terribile tentativo di pulirli.

Scrocchi le dita in pugno secco mentre la vecchina stritola la dentiera tra le barbute mascelle.

Al momento giusto, ti scagli a tutta velocità contro nonna, concentrando in un pugno tutta la tua potenza e lei, rosario al collo, afferra la borsetta come se fosse un martello e la fa roteare sopra la testa.

Un colpo, un altro, nonnina ti rifà i connotati del viso, costringendoti a cambiare la carta d’identità, per via dell’enorme bernoccolo che ti ritroverai presto in fronte, ma non è il momento di demordere: afferri la gracile signora per le spalle e la getti all’indietro; la vecchina atterra malamente ma si rialza in fretta, scricchiolando orrendamente il collo e qualche vertebra, mentre la borsetta si perde sull’asfalto.

Corri per prenderla alla sprovvista quando ti afferra per la collottola e ti scaraventa lontano; trascini con te una madre con passeggino, un paio di muratori, e due macchine, che si accartocciano in cumuli di lamiera.

Sputi per terra un rivolo di sangue e maledici le borsette; la vecchietta ti carica come un pugile ad un incontro di boxe: scaraventa una serie di pugni che ti limano i denti. Glieli restituisci con caparbietà, lisciandole la barbetta folta che si affolla sotto il naso e sul mento; ganci distruttivi e montanti che le spappolano il sistema nervoso e la dentatura.

Destro, sinistro, destro: sibili dal dolore, portandoti la mano alla bocca; sputi un molare e le restituisci la cortesia. La nonna sibila dal dolore, portandosi la mano alla bocca; sputa la dentiera e ti restituisce la cortesia, strappandoti il sorrisetto dalla faccia con un calcio che ti fa vedere gli uccellini svolazzanti.

Strisci gli stivaletti sul cemento del parcheggio mentre cerchi di parare la tempesta di calci volanti che la gracile signora ti tira addosso.

Deciso a resistere ad oltranza, sradichi il segnale di stop e lo fai roteare sopra la testa, come una tavola da surf e ti avventi contro la vecchia: la vecchia para il colpo, getta per aria la segnaletica, ti strizza un capezzolo e tu stramazzi per terra dal dolore; il segnale ti finisce in testa, abbattendoti definitivamente.

Nonnina si rialza: con lo sguardo truce si pulisce un rivolo di sangue dal naso e si allontana, come un’eroina dopo aver sconfitto la sua nemesi, come un pompiere che ha salvato una ragazza da un incendio, come un supereroe dopo aver sconfitto un cattivo. La signora di prima con passeggino e i due operai esultano, piangenti, alla sua figura, la salutano con un fazzolettino, si stringono in abbracci commossi.

La vecchietta recupera occhiali, borsetta e bastone, e guarda verso l’orizzonte.

Si volta un ultima volta, ti batte la borsetta dritta dove non batte il sole e se ne va, sempre verso l’orizzonte. 4


L’impatto è devastante, distruttivo quanto battere la testa nello spigolo dell’unica portina lasciata aperta in cucina mentre sei cucciato a prendere i piatti. La luce delle stelle e la luce beatifica di Dio ti accolgono per qualche istante nel frattanto che la vecchietta riesce a raggiungere la sua macchina e fuggire, sgommando sui piccioni e pedoni che si trovano sfortunatamente sulla sua via.

Pian, piano, recuperi a grandi boccate il resto della tua dignità e mascolinità, calmi il respiro in un pacifico moto che ti permetta di inalare aria a ritmo costante.


Dentro sei più o meno così: dunque, *cough*, *cough*, vediamo…

Dammi un laaaaaaa

Ecco, ottimo, questa va benissimo.


Dentro sei più o meno così:

aaaAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!!


Ma anche se dentro stai urlando dal dolore la nota più alta della Regina della Notte del Flauto Magico di Mozart, sai che devi calmarti.

Recuperi quindi presto coscienza della situazione e ti precipiti alla macchina; nel tragitto, afferri al volo Trunks e lo butti a casaccio in macchina; recuperi Bra dalla vetrina dell’idrante, poggiandola accuratamente sul seggiolino e controllando le cinture di sicurezza e la presenza di Mr. Saiyan, immancabile al suo fianco, non senza darle un bacino in fronte.

Accendi il motore, frizione, acceleratore, e ti precipiti a tutta velocità fuori dal parcheggio, raggiungendo presto l’auto della nonnina.

La vecchia, sgommata via come il vento, si dirige nel mentre a tutta birra sulla tangenziale, scardina metà dei cartelli stradali che incontra, brucia il conteggio di tutti gli autovelox, ma tu non sei da meno e, superata la corsia di accelerazione, ti affianchi alla sua auto.

<< Molla il salmone, strega! >>

La strega si gira, stupefatta della tua presenza in strada dopo così poco tempo.


Ma nessuno batte il principe dei Saiyan.

Peccato che nonnina ti abbia precedentemente abbattuto prendendosi pure la tua dignità.

Ma dettagli, dettagli.


La signora accelera e sfreccia con rabbia tra le macchine che finiscono senza speranza tra i guard-rail, accartocciandosi tristemente.

Un’auto esplode al suo passaggio, lanciando pezzi di lamiere nelle altre corsie e una colonna di fumo si alza dalla tangenziale, perché si sa, negli inseguimenti un'auto deve sempre esplodere perché fa figo.

Il paesaggio si muove veloce, l’adrenalina scorre nelle vene e il carcere a vita si fa sempre più vicino.

Nonnina continua a muoversi tra le auto che affollano la strada, incurante dei clacson e delle sirene della polizia che iniziano a urlare dall’orizzonte. Infatti Krillin, dopo che vi aveva visto sfrecciare fuori dal parcheggio a velocità supersonica, aveva pensato bene di chiamare i rinforzi e aveva effettivamente pensato bene, vista la velocità da Fast And Furious che stavate imitando.

Non molli la presa sul volante, frantumi il pedale dell’acceleratore e superi le auto come al rally.

Trunks si risveglia dal coma indotto dal trauma cranico e spalanca gli occhi.

<< AHHHHHHHHHHHHH! >>

Le sue urla svegliano dal sonno Bra che, vedendo la velocità a cui siete sparati che supera la velocità del suono, si mette ad urlare anche lei.

<< AHHHHHHHHHHHHH! >>

Urlano entrambi e urli anche tu, col pedale a tavoletta, verso la meta. Un urlo collettivo di disperazione per colpa di quella bastarda di nonnina che, manco fosse Toretto, vi sta facendo mangiare la polvere.

La vecchina continua infatti a bruciare tutti i limiti di velocità, sbattendosene dell’elicottero della polizia che ormai vi sovrasta e delle decine di auto degli sbirri che si affiancano man mano alla gara.

Il tenente di polizia, affacciatosi dalla volante, sbiascica parole poco rassicuranti e molto incazzate dall’autoparlante e, al suo ordine, volano i primi spari delle pistole in direzione delle ruote, per fermare la folle corsa.

Nonnina se ne sbatte altamente e come se guidasse una Maserati accelera ulteriormente, battendo la velocità del suono.

Le urla della vostra macchina sovrastano il rumore assordante delle sirene spiegate, del rombo dell'elicottero e degli insulti del tenente.

La vecchia ride, impossessata, spaccando il contagiri e gli ammortizzatori dell'auto.

Ulula di gioia e fa segnacci all'indirizzo dell'elicottero che la sovrasta e al povero tenente di prima che, ormai, può dire addio alla carriera.

Ma mentre le ruote stanno per prendere fuoco, all'ultima fatale curva, nonnina non si accorge che deve svoltare e vola dritto.


Nel frattanto, nella pace e serenità zen del suo salotto, Bulma sorseggia un the indiano e conta i minuti di silenzio che finalmente regnano la casa: il flebile filo dell’incenso si confonde nel ronzio del ventilatore e il ticchettio dell’orologio è una nenia sussurrata che induce al sonno.

Rimasta sola, difatti, la proprietaria della grande Capsule Corporation, dapprima aveva fatto sgomberare la cucina dei rimasugli della colazione dai robot, per poi dedicarsi ad una seduta di manicure e pedicure tutta per sé, a qualche giornalino di gossip, e, infine, ad un the indiano dai poteri terapeutici.

Bulma, finalmente rilassata, riflette che aver mandato la famiglia in missione a far la spesa è stata, in fin dei conti, davvero una buona idea: nella casa non vola una mosca e si sente solo il suo respiro.

Sospira, estasiata, da tanta calma, quando viene catturata dal rumore insolito di un uccellino che si spiaccica sulla vetrata del salotto e cola a terra, in un ammasso informe di piume.

<< Che strano… >>

Sbuffa risentita e si avvia alla porta finestra per controllare la fine insolita del povero volatile, ma per ritrovarsi davanti l’inferno.

Sotto gli occhi strabuzzanti della povera scienziata, il giardino pullula d’improvviso di macchine accartocciate, di un elicottero finito a far compagnia alle ciliegie e di una ventina di uomini in divisa e in tenuta antiterrorismo che circondano una vecchietta; dapprima viene trascinata fuori dalla macchina accartocciata, sbattuta a terra con forza e, sotto i puntatori dei mitra degli agenti di polizia, arrestata e sbattuta dentro una volante.

Bulma boccheggia, incapace di comprendere come mai il suo giardino ora assomigli più ad un cimitero che ad uno spazio verde: le si avvicina il tenente che regge ancora in mano il megafono, ormai fuso dalle sue urla, e le stringe una mano, accorato.

<< Signora Brief, vorrei esprimerle i miei più sentiti ringraziamenti per averci permesso di catturare, dopo tanto tempo e numerose ricerche, la famigerata Nonnina, spietata criminale al vertice di una vasta rete di attività di contrabbando di salmone! >>

Bulma pare non capire, mentre le si avvicinano anche Vegeta, Trunks e Bra, ridotti piuttosto male.

<< Infatti, Nonnina aveva contatti in tutto il mondo e la sua attività clandestina si stava espandendo sempre più, fino a raggiungere anche il più piccolo supermercato del paese. Grazie a questi tre eroi >> e abbraccia Vegeta e i ragazzi, anche loro piuttosto allibiti, << siamo riusciti finalmente a catturarla! >>

Una volta congedatosi, il tenente ordina ai suoi uomini di sgomberare la zona: le pattuglie della polizia attivano le sirene e si dirigono a tutta birra in strada e poi verso il commissariato, lasciando finalmente libero il giardino che, ormai, non si più chiamare così.

Quando le pale dell’elicottero incastrato nel terreno smettono di girare e le auto iniziano a prendere fuoco lentamente, Bra enuncia i dubbi di tutti.

<< Ma… qualcuno di voi ha capito che è successo? >>

<< No, in realtà no… >>

<< Assolutamente no… >>

I tre fanno spallucce e rientrano a casa, decisi a mettere qualcosa sotto i denti e a passare la giornata nell’ozio totale, perché, ormai hanno fatto fin troppo per quella giornata e lasciando Bulma ancora a boccheggiare in giardino.

La scienziata sente in sottofondo le lamentele di Vegeta riguardo la spesa rimasta in macchina, unite al giuramento di non mettere più piede in un supermercato per i prossimi venti anni.

Bulma si passa una mano sugli occhi, sconcertata: la prossima volta ci penserà due volte prima di mandare marito e figli a fare la spesa.



Fine

1Scena tratta da Tre uomini e una gamba di Aldo, Giovanni e Giacomo.

2Scene ispirate a Lo straordinario mondo di Gumball

3Scene ispirate al film Il buono, il brutto e il cattivo

4Scena ispirata a Madagascar 2

   
 
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