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Autore: lady capuleti    18/09/2017    2 recensioni
31 ottobre 1981, Godric's Hollow.
Ormai da mesi James e Lily Potter, protetti dall'Incanto Fidelius, si nascondono da Lord Voldemort insieme al loro piccolo Harry. La notte di Halloween qualcosa sembra andare storto. Qualcosa sembra precipitare.
Paura, terrore, scompiglio. E' davvero la fine di tutto?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Non-con, Triangolo, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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31 Ottobre 1981, Godric's Hollow


« James, cos'hai? »

« Non sono tranquillo » fece una pausa. « Non sono tranquillo neanche un po' »

James Potter camminava.

Continuava a camminare, misurando la grandezza della camera da letto a larghe falcate, come se questo servisse a placare il suo animo. Come se potesse servire ad alleggerire quel peso che sentiva pressare all'altezza della bocca dello stomaco.

Lily, sua moglie, lo osservava. Tentava di comprendere, ma porre domande non sarebbe servito a nulla. Conoscevano entrambi le risposte, ma si rifiutavano di dar loro voce per evitare che si concretizzassero. Per evitare che quel pericolo incombente si abbattesse su di loro come un fiume in piena.

James smise di camminare, fermandosi in direzione della finestra. Sollevò le dita, e con la punta dei polpastrelli spostò la tenda per guardar fuori. Faceva freddo, a Godric's Hollow. Un freddo pungente. Lo stesso freddo che non sfiorava i loro volti da mesi, ormai.

Si sistemò nervosamente le maniche della camicia, deglutendo brevemente.

Quella prigionia iniziava a soffocarli. Quella prigionia era peggiore della morte stessa. Si svegliavano, ogni giorno, ed ogni giorno ripetevano continuamente le stesse azioni in maniera del tutto meccanica.
Mangiare, bere, lavarsi. Andare a letto, sperando che il sonno arrivasse presto. Un sonno disturbato, interrotto da ogni rumore, persino dal più piccolo.

« Prima o poi quel momento arriverà, lo sai anche tu » gli rispose lei, appoggiando le mani sulle cosce ed esercitando una piccola pressione per alzarsi in piedi. Sospirò prima di avvicinarsi al box, appoggiando le dita sul bordo di esso. Al suo interno il loro figlio, Harry, giocava allegramente con una piccola macchinina facendola volteggiare in aria. Si interruppe solo per un attimo, volgendo gli occhi in direzione di sua madre. La sua risata giocosa ed infantile invase la stanza. Lily sorrise, ma il suo sorriso recava qualcosa di diverso, quella sera. Il suo sorriso era malinconico.
« Non saremo al sicuro per sempre... » si lasciò sfuggire, infilando le dita tra i capelli scuri del suo bambino per scompigliarli delicatamente. « … l'importante è che lo sia lui » concluse infine, tenendo lo sguardo basso quasi trovasse più interessante il freddo pavimento rispetto al sorriso di suo figlio.

Temeva di abituarcisi troppo. Nel posto dove sarebbe andata non servivano i ricordi, né la nostalgia.

Nel posto dove sarebbero finiti non serviva aria, camminare, pensare. Eppure la paura c'era, ed era troppo forte per fermarla.

« Forse hai ragione, ma... » James si interruppe, mandando giù un enorme groppo che gli si era formato in gola. « … se avessimo sbagliato tutto? »

Lily allontanò le dita, lasciando che Harry continuasse a giocare tranquillo.

Quella domanda le rimbombava nella testa già da un pezzo, ma aveva sempre tentato di rispondere affermativamente. Non si era mai interrogata sul lato negativo di quella faccenda, cullandosi nella sicurezza che avessero agito nel migliore dei modi.

Ora, non ne era più convinta. Non troppo.

Camminò anche lei stavolta, stringendosi nel maglione violaceo che indossava. Mosse rapidamente i polpastrelli lungo le braccia per riscaldarsi il più possibile, finché non lo ebbe raggiunto. Restò dietro di lui, lasciando scivolare le mani dalle sue scapole fino ad arrivare alle sue spalle. Si ancorò al suo corpo come a cercare protezione, sentendo solo un mucchio di ossa e pelle tesi come corde di violino.

« Smettila di tormentarti, tesoro! » gli sussurrò in tono dolce e caloroso, inspirando il suo odore e chiudendo gli occhi per provare ad immaginare una situazione differente. « Andrà tutto bene » aggiunse dopo una breve pausa, appoggiando la fronte tra le scapole di suo marito ma continuando a tenere gli occhi chiusi.

Aveva paura anche lui, nonostante si ostinasse a mostrare il contrario. Aveva paura, ed anche più di lei.

James sollevò una mano, trovando quella di lei. Le loro dita si intrecciarono, il suo volto roteò di poco, quel tanto per poter trovare gli occhi di sua moglie e guardarci dentro. Per quanto sembrasse complesso, per un attimo, dimenticò tutto il resto ed annegò i suoi pensieri all'interno di quegli occhi chiari. Limpidi. Quegli occhi che tanti anni prima lo avevano fatto innamorare perdutamente.

Un piccolo sorriso comparve sul suo volto. Amaro, certo, ma pur sempre un sorriso. « Andrà tutto bene » ripetè, quasi meccanicamente, sperando di convincersi lui stesso. Non ci credeva neanche un po', ma dovevano sperarci entrambi.

Un rumore interruppe quel momento. Un rumore distinto, al piano di sotto.

Entrambi sobbalzarono. La mano di James abbandonò quella di Lily d'improvviso, per spostarsi prontamente in direzione del pantalone. Cercò la bacchetta ma non la trovò, ricordandosi solo dopo di averla lasciata al piano di sotto. Il suo corpo roteò nascondendo quello di Lily, facendo da scudo nell'eventualità di un attacco a sorpresa.

« Cosa è stato? » pronunciò lei con voce flebile. Il suo corpo tremò.

« Non lo so » rispose lui, il tono di voce basso, la mascella che si muoveva a scatti. « Resta qui con Harry » le disse semplicemente, allontanandosi dal suo corpo e andando in direzione della porta.

« James... » Lily gli prese la mano con uno scatto, fermandolo e costringendolo a guardarla negli occhi. « Sta attento, ti prego » sussurrò semplicemente.

Si scambiarono uno sguardo. Lungo, pieno di parole silenziose. Pieno di promesse che, forse, non si sarebbero concretizzate mai. Mai, dopo quella notte.

Lily lo vide scomparire al di là della porta, restando immobile accanto alla finestra. Guardò di sotto, quasi si aspettasse di veder comparire oltre il vetro la figura responsabile di quel rumore. Vide solo due o tre ragazzini che correvano in strada ridendo a crepapelle, i volti coperti dalle maschere.

Non avvertiva più rumori, ma questo non voleva dire che fossero in salvo.

Si mosse prontamente in direzione del comodino, prendendo la sua bacchetta e raggiungendo il box nel quale Harry continuava a giocare imperterrito. Il suo animo infantile ed innocente non gli aveva dato modo di comprendere cosa stesse succedendo, per fortuna.

Un attimo dopo, tuttavia, un lampo squarciò il cielo seguito da un forte tuono. Questo servì a spaventarlo e a farlo scoppiare a piangere d'improvviso.

Il volto di Lily assunse un'espressione amorevole. Materna. Allungò le dita fino a sfiorare la guancia del suo bambino e gli accarezzò il volto per asciugargli le lacrime, sospirando brevemente.

 

« Sssh. Presto sarà tutto finito » gli sussurrò teneramente. Non sapeva neanche lei cosa volesse dire quella frase, o a cosa si riferisse nello specifico. Aveva parlato, ma non riusciva a trovare una spiegazione alle sue stesse parole. Non riusciva a trovarvi un senso.

Un brivido attraversò la sua schiena, sentendo un forte trambusto per le scale. Tornò a mettersi di fronte al bambino, brandendo la bacchetta e puntandola in direzione della porta. Non sapeva cosa aspettarsi. Non sapeva cosa le sarebbe comparso davanti. La sua mano tremava, ma allo stesso tempo tentò in tutti i modi di tenerla ferma.

Le voci continuavano ad avvicinarsi. Una in particolare, quella di James. Urlava. Urlava, e le sue urla erano coperte da passi frettolosi. Il cuore di Lily prese a battere compulsivamente, ma quando la figura attraversò la porta si bloccò. Non batteva più.

James c'era, ma era alle spalle dell'uomo che per primo aveva varcato la porta.

Non era Voldemort. Non era Tom Riddle. E non brandiva una bacchetta.

« Sev? »

La voce di Lily fu un sussurro.

Era di fronte a lei.

Dopo tutti quegli anni, Severus Piton era di nuovo di fronte a lei.

 

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Angolo autrice : Ho scritto questo primo capitolo di getto, presa da una strana voglia di scrivere in questi giorni di noia pura. In più mi mancava Harry Potter devo ammetterlo, e mi mancava anche il caro e sano angst, quindi ho pensato... perché non buttare giù qualcosa, così, a casissimo? Come avrete capito, la storia è ambientata a partire da quella fatidica notte nella quale Lily e James sarebbero dovuti morire per mano di Voldemort. E sottolineo, SAREBBERO DOVUTI MORIRE. Non aggiungo altro, se volete conoscere i risvolti ci vediamo nei prossimi capitoli.

Nel frattempo, mi piacerebbe leggere qualche commento, anche per migliorare... per cui se avete qualcosa da dirmi, lasciate qualche recensione ed accoglierò i vostri consigli o critiche. Tutto insomma. Vi abbraccio, a presto!

   
 
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