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Autore: LuLLuGi    21/09/2017    0 recensioni
Elettra é una ragazza con un grosso dono e ora ha l'età giusta per imparare a usarlo saggiamente. Il problema é che non sa di possederlo, ma lo scoprirà presto.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dove diamine mi hanno portato? Sono in una camera da letto e almeno hanno avuto la decenza di non lasciarmi dormire per terra. Ma Emma dov'è. Mi alzo dal letto e mi dirigo verso la porta per capire dove hanno portato Emma, ma la porta è chiusa a chiave. Che bello rimarrò qui chiusa a vita, mi cresceranno i capelli e potrò impazzire credendo di essere Rapelonzolo bloccata sulla torre di un castello. Oh no, sto già delirando! Inizio a tirare pugni sulla porta e a urlare per attirare l'attenzione di qualsiasi persona anche cosa. "Qualche buon uomo potrebbe venire a liberarmi. Mi hanno rinchiusa contro la mia volontà. Bene allora troverò un modo per uscire da sola, non ho bisogno dell'aiuto di nessuno." Chiudo la frase tirando un calcio sulla porta, però mi faccio molto male. "Credo di essermi rotta un piede." Dico a voce alta e qualcuno mi risponde "Nessuno ti sentirà, ti trovi al piano più altro di questa immensa struttura. Penso che ti abbino portato qui per impedire che tu possa scappare e per non farti trovare da me." Non capisco da dove venga la voce, quindi mi guardò intorno per capire che diavolo sta succedendo, ma ad un tratto comparare dal nulla un ragazzo alto, con i capelli neri e gli occhi più chiari del ghiaccio. "Chi sei." Devo dire che gli occhi sono stupendi però perché gli strambi li devo conoscere tutti io, già mi sono bastati gli altri due. "Mi chiamo Alexander e oggi sono qui per conoscerti." Aspetta, questo nome l'ho già sentito. Ah è quello del male. "Piacere io sono Elettra." Li porgo la mano. "Vedo che ti piace scherzare." Veramente volevo essere carina ma evidentemente dalle sue parti sono abituati ad intrufolarsi nelle proprietà altrui e a far spaventare la gente. Sento aprire di colpo la porta e il tipo non c'era più. "Finalmente siete venuti ad aprirmi. Cosa volevate fare? Farmi morire di fame?." Dico a Daniel incavolata perché ho veramente fame. "Con chi stavi parlando?" Prima mi riconglioniscono, poi mi rinchiudono e adesso mi chiede con chi stavo parlando. Sarebbe stato più carino da parte sua se mi avesse chiesto come sto, se ho dormito bene o qualcosa del genere. "Ho conosciuto Alexander. Un tipo strano ma non mi dispiace." "Cosa ti ha detto." La prossima volta registro la conversazione così non mi fa più tutte queste domande. "Ma niente di che, solo che è venuto a conoscermi e che siete degli allocchi. Non ha usato questo termine però penso che la morale era questa, perché diceva che mi avete portato qui per proteggermi da lui ma se è riuscito a trovarmi evidentemente un po' allocchi lo siete. Senza offesa ovviamente, questa è una critica costruttiva per la prossima volta." Daniel dalla faccia sembra offeso e preoccupato. Mi strattona fuori dalla porta e mi trascina dentro una specie di ascensore che ci porta in un atrio nel quale c'era anche Emma. Sono contenta che stia bene e non gli abbino fatto niente. Le corro incontro e gli do un grosso è forte abbraccio. "Dov' eri, io era in una camera da letto." Emma è sconvolta come se avesse scoperto qualcosa di sconvolgente. "Emma preferisci dirglielo tu." Dice Daniel e lei annuisce, poi lui riprende. "Però è meglio se prima ci sediamo nella sala degli ospiti. Nessuno verrà a disturbarci." Ci portano in una grossa sala con al centro un piccolo tavolo rotondo in legno massiccio e vicino c'è un divano ad angolo. Ci sediamo e Emma incomincia a parlare "Voglio raccontarti tutto quanto io, perché ti conosco meglio di loro e poi ti considero come una sorella. Non so da dove iniziare, è difficile -Tutta questa tensione mi fa pensare che sia successo qualcosa di grave-. Lo so che non ami i giri di parole." Sì in effetti gli odio "Allora arriva al punto." Dico frettolosamente per fare in modo che Emma non si perda in fronzoli e dica tutto. "Sei stata adottata. I genitori con cui vivi non sono quelli biologici. Tu sei un demone." Un demone. Non capisco. Perché i miei non me l'hanno detto. "Va bene sono un demone, ma come mai siete venuti adesso a cercarmi e a rovinarmi la vita." L'unico a dire qualcosa è Daniel "Senti mi spiace che tu non ne sapessi nulla, ma se vuoi potrai conoscere i tuoi genitori biologici, loro ne sarebbero felici." Che belle cose da dire in questi momenti. "Senti, io una famiglia ce l'avevo prima che arrivaste voi a stravolgere tutto, ora per colpa vostra non ho nemmeno quella. E no grazie non voglio conoscerli perché per me saranno sempre degli estranei." Dico tutto ad un fiato poi mi fermo e scoppio in lacrime. "Elettra mi dispiace, ma questo è il tuo destino." Destino. Ma che favola spara "Voi non siete nessuno per scegliere il mio destino, sono io che scelgo chi essere." Mi alzo dal divano perché mi sento caldissima, sembra che stia per esplodere per quanto ho caldo. Le mie mani stanno cambiando colore e consistenza. Inoltre ad un tratto sento il pavimento sotto i miei piedi ammorbidirsi. Allora abbasso lo sguardo e sto sprofondando nel pavimento. Sto circando di liberarmi in ogni modo ma non riesco. Daniel si alza dal divano e con voce rissacurante e dolce dice "Elettra ora ascoltami, devi rilassarti se no il fuoco prenderà il sopravvento e ti consumerà." E con questo dovrei stare tranquilla? Però c'è la posso fare, devo dimostrargli che sono più forte di quanto pensino. Poi Daniel continua "Brava tranquillizzati, pensa a cose belle. Sai ti siamo venuti a cercare adesso perché sei maggiorenne e ora è l'età giusta per poter imparare a controllare tutto questo." Finalmente riesco a liberarmi e la temperatura del mio corpo è tornata normale. Mi sa che dovrò imparare ad avere più controllo su tutto questo potere. 

   
 
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